Da Marco a Laura: III Capitolo

di
genere
gay

Negli altri capitoli ho parlato delle mie esperienze con Francesco, pompini, travestimenti, la prima scopata insieme. Abitando insieme scopavamo tutti i giorni. La durata dei rapporti, già lunghi le prime volte, si protraeva anche per due ore se non di più alcune volte. Erano scopate violente, i 23 cm di cazzo di Fra si facevano sentire tutti, ma presto mi abituai e il mio culo fu decisamente slabbrato. Ovviamente continuavo con i travestimenti e la mia tecnica si affinava sempre di più, così come continuavano i miei esercizi di femminilizzazione del corpo.
Come ormai d'abitudine indossavo intimo femminile quotidianamente, anche in Università. In uno dei primi giorni del secondo anno universitario, Erica una mia amica con cui frequento alcuni corsi si accorse non solo delle mie curve decisamente più morbide, ma mentre mi chinavo vide il mio tanga spuntare fuori. Mi prese da parte dicendomi: "Già da tempo avevo dubbi su di te, ma il tanga che indossi me li toglie completamente". Le risposi che effettivamente avevo una doppia vita e che in quella sessuale ero una donna. Capì subito che ero la donna di Fra e volle vederci entrambi. Ci disse di alcune sue fantasie, che potevano essere soddisfatte solo con due uomini: voleva provare il cuckolding, lo strapon e femminilizzare un ragazzo. Sull’ultima non è che dovesse fare tanto le dissi, ma i suoi consigli erano bene accetti.
Quando arrivò ero vestita da Laura ovviamente, avevo un bel vestito aderente –in modo da mettere in risalto il mio bel culo e il mio fisico sempre più femmineo- una bella parrucca di capelli lunghi e mori e del trucco leggero. Quando entrò rimase molto stupita dell’accoglienza, non si aspettava di conoscermi già come Laura né del bell’aspetto di Fra. Devo dire che Erica era molto bella, tanto bella quanto perversa: era alta circa 170 cm, fisico mozzafiato, da modella, mulatta (era adottata) con una terza di seno. Aveva jeans che lasciavano poco spazio all’immaginazione. Insomma, nonostante fossi Laura, riaccese le mie voglie. La cena passò piacevolmente, e ci raccontò delle sue perversioni. Mentre lavavo i piatti notai che i due si stavo limonando: pensai che il momento cuckold fosse arrivato. Mi dissero, infatti, di andare in camera dove mi sedetti e mi legarono le mani con lo scotch. Iniziarono una chiavata magistrale, Erica ovviamente urlava di piacere come facevo io quando venivo scopato da Fra. Erica mi disse di sdraiarmi sul letto e iniziarono a scopare appena sopra alla mia faccia, tanto che le palle di Fra mi sbattevano addosso e i loro umori mi arrivavano in bocca. Ero eccitatissimo, cosa che Erica notò immediatamente. Prese a farmi un pompino e in breve venni copiosamente, perché con Fra o non venivo o venivo mentre mi scopava, senza mai toccarmi. Mi disse che quella sarebbe stata l’ultima volta però, preferiva i grossi calibri e io di certo non potevo rientrare in quella graduatoria. La ragazza, attrezzatissima, a quel punto tirò fuori un grosso strapon e finalmente arrivò la mia parte. Iniziò a trapanarmi anche lei, forte e psicologicamente godevo ancora più perché sapevo di essere sottomesso non solo a Fra, ma anche a una donna. Anche lei mi fece i complimenti per il culo, disse che ero proprio una troia. Nel mentre Fra mi scopava la bocca con foga; quella volta rischiai di soffocare da tanto era lo sperma che buttò fuori. Quando finimmo, Erica disse che se volevamo potevamo vederci ancora, conosceva certe persone con cui ci saremmo sicuramente divertiti. Inoltre disse che mi avrebbe consigliato al meglio per i miei travestimenti, tanto che nessuno mi avrebbe scambiato più per un ragazzo.
Il giorno successivo, essendosi fermata a dormire e non avendo nessuno dei due lezione, mi truccò alla perfezione, mi insegnò a sculettare leggermente mentre camminavo e mi disse quali erano le migliori combinazioni con i vestiti. Disse che se volevamo potevamo fare un giro. Lo disse così, come una proposta, ma nel suo sguardo e nel suo tono di voce capii che non avrebbe mai accettato una risposta negativa. Il suo animo da mistress stava venendo fuori. Nonostante questo non ero ancora pronto per un simile passo e mi opposi. Fu così che mi sferrò un calcio nelle palle: caddi a terra e iniziò a prendermi a cinghiate, dicendomi che ero una stronza, che avrei dovuto accontentarla. Le dissi, dolorante che non ero ancora pronta, che poteva fare qualsiasi altra cosa in cosa. Fu allora che mi disse di andare in bagno: avevamo una vasca, mi fece spogliare e sdraiare dentro: si mise su di me e mi pisciò addosso. Fu la prima pioggia dorata che ricevetti, cosa che mi eccitò parecchio. Notandolo, Erica disse di restare in vasca e di attendere suoi ordini: chiamò Fra, in poco tornò a casa e vedendomi così anche lui si eccitò e così immobilizzato dalla ferrea volontà dei due, li guardai mentre Fra scopava Erica, in bagno, davanti a me. Entrambi mi vennero addosso, ero pieno di urina, dei loro umori: finalmente mi permisero di fare un bagno.
Da quel giorno Erica entrò con frequenza nelle nostre vite, più o meno una volta a settimana ci veniva a trovare, proponendoci, dopo un po’ un incontro molto particolare.

scritto il
2016-05-18
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