Racconto primo

di
genere
incesti

Premetto che questo è il mio primo racconto, non è un fatto accaduto è mai lo sarà così, anche se si tratta della mia fantasia erotica più grande, ho preso spunto da alcune verità che ho estremizzato.

Era un caldo giorno di luglio, io ero a casa da lavoro, per vari problemi, il lavoro era la mia forza.
Questi problemi, mi annullavano come uomo, la mia testa era colma di pensieri.
Ero depresso triste e sconfortato, andai a trovare la mia ragazza in cerca di un po' di conforto lei è il mio punto di riferimento, la donna che amo.

Andai un po' prima, forse troppo prima, lei era ancora a lavoro e ne avrebbe avuto ancora per qualche ora.
Mi aprì sua madre, non c'era nessun altro in casa.
Sono sempre stato attratto da sua madre, perché somigliava molto alla mia ragazza, quasi sorelle ma con vent'anni di differenza, formosa, 1,65, un piccolo seno a differenza della della figlia.
Un culo enorme, tondo, il tipico "Bubble Ass", per intenderci, davvero uno spettacolo.

Quando mi trovavo a casa sua non facevo altro che guardargli quel meraviglioso culone, quando si chinava, il mio occhio era subito pronto a seguire il movimento con la speranza di intravedere qualcosa di più del solito, qualche volta ci riuscii e il mio membro rispondeva di conseguenza, tante volte mi causava erezioni inaspettate che quando ero in sua presenza non provavo neanche a mascherare, senza esagerare però, con la speranza che si accorgesse del mio membro, lo stesso membro di cui godeva la figlia.

Quel giorno alla porta, mi aprì in jeans, molto attillati alle sue grosse coscie, una canotta, ed infradito piedi curati e smalto nero.
Ci salutammo, mi offrì da bere e iniziammo a parlare del più e del meno, mi resi conto che effettivamente era proprio un po prestino, la noia ed il mio stato di sconforto e confusione, mi portò ad anticipare la visita, senza malizia e secondi fini.

Mentre parlavamo seduti su due divani disposti paralleli, la spogliavo con gli occhi, la immaginavo col suo culone bianco protratto verso di me, il suo bel buco aperto e la mia lingua attorno ad assaporare il tutto, forse capì qualcosa perché non rispondevo in modo lucido.

Nel frattempo si tolse un infradito e portò il piede verso l'altra coscia sul divano iniziando a massaggiarlo, lamentando qualche piccolo acciacco, desideravo di massaggiarlo io; chiusi gli occhi per un secondo cercando di concentrarmi al massimo, volevo riuscire a cogliere un leggerissimo sentore di quel bellissimo piede, leggermente sudato, per un istante pensai persino di percepirlo, ma probabilmente la sensazione fu ampliata dalla mia immaginazione e dallo stato di eccitazione.

Dopo poco lei, mi disse di volersi rinfrescare, come biasimarla, effettivamente faceva molto caldo, essendo una donna molto energica sudava facilmente, non era mai ferma, un piacere per i miei occhi vedere il suo culone sempre in movimento.
Io nel frattempo aspettai in soggiorno, ingannando il tempo e sistemando il pacco visibilmente scomposto.

Dopo un quarto d'ora, uscì dal bagno, con i capelli bagnati ed un vestitino estivo, da casa, probabilmente della figlia, subito mi balenò per la mente il possibile cambio di intimo, solo il pensiero di poter toccare e odorare il suo intimo appena tolto, magari umido e ancora inebriante del suo odore di donna che non avevo mai assaporato, tutto ciò mi mandava in estasi.

Spinto dall'eccitazione che ormai faticavo a controllare le dissi che andavo in bagno, lei mi fece un sorriso e nel frattempo si mise a fare il caffè, chissà se intuì il vero motivo della mia scappata in bagno...
Entrato in bagno, era ancora presente l'umidità della doccia appena fatta, subito mi diressi verso la cesta dei panni, il cuore iniziò a battermi come se stesse scoppiando solo al pensiero di violare l'intimità della madre della mia ragazza, la paura di essere scoperto era tanta.

Con grande rammarico ed inaspettatamente trovai solo i jeans e la canotta che indossava poco prima, mancavano slip e reggiseno, ricercai con più frenesia, dovevo assolutamente trovarli, convinto di "doverli" trovare dato "il suo rinfrescarsi".
Non trovai nulla solo indumenti e biancheria varia del resto dei familiari, di cui gli slip della mia ragazza che ho riconosciuto bene, sia dal profumo che al tatto, sempre impregnate dai suoi umori sopraffini, ma non ero lì per quello, ero lì per sua madre.

Mi guardai allora in giro, ormai senza speranze cercando dappertutto e con mia grande sorpresa, li trovai nella vasca da bagno, erano lì in bella vista quasi messi in mostra, il cuore iniziò di nuovo a battere all'impazzata, il mio membro si tese come un bastone e il mio glande iniziò a trasudare eccitazione liquida.

Presi il reggiseno, una terza scarsa me lo passai sul viso, sentii un odore di donna matura, che poco aveva in comune con quello che conoscevo bene e che adoravo, mi misi una mano sulla patta che stava per esplodere.
Il mio desiderio però era il pezzo forte, ciò che conteneva il sesso da me tanto desiderato.
Con la mano tremolante raccolsi gli slip bianchi, subito mi accorsi dello stato umido e di alcune chiazze più scure condite da alcuni peli, questo particolare mi portò a scoprire per intero il mio membro ormai più grosso che mai, tutto bagnato e duro come il marmo.

Portai gli slip al volto, alle narici, subito venni travolto da un odore inebriante, simile a quello della figlia ma più pungente, più coinvolgente, più maturo, l'odore che desideravo trovare, il liquido presente era ancora cremoso, iniziai a masturbarmi a più non posso leccando i suoi umori, pensando alla sua fica bagnata e pelosa, pensando di leccare i suoi umori che gocciolavano delicatamente dal suo interno coscia...e schizzai, schizzai copiosamente e volutamente nel water, per non destare sospetti, anche se avrei voluto indirizzare il mio seme all'interno di quegli slip.
Riposi l'intimo come lo trovai, in bella vista lì nella vasca come se fosse stato preparato per me, quella era davvero l'impressione e chissà che prima di toglierle non si toccò apposta, perché risultavano davvero umide al tatto, in corrispondenza dell'entrata della fica e non era di certo sudore.

Mi ripulii e andai in cucina, dove c'era lei ad accogliermi ed il mio caffè, mi guardava in modo più profondo e curioso come se volesse ricevere un feedback della esperienza appena vissuta, come se sapesse, sapesse cosa avessi fatto nel suo bagno, il mio sorriso appagato e il mio stato di estasi ancora persistente rispose per me.
Per un attimo ho messo da parte i miei problemi, ero sereno.
Lei si accorse di qualcosa, probabilmente era quello che avrebbe voluto vedere, mi stava provocando, si era accorta che desideravo possederla e si stava divertendo.

Anche per lei non era un bel periodo, problemi vari non la lasciavano serena, lei si è sempre fatta in quattro per tutti e questo ultimo periodo complice lo stato di salute di un suo famigliare la stavano mettendo k.o, per non parlare del marito burbero e padrone nei suoi confronti e della figlia.
Molte volte fui tentato di intervenire e prendere le sue difese nelle loro discussioni per la l'assurdità per la quale si svolgevano, ma non lo feci mai per non compromettere la mia figura in famiglia.
Di sicuro il marito non la soddisfava a dovere, forse non la toccava più nemmeno.

Spinto da quest'ultima motivazione, e dal suo sguardo provocante feci cadere il cucchiaino da caffè, con l'intento di rispondere con un gesto provocatorio nei suoi confronti, mi avrebbe portato sotto il tavolo, sperando di stuzzicarla a compiere qualche sciocchezza, speravo di vedere il suo sesso avvolto nel suo intimo, i suoi piedi da vicino, e le sue gambe.

Subito mi chinai per raccogliere il cucchiaino, diedi uno sguardo ai suoi piedi, li sfiorai a dire il vero pur non essendocene motivo perché il cucchiaino si trovava da tutt'altra parte, sentii finalmente il loro odore, erano di nuovo Umidi e sudaticci, volevo leccarli e il mio cazzo torno duro.
Alzai la testa e....con mia sorpresa Le sue gambe erano divaricate, il pelo in vista la fica al vento nonostante fosse pelosa si vedeva chiaramente l'entrata umida della fessura, non aveva rimpiazzato l'intimo, mi è parso pure di intravedere l'interno coscia leggermente umidiccio, ma probabilmente fu di nuovo l'immaginazione che mi fece vedere ciò che desideravo, ero completamente fuori di me mi rialzai di colpo sbattendo la testa contro il tavolo facendomi male alla tempia.

Il colpo e lo shock dovuto alla visione mi portarono a perdere i sensi per qualche istante.
Lei molto premurosa nei miei confronti e anche probabilmente in colpa per l'accaduto data la sua troiaggine, si catapultò su di me mi prese il viso tra le mani accovacciata verso di me, aprii gli occhi e la cosa che vidi per prima furono i suoi seni, piccoli e sodi attraverso la scollatura, inutile dire che non portava nemmeno il reggiseno.

Il mio cazzo si riprese con me e tornò subito alla carica, anche se questa volta l'eccitazione non era dovuta ai suoi turgidi seni, dato che la mia ragazza mi aveva abituato troppo bene con la sua quinta, anche se i suoi capezzoli scuri e piccoli mi incuriosirono parecchio, l'eccitazione era provocate dalle mani che contenevano il mio viso, quasi in senso materno ma percepivo un filo di malizia e desiderio, mi strinse il viso, ero eccitatissimo non capivo più nulla, avevo messo da parte tutti i miei problemi e forse anche lei.

Sorridendomi si avvicinò piano piano col suo viso cercando il mio, mi sussurrò qualcosa che non capì ed assaporai il suo alito neutro, ormai era chiaro, avevamo perso ogni freno inibitorio, lei in ginocchio perse l'equilibrio e si lasciò cascare sul mio petto delicatamente, era sopra di me, ormai era mia.
Mi baciò, io mi concessi il mio sogno erotico si stava esaudendo, ci abbandonammo ad un bacio infinito, come se fosse la figlia.

Misi le mie mani sul suo culone, non credevo a ciò che stava accadendo era proprio come avevo immaginato, grande, morbido un'esperienza eccelsa.
Strizzai quel culone fantastico mentre le nostre lingue formavano un vortice di passione.
Spinsi il mio ventre coperto contro il suo sesso nudo, l'eccitazione era troppo e venni nei pantaloni.
Il mio pacco era inondato di umori, all'interno i miei e all'esterno i suoi, una mia mano scese alla fica, lo stato di quella fessura, fradicia e cremosa, emanava un forte odore percepibile a distanza.

Iniziai a masturbarla con forza, urlava di piacere mentre mi abbassava i pantaloni, prese il mio cazzo, precedentemente copiosamente venuto, in bocca, ripulì il tutto iniziando un pompino sublime, il mio cazzo in gola, la mia mano destra nel suo ano aperto, la mia mano sinistra nella sua fica, avevo raggiunto la pace dei sensi.
Decisi allora di esagerare, la disposi per un 69, il suo culone sul mio viso il mio cazzo tra i suoi denti, lei che faceva su e giù sulla mia verga, la mia lingua nella sua fica, tutti ricordi nitidi nella mia mente.
All'apice del piacere urlando come una cagna vibrando come folgorata, mi squirtò in bocca, non avevo mai provato nulla del genere faticavo a respirare sotto quel geyser di piacere, iniziò a dimenarsi col suo ventre, incontrollato, il suo ano ebbe una sorta di prolasso,l'odore del suo culo di quel liquido, la sua maestria, mi portò a sborrarle in bocca come non mai, senza accusare Gli orgasmi precedenti, che Donna!

Aspettai che la sua eruzione terminasse, il suo corpo sul mio tremava ancora, iniziò a tossire, probabilmente il mio sperma le andò di traverso data la copiosità ed il suo dimenarsi incontrollato, le diedi qualche colpetto sulla schiena, per farla riprendere.
Ci sollevammo delicatamente i nostri corpi ormai nudi sudati e sporchi di peccato erano sempre a contatto abbracciati come due innamorati, ma non lo eravamo, era solo passione, ed io ora volevo possederla tutta, ormai era la mia troia non la mia futura suocera.

Ci perdemmo in un nuovo bacio appassionato, la sdraiai per terra il culone non era più tra le mie mani, ma poggiato sul pavimento molto freddo rispetto l'ambiente, i suoi scuri capezzoli diventarono duri, la mia lingua li sgrillettava senza freni lei molto sensibile inizio a godere molto, dev'essere una zona delicata di famiglia, perché anche la mia ragazza si inonda quando gli tocco i capezzoli, ma sua madre... Sua madre gemette come una Troia, dalla sua fica zampilla un lieve squirt che mi bagna il cazzo, già pronto alla penetrazione, non persi l'occasione le infilai il mio cazzo dentro infrangendo i suoi schizzi guduriosi la sua fica stretta, mi provocò dei brividi lungo tutto il corpo, nonostante i suoi 47 anni, la sua figa presentava la larghezza di quella della figlia, si vede che il cazzo gli è mancato in questi anni di matrimonio, il mio arnese sembra provocargli dolore nonostante non sia un superdotato, il dolore però è coperto dal piacere, il suo squirt continuo mi lascia senza parole, ormai il pavimento è inondato.

Dopo dieci minuti di penetrazioni ormai è senza voce dalle urla, ecco il suo corpo sbattere come prima, di nuovo la scossa, é in preda al piacere assoluto, in trance forse l'orgasmo supera il geyser di prima, ormai la pressione dello squirt è tale da spingere fuori il mio cazzo con violenza, il culo in preda alla trance scoreggia copiosamente tutti i suoi orifizi si contorcono senza freno, oltre all'odore di sesso l'ambiente si riempie del gas del suo ano, sono talmente eccitato che risulta piacevole.
Un ultimo urlo e tremando perde i sensi, il piacere ha avuto la meglio.
Il mio cazzo ormai venoso, è rosso fuoco, non sono mai stato così eccitato, le mie palle esigono di essere svuotate.

Decido di scoparle il culo, il mio desiderio erotico, scoparle quel culone rumoroso, immenso, il fatto che giaccia senza sensi mi facilità il gioco, dato che con la figlia non sono mai riuscito a sferrare più di un paio di colpi all'ano, senza che urlasse di dolore facendomi desistere.
Non voglio che mi interrompa mentre la sodomizzo, la posiziono a pecora e gli appoggiò la testa su una sedia per farle mantenere la posizione, io sono dietro il suo culone che odora di sesso e gas mi sprona a puntare il glande in posizione, non c'è nemmeno bisogno di lubrificare, perché la cagna è imbevuta di umori succulenti, gli pianto un colpo nel suo culone scoreggia e vibra ad ogni colpo, si è talmente lasciata andare che non controlla più il suo corpo.
Io non riesco ad imprimere forza perché scivolo sul pavimento unto ed inondato del suo nettare, scivolo ad ogni colpo godo ad ogni colpo, il suo culo è ormai slabbrato,sfondato.

Il mio piacere è incontrollabile sferro un ultimo colpo il più violento un urlo forte e le sborro nell'ano rotto, rimango dentro perché la scossa pervade anche il mio corpo, non mi reggo in piedi la sborrata dura una decina di secondi, ne perdo quanto mai ne abbia perso, mi accascio su di lei col cazzo dentro, l'abbraccio da dietro le bacio quel suo culone e sfinito cado inerme.

A svegliarmi fu lei, mi svegliai con il suo piscio, la Troia si volle "vendicare" e posizionata sul mio viso mi pisciò in faccia sorridendo.
Ci baciammo un ultima lunga volta, tra i nostri umori.

Aprì la finestra per cambiare aria, perché ormai l'odore di umori sessuali era troppo pungente, dopo circa un ora e mezzo di sesso selvaggio.
Io decisi di andarmene per correttezza, lei ripulì il campo di "battaglia" ne avrebbe avuto per un po.. decisi di andarmene perché quel giorno non sarei riuscito a guardare negl'occhi la donna che amavo.. Perché sua madre quel giorno è stata la mia Troia, mi aveva fatto sognare per un giorno, solo quel giorno.

Spero che la mia ragazza un giorno prenda le sue orme.



scritto il
2016-07-05
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