La professoressa di Italiano - Terza Parte

di
genere
etero

Arrivai a casa di Daniela e, come se stesse aspettando vicino alla porta il mio arrivo, appena bussai, immediatamente aprì la porta. La trovavo meglio, forse finalmente aveva iniziato a riprendersi da tutto quello che era successo con il marito. Mi baciò e mi invitò a sedere sul divano.

Mi guardò e mi chiese < tu pensi che io ti stia rovinando la vita? Pensi che non dovrei cercarti più? >

< no > risposi io deciso, < tu sei l'unica cosa bella che mi è accaduta ultimamente, io ti amo, e se non mi cercassi più ci starei veramente male >

< e allora perché non mi hai cercata in tutto questo tempo? Perché non mi hai chiamata? Mi hai trattata come se fossi la tua insegnante e basta!! > gridò lei su tutte le furie.

< pensavo che avessi bisogno di tempo, che non volessi vedermi, sei sempre stata tu a decidere quando vederci e quando sentirci > risposi io per difendermi dalle sue accuse.

Lei sembrò non capire, continuò ad urlare, per un pò di tempo, fino a quando, improvvisamente si calmò.
Ora, con la separazione dal marito, si era legata ancora di più a me, non so se quello fosse amore, o semplicemente non voleva pensare di aver perso tutto per un ragazzino qualunque, ma la sentivo più vicina, ora eravamo una vera e propria coppia di fidanzati. Lei mi diede le chiavi del suo appartamento, chiavi che erano state del marito.
Dopo essersi sfogata, con le lacrime negli occhi mi venne vicino, mi chiese di stringerla forte ed io lo feci.
Non avevo mai visto Daniela bisognosa d'affetto come in quel momento, quasi non la riconoscevo. Che fine aveva fatto la donna autoritaria che mi trattava come un giocattolo? La donna di cui ero lo schiavo d'amore?
Dopo essere stati abbracciati per circa mezz'ora, lei senti la mia erezione, mi guardò e sorrise.
Finalmente vedevo di nuovo quel sorriso malizioso, quel sorriso che preannunciava solo sesso, amore e tanta, tantissima passione. Mi disse < quanto mi sei mancato >, mi iniziò a baciare ed al tempo stesso a sfilarmi il pantalone. Le mesi le mani sul culo, quanto amavo stringere quelle natiche!! Ora sapevo che tutto quel corpo era roba mia, solo roba mia. Mi tirò giù le mutande ed iniziò a masturbarmi. < ti piace amore? Fammi sentire quanto ti piace..>. Io le rispondevo a versi, ero troppo eccitato per riuscire a dire anche solo una parola. Ad un tratto, iniziò a baciarmi il collo, poi scese, arrivo al capezzolo, poi scese ancora ed arrivò al pube. Mi guardò negli occhi. Non mi aveva mai fatto un pompino, era sempre stata troppo orgogliosa per farmi un pompino, ma quel giorno, improvvisamente decise di farmelo. Mi prese tutto il cazzo in bocca, iniziò a succhiarlo, ogni tanto si fermava e mi chiedeva < ti piace amore? >, era come se avesse bisogno di conferme, improvvisamente era diventata insicura e vulnerabile. Continuò a succhiarlo, succhiava, leccava, sputava, risucchiava e rileccava. Furono attimi di estasi assoluta, non avevo mai ricevuto un pompino del genere da una ragazza. Gli sborrai nella bocca. Lei mandò giù.
Capii che ormai era mia, potevo farne quello che volevo, così, la sollevai e la misi a pecora. Il mio cazzo, tornò duro in pochissimo tempo, glielo feci scivolare un po tra le chiappe e poi provai ad infilarglielo nell'ano. Lei provò a divincolarsi, non voleva la penetrassi da dietro, io le dissi < zitta!!! > e glielo infilai dietro. Rimanemmo un attimo fermi, io dentro di lei, per far abituare il suo ano alla presenza del mio cazzo. Dopo poco però, iniziai ad aumentare il ritmo, fino ad arrivare a scoparla con una violenza animalesca. Dopo poco tempo gli eiaculai nel culo. Quando finimmo, per la prima volta da quando stavamo insieme, la vedevo imbarazzata, evitava di guardarmi in faccia, così le alzai la testa con le mani e la baciai. Le dissi che l'amavo e non l'avrei mai abbandonata. Lei si tranquillizzò e si andò a fare la doccia.

Per qualche settimana la nostra relazione continuò ad essere stabile, ma si invertirono drasticamente i ruoli, ora non ero più io lo schiavo, era lei. Avevo trasformato una donna orgogliosa e realizzata in una puttana insicura e sottomessa. Non era stata lei a distruggermi, era stato il contrario. Ero arrivato nella sua vita come un uragano ed avevo distrutto tutto ciò che aveva, la famiglia, la dignità e la sua autorità come insegnante.
Un giorno infatti, qualche mese più tardi, mi arrivò un messaggio, era Daniela.

< Luca, tutto quello che c'è stato tra noi è stato bellissimo, era da anni che non mi divertivo così, ho scopato ed amato come non facevo da quando avevo 18. Io ti amo, non credo di aver mai amato nessuno come amo te, non ho mai concesso, neanche a mio marito, il mio corpo come l'ho dato a te. Non avevo mai fatto sesso anale, né tantomeno avevo mai ingoiato il seme di un uomo. Con te ho voluto farlo, ho voluto donarti tutta me stessa e non me ne pentirò mai. Avrei voluto essere stata ancora vergine quando l'abbiamo fatto la prima volta, avrei voluto donare a te anche la mia verginità, ma purtroppo non è stato possibile. Nonostante tutto quest'amore e questi sentimenti però, sono costretta a fare una scelta. Avrei voluto passare la mia vita con te, invecchiare insieme ed avere dei figli, ma questo purtroppo non è possibile. Io ho 40 anni, sono una donna adulta e tu sei un ragazzino, amabile, meraviglioso, ma pur sempre un ragazzino. Ti ho scritto questa lettera dal treno, sto andando lontano, perché nonostante sappia che la nostra storia non può durare, rimanendo li non avrei potuto fare a meno di cercarti, di baciarti e di amarti. Spero che ti rimarranno nel cuore ricordi positivi della nostra breve storia. Ti ricorderò e ti amerò per tutta la vita.
Daniela >

Lessi questa lettera piangendo. Era un pianto di tristezza e di nostalgia. Sapevo benissimo anche io che quella partenza era la cosa migliore per lei, ma nel mio immenso egoismo la maledicevo per essere partita. Volevo odiarla, volevo odiarla con tutte le mie forze, ma non ci riuscivo, ogni volta che pensavo a lei provavo solo amore, un amore forte che mi portava all'isteria. Passai settimane, mesi, chiuso nella mia camera, uscivo solo per andare a scuola. Vedevo la nuova professoressa di italiano e non credevo possibile che ci fosse un'altra al suo posto.

FINE

Non so se quello che ha scritto in questa lettera sia sincero, se realmente mi ha amato così tanto, ma mi piace pensare che si tutto vero. Anche se sembra strano, per me lei è stata il primo amore e la donna che continuerò ad amare per tutta la vita.
scritto il
2017-01-31
8 . 9 K
visite
2
voti
valutazione
6.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La professoressa di Italiano
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.