L'uomo delle perversioni seconda parte
di
aangela
genere
trio
L’estate del 2015
Seconda parte.
In quel periodo io avevo un fidanzato, l’avventura con Stefano era un mio segreto.
Alcuni giorni dopo l’eccitante serata lo chiamai.
lui mi offrì di uscire con un suo amico che voleva conoscermi.
Accettai.
Uscimmo la sera stessa.l’appuntamento a parma in un bar.
Voglio che tu indossi abiti trasparenti senza sotto nulla- mi disse.
Lo accontentai, mi è sempre piaciuto esibirmi come una troia.
Misi un vestitino cortissimo bianco , si vedeva tutto.
E scarpe con tacco vertiginoso.
Entrai nel bar e non lo vidi.
Lo sguardo degli uomini presenti era eloquente.
Presi un caffè e aspettai.
Un uomo si avvicinò al banco e ordinò un caffè.
Squillò il mio cellulare, era stefano.
Arriveremo con un attimo di ritardo.
Ok, aspetto, risposi
L’uomo accanto a me attaccò discorso.
Buonasera, fa caldo stasera.
A dire la verità avevo freddo, aveva piovuto ed era ancora primavera. I capezzoli erano turgidi.
L’uomo non mi staccava gli occhi dalle tette.
Provai a scrollarmelo di dosso ma lui non mollava.
Aspetta qualcuno?
Si risposi.
Posso intanto offrirle da bere?
No, grazie.
L’uomo sembrò non ascoltarmi
Due amari, disse al barista.
Lo guardai attentamente. Non era un bell’uomo. Sui cinquanta, sembrava piuttosto rozzo.
Mi pose in mano il bicchiere.
Allora, non mi sembra di averla mai vista in questo bar…
È la prima volta, dissi io.
Un altro uomo si avvicinò a noi.
Scusa, non mi presenti la signora? Disse al primo uomo.
Non so come si chiama…
Angela dissi io seccata.
Ma aspetto una persona…
Intanto le facciamo compagnia, rispose uno dei due.
Ci sono certi tipi in giro…
A me scappò una risata.
Vede che l’abbiamo fatta ridere…
Sentii un braccio cingermi al fianco.
Di noi si può fidare.
Il secondo uomo sembrava avere l’età del primo, piuttosto rozzo anche lui.
Tolsi il braccio dal mio fianco.
L’uomo lo rimise.
Si sieda con noi, mica la mangiamo. Prima che io rispondessi l’uomo con la mano al mio fianco cominciò a guidarmi verso una stanza del bar . c’erano due o tre tavolini e ci sedemmo ad uno di questi.
Io in mezzo a loro
Nella stanza non c’era nessuno.
I due cominciarono a farmi domande, quanti anni, da dove?
Da subito le loro mani si appoggiarono alle mie cosce e mentre parlavano con una decisa pressione me le aprirono.
Ero tra loro a gambe aperte seduta.
La figa aperta cominciò a dare segni di irrequietezza.
Ad un certo punto uno di loro mi guardò fisso negli occhi.
Facciamo un gioco, lei ora va in bagno, lascia aperta la porta, uno di noi viene e la scopa.
La sua rozzaggine e sfrontatezza mi fece salire il sangue alle tempie.
Rimasi in silenzio qualche minuto
Poi mi alzai e andai in bagno
Lasciai aperta la porta e mi girai di spalle ad essa restando in piedi.
Il cuore mi batteva all’impazzata.
Sentii dei passi
La porta si aprì e si richiuse.
Brava- solleva il vestito e apro le gambe.
Ubbidii
Un attimo e un cazzo spingeva verso la mia fifa
Scivolò dentro
L’uomo cominciò a scoparmi in piedi
Mi teneva la testa abbassata per scoparmi meglio
Dopo qualche minuto si tolse, mi fece girare e mi sborrò in bocca.
Tu preparati bene
L’uomo uscì
Mi alzai e mi rigirai spalle alla porta
Sollevai il vestito
Mi chinai in avanti
Mo allargai le chiappe
Volevo essere inculata
La situazione mi eccitava.
Si aprì la porta.
Si richiuse.
Sentii subito la cappella dell’uomo appoggiarsi al mio culo
Un cazzo durissimo
Sentii spingere forte e il cazzo era completamente nel mio buchetto
L’uomo cominciò a dare colpi su colpi su colpi
Cominciai a venire.
L’uomo non si fermava
Mi inculava con forza
Mi insultava
Poi lo sentii venirmi in culo
Mi muovevo per farlo impazzire.
Poi l’uomo tolse il cazzo e uscì.
Mi ricomposi.
Avevo della sborra sul vestito all’altezza delle tette.
Andai al bancone per pagare.
Hanno offerto i due signori, mi disse il barista.
Mi sorrideva sornione.
Uscii e chiamai stefano
Dove sei?
A casa mia, rispose
Ma…..
Lui mi interruppe. Niente ma, so cosa hai fatto, i miei due amici mi hanno appena mandato delle foto scattate con il cellulare.
Vai a casa, ci sentiamo domani.
Lo salutai e salii in auto.
Il barista mi raggiunse all’auto, notai che era poco più che trentenne.
Scusi, se vuole noi chiudiamo tra dieci minuti, se vuole venire a pulirsi il vestito.
Lo fissai, quasi non capivo
Poi il ragazzo mi mise una mano sul vestito all’altezza delle macchie… ci vorranno solo dieci minuti. E intanto mi palpava una tetta.
D’accordo, fumo una sigaretta intanto, risposi
Il ragazzo mi tolse una tetta dal vestito e mi prese tra le dita il capezzolo stringendolo forte
Sussultai
Vedrà che farò un bel lavoro, mi disse.
Poi rientrò
Rimasi in auto a fumare una sigaretta.
Vedevo il ragazzo nel bar.
Lo vidi far uscire l’ultimo avventore
Poi lo vidi venire verso di me.
Venga che non c’è più nessuno.
Entrammo e lui chiuse la porta poi spense le luci. Andammo nella saletta dietro al bar
Mi dia il vestito che lo lavo
Mi tolsi il vestito e rimasi nuda, solo le scarpe
Lui ritornò dopo qualche minuto
Nudo.
Vidi che aveva un bell’uccello tra le gambe
Mi inginocchiai davanti a lui e cominciai a succhiare
Lui cercava di tenermi ferma la testa per paura di venire subito
Poi lo feci sedere e mi sedetti sopra di lui
Il suo cazzo era nella mia figa
Lo sentivo, grande e pulsante
Lo cavalcai forsennatamente
Il ragazzo mi strappava le tette tanto era eccitato
Io cominciai a venire sul suo cazzo poi lo feci alzare, gli presi il cazzo e cominciai a masturbarlo
Lui i mordeva le tette come impazzito
Venne copiosamente sulle mie gambe.
Lo staccai dalle mie tette, erano piene di morsi.
Mi prendi il vestito? Devo andare.
Lui tornò con il mio vestito completamente bagnato
Lo indossai e un brivido di freddo mi fece sobbalzare
. vai a casa così, spero ti fermi la polizia, mi disse ridendo.
Salii in auto e accesi il riscaldamento, sembravo nuda.
Arrivai a casa e salii velocemente le scale
Poi mi feci una doccia e mi addormentai sul divano.
Mi svegliò il telefono, era Stefano.
Mi ha detto il ragazzo del bar che sei proprio una troia. Spero ti sia divertita, a domani…..
Continua
Seconda parte.
In quel periodo io avevo un fidanzato, l’avventura con Stefano era un mio segreto.
Alcuni giorni dopo l’eccitante serata lo chiamai.
lui mi offrì di uscire con un suo amico che voleva conoscermi.
Accettai.
Uscimmo la sera stessa.l’appuntamento a parma in un bar.
Voglio che tu indossi abiti trasparenti senza sotto nulla- mi disse.
Lo accontentai, mi è sempre piaciuto esibirmi come una troia.
Misi un vestitino cortissimo bianco , si vedeva tutto.
E scarpe con tacco vertiginoso.
Entrai nel bar e non lo vidi.
Lo sguardo degli uomini presenti era eloquente.
Presi un caffè e aspettai.
Un uomo si avvicinò al banco e ordinò un caffè.
Squillò il mio cellulare, era stefano.
Arriveremo con un attimo di ritardo.
Ok, aspetto, risposi
L’uomo accanto a me attaccò discorso.
Buonasera, fa caldo stasera.
A dire la verità avevo freddo, aveva piovuto ed era ancora primavera. I capezzoli erano turgidi.
L’uomo non mi staccava gli occhi dalle tette.
Provai a scrollarmelo di dosso ma lui non mollava.
Aspetta qualcuno?
Si risposi.
Posso intanto offrirle da bere?
No, grazie.
L’uomo sembrò non ascoltarmi
Due amari, disse al barista.
Lo guardai attentamente. Non era un bell’uomo. Sui cinquanta, sembrava piuttosto rozzo.
Mi pose in mano il bicchiere.
Allora, non mi sembra di averla mai vista in questo bar…
È la prima volta, dissi io.
Un altro uomo si avvicinò a noi.
Scusa, non mi presenti la signora? Disse al primo uomo.
Non so come si chiama…
Angela dissi io seccata.
Ma aspetto una persona…
Intanto le facciamo compagnia, rispose uno dei due.
Ci sono certi tipi in giro…
A me scappò una risata.
Vede che l’abbiamo fatta ridere…
Sentii un braccio cingermi al fianco.
Di noi si può fidare.
Il secondo uomo sembrava avere l’età del primo, piuttosto rozzo anche lui.
Tolsi il braccio dal mio fianco.
L’uomo lo rimise.
Si sieda con noi, mica la mangiamo. Prima che io rispondessi l’uomo con la mano al mio fianco cominciò a guidarmi verso una stanza del bar . c’erano due o tre tavolini e ci sedemmo ad uno di questi.
Io in mezzo a loro
Nella stanza non c’era nessuno.
I due cominciarono a farmi domande, quanti anni, da dove?
Da subito le loro mani si appoggiarono alle mie cosce e mentre parlavano con una decisa pressione me le aprirono.
Ero tra loro a gambe aperte seduta.
La figa aperta cominciò a dare segni di irrequietezza.
Ad un certo punto uno di loro mi guardò fisso negli occhi.
Facciamo un gioco, lei ora va in bagno, lascia aperta la porta, uno di noi viene e la scopa.
La sua rozzaggine e sfrontatezza mi fece salire il sangue alle tempie.
Rimasi in silenzio qualche minuto
Poi mi alzai e andai in bagno
Lasciai aperta la porta e mi girai di spalle ad essa restando in piedi.
Il cuore mi batteva all’impazzata.
Sentii dei passi
La porta si aprì e si richiuse.
Brava- solleva il vestito e apro le gambe.
Ubbidii
Un attimo e un cazzo spingeva verso la mia fifa
Scivolò dentro
L’uomo cominciò a scoparmi in piedi
Mi teneva la testa abbassata per scoparmi meglio
Dopo qualche minuto si tolse, mi fece girare e mi sborrò in bocca.
Tu preparati bene
L’uomo uscì
Mi alzai e mi rigirai spalle alla porta
Sollevai il vestito
Mi chinai in avanti
Mo allargai le chiappe
Volevo essere inculata
La situazione mi eccitava.
Si aprì la porta.
Si richiuse.
Sentii subito la cappella dell’uomo appoggiarsi al mio culo
Un cazzo durissimo
Sentii spingere forte e il cazzo era completamente nel mio buchetto
L’uomo cominciò a dare colpi su colpi su colpi
Cominciai a venire.
L’uomo non si fermava
Mi inculava con forza
Mi insultava
Poi lo sentii venirmi in culo
Mi muovevo per farlo impazzire.
Poi l’uomo tolse il cazzo e uscì.
Mi ricomposi.
Avevo della sborra sul vestito all’altezza delle tette.
Andai al bancone per pagare.
Hanno offerto i due signori, mi disse il barista.
Mi sorrideva sornione.
Uscii e chiamai stefano
Dove sei?
A casa mia, rispose
Ma…..
Lui mi interruppe. Niente ma, so cosa hai fatto, i miei due amici mi hanno appena mandato delle foto scattate con il cellulare.
Vai a casa, ci sentiamo domani.
Lo salutai e salii in auto.
Il barista mi raggiunse all’auto, notai che era poco più che trentenne.
Scusi, se vuole noi chiudiamo tra dieci minuti, se vuole venire a pulirsi il vestito.
Lo fissai, quasi non capivo
Poi il ragazzo mi mise una mano sul vestito all’altezza delle macchie… ci vorranno solo dieci minuti. E intanto mi palpava una tetta.
D’accordo, fumo una sigaretta intanto, risposi
Il ragazzo mi tolse una tetta dal vestito e mi prese tra le dita il capezzolo stringendolo forte
Sussultai
Vedrà che farò un bel lavoro, mi disse.
Poi rientrò
Rimasi in auto a fumare una sigaretta.
Vedevo il ragazzo nel bar.
Lo vidi far uscire l’ultimo avventore
Poi lo vidi venire verso di me.
Venga che non c’è più nessuno.
Entrammo e lui chiuse la porta poi spense le luci. Andammo nella saletta dietro al bar
Mi dia il vestito che lo lavo
Mi tolsi il vestito e rimasi nuda, solo le scarpe
Lui ritornò dopo qualche minuto
Nudo.
Vidi che aveva un bell’uccello tra le gambe
Mi inginocchiai davanti a lui e cominciai a succhiare
Lui cercava di tenermi ferma la testa per paura di venire subito
Poi lo feci sedere e mi sedetti sopra di lui
Il suo cazzo era nella mia figa
Lo sentivo, grande e pulsante
Lo cavalcai forsennatamente
Il ragazzo mi strappava le tette tanto era eccitato
Io cominciai a venire sul suo cazzo poi lo feci alzare, gli presi il cazzo e cominciai a masturbarlo
Lui i mordeva le tette come impazzito
Venne copiosamente sulle mie gambe.
Lo staccai dalle mie tette, erano piene di morsi.
Mi prendi il vestito? Devo andare.
Lui tornò con il mio vestito completamente bagnato
Lo indossai e un brivido di freddo mi fece sobbalzare
. vai a casa così, spero ti fermi la polizia, mi disse ridendo.
Salii in auto e accesi il riscaldamento, sembravo nuda.
Arrivai a casa e salii velocemente le scale
Poi mi feci una doccia e mi addormentai sul divano.
Mi svegliò il telefono, era Stefano.
Mi ha detto il ragazzo del bar che sei proprio una troia. Spero ti sia divertita, a domani…..
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