La doccia birichina

di
genere
etero

Dopo aver realizzato il mio sogno di scopare con una donna Matura, iniziai a capire che, era molto più facile di quanto io credevo, bastava solo essere leggermente sfacciati e non mostrarsi ragazzino ma bensì uomo. Così, dopo essermi scopato la signora Roberta, decisi di puntare la mamma di un mio amico, fra l'altro vicino di casa. Lei è una bella bionda, non altissima, immagino 1,68, abbondante di seno, labbra carnose e un culo da urlo, tutto da trapanare. Il marito della signora Giovanna, stava sempre fuori per lavoro, tornava il fine settimana. Armando , il figlio, grande amico di infanzia, studiava fuori e tornava solo nei fine settimana. Io mi ero laureato da poco, dopo due anni dalla prima vera grande scopata con una matura, decisi che era giunto il momento di fare godere qualche altra vacca in calore. Dovevo provarci, così iniziai a studiare un piano, prevedeva dei piccoli sobotaggi settimanali. Iniziai con un piccolo foro alla ruota della macchina, io appostato davanti casa di Giovanna, la vidi imprecare , così mi avvicinai per darle aiuto e la Giovanna accolse l'aiuto come una manna dal cielo. Era splendida, tutta vestita di nero, gonna stretta e maglia che metteva in risalto le sue enormi tette. Cambiai la ruota e la signora mi invitò in casa a bere una tazza di caffè, la strategia iniziava a funzionare, entrai e parlammo, iniziai a guardarla fissa in modo tale da metterla in imbarazzo, lei sembrava gradire e allo stesso tempo sentirsi a disagio. Finì così, la signora iniziò a capire che mi piaceva, capì che non ero più un ragazzino e che gli spiriti bollenti bisognava reprimerli. Dovevo invertarmi qualche cosa per rientrare nuovamente in casa sua. Così mi venne una pensata geniale, un po' bastarda ma veramente geniale, pensai che, il centro comando dei contatori dell'acqua, erano posti in un unico spazio, anche se, gli stabili erano differenti. Così presi le chiavi da casa della camera di manovra e chiusi il contatore della signora Giovanna, pertanto i contatori erano tutti nominati, quindi fu una operazione abbastanza facile. Tutto fu calcolato in modo tale che, non ci fosse il marito e in figlio in casa. Così, un bel mercoledì notte, mi appresstai a chiudere il contatore cosichè il giovedì mattina di prima ora, vestito con abiti da running, mi sarei recato dalla signora giovanna con una scusa banalissima, ovvero chiedere di prendere un mio libro dato in prestito al figlio. Alle 9:00 in punto, suonai il campanello chiendendo di avere il libro per una cosa che dovevo vedere. La signora giovanna mi disse che, non c'erano problemi ma avrei dovuto aiutarla, in che cosa chiesi ? mi disse lei, sali che ti faccio vedere. Mi aprì la porta, ed era in vestaglia, arrapante come non mai, mi spiegò il tutto e gli dissi che si poteva risolvere però avevo bisogno dei miei attrazzi in garage. Così scesi, aprii il contatore, presi la cassetta ed andai a casa della Giovanna, andai nel bagno e dissi che, ci sarebbero voluti alcuni minuti cosicché lei andò a fare un bel caffè. Io feci qualche rumore per fare capire che lavoravo e appena fui pronto, caricai le tubature e feci uscire l'acqua e di proposito mi bagnai, nel frattempo avevo strizzato per bene il cazzo per farlo venire duro, in modo che , con i pantoloncini bagnati si notasse per bene. Iniziai a lamentarmi e la signora Giovanna corse a vedere cosa fosse successo, così appena entrata, vedendomi bagnato e con l'acqua che andava una meraviglia, rimase un attimo interdetta alla visione del pantaloncino, rigorosamente bianco, bagnato con una cazzo duro di 25 cm che mostrava per benino le sue forme. Così dissi, signora la doccia va una meraviglia, però adesso io sono uno straccio, lei sembrava ipnotizzata dalla visione, e brontolò qualche cosa, alchè io dissi, cosa ? Lei disse che c'erano dei ricambi del figlio, io dissi no, bastava una asciugamano, lei sembrava meravigliata, ammirava, credo che il marito non se la scopasse da secoli, io chinai i miei occhi verso il mio membro, e mi scusai con lei, dissi mi scusi signora , ma non mi ero accorto, lei sorrise, ed io, cero sarà stato l'effetto di vederla in vestaglia e poi lei, insomma è molto attraente, lei disse che era stupita della reazione che avevo avuto, ma gli faceva piacere, era un modo diverso insomma per dire che apprezzavo. Così vedendo la reazione, capì che bisognava solo affondare il paso, e la vacca si sarebbe spalancata le cosce, così gli dissi , certo se vuole , abbasso il pantaloncino e le mostro il MOSTRO ; lei sorrise e disse ok, fammi vedere, calai il pantaloncino e il cazzo svettò in aria con tutta la sua potenza, lei sbalordida disse, adesso bisogna vedere la sua consistenza, la vacca era tutta bagnata, lasciò cadere per terra la vestaglia e rimase con un piccolissimo tanga color blue, due tette bioniche che alla sola visione erano da sborrare tutte, si avvicinò ed iniziò a menarlo. Mi disse che, mi avrebbe distrutto perché suo marito le aveva fatto le corna e lei per amor di famiglia non aveva mai contracambiato, io ero la sua preda inattesa, giovane, forte e con il cazzo di marmo. Mentre lo menava, scese con fare da gran puttana e lo prese in bocca, lo iniziò a slinguazzare, lo ingoiava con la ferocia di una cagna in calore, io ero in estasi, iniziò a fare una spagnoletta e venni come un maiale, sborrando quelle tette con cui mi ero fatto mille sghe, la imbiancai manco fossi l'imbianchino e lei sembrava gradire. Mi piegai sulle ginocchie per la forte eiuaculazione. Ma non era finita, dissi alla troia , ora tocca a te, non ti preoccupare, fra un po' la mazza di sfonda, perché è sfondata che vuoi essere, vero vaccona ? Così una volta pulita, la feci distendere per terra le aprii le cosce ed iniziai uno slinguamento duraturo sulla sua figa, premetto che, io amo leccare la figa, penetro la figa con la lingua, e lo feci pure con la vacca, godeva come una troia, mentre lo facevo le strizzavo le tette, belle , dure, grosse, una favola. Non appena la troia ebbe il suo primo orgasmo, il mio cazzo svettava impaziente di trapanarla, così allargai le cosce ed iniziai a stantuffarla di brutto, mi riceva alla grande e ne chiedeva sempre più, poi la troia si era messa in mente di montarmi in modo da spaccarmi. Mi cavalcava come una fantino cavalca il suo stallone, si muoveva tutta, ma lei non sapeva che, io prima di venire una seconda volta, passa un bel po' di tempo, quindi la facevo divertire, lei ebbe un altro orgasmo con il palo eretto che si faceva cavalcare. Lei si gettò su di me, ed io la baciai e le leccai il collo, gli dissi se ne voleva ancora, lei non ce la faceva rispondermi per l'intensità dell'orgasmo, così la girai e la misi a pecora, gli dissi, andiamo sul primo canale ed iniziai a sbatterla, lei sembrava essere entrata in estasi, era un continuo godimento, così mentre la scopavo provavo a vedere se il suo culo era vergine, era stretto ma non credo fosse vergine la vacca, così affondai prima un dito e poi l'altro e nel frattempo la sbattevo, lei gradiva così, esco il cazzo e lo punto per il culo, lei non ebbe nemmeno il tempo di dire no, che già la mia capella era dentro, lei diceva, bastardo mi fai male, ed io non ti preoccupare, rilassati che ti sfondo anche il culo, lei perfavore no, ed io affondavo con qualce centimetro, ormai era mia, non poteva più divincolarsi da me, la troia una volta abituata, iniziò a mastubarsi toccandosi la fica, che vacca , io la inculavo e dopo qualche minuto venni copiosamente nel suo culo. Da allora feci qualche altra scopata con la signora Giovanna, ma dopo poco tempo , mi trasferii, perché avevo trovato il mio primo vero lavoro dopo la laurea.
scritto il
2017-07-27
8 . 8 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il caffè in spiaggia
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.