La mia Laura -1
di
Lemongrass
genere
sentimentali
"Tu sei matto. Matto col botto".
Mi aveva detto così. Ero un pò matto, quello si. Ma mi sentivo appagato per quella sua espressione.
Ero andato a trovarla all'uscita della palestra. L'avevo aspettata una mezz'ora in un posteggio lì vicino e le avevo mandato un messaggio poco prima delle 8. Non se lo aspettava ed era stato bello sorprenderla e vederla sorridere. Era quasi imbarazzata. Ed io ero emozionato, tanto. Era meraviglioso. E sentivo che qualcos’altro si era sciolto… Poi, era entrata in macchina e mi aveva dato un bacio. Quel bacio veniva da profondità inesplorate e scure dove ci stavamo addentrando dopo pochi giorni dal nostro “primo bacio”. E mi disorientava.
Il nostro primo bacio era stato pochi giorni prima, ed era stato abbastanza complicato. Dopo una cena insieme. Un cena clandestina. Lei fidanzata da anni, io single traumatizzato di recente estrazione. Avevamo mangiato pesce e ci eravamo parlati tutta la sera. Guardati tutta la sera. Era la prima volta che lo facevamo senza essere colleghi. Io non ero più il suo capo e lei non era più la mia piccola contabile. L’avevo riaccompagnata e avevo cercato il suo bacio. Era stato difficile e quasi violento. Lei non riusciva a collocare quale bacio in nessuna delle categorie moralmente ammissibili e in nessuna delle sue esperienze. Io non riuscivo a pensare ad altro che alle sue labbra e alla sua lingua che si muoveva nella mia bocca. Ero tornato a casa stordito, leggero e senza parole. Senza un nome per quello che provavo. Era la prima volta, e godevo di quel silenzio che sentivo dentro, carico di promesse che non sapevo esprimere.
Laura è meravigliosa. E’ magra e piccolina, ha una terza di tettine con capezzoli piccoli e dolci da succhiare. Il suo culo ti fa sognare e letteralmente ti chiama per essere aperto, leccato e rotto dolcemente mentre ti sussurra “piano…”. La sua figa ti lascia in bocca un sapore di miele e cannella, e quando si bagna lo fa discretamente, lasciandoti in bocca un sapore giusto e tondo.
Dopo pochi giorni ci eravamo rivisti. Eravamo d’accordo per un nuovo appuntamento post-palestra. In ufficio l’avevo guardata tutto il giorno: aveva un vestitino rosa, attillato e carico di promesse. Lo stesso vestitino che aveva indossato qualche mese prima quando per la prima volta le avevo visto le mutandine durante una incauta manovra di sistemazione della cancelleria in ufficio. Le arrivava abbondantemente sopra il ginocchio e lo portava con delle calze color carne e degli stivali invernali che le mettevano ancora più in risalto il culetto. Le mutandine che avevo visto erano chiare. Sicuramente un perizoma…Ed erano state la fonte d’ispirazione di almeno una trentina di solitarie e sborranti pugnalate.
Siamo finalmente in macchina. E parliamo. Di lei e delle sue esperienze passate. Mi racconta per un’ora di una ragazza che non conosco e che mi affascina. La vedo tutti i giorni da 3 anni ma solo ora è intrigante mentre lascia tante aree grigie nella sua quotidianità e nel suo recente passato. La immagino in una casa nostra. E anche io mi racconto e le parlo di chi sono stato e di chi sono diventato. E’ un momento unico. E’ qualcosa che travalica il tempo e lo spazio buio e miserabile di un posteggio. Ci baciamo di nuovo. Questa volta senza perplessità e domande. E sento che sto camminando sulle nuvole bianche di cotone che si vedono dall’oblò dell’aereo a 12 mila metri di altezza. E’ tutto soffice e morbido. E’ oltre. E la sua lingua è morbida, veloce e vorace. Laura succhia e mi lecca le labbra. E’ una sensazione nuova ed eccitante, mi sembra di volare e mentre la bacio estasiato, penso a cosa sarà capace di fare col mio cazzo in bocca…Le metto una mano sotto il vestitino e le tocco la figa attraverso le mutandine. Attraverso il tessuto è calda e umida. Ho voglia di sentire i suoi umori e allora le scosto ed esploro con un dito le sue profondità. E’ bagnata. Ma mi scosta la mano, pudica ed insicura di quel dito che inaspettatamente le da piacere. Continua a baciarmi e la stupisco mettendo il dito in bocca e succhiando i suoi umori dolci, appena raccolti. La vedo rimanere meravigliata e mi chiedo cosa proverà assaporando la sua figa nel corso del prossimo bacio. Non ha dubbi. Sento la sua lingua accelerare e mi eccito ancora di più. Le metto una mano sulle tettine. Ho il cazzo in fase di fusione nucleare, e voglio toccare e sperimentare Laura in ogni sua parte ed ogni suo orifizio, ma lei mi scosta, quasi infastidita. Sembra che le tettine siano zona proibita. Interrompo il nostro bacio e la guardo con aria interrogativa. Mi dice di no colla testa ma inizia nuovamente a baciarmi. Sono perplesso, ma vinco le mie incertezze e le metto nuovamente un dito nella figa. La sento godere ma la vedo titubante e la sento subito dopo sciogliersi dal nostro bacio e dire “basta!” ad alta voce, lasciandomi improvvisamente in preda a funeste e solitarie aspettative.
Inizia a spogliarsi. Era la nostra prima serata di sesso, ma 20 secondi dopo Laura era nuda. Si era spogliata da sola. Era nella mia macchina, aveva le gambe larghe e si faceva guardare. Aveva una fighina piccola e depilata e per la prima volta vedevo i suoi piccoli capezzoli. Erano come piccoli frutti di bosco, leggermente scuri e duri. Intuivo una forma di orgoglio per quel corpicino perfetto che mi stava offrendo, e sentivo una forma di riconoscenza per la granitica erezione che mi stava regalando.
Mi abbassa la zip dei pantaloni e tira fuori il cazzo. Lo prende in mano, si piega su di me e lecca e succhia avidamente le mie inquietudini; e Laura mi fa un pompino aldilà di qualunque aspettativa. Generoso e un po’ bizantino. Mi tocca le palle, succhia, lecca, lo riempie di saliva e se lo passa sulle guance e sui capezzoli mentre lo sega. E’ un sogno. Ed io sono un po’ disorientato. E’ successo tutto e troppo in fretta. Si offre e si impegna aldilà di ogni più ambiziosa aspettativa. E il mio cazzo sembra intimidito da tanta generosità: si esibisce in una estemporanea ed umiliante “mezza erezione” di 15 centimetri alla quale Laura, dopo pochi minuti, reagisce con un “non ti piaccio?” raddoppiando le energie. Quando la situazione torna ad essere granitica, si arrampica su di me infilandosi il cazzo nella figa fradicia.
Abbiamo fatto l’amore per la prima volta. Un amore nervoso e carico di tentativi ed interruzioni. La prima volta di 2 amanti insicuri nel darsi piacere. Nonostante l’impegno, non sono riuscito a venire insieme a lei.
Le sono venuto poi in bocca, ho goduto guardandola mentre succhiava ed ingoiava avidamente la mia sborra. E ricordo di aver desiderato di essere altrove. In un posto tutto nostro…
Mi aveva detto così. Ero un pò matto, quello si. Ma mi sentivo appagato per quella sua espressione.
Ero andato a trovarla all'uscita della palestra. L'avevo aspettata una mezz'ora in un posteggio lì vicino e le avevo mandato un messaggio poco prima delle 8. Non se lo aspettava ed era stato bello sorprenderla e vederla sorridere. Era quasi imbarazzata. Ed io ero emozionato, tanto. Era meraviglioso. E sentivo che qualcos’altro si era sciolto… Poi, era entrata in macchina e mi aveva dato un bacio. Quel bacio veniva da profondità inesplorate e scure dove ci stavamo addentrando dopo pochi giorni dal nostro “primo bacio”. E mi disorientava.
Il nostro primo bacio era stato pochi giorni prima, ed era stato abbastanza complicato. Dopo una cena insieme. Un cena clandestina. Lei fidanzata da anni, io single traumatizzato di recente estrazione. Avevamo mangiato pesce e ci eravamo parlati tutta la sera. Guardati tutta la sera. Era la prima volta che lo facevamo senza essere colleghi. Io non ero più il suo capo e lei non era più la mia piccola contabile. L’avevo riaccompagnata e avevo cercato il suo bacio. Era stato difficile e quasi violento. Lei non riusciva a collocare quale bacio in nessuna delle categorie moralmente ammissibili e in nessuna delle sue esperienze. Io non riuscivo a pensare ad altro che alle sue labbra e alla sua lingua che si muoveva nella mia bocca. Ero tornato a casa stordito, leggero e senza parole. Senza un nome per quello che provavo. Era la prima volta, e godevo di quel silenzio che sentivo dentro, carico di promesse che non sapevo esprimere.
Laura è meravigliosa. E’ magra e piccolina, ha una terza di tettine con capezzoli piccoli e dolci da succhiare. Il suo culo ti fa sognare e letteralmente ti chiama per essere aperto, leccato e rotto dolcemente mentre ti sussurra “piano…”. La sua figa ti lascia in bocca un sapore di miele e cannella, e quando si bagna lo fa discretamente, lasciandoti in bocca un sapore giusto e tondo.
Dopo pochi giorni ci eravamo rivisti. Eravamo d’accordo per un nuovo appuntamento post-palestra. In ufficio l’avevo guardata tutto il giorno: aveva un vestitino rosa, attillato e carico di promesse. Lo stesso vestitino che aveva indossato qualche mese prima quando per la prima volta le avevo visto le mutandine durante una incauta manovra di sistemazione della cancelleria in ufficio. Le arrivava abbondantemente sopra il ginocchio e lo portava con delle calze color carne e degli stivali invernali che le mettevano ancora più in risalto il culetto. Le mutandine che avevo visto erano chiare. Sicuramente un perizoma…Ed erano state la fonte d’ispirazione di almeno una trentina di solitarie e sborranti pugnalate.
Siamo finalmente in macchina. E parliamo. Di lei e delle sue esperienze passate. Mi racconta per un’ora di una ragazza che non conosco e che mi affascina. La vedo tutti i giorni da 3 anni ma solo ora è intrigante mentre lascia tante aree grigie nella sua quotidianità e nel suo recente passato. La immagino in una casa nostra. E anche io mi racconto e le parlo di chi sono stato e di chi sono diventato. E’ un momento unico. E’ qualcosa che travalica il tempo e lo spazio buio e miserabile di un posteggio. Ci baciamo di nuovo. Questa volta senza perplessità e domande. E sento che sto camminando sulle nuvole bianche di cotone che si vedono dall’oblò dell’aereo a 12 mila metri di altezza. E’ tutto soffice e morbido. E’ oltre. E la sua lingua è morbida, veloce e vorace. Laura succhia e mi lecca le labbra. E’ una sensazione nuova ed eccitante, mi sembra di volare e mentre la bacio estasiato, penso a cosa sarà capace di fare col mio cazzo in bocca…Le metto una mano sotto il vestitino e le tocco la figa attraverso le mutandine. Attraverso il tessuto è calda e umida. Ho voglia di sentire i suoi umori e allora le scosto ed esploro con un dito le sue profondità. E’ bagnata. Ma mi scosta la mano, pudica ed insicura di quel dito che inaspettatamente le da piacere. Continua a baciarmi e la stupisco mettendo il dito in bocca e succhiando i suoi umori dolci, appena raccolti. La vedo rimanere meravigliata e mi chiedo cosa proverà assaporando la sua figa nel corso del prossimo bacio. Non ha dubbi. Sento la sua lingua accelerare e mi eccito ancora di più. Le metto una mano sulle tettine. Ho il cazzo in fase di fusione nucleare, e voglio toccare e sperimentare Laura in ogni sua parte ed ogni suo orifizio, ma lei mi scosta, quasi infastidita. Sembra che le tettine siano zona proibita. Interrompo il nostro bacio e la guardo con aria interrogativa. Mi dice di no colla testa ma inizia nuovamente a baciarmi. Sono perplesso, ma vinco le mie incertezze e le metto nuovamente un dito nella figa. La sento godere ma la vedo titubante e la sento subito dopo sciogliersi dal nostro bacio e dire “basta!” ad alta voce, lasciandomi improvvisamente in preda a funeste e solitarie aspettative.
Inizia a spogliarsi. Era la nostra prima serata di sesso, ma 20 secondi dopo Laura era nuda. Si era spogliata da sola. Era nella mia macchina, aveva le gambe larghe e si faceva guardare. Aveva una fighina piccola e depilata e per la prima volta vedevo i suoi piccoli capezzoli. Erano come piccoli frutti di bosco, leggermente scuri e duri. Intuivo una forma di orgoglio per quel corpicino perfetto che mi stava offrendo, e sentivo una forma di riconoscenza per la granitica erezione che mi stava regalando.
Mi abbassa la zip dei pantaloni e tira fuori il cazzo. Lo prende in mano, si piega su di me e lecca e succhia avidamente le mie inquietudini; e Laura mi fa un pompino aldilà di qualunque aspettativa. Generoso e un po’ bizantino. Mi tocca le palle, succhia, lecca, lo riempie di saliva e se lo passa sulle guance e sui capezzoli mentre lo sega. E’ un sogno. Ed io sono un po’ disorientato. E’ successo tutto e troppo in fretta. Si offre e si impegna aldilà di ogni più ambiziosa aspettativa. E il mio cazzo sembra intimidito da tanta generosità: si esibisce in una estemporanea ed umiliante “mezza erezione” di 15 centimetri alla quale Laura, dopo pochi minuti, reagisce con un “non ti piaccio?” raddoppiando le energie. Quando la situazione torna ad essere granitica, si arrampica su di me infilandosi il cazzo nella figa fradicia.
Abbiamo fatto l’amore per la prima volta. Un amore nervoso e carico di tentativi ed interruzioni. La prima volta di 2 amanti insicuri nel darsi piacere. Nonostante l’impegno, non sono riuscito a venire insieme a lei.
Le sono venuto poi in bocca, ho goduto guardandola mentre succhiava ed ingoiava avidamente la mia sborra. E ricordo di aver desiderato di essere altrove. In un posto tutto nostro…
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