Cronache di un idraulico
di
IanSomerhalderinreallife
genere
masturbazione
Faccio l'idraulico da ben 10 anni, ho iniziato che ero un bambino seguendo le orme di mio papà. Con il tempo ho potuto affermare che quella leggenda metropolitana che vede l'idraulico il sogno erotico di qualsiasi donna poi, tanto leggenda non è. Ci sono state svariate occasioni in cui mi sono trovato davanti donne, prevalentemente mature, anche superata la quarantina che mi hanno proposto di fare cose per il mero scopo di soddisfare la curiosità. E come non accettare?
Ricordo bene un giorno che dovetti sostituire mio padre da quest'anziana signora: mi colse di sorpresa il fatto che, approfittatasi della posizione supina che avevo assunto sotto il lavello, si alzò la lunga gonna, si mise cavalcioni sul mio inguine e urlò:. Rido ancora, hai capito la nonnetta...
Insomma, di incontri insoliti ne ho fatti e posso reputarmi un temerario per il semplice fatto di non essermi mai tirato indietro, ma non ho mai incontrato l'amore. Quello mi manca. Fino a quel giorno...
Ne parlo come se fosse accaduto tanto tempo fa ma in realtà è successo il 10 dicembre 2017, l'altro ieri, giorno del mio trentesimo compleanno, fra l'altro. Auguri a me!
Avevo ricevuto la richiesta d'aiuto già da una settimana, ma poi con il cliente abbiamo concordato che sarebbe stato più opportuno fissare l'appuntamento per quella data. La voce mi è parsa da subito quella di un uomo adulto, però alla fine della chiamata mi avvisa del fatto che per quell'ora non avrei trovato lui in casa, ma bensì la figlioletta, fu la mia risposta conclusiva. I giorni passano.
Quella mattina c'è un sole che mette uno strano brio addosso, sebbene facesse freddo comunque. Mi alzo, faccio colazione, mi lavo, mi vesto poi, vado diretto in officina da mio padre per sistemare altre cose. Non riesco proprio a togliermi quel sorriso da ebete dal viso, di fatto mio padre se ne accorge. Verso le 9.30 prendo l'auto di servizio e mi dirigo dal cliente. Un portone in legno vecchio stile corrisponde al numero civico che sto cercando. Ci parcheggio proprio davanti, porto una mano sulla cassetta degli attrezzi aprendola e mi assicuro di non aver lasciato nulla. Dopodiché scendo. Noto immediatamente sul piccolo balconcino situato proprio sopra il portone che c'è una ragazza. La prima cosa che mi salta all'occhio sono i suoi capelli: inverosimilmente lunghi, boccoloni neri che le ricadono addirittura sulle natiche. Di spalle, irriga le piante a muro. : dico per destare la sua attenzione, si volta di scatto lasciando l'innaffiatore sul pavimento, si appoggia alla ringhiera in ferro dicendo :. Rientra dentro e dopo qualche minuto sento la chiusura scattare. Spingo il portone e sorrido ancora, , le ho dato subito del tu data la giovane età. : risponde prontamente. Do un'occhiata in giro: l'arredamento è elegante ma minimal, molto contemporaneo, in contrasto con la facciata del palazzo, seguito a dire: pronuncia lei. Si ferma davanti al tavolo della cucina ed indicandomi la lavatrice afferma: annuncio io battendo la mano al di sopra della superficie candida dell'oggetto. Scoprendo le mie spalle ed il mio addome ben scolpiti, mi accorgo che lei è leggermente arrossita, al che le sorrido dolcemente. Mi accingo a spostare l'elettrodomestico, quando la sua voce mi interrompe : >. Rimango folgorato : si giustifica, scoppia in una risata fragorosa. : aggiungo io alzandomi da terra, dice lei ancora ridacchiando, le sue gote si sono irrorate di sangue. : , la guardavo intensamente negli occhi mentre parlavo e sentivo che qualcosa stava nascendo dentro di me. Un brivido, seguito da tanti altri di assestamento, come fosse un terremoto. Mi offre un bicchiere di aranciata fresca, lo prendo fra le mani : dico io discostandone una folta ciocca dalla spalla con un mano. Lei fa un passo indietro, quasi spaventata. Appoggio il bicchiere vuoto sul banco della cucina e, le prendo il viso fra le mani : sussurro in modo da rassicurarla. Lei volta la testa per allontanarla da me, la segue tutto il corpo, io le prendo l'avambraccio:, mi avvicino quel tanto che basta per sentire il profumo incantevole dei suoi capelli, scandisco il suo nome ancora una volta, :> parlo sospirando, ho il battito accelerato, là sotto mi si intorpidisce tutto. Penso che se ne sia accorta perchè cerca di allontanarmi tendendo il braccio. Io la cingo all'esile girovita e la spingo contro il mio possente addome, la tengo ben ferma. Il mio pene duro confina con le sue natiche morbide, premo, devo farle sentire la presenza. :, si dimena lei facendo movimenti sussultori con le spalle le parlo all'orecchio, continua imperterrita lei ad urlare, . Sta per dire qualcosa ma la interrompo portandole la mano sulle labbra :. Con la mia mano destra, quella libera, sbottono la camicetta del pigiama che sembrava comprimere i due seni. Ne palpo uno. Lei appoggia la sua mano sulla mia. Massaggio delicatamente il capezzolo. La voglia di lei è incontenibile. pensai fra me e me. La volto verso di me, di modo che potessi vedere il suo meraviglioso visino, le metto le mani sui fianchi e le faccio appoggiare la schiena contro il frigo. Inizio a baciarla con foga le guance calde, le mordicchio il soffice labbro inferiore, scendo sul collo. Lei fra gli ansimi dice: rispondo spontaneo. Lei mi abbraccia. :
Ricordo bene un giorno che dovetti sostituire mio padre da quest'anziana signora: mi colse di sorpresa il fatto che, approfittatasi della posizione supina che avevo assunto sotto il lavello, si alzò la lunga gonna, si mise cavalcioni sul mio inguine e urlò:. Rido ancora, hai capito la nonnetta...
Insomma, di incontri insoliti ne ho fatti e posso reputarmi un temerario per il semplice fatto di non essermi mai tirato indietro, ma non ho mai incontrato l'amore. Quello mi manca. Fino a quel giorno...
Ne parlo come se fosse accaduto tanto tempo fa ma in realtà è successo il 10 dicembre 2017, l'altro ieri, giorno del mio trentesimo compleanno, fra l'altro. Auguri a me!
Avevo ricevuto la richiesta d'aiuto già da una settimana, ma poi con il cliente abbiamo concordato che sarebbe stato più opportuno fissare l'appuntamento per quella data. La voce mi è parsa da subito quella di un uomo adulto, però alla fine della chiamata mi avvisa del fatto che per quell'ora non avrei trovato lui in casa, ma bensì la figlioletta, fu la mia risposta conclusiva. I giorni passano.
Quella mattina c'è un sole che mette uno strano brio addosso, sebbene facesse freddo comunque. Mi alzo, faccio colazione, mi lavo, mi vesto poi, vado diretto in officina da mio padre per sistemare altre cose. Non riesco proprio a togliermi quel sorriso da ebete dal viso, di fatto mio padre se ne accorge. Verso le 9.30 prendo l'auto di servizio e mi dirigo dal cliente. Un portone in legno vecchio stile corrisponde al numero civico che sto cercando. Ci parcheggio proprio davanti, porto una mano sulla cassetta degli attrezzi aprendola e mi assicuro di non aver lasciato nulla. Dopodiché scendo. Noto immediatamente sul piccolo balconcino situato proprio sopra il portone che c'è una ragazza. La prima cosa che mi salta all'occhio sono i suoi capelli: inverosimilmente lunghi, boccoloni neri che le ricadono addirittura sulle natiche. Di spalle, irriga le piante a muro. : dico per destare la sua attenzione, si volta di scatto lasciando l'innaffiatore sul pavimento, si appoggia alla ringhiera in ferro dicendo :. Rientra dentro e dopo qualche minuto sento la chiusura scattare. Spingo il portone e sorrido ancora, , le ho dato subito del tu data la giovane età. : risponde prontamente. Do un'occhiata in giro: l'arredamento è elegante ma minimal, molto contemporaneo, in contrasto con la facciata del palazzo, seguito a dire: pronuncia lei. Si ferma davanti al tavolo della cucina ed indicandomi la lavatrice afferma: annuncio io battendo la mano al di sopra della superficie candida dell'oggetto. Scoprendo le mie spalle ed il mio addome ben scolpiti, mi accorgo che lei è leggermente arrossita, al che le sorrido dolcemente. Mi accingo a spostare l'elettrodomestico, quando la sua voce mi interrompe : >. Rimango folgorato : si giustifica, scoppia in una risata fragorosa. : aggiungo io alzandomi da terra, dice lei ancora ridacchiando, le sue gote si sono irrorate di sangue. : , la guardavo intensamente negli occhi mentre parlavo e sentivo che qualcosa stava nascendo dentro di me. Un brivido, seguito da tanti altri di assestamento, come fosse un terremoto. Mi offre un bicchiere di aranciata fresca, lo prendo fra le mani : dico io discostandone una folta ciocca dalla spalla con un mano. Lei fa un passo indietro, quasi spaventata. Appoggio il bicchiere vuoto sul banco della cucina e, le prendo il viso fra le mani : sussurro in modo da rassicurarla. Lei volta la testa per allontanarla da me, la segue tutto il corpo, io le prendo l'avambraccio:, mi avvicino quel tanto che basta per sentire il profumo incantevole dei suoi capelli, scandisco il suo nome ancora una volta, :> parlo sospirando, ho il battito accelerato, là sotto mi si intorpidisce tutto. Penso che se ne sia accorta perchè cerca di allontanarmi tendendo il braccio. Io la cingo all'esile girovita e la spingo contro il mio possente addome, la tengo ben ferma. Il mio pene duro confina con le sue natiche morbide, premo, devo farle sentire la presenza. :, si dimena lei facendo movimenti sussultori con le spalle le parlo all'orecchio, continua imperterrita lei ad urlare, . Sta per dire qualcosa ma la interrompo portandole la mano sulle labbra :. Con la mia mano destra, quella libera, sbottono la camicetta del pigiama che sembrava comprimere i due seni. Ne palpo uno. Lei appoggia la sua mano sulla mia. Massaggio delicatamente il capezzolo. La voglia di lei è incontenibile. pensai fra me e me. La volto verso di me, di modo che potessi vedere il suo meraviglioso visino, le metto le mani sui fianchi e le faccio appoggiare la schiena contro il frigo. Inizio a baciarla con foga le guance calde, le mordicchio il soffice labbro inferiore, scendo sul collo. Lei fra gli ansimi dice: rispondo spontaneo. Lei mi abbraccia. :
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