Lavanda
di
Se fosse
genere
etero
Infilo svelta la tunica e cerco il cingulum di fianco al letto.. lo giro due volte attorno la vita, sotto i seni ed in mezzo ad essi, come ho fatto centinaia di volte.. e pensare che una volta indossavo stola e palla, da signora. Amavo il color porpora, fra le tinte più costose... Cose di poco conto ad ogni modo, che oggi mi sembrano meno importanti che mai. Mi appresto ad accendere il fuoco e a preparare la cucina, perché il mio padrone possa mangiare appena si sveglia. Controllo che stia ancora dormendo, mentre raccolgo i capelli con delle forcine. Tolgo l'arrosto dalla conserva, e vi unisco le salse e le erbe aromatiche. Guardo di nuovo verso il suo letto.
Si è svegliato, forse era sveglio da un po'. "Buongiorno padrone " "ho fame" risponde. Preparo un piatto di porzione abbondante e il vino con tre parti di acqua. Se non altro beve da uomo misurato, il vino puro e' cosa per i Galli e i barbari in genere. "Dunque era tutto tuo qui"
"In un'altra vita padrone"
Abbasso lo sguardo. Una schiava non dovrebbe sostenere il suo sguardo - penso.
Dovrei odiare questo uomo. Vive nella mia casa, vive la mia vita, nella casa di mio marito... Ha comprato la mia libertà e mi tratta come una schiava, eppure non vi è collera ne' rancore in me, e l'orgoglio lo custodisco in altre cose. Provo qualche forma di ammirazione per chi ha portato lontano la voce e la luce di Roma, o forse compassione, per quest'uomo che ha passato tanto tempo perso nell'inutilita' della guerra, che non è morto ma forse non ricorda più come si vive fra i vivi, né come si usa in pace.
Mi chiede dei fiori di lavanda. Li avevo piantati piu' per il loro colore che per il profumo.. un colore che mette pace. Prendo secchio e spugna, perché possa provare il profumo dei fiori. Lo vedo liberarsi finalmente della tunica militare che indossa da quando è arrivato. Mentre faccio scorrere sulla sua pelle la spugna imbevuta, non posso fare a meno di osservare le cicatrici.. mi chiedo quali siano eventi e ricordi che portano con sé. Mentre penso alla guerra,
vedo la sua mano infilarsi sotto la mia tunica. Ho un sussulto quando sento le sue dita salire fra le mie cosce, accarezzarmi piano.. il suo indice trova la mia fessura e inizia a muoversi piano, avanti e indietro. Sento il sangue colorarmi il viso e i miei umori scendere abbondanti, bagnare le sue dita.. di questo si accorgerà - penso con un velo di preoccupazione. Lui appoggia l'altra mano sul mio viso, il suo pollice preme sulle mie labbra.. le schiudo lentamente, accarezzandolo con esse. Le stringo intorno ad esso e succhio lentanamente, salendo dalla base alla punta, fino a liberarlo di nuovo. Prendo la mano che è ancora fra le mie cosce, l'appoggio dietro la mia gamba sinistra.. la guido a salire, sotto il gluteo, e sopra di esso.. a percorrere la curva del mio sedere.. sento la pelle ruvida delle sue mani che graffia la mia.. sollevo la tunica e apro le gambe per sedermi su di lui. Appoggio le braccia dietro la sua nuca e cerco il suo membro con il pube... lo sento duro e pronto. Muovo il bacino fino a guidare la punta sullo spacco. Indugio un momento in quella posizione per godere al massimo dell'attimo in cui i nostri corpi di fonderanno... Chiudo gli occhi e scendo con il bacino costringendo il suo cazzo ad entrare dentro di me, la bocca mi si apre, lo sento farsi spazio dentro, e spingo fino a sentirlo in fondo... non riesco a trattenere un gemito. Sento le sue mani ruvide appoggiate sotto i fianchi ora.. il loro tocco é lieve, gentile. Mentre mi muovo avanti e indietro mi concentro sul contrasto fra quelle mani segnate, il loro tocco delicato, e la presenza forte che sento dentro di me. Cambio movimento, mi muovo su e giù.. giù finché sento la punta del suo membro toccarmi infondo.. e su, fino a quasi farlo uscire, per accarezzarne la punta, e di nuovo prenderlo dentro di me. Riapro gli occhi, li sento lucidi per il piacere... "Questo ti piace padrone, lo so.."
Si è svegliato, forse era sveglio da un po'. "Buongiorno padrone " "ho fame" risponde. Preparo un piatto di porzione abbondante e il vino con tre parti di acqua. Se non altro beve da uomo misurato, il vino puro e' cosa per i Galli e i barbari in genere. "Dunque era tutto tuo qui"
"In un'altra vita padrone"
Abbasso lo sguardo. Una schiava non dovrebbe sostenere il suo sguardo - penso.
Dovrei odiare questo uomo. Vive nella mia casa, vive la mia vita, nella casa di mio marito... Ha comprato la mia libertà e mi tratta come una schiava, eppure non vi è collera ne' rancore in me, e l'orgoglio lo custodisco in altre cose. Provo qualche forma di ammirazione per chi ha portato lontano la voce e la luce di Roma, o forse compassione, per quest'uomo che ha passato tanto tempo perso nell'inutilita' della guerra, che non è morto ma forse non ricorda più come si vive fra i vivi, né come si usa in pace.
Mi chiede dei fiori di lavanda. Li avevo piantati piu' per il loro colore che per il profumo.. un colore che mette pace. Prendo secchio e spugna, perché possa provare il profumo dei fiori. Lo vedo liberarsi finalmente della tunica militare che indossa da quando è arrivato. Mentre faccio scorrere sulla sua pelle la spugna imbevuta, non posso fare a meno di osservare le cicatrici.. mi chiedo quali siano eventi e ricordi che portano con sé. Mentre penso alla guerra,
vedo la sua mano infilarsi sotto la mia tunica. Ho un sussulto quando sento le sue dita salire fra le mie cosce, accarezzarmi piano.. il suo indice trova la mia fessura e inizia a muoversi piano, avanti e indietro. Sento il sangue colorarmi il viso e i miei umori scendere abbondanti, bagnare le sue dita.. di questo si accorgerà - penso con un velo di preoccupazione. Lui appoggia l'altra mano sul mio viso, il suo pollice preme sulle mie labbra.. le schiudo lentamente, accarezzandolo con esse. Le stringo intorno ad esso e succhio lentanamente, salendo dalla base alla punta, fino a liberarlo di nuovo. Prendo la mano che è ancora fra le mie cosce, l'appoggio dietro la mia gamba sinistra.. la guido a salire, sotto il gluteo, e sopra di esso.. a percorrere la curva del mio sedere.. sento la pelle ruvida delle sue mani che graffia la mia.. sollevo la tunica e apro le gambe per sedermi su di lui. Appoggio le braccia dietro la sua nuca e cerco il suo membro con il pube... lo sento duro e pronto. Muovo il bacino fino a guidare la punta sullo spacco. Indugio un momento in quella posizione per godere al massimo dell'attimo in cui i nostri corpi di fonderanno... Chiudo gli occhi e scendo con il bacino costringendo il suo cazzo ad entrare dentro di me, la bocca mi si apre, lo sento farsi spazio dentro, e spingo fino a sentirlo in fondo... non riesco a trattenere un gemito. Sento le sue mani ruvide appoggiate sotto i fianchi ora.. il loro tocco é lieve, gentile. Mentre mi muovo avanti e indietro mi concentro sul contrasto fra quelle mani segnate, il loro tocco delicato, e la presenza forte che sento dentro di me. Cambio movimento, mi muovo su e giù.. giù finché sento la punta del suo membro toccarmi infondo.. e su, fino a quasi farlo uscire, per accarezzarne la punta, e di nuovo prenderlo dentro di me. Riapro gli occhi, li sento lucidi per il piacere... "Questo ti piace padrone, lo so.."
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