Io, lei e la nutella - prima parte

di
genere
etero

Era fine settembre: le giornate si mantenevano serene e calde, ideali per un ultimo bagno o per romantiche passeggiate, ma io e la mia ragazza avevamo piani diversi. Non riuscivamo a staccarci l’uno dall’altra, e così trascorrevamo i giorni a rotolarci nel letto, mai paghi di un desiderio fisico che non accennava a placarsi. La sua amica ci aveva prestato casa, perciò eravamo liberi di fare quello che volevamo. Passati due giorni, conoscevo ogni centimetro della sua pelle, da una piccola cicatrice sulla scapola destra, fino ai suoi splendidi seni: erano piccoli ma ben proporzionati, e ogni volta che li leccavo lei emetteva gemiti di piacere, mugolando e invitandomi a continuare.

Uno dei miei sogni erotici era sempre stato quello di spalmare la Nutella sulla mia partner. Ero molto indeciso se proporlo o meno ad Alice, visto che l’intesa era già ottima di suo, e temevo di rovinare l’idillio. Una sera, dopo cena, presi coraggio e le feci la proposta: lei, con uno sguardo malizioso, mi rispose: “Perché no? Sarebbe bello fare qualcosa di diverso! Domani sera ci divertiremo…”. Inutile dire che quella risposta mi rese felice ed eccitato allo stesso tempo.

Il giorno dopo andai a fare la spesa e, insieme ad altro cibo, acquistai un barattolo di Nutella. La sera cenammo in un ristorante, per poi rientrare a casa. “Sei pronta per il… dolce?”, le chiesi. “Non aspetto altro da tutto il giorno…”. Ci lavammo i denti in contemporanea (un gesto, devo dirlo, di grande complicità), e poi ci trasferimmo in camera da letto. La guardai negli occhi, le presi le mani e le sussurrai: “Voglio farti conoscere vette inesplorate, Alice”. Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, visto che iniziai a spogliarla: lo feci però adagio, pezzo dopo pezzo, mentre lei mi guardava e sorrideva. Alice mi tolse gli indumenti, e fummo nudi sul letto. Su mia richiesta chiuse gli occhi, per concentrarsi solo ed esclusivamente sulle proprie sensazioni, lasciando il resto del mondo al di fuori della stanza.

L’eccitazione coinvolgeva ogni fibra del mio corpo, ma non potevo e non volevo scaricarmi: c’era da mettere in pratica il mio sogno erotico. Presi il barattolo della Nutella, lo aprii, e ci infilai ripetutamente l’indice; con il dito spalmai la crema sui suoi capezzoli sempre più turgidi, poi tracciai una curva in corrispondenza del suo ombelico, per arrivare al suo interno coscia. Mi sentivo un artista di fronte alla sua opera prima. E che opera meravigliosa!!! Iniziai a leccare, lentamente: Alice era in visibilio. Mi sembrava quasi di percepire la sua eccitazione che, poco a poco, montava come un uragano pronto a travolgere ogni cosa. Con la lingua partii dal basso: gambe, neo in zona ombelico, ventre. Ripulii la scia di Nutella che avevo lasciato poco prima e giunsi al collo, che costituiva sicuramente una sua zona erogena. Infine mi dedicai con tutto il cuore ai capezzoli: ci giocai voluttuosamente per diversi istanti, mentre il respiro di Alice si faceva sempre più affannoso. Non le volevo dare tregua, e così infilai nuovamente il dito nel barattolo e glielo feci succhiare, azione alla quale lei di certo non si sottrasse, dimostrando al contrario grande voracità. Con ancora in bocca l’inimitabile sapore di Nutella, presi a leccarle il sesso: era bagnato, zuppo, fradicio. Continuai a roteare freneticamente la lingua fino a quando Alice proruppe in un magnifico orgasmo liberatorio. Era visibilmente soddisfatta: mi tirò a sé e mi baciò con una passione incredibile. Le nostre lingue si intrecciarono, vorticando in una folle danza al sapore di crema di nocciole e nettare femminile.
Ci staccammo. Lei esigeva, adesso, di ricambiare il favore. E come darle torto…
Continua…
scritto il
2016-06-06
6 . 1 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.