Nuovo sogno erotico realizzato - Fotografia

di
genere
etero

“Come ti ho già detto, Michele, ho avuto altri ragazzi, ma tu sei il primo per il quale mi bagno così facilmente: basta flirtare come facevamo l’altra volta dopo cena, e le mutandine si inumidiscono… Cosa mi stai facendo?”.
“Alice, tu susciti in me lo stesso effetto: non hai notato, quando ci baciamo in giro, che mi si rizza con grande facilità?”.
“Certo che sì, mio bel maschione…”. Eravamo a letto e avevamo appena fatto l’amore. La confessione di Alice mi fece un enorme piacere: anche lei provava un rimescolamento delle viscere ogni volta che eravamo insieme.
“Sai, l’esperimento con la Nutella (vedi i racconti “Io, lei & la Nutella”, ndr) è stato particolarmente intenso: mi è piaciuto un sacco. Non è che hai nel cassetto qualche altro sogno erotico?”.
Che faccia tosta. Che ragazza. Ero elettrizzato alla prospettiva che anche a lei piacesse variare il menu, sebbene la nostra intesa sessuale fosse già notevolissima.
“Anche tu, amore mio, ne avrai qualcuno: perché stavolta non realizziamo il tuo?”.
“Perché so già che il tuo sarà più ardito del mio, e questo mi eccita in modo pazzesco…”.
“Ne sei sicura?”.
“Più che certa. Abbiamo comunque tutto il tempo per soddisfare anche le mie voglie, tranquillo…”.
“In effetti avrei un’idea, ma stavolta me la boccerai, garantito!”.
“Sputa il rospo!”.
In realtà ne avevo più d’uno. Scelsi il più originale.
“Ehm… Mi piacerebbe da morire scattarti delle foto nuda. Solo per il gusto di farlo. Hai un corpo da urlo che merita di essere valorizzato…”.
“Che porco! Se occorre stamperai le foto, per poi masturbarti quando saremo lontani!”.
“In realtà vorrei stampare le foto migliori, ma poi te le posso anche dare, così ne farai ciò che vorrai. Non ho bisogno di toccarmi, visto che riusciamo a vederci quasi ogni giorno… In fondo, sei la mia musa oppure no?”.
“Mmm, non me la racconti giusta! Scommetto che hai già un’idea per la location…”.
“Teoricamente sì, ma ho bisogno del tuo aiuto. Tuo padre non ha un’agenzia immobiliare? Potresti soffiargli le chiavi di una casa sfitta…”.
“Che piano dettagliato! Mi ci fai pensare qualche giorno?”.
“Naturalmente, piccola. Ora scusami, ma devo riprendere il discorso interrotto poc’anzi con il tuo seno….”. Rise, e le fui di nuovo addosso.

Nuovo messaggio. Alice: “Per me va bene”. Rimasi qualche minuto a riflettere: Alice è una ragazza rara. Intelligente, allegra, brillante, e un’indemoniata a letto: meglio non poteva capitarmi. Fin dove ci saremmo spinti? La risposta non c’era: lo avremmo scoperto solo vivendo. Senza porci limiti o tabù, ovviamente.

Fece il colpaccio, riuscendo a sottrarre le chiavi di una piccola villa dotata di piscina. Meraviglioso: il cervello era già al lavoro sulle pose da farle assumere.
“Prometti che non terrai tu le foto?”.
“Fidati di me, Alice. Parola di uomo integerrimo”.
“Integerrimo? In pubblico forse, ma in privato no!!! Come mi devo truccare?”.
“Ben poco, tesoro mio: sei già un fiore così…”. Una ragazza veramente carina non ha bisogno di imbellettarsi: lo pensavo già a quindici anni, e ora lo ribadisco con forza.
Si presentò con un filo di trucco, un abito bianco e scarpe verdi col tacco: non trovo aggettivi per descriverla. Una dea.

Qualche scatto di prova, e via! A bordo piscina oppure con i piedi smaltati a bagno, Alice ammiccava all’obiettivo: più procedevamo, maggiore pareva il suo agio.
“Come sto andando?”, mi chiese.
“Benissimo, Ali! Sei molto meglio delle modelle, perché emani calore umano!”.
“Troppo buono, troppo buono…”.
Salimmo nella camera matrimoniale: la feci accomodare sul letto. Mi regalò pose di livello assoluto, anche se io, chiaramente, ero di parte.
“Ora arrivano gli scatti più hot. Alice, voglio essere sincero: non sentirti obbligata. Posso benissimo vivere senza scattarti fotografie: lo sai, vero? Non vorrei mai che un giorno mi rinfacciassi tutto questo…”.
Bevve un sorso di champagne che ci eravamo portati dietro. “Lo voglio fare, Michele: con te sto scoprendo parti di me che ignoravo esistessero. La cosa mi turba ma nel contempo mi eccita. Sotto con quel dannato apparecchio!”. Si tolse il vestito, e rimase in intimo bianco, più le scarpe. La temperatura saliva, ma io avevo preso molto a cuore il ruolo di fotografo: sfruttai i giochi di luce per realizzare una cinquantina di scatti fra interno ed esterno. Mai e poi mai li avrei potuti ritoccare con Photoshop. Quella era la vera Alice, e tale sarebbe rimasta.
“Ci fermiamo qui o vuoi proseguire?”. Il mio tono di voce era piuttosto teso: eravamo giunti ad un punto di non ritorno.
“Secondo te?”. Alice riapparve dal bagno senza nulla addosso: ogni volta che la vedevo nuda, era una nuova epifania per i miei occhi.
“Ti salterei addosso seduta stante, ma ho una missione: rendere giustizia alle tue forme meravigliose”.
Alternammo foto di nudo integrale ad altre in cui si copriva il pube oppure i seni. Non vi dico la mia fatica a restare lucido: il mio membro reclamava soddisfazione in tempi brevi, brevissimi. La condussi in casa per l’ultima sessione.
“Entra nella vasca da bagno e con la schiena rivolta verso di me. Io vado a pulire l’obiettivo e sono da te”.
Fece quanto le era stato ordinato. Ritornai poco dopo… nudo e con un condom infilato. Giocai con il suo sesso, scoprendo con grande soddisfazione che era bagnatissima: le sfiorai un paio di volte il clitoride, e già ansimava. “Brucio dal desiderio di te, Alice. Oggi abbiamo messo un altro tassello nel nostro rapporto. La prossima volta però soddisfiamo il tuo desiderio erotico… E bada che questo è un ordine: sono stato chiaro???”. Con la mano libera le torturai i capezzoli che amavo tanto.
Le uscì un “sì” strozzato. Mi insinuai in lei da dietro: fu intenso, energico, potente come tutte le volte che facevamo l’amore. Eravamo entrambi sopraffatti dall’eccitazione, perciò l’orgasmo arrivò, impetuoso, e ci guidò verso paradisi di piacere ancora sconosciuti. Cavolo, quanto godetti in quegli istanti!

Unimmo i nostri corpi altre tre volte, quella sera. Ma questa è un’altra storia…
scritto il
2016-10-18
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