Problemi di un disoccupato

di
genere
etero

Persi la mia officina per un investimento sbagliato. A cinquanta anni suonati mi ritrovai senza lavoro, con il mutuo della casa da pagare e creditori ovunque.
Mia moglie mi rimase accanto più per non turbare nostra figlia che per amore. Nostra figlia ha un carattere fragile, fa l'università ed ha bisogno di serenità ed affetto.
Io continuavo a non trovare lavoro: sembrava che non interessasse a nessuno un meccanico con esperienza. Così poco dopo perdemmo anche la casa.
Mia moglie chiese al suo datore di lavoro un grosso anticipo per le spese di trasloco e nuova sistemazione in un piccolo appartamento in affitto. Il datore di lavoro di mia moglie fu veramente gentile e le concesse quella somma.
Ci trasferimmo in quel nuovo appartamento. Eravamo nervosi, litigavamo sempre, continue scenate e rimproveri.
Non toccavo più mia moglie da un pezzo e a lei non sembrava dispiacere. Erano lontani i tempi delle domeniche mattina, quando nostra figlia era fuori dai nonni, e lei si faceva trovare nuda sul letto e, sgrillettandosi la fica, mi diceva: "ho voglia di cazzo." Poi me lo prendeva in bocca fino a che diventava durissimo e si faceva scopare. Quei tempi erano passati.
La domenica mattina lei la passava al lavoro dove faceva gli straordinari. Si dava tanto da fare.
Io intanto continuavo a lasciare curricula dappertutto ed ero ormai di casa in tutte le agenzie di lavoro della mia città.
Fu proprio un lunedì mattina mentre ero in fila al centro per l'impiego che ricevetti la prima chiamata strana di mia moglie.
"Dimmi che c'è?" Risposi.
"Sono... sono io." Sentii che mi rispondeva con voce affannata.
"Lo vedo. Che vuoi?" Le chiesi.
"Nnn..iente. Vo...volevo sa..sa..sapere dove sei?"
"Ma cosa stai facendo? Perché parli così strano?" Le dissi. La sua voce sembrava davvero affannata, come durante una corsa e rotta per qualche sforzo.
"Nulla... nulla. Aspe... aspetta... no. Ahhhhhh" Urlò.
"Che succede?" Gridai impaurito, alzandomi di scatto.
"Tieni, tieni." Sentii una voce maschile parlare in lontananza. E poi ancora mia moglie:
"Nulla, nulla. Ho... mmmmm... urtato una cosa dura e mi sono fatta male. Ciao. Devo andare." Chiuse la conversazione.
Ma che cazzo le era preso? Chi era quello con lei? Dove era e con chi era?
Provai a richiamarla ma non rispose.
Aspettai la sera a casa per domandarle cosa fosse successo ma fu evasiva e dopo poco cominciò a litigare: mi toccò dormire sul divano.
Il giorno dopo mentre stavo nell'anticamera di una grossa ditta di elettromeccanica con il mio curriculum in mano ricevetti di nuovo una chiamata da mia moglie.
"Dimmi." Risposi.
"Oh oh oh oh oh oh." Esclamava con foga, e sembravano gemiti come se scopasse.
"Che cazzo fai? Sei matta?"
"Sì sì sì." Sentii che diceva e poi mugolava. Poi lontana una voce di uomo che mi sembrò dire:
"Ti piace il cazzo troia."
"SABRINA!!!!" gridai, alzandomi in piedi e spaventando la segretaria della ditta elettromeccanica. Uscii fuori di corsa.
"Che stai facendo?" Continuavo a chiedere ed a urlare ma sembrava che mia moglie non mi ascoltasse. Sentivo i suoi gemiti. Si stava facendo scopare.
"Con chi sei? Con chi sei?" Ma mi ignorava. E poi sentii ancora la voce dell'uomo dire:
"Dimmi chi ha il cazzo più grosso. Io o tuo marito?"
E sentii mia moglie rispondere:
"Tu hai il cazzo più grosso. Tu hai un cazzo meraviglioso. È il cazzo più grosso che ho mai avuto. Mio marito ha un cazzo piccolo"
"Brava troia. Ora succhialo. Facciamo sentire al cornuto come succhi i cazzi degli altri."
Io ero paralizzato. Incapace più di dire alcuna parola. Sentivo mia moglie che ci dava alla grande, ingollando il cazzo di quel tipo.
"Brava maiala, lurida pompinara. Dimmi che sei una pompinara." Sentivo l'uomo dirle.
"Sono una... mmmmmm.... mmmmmm.. pompinara. Senti....mmmmm..... come ...... te lo succhio."
"Ora in gola." Ordinò l'uomo.
"Gghhh ghhhh ggghhhh" mia moglie con un cazzo di un altro uomo probabilemnte ficcato in fondo alla gola faceva
strani versi gutturali.
"Sborro!!! Sborro!!! " Sbottò l'uomo.
"Sborrami in bocca. Si si. Ecco. Così" gli disse mia moglie.
"Ahhhhh... bene. Il cornuto è sempre in linea?" Chiese l'uomo.
"Sì." Rispose mia moglie ridacchiando.
"Salutalo e chiudi la telefonata." Disse il tipo.
"Ciao Massimiliano. Ci vediamo a casa." Disse mia moglie e riattaccò.
Io ero completamente frastornato. La segretaria era uscita per dirmi di entrare e fare il colloquio ma io non riuscivo neppure a sentirla. La guardavo a bocca aperta, non sapendo più dove fossi.
Mi scusai e me ne andai a casa.
Quella sera a casa incontrai mia moglie e lei stette tutto il tempo in silenzio, non rispose alle mie domande, non reagì ai miei insulti. Solo dopo che le dissi che era una miserabile troia mi guardò con disprezzo e sibilò con rabbia:
"Cornuto fallito del cazzo. Non ti permettere. Chi credi che porta i soldi per pagare le bollette, la spesa e le tasse universitarie di Martina? Tu? No, stronzo. Sono io che ho un lavoro. E se ogni tanto lo succhio al mio datore di lavoro, sono liberissima di farlo. Capito stronzo? Sai poi cosa? Ha un bel cazzo. Meglio del tuo. E gli diventa enorme quando sa che il cornuto è al telefono e sente scopare la moglie e non può farci niente perché è un cornuto fallito del cazzo."
Non riuscii a rispondere. Ero sconvolto. Ma non potevo andarmene. Non avevo soldi, lavoro, niente. Avrei dormito sotto i ponti. Meglio dormire nel divano e così feci.
Il giorno dopo decisi di rimanere a casa. Mia moglie uscì per andare al lavoro ed a metà mattina, come cominciavo ad aspettarmi, ricevetti un'altra sua chiamata.
"Pronto." Dissi.
"Me lo sta mettendo....ahia.... ahia..... me lo sta mettendo in culo. È duro, grosso. Ahhhh.... che cazzo!!! Ha una cappella enorme che mi è entrata tutta dentro. Spingi maiale!! Spingi!!! Sfondami il culo!!!."
"Che culo stretto. Il cornuto non te lo sfondava mai, cara la mia troia? Non è capace di inculare il cornuto?"
"No. Non è capace. Tu sei capace. Sfondami sfondami con questa nerchia enorme."
"Facciamo una foto. Facciamogli vedere come si incula una troia. Dammi il telefono, vacca."
Dopo poco mi arrivò un whatsapp. Un cazzo veramente grosso infilato a metà nel culo di mia moglie. Riconobbi con certezza il culo di mia moglie dal piccolo neo a forma di cuoricino sulla chiappa destra.
Sentii altri gemiti. Poi l'urlo dell'uomo che venne probabilmente nel.culo.di mia.moglie e poi sentii lei che mi.diceva:
"Ha detto di dirti che domani viene a cena a casa nostra."
Chiusi la telefonata e mi accasciai stravolto sul divano.
La sera del giorno dopo arrivò. Mia moglie non mi aveva rivolto la parola da tutto il.giorno; tornata dal lavoro si era fatta una doccia e vestita molto provocante. Le sue tettone erano mezze di fuori, le gambe infilate in calze a rete da mignotta, i corti capelli rossi risaltavano le labbra gonfie e vermiglie. Si dava da fare come.una pazza ai fornelli: spaghetti alle vongole e spigola alla mugnaia.
"Lo tratti bene il tuo amante." Le dissi.
"Mi piace farlo mangiare bene prima di spompinarlo." Mi sibilò con rabbia.
"Troia." La insultai.
Sentimmo suonare il campanello.
Mi sentii quasi male: un turbine di emozioni mi premeva sul petto.
Mia moglie corse alla porta, la aprì ed entrò Martina, nostra figlia.
"Cosa ci fai qui?" Le chiese stupita mia moglie, tremando come una foglia.
"Ciao mamma, ciao papà. Vi avevo scritto che sarei tornata oggi, no? È tutto il giorno che sono.in. viaggio. Ho una fame!!! Che c'è di buono?"
Il campanello suonò di nuovo.
Mia moglie dette un balzo di paura. Il suo appuntamento aveva preso una piega imprevista. Barcollò fino alla porta, sbigottita dalla sorpresa, quasi istupidita. L'aprì e fece entrare il suo datore di lavoro.
Era un omone alto, grande, con una gran barba nera e sembrava occupare tutta la porta. Aveva uno sguardo cattivo. Vestiva un abito elegante. Nella mano
sinistra reggeva una bottiglia di vino e nella mano destra reggeva il suo cazzo.
Entrò con un cazzo enorme in tiro e tutti noi restammo basiti a guardarlo.
"Tu sei il cornuto e questa? Questa chi è?" Disse l'uomo rivolgendosi a mia figlia.
"Rimettiti il cazzo dentro. Pezzo di merda. Questa è mia figlia." Dissi con rabbia.
"Non ti permettere!!! Non ti permettere!!!" Mi aggredì mia.moglie e mi venne al viso cercando di graffiarmi con le unghie. "noi mangiamo grazie a lui."
"Ben detto." Disse l'uomo."come.ti chiami cara?" Domandò a mia figlia che continuava a guardargli il cazzo a bocca aperta dallo stupore e che non rispose.
"Si chiama Martina." Disse mia moglie.
"Che bel nome, Martina. Ti faccio una domanda Martina. Hai mai fatto un pompino, cara Martina? No? Non hai mai spompinato qualche tuo amichetto?"
Martina non rispondeva terrorizzata e anche mia moglie era ghiacciata dallo spavento ma all'uomo questo sembrava piacere.
"Se non hai mai maneggiato un cazzo, ora te lo farà vedere la tua mammina.come.si fa." Si rivolse a mia moglie e disse: "Subito in ginocchio, troia."
Mia moglie si mosse a scatti come.un automa. Sembrava caracollare su quei tacchi alti presa dalla vergogna e dallo stupore. Si avvicinò all'uomo e poi si abbassò allargando le gambe. Vidi che non aveva mutande: la fica pelosa ed un bel culo furono alla nostra vista quando la gonna le risalì in vita.
Con la mano prese a segare l'uomo.
"Ho detto un pompino." Disse l'omone.
Mia moglie si chinò in avanti e glielo prese in bocca.
"Vedi come è brava mammina? Ora vieni su Martina. Tocca a te."
Mia moglie si bloccò con il cazzo dentro la bocca. Io provai a reagire.
"NO BASTA" gridai.
L'omone mi.fulminò con lo sguardo. E poi disse:"vuoi che la licenzi? Vuoi che metta sulla strada una donna di cinquantanni che nessuno prenderebbe al lavoro. Tu non lavori e lei neppure. Come vivrete?"
Calò un silenzio irreale. Poi Martina, piangendo si avvicinò all'uomo. Anche mia moglie piangeva. Tirò via il cazzo dalla sua bocca e lo infilò nella bocca di Martina che nel frattempo si era inginocchiata.
"Lei il cazzo, tu le palle." Disse l'omone a mia.moglie.
Mia moglie cominciò a leccargli le palle mentre Martina si dava da fare con quella nerchia.
"Chi sono io?" Chiese l'omone a mia moglie.
Lei si fermò e rispose: "sei il mio solo ed unico padrone. Io sono solo la tua troia. La tua pompinara personale ed il mio culo e la mia.fica sono a tua disposizione" Disse mia moglie come.se recitasse una filastrocca a memoria.
"La nostra Martina deve aver già spompinato. È molto brava."
Questo fu troppo. Non potevo più resistere. Mi alzai ed uscii.
"Ecco il cornuto che se ne va." Sentii commentare sprezzante quell"omone.
Scesi in strada e vidi la.sua macchina ed ebbi un'idea.
Corsi in cantina a prendere gli attrezzi.
Lavorai sulla macchina un'oretta.
Il datore di lavoro di mia.moglie uscì dopo due ore. Aveva mangiato bene e ben scopato.
Mi vide seduto al buio sul.marciapiede ed iniziò a ridere.
Salì in macchina ed ancora rideva. Partì a razzo ed ancora rideva. Accelerò sul rettilineo ed ancora rideva.
Non rise più quando si accorse che i freni non funzionavano ed andò a schiantarsi sul camion di fronte. Il mio lavoro di.meccanico io lo so fare bene ancora dopotutto.
L'omone non riesce più a parlare ma sembra che comunichi a cenni con la mano sinistra. La sua azienda è fallita ed è stata rilevata da una cooperativa di suoi ex dipendenti tra cui mia moglie che mi ha fatto assumere.
L'omone ha una famiglia: moglie e figlia che oggi vivono in ristrettezze economiche.
Io ogni tanto vado ad aiutarle. Mi fanno pena.
Quando arrivo a portare un aiuto è davvero una festa. Faccio portare l'omone in carrozzella proprio al centro del salotto, poi faccio chinare sua moglie su di lui in modo che la guardi dritto in faccia, io le sollevo la gonna e me la inculo con la figlia che intanto mi.lecca le palle.
Mi piace vedere come l'omone agita la mano sinistra mentre gli.inculo la moglie. Credo proprio che gli piaccia.


di
scritto il
2024-11-21
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