La zitella che aiuta le persone

di
genere
etero

Nonostante da giovane fosse stata molto bella, Lea non si era sposata. Sembrava che il cazzo non le interessasse ed alcuni malignavano che fosse lesbica.
Aveva vissuto a Roma dove aveva insegnato religione in un liceo classico e arrivata alla pensione era tornata al paese.
Ora era la mia vicina di casa. Sempre gentile, si prodigava in parrocchia e cercava di aiutare tutti i casi pietosi e i derelitti umani che trovavano in lei speranza ed aiuto.
Se li portava in casa dove rimaneva con loro molto tempo.
Io vedevo questo andirivieni continuo di persone ed il caso volle che una sera scorsi attraverso la finestra che avevano lasciato aperta quello che capitava lì dentro.
Vidi Lea inginocchiata davanti a Mauro, l'ubriacone del paese, intenta a succhiargli il cazzo. La sua testa mora con sfumature grigie andava avanti ed indietro mentre Mauro stringeva nella sue mani lerce i suoi capelli corti.
Vidi che Lea gli si era aggrappata con le dita al culo e sembrava che volesse far arrivare il cazzo fino in gola.
La sorpresa mi mozzò il respiro, il cuore a mille e mi venne subito duro tanto che cominciai a tirarmi una sega proprio lì davanti alla finestra.
Dopo averglielo succhiato, vidi che si girò, si alzò la gonna e si fece ingroppare da dietro. Quell'ubriacone di Mauro con quella faccia rossa di vino le dava delle gran ficcate che facevano ballonzolare due tettone un po' cadenti ma alla fine niente male.
Colpi duri dritti in fondo alla fica e Lea godeva ed ansimava a bocca aperta.
Poi vidi che finì per sborrarle sul culo. Mentre si rivestivano Lea spostò gli occhi alla finestra e mi vide. Io mi stavo ancora segando e avevo proprio sperato che lei mi vedesse.
Lea si agitò, corse alla finestra e chiuse di botto le persiane. Io rimasi lì a guardare quella finestra chiusa con il cazzo in mano.
Sentii Mauro che usciva sul vialetto e si incamminava via, perciò mi rimisi il cazzo nei pantaloni e corsi alla porta di Lea.
Suonai il campanello due volte.
"Chi è?" Disse Lea dietro la porta.
"Sono Claudio il tuo vicino."
Rimase in silenzio per qualche attimo poi chiese:
"Cosa vuoi?"
"Vorrei parlarti."
"Di cosa?" Sentii la sua voce tremare e notai una punta di rabbia.
"Vorrei dare una mano in parrocchia." Non so come mi era venuta ma funzionò: sentii girare la maniglia e Lea mi squadrò dallo spiraglio aperto della porta.
"Ho tanta voglia di dare anche io il mio contributo ed aiutare gli altri." Dissi con il sorriso piu innocente che potessi fare.
"Prego allora entra."
Mi fece entrare un po' dubbiosa e disorientata ed io le schioccai subito una guardata alle tette. Il cazzo duro mi pulsava dentro i pantaloni.
"Ho notato che aiuti molto le persone bisognose che vengono da te a chiederti aiuto. Proprio ora ho incrociato Mauro che usciva."
"Si lo aiuto." Disse e continuava a sembrare a disagio.
"Ne aiuti altri come lui?"
Mi guardò fisso e poi mi rispose:
"Si mi piace tanto aiutare. E anche a loro piace."
"Ho visto che sai aiutare molto bene. L'ho visto poco fa dalla finestra. Ti davi molto da fare."
Lei rimase in silenzio ed io continuai:
"Anch'io voglio aiutare ed essere aiutato."
Mi avvicinai a lei, le misi una mano sul capo e la spinsi piano giù, lei non oppose resistenza e si ritrovò inginocchiata davanti a me. Poi mi sbottonai la patta e le feci ballare il cazzo davanti al suo viso.
Lo guardava come ipnotizzata.
"Oggi doppia dose di aiuto e doppia dose di ... cazzo" le dissi e comniciai a sbatterle il cazzo sul viso.
"Fammi un pompino."
La zitellona aprì la bocca e senza dire niente iniziò a succhiarlo. Con una mano mi artigliava il culo e con l'altra mi coccolava le palle. Cominciò a pompare forte, sbavando, leccando, mugolando.
"Che bel cazzo che hai." Mi disse tra un risucchio e l'altro.
"Si troia, spompinami. Ti piacciono i cazzi, vero?"
"Mmmmmm" rispose e se lo ingollò tutto fino alla base.
"Che bella zitellona, che bella signora tutta precisa, ordinata ma tanto vogliosa di cazzo." Continuavo a prenderla in giro.
Poi le dissi:
"Mettiti il cazzo tra le tette."
Lei docile si tolse la maglietta e spuntarono fuori due tettone enormi con capezzoli giganti.
Mi segò con le tette finché non le sborrai sul mento e sul collo.
Esausto mi lasciai cadere su un divano che era lì vicino. Lei si rialzò e si pulì con la mano ed iniziò a rivestirsi.
"Non dirai niente a nessuno vero? Sono una signora molto rispettabile. Mi raccomando." Mi disse.
"No Lea, non lo dirò a nessuno.Sarà il nostro segreto." Le dissi."E domani ti torno a trovare per mettertelo in culo. Sei contenta di aiutarmi?"


di
scritto il
2024-11-03
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