Il bullo della 5A
di
Tiche
genere
etero
Dopo essere stato bocciato per tre anni consecutivi e sospeso una volta dalla scuola pubblica per aver aggredito un professore, mia mamma, che fa la preside in una scuola privata, acconsentì di farmi iscrivere alla sua scuola e frequentare la classe dell'ultimo anno.
Mia mamma in realtà non avrebbe voluto farmi frequentare la sua scuola. Sapeva che ero un tipo problematico ed avrei fatto dei casini incredibili mettendola in seria difficoltà ma non potè farci niente quando riuscii a filmarla di nascosto in macchina nel parcheggio della sua scuola a sera tardi mentre spompinava il suo avvocato dopo una riunione di lavoro.
Quando gli girai il video dove si vedeva bene lei che ingollava il cazzo dell'avvocato a bocca spalancata e faceva versi tipo "GH GH GH" mentre l'avvocato le premeva una mano sulla folta testa nera di capelli ricci dicendole: "che troia che sei! Che troia!", insomma quando le girai questo video e le dissi che potevo farlo vedere a mio padre non la prese proprio bene ma sapeva di essere fregata. Così acconsentì a farmi iscrivere nella sua scuola.
Ero il figlio della preside, avevo tre anni in più dei miei compagni, ero di corporatura enorme con delle mani come badili e facevo quel che cazzo mi pare.
In classe mia c'era una marocchina con il velo ed il padre si spaccava la schiena per mandarla in questa scuola privata che costava un sacco di soldi perché credeva di darle una possibilità di carriera. Io l'avevo presa di mira e durante le lezioni mi mettevo vicino a lei e le sfoderavo fuori il cazzo. Ho un cazzo enorme, con una cappella larghissima ed un'asta dura e venosa. Le prime volte si alzava piangendo ed andava dal professore o dalla professoressa ma questi ignoravano la cosa dicendole che si era sicuramente sbagliata e la facevano ritornare al posto. Io continuavo a sbatterle il cazzo sulle cosce, a toccarle le tette, a sborrarle addosso per tutto il tempo.
Ultimamente ha capito che se appena le arrivo vicino mi tira una sega poi la lascio in pace tutto il giorno. E così appena arrivo a scuola mi faccio fare una sega da questa marocchina di merda e poi vado a farmi i cazzi miei. Ci sarebbero state altre ragazze in classe ma mi aveva detto mia madre che queste non le dovevo toccare perchê erano figlie di gente coi soldi. Erano troiette che se la ridevano vedendo la marocchina che con gli occhi bassi e tutta vergognosa mi tirava una sega sotto il banco.
Insomma passavo bene le mie giornate: segato appena arrivato, rubavo la colazione agli altri e passavo il tempo a massacrare di botte alcuni miei compagni, incapaci di difendersi e con famiglie poco importanti.
Tra questi il piccolo Emilio che veniva da una casa famiglia e di lui non importava un cazzo a nessuno.
Quella mattina di dicembre stavo proprio prendendo a cazzotti Emilio vicino alla finestra, alla fine dell'ora di matematica, quando lei arrivò.
Era la nuova professoressa di Italiano. Aveva un viso da bambola di ceramica con labbra carnose e vermiglie, occhi verdi sotto sopracciglia sinuose perfette, lunghi capelli biondi che le cadevano su tettine piccole ma sode e sporgenti, non tanto alta ma ben fatta con un culetto niente male fasciato da pantaloni aderenti rossi. Per me era bellissima.
Stavo torturando il piccolo Emilio, cazzottandolo e strizzandogli le palle per divertimento fino a che sembrava svenire, quando lei entrò.
Lasciai quella merdina che si afflosciò lungo il muro fino a terra e mi avviai verso la nuova prof.
Volevo impressionarla. Io ero il capo. Io ero quello che comandava. Io ero il maschio alfa lì dentro e lei sarebbe stata mia. Altro che le seghe di quella sudicia marocchina di merda.
"Buongiorno Prof. Benvenuta nella mia classe. Io sono il figlio della preside."
Lei mi guardò stupefatta, non sapeva cosa dire e si lasciò abbracciare. Io ne approfittai per tastarle di dietro il culo e notai che era gonfio e morbido.
Lei mi scacciò con le mani, completamente scioccata, ammutolita.
"Si troverà bene qui. Ed io lo dirò a mia madre." Le strizzai l'occhio e me ne ritornai al banco.
Era diventata rossissima e confusa: l'ultima cosa che si sarebbe aspettata era uno studente che le toccava il culo. Provò a dire:
"Buongiorno ragazzi.... sono la nuova ptofessoressa di Italiano. È la mia prima esperienza di insegnamento." E sembrò confondersi.
Oh una novellina, pensai.
Cominciai ad eccittarmi. Il cazzo mi venne duro. Lo tirai fuori e poi presi la mano di Fatima. Quella marocchina di merda provò a dire:"no basta, ti ho già fatto una sega prima".
"Ed ora me la rifai troia. E spera che uno di questi giorni non abbia voglia di iniziare con i pompini."
La marocchina iniziò a segarmi provando a nascondere mano e cazzo sotto il banco ma io volevo che la nuova prof mi vedesse, cosi spinsi via con rumore il banco.
Tutta la classe iniziò a ridacchiare, di solito non ci facevano più caso ma ora c'era la nuova prof e tutti erano curiosi della reazione.
E la reazione ci fu.
La prof ebbe un singulto come avesse preso una bastonata quando vide il mio cazzo all'aria segato dalla marocchina.
Era un cazzo enorme che faceva effetto, il cazzo di un maschio alfa.
"Ma... ma....ma...." cominciò a balbettare la nuova prof, completamente confusa, rossa fino ai capelli.
La classe cominciò a ridere, ad urlare, a sbraitare: chi si alzava dal banco, chi si accendeva una sigaretta, chi
Usciva di classe, chi si accalcava vicino a Fatima ed a me per osservare la scena.
Come al solito Fatima piangeva di vergogna.
Ci voleva il gran finale.
Mi alzai in piedi di botto filando il cazzo dalla mano di Fatima, misi un piede in cima al banco della marocchina e con il cazzo che mi dondolava proprio davanti al suo viso le dissi:
"Ingolla puttana."
La presi per il viso, le feci aprire di forza la bocca e le infilai 18 cm buoni di cazzo in gola.
Ci fu un boato tra i miei compagni di classe, solo quella merdina di Emilio non partecipò alla gioia collettiva ma se ne stava tutto triste al suo banco.
La prof era paralizzata, a bocca aperta a guardarci e fu allora che mi venne quell'idea.
Tirai fuori il cazzo dalla gola di Fatima ed accompagnato dagli incoraggiamenti e dalle urla degli altri compagni, mi avviai con il cazzo in tiro verso la prof. Mi accostai a lei e lw dissi:
"Ora tocca a te."
Lei mi guardava con quel suo sguardo innocente da cerbiatta, del tutto perso, paralizzata dal terrore, incapace di reazione. Io le misi una mano sulle spalle e la tirai giù fino a farla inginocchiare. Le aprii con un dito la bocca. Lei lasciava fare. Le infilai il cazzo in bocca e spingevo. Spinsi spinsi spinsi il cazzo sempre più giù nella sua gola. Lo ingollava tutto mentre i suoi bellissimi ocxhi verdi continuavano a guardarmi così innocenti e spaventati.
Sborrai un litro di sborra direttamente in gola.
La classe era impazzita: tutti urlavano.
Appena sborrato mi sentivo un po' svuotato. Ringraziai la prof, la aiutai a rialzarsi in piedi e me ne tornai al banco.
La prof stette in piedi con un filo di sborra che le pendeva dalle labbra, completamente persa. Poi si mosse, raccolse la sua roba ed uscì dalla classe.
Successe un casino.
Venne chiamata la polizia.
Uno scandalo nazionale con tanto di passaggio al tg1.
Mia madre ha perso il lavoro di preside. A forza di pompini si è fatta assumere come segrataria dall'avvocato.
Io sono in galera per violenza sessuale e l'avvocato che mia madre spompina tutti i giorni dice che non saranno teneri con me. Mi aspetta un periodo piuttosto lungo in cella.
Ho ricevuto solo una visita di Emilio e di Fatima che ora stanno insieme e che protetti dal vetro divisorio mi hanno deriso ed insultato. Fatima non ha fatto altro che toccare il cazzo di Emilio durante tutto l'incontro e dirmi che bastardo e che bullo fallito sono. Emilio ridacchiava di felicità.
Prima o poi uscirò e faremo i conti.
Mia mamma in realtà non avrebbe voluto farmi frequentare la sua scuola. Sapeva che ero un tipo problematico ed avrei fatto dei casini incredibili mettendola in seria difficoltà ma non potè farci niente quando riuscii a filmarla di nascosto in macchina nel parcheggio della sua scuola a sera tardi mentre spompinava il suo avvocato dopo una riunione di lavoro.
Quando gli girai il video dove si vedeva bene lei che ingollava il cazzo dell'avvocato a bocca spalancata e faceva versi tipo "GH GH GH" mentre l'avvocato le premeva una mano sulla folta testa nera di capelli ricci dicendole: "che troia che sei! Che troia!", insomma quando le girai questo video e le dissi che potevo farlo vedere a mio padre non la prese proprio bene ma sapeva di essere fregata. Così acconsentì a farmi iscrivere nella sua scuola.
Ero il figlio della preside, avevo tre anni in più dei miei compagni, ero di corporatura enorme con delle mani come badili e facevo quel che cazzo mi pare.
In classe mia c'era una marocchina con il velo ed il padre si spaccava la schiena per mandarla in questa scuola privata che costava un sacco di soldi perché credeva di darle una possibilità di carriera. Io l'avevo presa di mira e durante le lezioni mi mettevo vicino a lei e le sfoderavo fuori il cazzo. Ho un cazzo enorme, con una cappella larghissima ed un'asta dura e venosa. Le prime volte si alzava piangendo ed andava dal professore o dalla professoressa ma questi ignoravano la cosa dicendole che si era sicuramente sbagliata e la facevano ritornare al posto. Io continuavo a sbatterle il cazzo sulle cosce, a toccarle le tette, a sborrarle addosso per tutto il tempo.
Ultimamente ha capito che se appena le arrivo vicino mi tira una sega poi la lascio in pace tutto il giorno. E così appena arrivo a scuola mi faccio fare una sega da questa marocchina di merda e poi vado a farmi i cazzi miei. Ci sarebbero state altre ragazze in classe ma mi aveva detto mia madre che queste non le dovevo toccare perchê erano figlie di gente coi soldi. Erano troiette che se la ridevano vedendo la marocchina che con gli occhi bassi e tutta vergognosa mi tirava una sega sotto il banco.
Insomma passavo bene le mie giornate: segato appena arrivato, rubavo la colazione agli altri e passavo il tempo a massacrare di botte alcuni miei compagni, incapaci di difendersi e con famiglie poco importanti.
Tra questi il piccolo Emilio che veniva da una casa famiglia e di lui non importava un cazzo a nessuno.
Quella mattina di dicembre stavo proprio prendendo a cazzotti Emilio vicino alla finestra, alla fine dell'ora di matematica, quando lei arrivò.
Era la nuova professoressa di Italiano. Aveva un viso da bambola di ceramica con labbra carnose e vermiglie, occhi verdi sotto sopracciglia sinuose perfette, lunghi capelli biondi che le cadevano su tettine piccole ma sode e sporgenti, non tanto alta ma ben fatta con un culetto niente male fasciato da pantaloni aderenti rossi. Per me era bellissima.
Stavo torturando il piccolo Emilio, cazzottandolo e strizzandogli le palle per divertimento fino a che sembrava svenire, quando lei entrò.
Lasciai quella merdina che si afflosciò lungo il muro fino a terra e mi avviai verso la nuova prof.
Volevo impressionarla. Io ero il capo. Io ero quello che comandava. Io ero il maschio alfa lì dentro e lei sarebbe stata mia. Altro che le seghe di quella sudicia marocchina di merda.
"Buongiorno Prof. Benvenuta nella mia classe. Io sono il figlio della preside."
Lei mi guardò stupefatta, non sapeva cosa dire e si lasciò abbracciare. Io ne approfittai per tastarle di dietro il culo e notai che era gonfio e morbido.
Lei mi scacciò con le mani, completamente scioccata, ammutolita.
"Si troverà bene qui. Ed io lo dirò a mia madre." Le strizzai l'occhio e me ne ritornai al banco.
Era diventata rossissima e confusa: l'ultima cosa che si sarebbe aspettata era uno studente che le toccava il culo. Provò a dire:
"Buongiorno ragazzi.... sono la nuova ptofessoressa di Italiano. È la mia prima esperienza di insegnamento." E sembrò confondersi.
Oh una novellina, pensai.
Cominciai ad eccittarmi. Il cazzo mi venne duro. Lo tirai fuori e poi presi la mano di Fatima. Quella marocchina di merda provò a dire:"no basta, ti ho già fatto una sega prima".
"Ed ora me la rifai troia. E spera che uno di questi giorni non abbia voglia di iniziare con i pompini."
La marocchina iniziò a segarmi provando a nascondere mano e cazzo sotto il banco ma io volevo che la nuova prof mi vedesse, cosi spinsi via con rumore il banco.
Tutta la classe iniziò a ridacchiare, di solito non ci facevano più caso ma ora c'era la nuova prof e tutti erano curiosi della reazione.
E la reazione ci fu.
La prof ebbe un singulto come avesse preso una bastonata quando vide il mio cazzo all'aria segato dalla marocchina.
Era un cazzo enorme che faceva effetto, il cazzo di un maschio alfa.
"Ma... ma....ma...." cominciò a balbettare la nuova prof, completamente confusa, rossa fino ai capelli.
La classe cominciò a ridere, ad urlare, a sbraitare: chi si alzava dal banco, chi si accendeva una sigaretta, chi
Usciva di classe, chi si accalcava vicino a Fatima ed a me per osservare la scena.
Come al solito Fatima piangeva di vergogna.
Ci voleva il gran finale.
Mi alzai in piedi di botto filando il cazzo dalla mano di Fatima, misi un piede in cima al banco della marocchina e con il cazzo che mi dondolava proprio davanti al suo viso le dissi:
"Ingolla puttana."
La presi per il viso, le feci aprire di forza la bocca e le infilai 18 cm buoni di cazzo in gola.
Ci fu un boato tra i miei compagni di classe, solo quella merdina di Emilio non partecipò alla gioia collettiva ma se ne stava tutto triste al suo banco.
La prof era paralizzata, a bocca aperta a guardarci e fu allora che mi venne quell'idea.
Tirai fuori il cazzo dalla gola di Fatima ed accompagnato dagli incoraggiamenti e dalle urla degli altri compagni, mi avviai con il cazzo in tiro verso la prof. Mi accostai a lei e lw dissi:
"Ora tocca a te."
Lei mi guardava con quel suo sguardo innocente da cerbiatta, del tutto perso, paralizzata dal terrore, incapace di reazione. Io le misi una mano sulle spalle e la tirai giù fino a farla inginocchiare. Le aprii con un dito la bocca. Lei lasciava fare. Le infilai il cazzo in bocca e spingevo. Spinsi spinsi spinsi il cazzo sempre più giù nella sua gola. Lo ingollava tutto mentre i suoi bellissimi ocxhi verdi continuavano a guardarmi così innocenti e spaventati.
Sborrai un litro di sborra direttamente in gola.
La classe era impazzita: tutti urlavano.
Appena sborrato mi sentivo un po' svuotato. Ringraziai la prof, la aiutai a rialzarsi in piedi e me ne tornai al banco.
La prof stette in piedi con un filo di sborra che le pendeva dalle labbra, completamente persa. Poi si mosse, raccolse la sua roba ed uscì dalla classe.
Successe un casino.
Venne chiamata la polizia.
Uno scandalo nazionale con tanto di passaggio al tg1.
Mia madre ha perso il lavoro di preside. A forza di pompini si è fatta assumere come segrataria dall'avvocato.
Io sono in galera per violenza sessuale e l'avvocato che mia madre spompina tutti i giorni dice che non saranno teneri con me. Mi aspetta un periodo piuttosto lungo in cella.
Ho ricevuto solo una visita di Emilio e di Fatima che ora stanno insieme e che protetti dal vetro divisorio mi hanno deriso ed insultato. Fatima non ha fatto altro che toccare il cazzo di Emilio durante tutto l'incontro e dirmi che bastardo e che bullo fallito sono. Emilio ridacchiava di felicità.
Prima o poi uscirò e faremo i conti.
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