Look For Blow Job

di
genere
gay

Quella sera decisi di andare in discoteca. Sapevo che li avrei incontrato solo puttane e uomini falsi.
Ero davanti allo specchio, i genitori partiti da 24 ore, ero uscito dalla doccia : ammiravo il mio corpo nuovo fiammante, usavo specchi per vedermi in nuove prospettive. Feci salire lentamente i boxer rossi finchè non sentii quel soffice cotone carezzare i miei testicoli. Di lì agli altri vestiti ci volle poco.
Davanti all'entrata dell'Acathor c'erano luci blu.
Il cuore batteva perchè mi sentivo come in uno zoo di leoni pronti a sparare al cacciatore, impallidito.
Un altro profondo sorso di vodka, il sangue si riempì di calore ed entrai, la musica era assordante, il mio scopo era non ballare, mi misi seduto ai divanetti e ordinai uno scotch liscio sotto quelle luci blu.
Osservavo tutti quei culi di quei maschi agghindati come fosse halloween, immaginavo i loro corpi nudi, ma tutto fuggiva in una nuvola di indifferenza.
Continuavo a guardarmi intorno. Poi una ragazza e un ragazzo ubriachi mi caddero addosso, iniziarono a baciarsi alla francese, in me saliva un moto di disgusto poi si spostarono accanto a me, potevo vedere il viso del ragazzo, i flash mostravano dei profondi occhi blu, capelli biondi, labbra sottili ma lisce...mi guardava, la ragazza tentava di spalmargli le sue tette in faccia ma lui mi guardava, lei gli tirò un violento schiaffo sulla guancia tanto che lui rimase piegato con la mano sul viso, lo vedevo scendere, scendeva sempre più, poi appoggiò la sua testa sui miei jeans, scottava, e quel calore, e il suo sudore mi salivano fino all'anima, non sapendo dove mettere le mani strusciava continuamente le sue dita lunghe sui miei fianchi e sul mio petto, dopo di chè mi guardo dritto negli occhi, cominciò ad usare le sue mani per accarezzarmi le costole, fino ai pettorali fino poi al collo, con un sorriso si alzò seduto e alzandosi mi tirò a sè, mi infilò la lingua in bocca violentemente mentre la musica assordava e la luce pulsava, le mani premute sulle mie orecchie erano tra il freddo e il tiepido, me ne passò una dietro la nuca e mi chiese "quanto ce l'hai grosso?" ci guardammo fissi e io mi alzai, si alzò anche lui, uscimmo da quel posto infernale, andammo sul retro deserto dove solo una luce arancione illuminava la via, i baci furono ripetuti e violenti bevvi la sua saliva più e più volte succhiai le sue labbra fino a farlo ridere, la musica ancora sbatteva nel cervello e gli occhi erano chiusi, mi chinai : "abbassati i pantaloni" lui rise e allora glieli abbassai io, brividi di piacere ispiravano le sue coscie, peli biondi le ricoprivano, non erano grandi, ma sebbene fosse italiano erano come quelle di certi turisti inglesi da rapire e sbatterseli in un bagno pubblico, le sue mutande celesti celavano rotondità e sporgenze da camposcuola di quarto anno del liceo, mi rialzai in piedi, infilai una mano, una selva di non troppi peli ispirò i miei più reconditi desideri, poi sentii in mano il suo cazzo bollente liscio non ancora completamente eretto, scesi e feci accogliere nel palmo della mia mano i suoi testicoli belli grossi, lui mi fece un succhiotto sul collo sotto l'orecchio, allora io lo baciai, lui si chinò senza troppi gesti slacciò la mia cinta e tirò fuori il mio cazzo che gli toccò il naso, iniziò a leccarmi con cura la fessura, tutto il glande fino ad accogliermelo completamente ficcato in gola ritmicamente, con le mani suscitava paradisiaci massaggi ai miei testicoli, gli spruzzai il mio sperma sulla fronte, si rialzò, barcollando, io lo tenni fermo per i fianchi, gli leccai il pube che si trova immediatamente sopra l'elastico dell mutande, respirai il suo odore,e con le dita feci strada al suo cazzo che schizzò fuori dalle mutande rimbalzando, ormai era dritto, aveva uno di quei cazzi con il glande affusolato e ben disegnato, respirai il suo odore una seconda volta, e lo accolsi in bocca, era liscio, conobbi il sapore che solo lui poteva conoscere, ora anche io ne ero partecipe, lui era soggiogato al piacere, e il piacere ero io a procurarglielo, un po' di liquido seminale gli era scappato fuori, glielo pulii con un solo colpo della lingua poi gli succhiai il glande fino a far piegare lui dal piacere , mi carezzava le guance mentre con la lingua io scendevo fino ai suoi grossi testicoli, peli biondi anche lì, sapore fantastico, ancora avevano la forma di quando erano dentro le mutande, ne accolsi uno in bocca, poi l'altro, tornai a succhiargli vigorosamente quel glande potente che si ritrovava, lo afferrai e me lo passai sulla lingua, lui ebbe una potente eiaculazione, "portami a casa, ho paura di stare qui" mi disse, "non posso...ci siamo dati tutto quello che volevamo stasera" lui pianse, mi abbracciò respirò il mio collo e tornò dentro la discoteca sparendo in quella folla per sempre...tornai a casa nel buio delle vie.
scritto il
2011-03-28
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