Molto Più Che Fratelli - Capitolo 1

di
genere
incesti

Ho un fratello gemello, Giulio, non siamo proprio identifici ma ci somigliamo parecchio, lui ha i capelli che tendono più sul rosso e lisci. Fin da piccoli abbiamo avuto un legame fortissimo, facevamo tutto insieme, il nostro legame era così forte che nostra madre ci racconta che non potevamo stare lontani l'uno dall'altro per più di cinque/dieci minuti, prima che uno dei due cominciasse a piangere, dormivamo sempre insieme, abbracciati, giocavamo sempre insieme e frequentavamo gli stessi corsi extra-scolastici. Io e Giulio avevamo, e abbiamo ancora, un piccolo ma grande segreto, per dimostrare il nostro affetto e il nostro "amore fraterno", oltre ad abbracciarci, ci baciavamo sulle labbra, non con la lingua, ma erano comunque dei baci. Con il passare degli anni, però, il nostro rapporto non è cambiato più di tanto, facendo diventare l'affetto che ci univa qualcosa di morboso e quasi ossessivo, e l'abitudine di baciarci non ci ha abbandonati, ormai pensavamo fosse una cosa totalmente normale per noi, anche se lo facevamo quando eravamo da soli e di nascosto. Raggiungendo l'età adolescenziale, ovviamente, si raggiungono anche i cambiamenti che ne conseguono e quindi anche la scoperta del nostro corpo, e io e Giulio lo abbiamo fatto insieme. Il primo porno lo abbiamo visto insieme e la prima sega ce la siamo sparata insieme. Anche se ormai stavamo diventando grandi, qualche sera, soprattutto in inverno dormivamo ancora nello stesso letto, abbracciati. All'età di 15 anni, Giulio mi convinse ad iscrivermi con lui in palestra, e io accettai, e fu lì che cominciai a guardarlo con occhi diversi. Lo vedevo sollevare pesi, a petto nudo, con il sudore che scolava sulla sue pelle, mi venivano delle erezioni a guardarlo, ma sul momento non davo importanza a quelle mie reazioni, anche perché notavo che lui mi guardava con gli stessi occhi, anche se non riuscivo mai a capire se gli venisse duro come veniva a me. In pochi mesi capii di essere attratto sessualmente da lui, e mi misi in testa l'idea che prima o poi sarei riuscito a fare sesso con lui, il mio desiderio era quello che avremmo perso la verginità insieme. Una sera, io e Giulio eravamo soli a casa, era una sera triste, perché nostro nonno era in ospedale in fin di vita e aspettavamo da un momento all'altro la telefonata dei nostri genitori che ci avvisavano della sua morte. Io ero in camera nostra da solo, a piangere, e Giulio venne da me. Ricordai che si sedette a terra, accanto a me e mi disse: "Devi essere forte, il nonno è malato da tempo, sapevamo che prima o poi sarebbe successo, e se questo metterà fine alle sue sofferenze, meglio così, no? Non piangere, ci sono qua io..." mi strinse a sé e mi diede uno dei nostri baci sulle labbra, per consolarmi, quando le nostre labbra si sfiorarono, quasi incosciamente, aprii la bocca leggermente, lui fece lo stesso e quel bacio si trasformò in un bacio vero e proprio. Mi ricordo che durò diversi secondi, che diventava sempre più deciso, mi ricordo che poggiai una mano sul suo fianco ma...poi mi respinse, mi guardò attonito, si alzò di scatto e disse: "Ma che cazzo...cosa stavi facendo!?" e andò via, lasciandomi a terra. Tornai a piangere, che stupido che ero stato, baciare mio fratello...ma cosa avevo in testa? Guardai l'orario, era quasi mezzanotte, decisi di andare a dormire. Mi svegliai la mattina successiva, e mi resi conto che non ero solo nel mio letto. Giulio era con me, abbracciato a me, come facevamo quando eravamo piccoli quando uno dei due era triste. Mi mossi e lui si svegliò, sorridendomi. La prima cosa che dissi fu: "Giulio, ascolta, scusami per ieri sera, non so cosa mi sia preso, sono stato uno stronzo e..."
"Zitto. Stai tranquillo, è tutto ok. Scusami tu per la mia reazione, ora dormi." Così dicendo chiuse gli occhi e si riaddormentò, io feci lo stesso. Non parlammo più di quella sera, il nostro rapporto era praticamente uguale a prima, ma con una differenza: non ci baciammo più, la nostra usanza era svanita, per colpa mia.
Passarono mesi, e finalmente arrivò l'estate. Era la sera del nostro sedicesimo compleanno, io e Giulio a scuola non avevamo tanti amici, così invitammo solo due ragazzi, Riccardo e Antonio, a casa nostra a festeggiare. I nostri genitori avevano deciso di lasciarci la notte libera e per quella sera avrebbero dormito nella nostra casa in campagna, lasciandoci festeggiare con i nostri amici. Eravamo pronti a festeggiare, avevamo pettinato bene i capelli e avevamo messo le nostre migliori camice. Ma quella sera non andò come pianificammo: il primo a chiamare fu Riccardo, dicendo che sua madre stava male doveva stare a casa per accudirla, cinque minuti dopo chiamò Antonio, a quanto diceva la sua ragazza lo aveva lasciato e lui non era in vena di fare festa. Restavamo solo io e Giulio. Chiesi: "Chiamiamo mamma e papà e li facciamo tornare?"
"No. Stanno bene in campagna."
"E noi qui che facciamo?"
"Festeggiamo."
"E come?"
"Vieni con me". Lo seguii in cucina, aprì il frigo e prese due intere cassette di birra da sei bottiglie l'una. Io non ero un grande bevitore all'epoca, e per quello che ne sapevo, neanche lui. Prese entrambe le cassette e salì in camera nostra, lo seguii. Mi disse: "Una partita alla play mentre ci scoliamo queste?" Accettai. Ci stendemmo entrambi nel letto di Giulio, quello di fronte alla tv, e mentre il gioco si caricava, cominciammo a bere la prima bottiglia. "Cazzo che caldo!" disse Giulio appena finito di bere la prima bottiglia, e si tolse camicia e jeans, restando in boxer, poi mi guardò e disse: "Ma non vedi che stai sudando? Cosa ci fai ancora vestito?" Tolsi anche io tutto, restando in boxer. Il letto era ad una piazza, e di conseguenza io e Giulio stavamo attaccati. Vedendo gli addominali di Giulio, e aggiungendo anche l'inevitabile contatto fisico, mi venne un durello che non riuscii a controllare, ma che cercai di nascondere. Era passata un'ora, io avevo appena finito la mia terza birra, mentre Giulio stava bevendo la sua settima. Vinsi la partita, e preso dall'euforia del momento alzai le braccia e gridai, però urtai il gomito di Giulio e la birra si versò tutta sul letto...e su di lui. Era completamente inzuppato, la faccia, il petto, l'addome, i boxer, tutti bagnati di birra. "Scusami..." riuscii a dire mentre trattenevo una risata, ma lui non rise, mi guardò in un modo che quasi mi fece paura, pensai che da un momento all'altro mi avrebbe preso a pugni. Dissi: "Vado a prendere dei tovaglioli."
"Tu non vai da nessuna parte, coglione."
"Volevo solo pulirti dalla birra..."
"E lo farai, ma con i tovaglioli."
"E come?"
"Con la lingua. Dai inizia, se non vuoi che ti prenda a pugni."
"Stai scherzando?"
"Lecca!"
Quel suo urlo mi fece tremare, avevo davvero paura, ma del resto lui voleva che facessi quello che sognavo da un anno, ma non era così che doveva andare. Piano piano, avvicinai la bocca al petto di Giulio, e uscii la lingua. Leccai dapprima solo con la punta, poi usai tutta la lingua. Con la coda dell'occhio guardavo mio fratello: aveva chiuso gli occhi, come se quella gli piacesse. Continuai a leccare i capezzoli, che divennero turgidi, poi scesi e leccai quei meravigliosi addominali, ormai il mio cazzo di pietra stava strappando le mutande. "Ho finito..." borbottai.
Giulio alzò la testa e disse: "Hai finito? Non mi pare che la mia faccia sia asciutta."
Senza rispondere, mi avvicinai alla faccia di Giulio e cominciai a leccare il collo, la guancia, il mento...e la bocca. Lui teneva gli occhi aperti puntati su di me, mentre io leccavo quelle sue bellissime labbra, sperando che da un momento all'altro le aprisse e mi baciasse, ma non mi baciò. Continuai a leccargli le labbra per minuti, anche quando erano diventate asciutte, poi mi staccai. "Non hai ancora finito." mi disse.
"Come no?"
"Guarda le mie mutande, sono macchiate, e sento che la birra ha penetrato il tessuto e mi ha bagnato il cazzo. Asciugalo."
Ero senza parole. "Cosa?" dissi "No, non lo farò."
L'ira di Giulio accese i suoi occhi, si mise a sedere e si avvicinò così tanto che pensai che mi stesse per baciare, poi con il tono di voce più intimidatorio che abbia mai sentito mi disse: "Leccami il cazzo."
Non osai disobbedire. Sfilai i boxer di mio fratello e trovai sotto il suo cazzo duro. In realtà non era bagnato, ma non volevo più contrariarlo. Lo leccai con la punta della lingua. Al contatto, Giulio alzò il petto ed emise un lieve gemito di piacere, ad occhi chiusi. Leccai sempre con più decisione, e Giulio ansimava sempre più, gonfiando e sgonfiando il petto ripetutamente. Poi, preso dal piacere, lo infilai in bocca e cominciai a spompinarlo. Giulio alzò la testa e sorrise compiaciuto. Poi disse: "Vai piccola troietta, vai!" e continuai e spompinarlo, su e giù, su e giù, su e giù...ci avevo preso gusto. Mentre lavoravo con la bocca, mi aiutavo con una mano, mentre con l'altra accarezzavo debolmente gli addominali di Giulio. Lui, da parte sua aveva messo un braccio dietro la nuca, e con l'altro si accarezzava il petto, fino a quando la sua mano non incontrò la mia e la condusse dove lui voleva. Sentii la sua pelle che cominciava a inumidirsi dal sudore, anche io stavo sudando. Restai a spompinarlo per non so quanti minuti, finché non mi mancò l'aria, non riuscivo quasi a respirare, pensavo di stare per soffocare, mi staccai, e feci per allontanarmi. Giulio si mise subito a sedere e mi afferrò per le mutande, e nel tentativo di tirarmi indietro le strappò. Gettò via quello che rimaneva dei miei boxer e vide il mio cazzo durissimo, già umido del liquido preseminale. Sorrise e disse: "Qui qualcuno si è eccitato, eh? Bene bene bene, vediamo di farlo eccitare ancora di più."
"Che vuoi fare?"
"Davvero non hai ancora capito? Sei così rincoglionito?" Non mi aveva mai parlato così, ero sconvolto.
Mi afferrò con forza e mi scaraventò a letto a faccia in giù, mi aprì le gambe e si mise dietro di me, in ginocchio. Mi spinse a sé in modo da sollevarmi leggermente, poi mi massaggiò la natica e la schiaffeggiò con violenza, urlai. Capivo quello che stava per farmi, ma non mi opposi affatto, ero inerme con un sacco di patate, lo lasciai fare. Afferrò il suo cazzo e poggiò la punta sul mio culo. Poi con l'altra mano, si appoggiò alla mia schiena, affondando le unghie. D'un tratto sentii un corpo estraneo penetrarmi, il suo cazzo aveva fatto ingresso dentro di me. Trattenni un urlo affondando la testa nel cuscino e mordendolo. Giulio mi inculò dapprima piano, poi sempre con più violenza. Non appena raggiunse la stabilità e il giusto ritmo, prese la bottiglia di birra che gli avevo rovesciato addosso dal comodino accanto al letto, e bevve quello che rimaneva, cioè mezza bottiglia, il tutto mentre continuava senza sosta ad incularmi. Pian piano mi abituai a quella stupenda sensazione e alzai la testa dal cuscino, continuando però ad ansimare ad ogni colpo. Finita la bottiglia, la buttò a terra, anche se non si ruppe impattando il tappeto, e mi inculò con più forza. Con entrambe le mani mi afferrò le spalle e si chinò su di me. Cominciò a mordermi con forza il collo e le spalle, così come io avevo morso il cuscino. Sentì di stare per venire e diede gli ultimi micidiali colpi...ma venni prima io, gettando tutto lo sperma nel materazzo, anche se mi sporcai il ventre visto che ero steso a pancia in giù. Giulio gettò un debole urlo e venne. Sentii uno strano calore dentro di me. Uscii dal mio culo e si gettò accanto a me, sfinito, col fiatone. Ci guardammo per alcuni secondi, poi mi disse: "Buon compleanno fratellino." con un sorriso malizioso. Furono le sue ultime parole prima di addormentarsi, un minuto dopo. Non ricordo invece quando fui io ad addormentarmi. Ricordo però che fu un rombo di una macchina a svegliarmi, quella dei miei genitori. Aprii lentamente gli occhi, ero nudo, nel letto di Giulio, ero messo di fianco. Poi vidi anche mio fratello, avevo la testa poggiata alla sua spalla e il braccio destro poggiato sul petto di Giulio, che invece di dormiva a pancia in su. Capii di essere nei guai, saltai giù dal letto mentre sentii la porta che si chiudeva al piano di sotto.
"Ragazzi! Siamo tornati!" Era la voce di mia madre. Diedi uno schiaffo a Giulio per farlo svegliare, nel frattempo cercavo di nascondere le bottiglie di birra. Alcune le misi dentro il cassetto, altre sotto il letto. Anche Giulio capì e mi aiutò. Mia madre saliva gli scalini mentre continuava a chiamarci. Giulio si mise i boxer e fece finta di dormire, ma io non potevo farmi trovare da mia madre nel letto di mio fratello, nudo. Cercai quello che restava dei miei boxer strappati e li nascosi sotto il letto, mi infilai nel mio letto e mi coprii col lenzuolo fino alla vita, in modo da nascondere la mia nudità. Mia madre aprì la porta della stanza nel momento in cui chiusi gli occhi. Restò a guardarci per qualche secondo, poi chiuse la porta e se ne andò.
Giulio si alzò: "Per poco..." disse.
"Sì, meno male."
Si messaggiò la testa.
"Tutto bene?" chiesi.
"Mi scoppia la testa...quanto ho bevuto stanotte?"
"Tanto...troppo."
"Ma che è successo? Non ricordo niente?"
"Non ricordi? Sei sicuro?" ero infastidito dalla sua 'amnesia'.
Giulio ci pensò su e poi sgranò gli occhi, e si mise una mano davanti la bocca, e disse: "Oddio...no...non è possibile...io non..."
"Eri ubriaco."
"Sì ma...lo abbiamo fatto Nico...abbiamo fatto sesso...noi siamo fratelli!" sembrava disgustato dall'idea di aver inculato il sangue del suo sangue.
"Ieri non ti sei preoccupato del fatto che fossimo fratelli...ma comunque, non preoccuparti. È stato divertente."
Giulio mi guardò preoccupato, poi scoppiò a ridere. "È stato divertente?" disse.
Io ammisi tutto, tanto ormai la frittata era fatta. "Sì, mi è piaciuto fare quello che abbiamo fatto...e da quello che ho visto anche al tuo amichetto là sotto è piaciuto."
"Non ci posso credere...ho scopato con mio fratello, ho perso la verginità con mio fratello! Assurdo."
"Ma quindi...sei gay?"
"Che? Perché lo chiedi? Ah...giusto. Perché mai dovrei esserlo? Ti ho inculato come avrei fatto come una ragazza, nessuna differenza. I buchi sono sempre quelli, no?"
"Teoria interessante. Ora scommetto che vorrai rifarlo perché le ragazze non ti cagano e hai bisogno di sfogarti, giusto? Ah, dimenticavo, ieri sera, mentre assaggiavo il tuo cazzo, mi hai chiamato 'troietta'."
"Davvero? Oddio, scusami fratello, non avrei dovuto."
Mi liberai del lenzuolo, scoprendo il mio corpo nudo e il mio cazzo dritto, mi alzai e mi sedetti sul letto di Giulio, accanto a lui. Gli accarezzai i capelli e gli dissi: "Non devi scusarti, io non chiedo di meglio, sarò la tua troietta, se vuoi." E lo baciai sulle labbra.

Continua...

[Spero che questa prima parte vi sia piaciuta e che continuerete a leggere pure la seconda parte, che pubblicherò tra qualche giorno. Fatemi sapere nei commenti, a presto!]
di
scritto il
2018-07-05
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