La scelta

di
genere
dominazione

Innocente.
Un viso innocente incorniciato da lunghi capelli ora mossi dal vento.
Occhi azzurri, cristallini.
Guardava il mare da un grande terrazzo.
Il suo vestito era lungo.
Tirava vento, ma non le importava del freddo, non le importava della festa, non le importava delle persone che la stavano sicuramente cercando.
Voleva perdersi tra le onde del mare.
- Signorina, vuole ammalarsi forse? - Era la voce di un uomo.
- Scusi? - lei si volto' piano, e incontrò gli occhi dell'uomo.
Erano occhi scuri, ma non ne sapeva definire il colore. Lui era ancora avvolto dall'oscurità della sera.
Era alto, molto più alto di lei.
Emanava fin troppa sicurezza.
Lei detestava quel tipo di uomini.
Doveva stare attenta, era pur sempre sola, una (semplice) ragazza sola, al buio...
Doveva liquidarlo subito.
- Le consiglio di tornare dentro se non vuole prendersi un malanno, tira un vento troppo forte. - continuo' lui.
- Grazie per l'interessamento, ma sto bene qui, non ho voglia di tornare dentro. La prego invece di tornare indietro, vorrei un po' di pace. - rispose all'uomo in tono calmo e deciso.
- Mi scusi allora per l'interruzione, non volevo. Prenda la mia giacca almeno, così non sentirà freddo! - mentre pronunciava queste parole, l'uomo si avvicinò deciso verso lei, si tolse la giacca e la mise sulle spalle della ragazza.
Imbarazzata si volse verso di lui, ma il suo sguardo parve quasi di paura.
- Non deve avere paura di me, ci sono certamente uomini da cui deve stare attenta là fuori e dentro questo posto. Uomini che l'hanno guardata tutto il tempo; con i desideri piu' violenti e perversi. Probabilmente questa notte faranno pensieri su di lei, cercandola senza sonno tra coperte e mani bagnate. - disse l'uomo mentre la ragazza arrossi' violentemente.
Abbassò lo sguardo verso terra non sapendo come dibattere.
Prese coraggio.
- Ma come si permette? Anche lei allora mi ha guardata tutta la sera come loro? Non si dovrebbe forse vergognare? - rispose con tanto di respiri tra una domanda e l'altra.
- Non mi vergogno affatto per aver guardato un fiore bellissimo. In mezzo a tanti fiori marci, lei è decisamente il più puro... - disse mentre si avvicinava a lei.
- Non mi vergogno di aver pensato mille cose su di lei, di averla spogliata impunemente con gli occhi… - disse mentre si appoggiava al terrazzo e si voltava verso di lei.
- Non mi vergogno nel dirle che mi piacerebbe far sbocciare questo fiore, che sembra aver bisogno di particolare attenzioni... - le sussurro' all'orecchio.
La ragazza rossa in viso si tolse la giacca in fretta e fece per restituirla all'uomo.
Era meglio andar via.
Eppure qualcosa in lei la tratteneva.
Lei non voleva sentire. Voleva reprimere.
Lui afferrò il suo braccio delicatamente.
I due si guardarono.
Lei abbassò lo sguardo.
Non riusciva a tenerlo alto. Voleva solo sparire.
Lui lasciò la presa.
Le prese il mento.
Si guardarono.
E li' si scelsero.

Proprio lì, scelsi la mia rovina.
Proprio lì, scelsi la mia salvezza…
di
scritto il
2018-07-29
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