Fai quello che dico io - Parte 4 “Il patto”
di
Dan
genere
dominazione
Nicola finì la doccia molto rapidamente. Rimase ad aspettare che finissi anche io, avvolto nel suo accappatoio, così da guadagnare un minimo di tepore. Quando chiusi l’acqua, mi infilai l’accappatoio e gli chiesi: “Nulla da dire?”. “La temperatura dell’acqua era perfetta, Grazie” rispose Nicola. Mentre riprendevo il bagnoschiuma dal portasapone, Nicola mi abbracciò da dietro. Rimanemmo qualche momento in silenzio in quella posizione. Pensai che un momento di tenerezza potevo anche concederglielo, in fin dei conti gli avevo appena fatto fare una doccia fredda in pieno inverno. “Voglio essere unico per te; farò tutto quello che mi chiederai. Davvero” disse Nicola con una voce leggerissima. Forse neanche lui avrebbe mai immaginato di proferire una frase del genere.
Ok, il momento di tenerezza era durato anche troppo. Mi liberai dall’abbraccio di Nicola e tornammo dal lato dello spogliatoio. Mentre ci rivestivamo gli chiesi se il giorno seguente avrebbe avuto lezione all’università. Mi rispose di si ma fino alle 12. “Bene”, risposi io, “all’una e mezza sarò a casa tua per pranzo”. Nicola fu sorpreso di questa mia richiesta (anche se non era una richiesta perché non presupponeva una facoltà di scelta) e mi spiegò dove abitava di preciso.
Il giorno dopo arrivai puntuale a casa di Nicola. Lui era visibilmente emozionato, chissà cosa immaginava potesse accadere. La mia idea era quella di poter parlare con tranquillità. La casa era molto bella, effettivamente si vedeva che il proprietario di casa aveva iniziato ad arredarla non certo per affittarla agli studenti. C’era un ingresso con living ed angolo cottura, due camere matrimoniali, due bagni e un piccolo ripostiglio. Gli ambienti non erano molto grandi, realizzati secondo gli attuali canoni abitativi, ma i colori e l’arredo erano armonici e trasmettevano un senso di ampiezza. Nicola aveva preparato un risotto allo scoglio, utilizzando un preparato congelato. Vabbè, era pur sempre uno studente universitario. Mi fece accomodare a tavola, mi servì il riso ed aprì una bottiglia di chardonnay. Il ragazzo aveva gusto nella scelta dei vini. Oppure era stato molto fortunato. Presi il mio bicchiere e lo alzai un po, chiedendo a cosa volesse brindare. “Alla tua maglietta” rispose Nicola sorridendo, “al tuo odore, a come sei, a quanto mi sento attratto da te”. Io non so dire se si fosse preparato la battuta, ma la cosa mi lusingò parecchio!
Durante il pasto gli chiesi, in maniera piuttosto esplicita, cosa intendesse quando diceva di voler esser unico per me. Nicola mi rispose, senza neanche troppo imbarazzo, che voleva essere parte della mia vita, voleva essere il mio segreto, voleva esser a mia disposizione in tutto. “Con che limiti?” chiesi. “Basta che non mi uccidi e non mi sputtani” rispose sorridendo lui. Bhe…. Alla grande insomma!
Finito di mangiare gli dissi di sparecchiare e sistemare la cucina mentre mi rilassavo sul divano. Poco dopo Nicola mi raggiunse. “Quindi posso chiederti qualsiasi cosa, tenendo solo quei limiti di cui mi hai detto prima?”. Nicola annuì. Ci fu un momento di silenzio. “Ok” gli dissi, “sarai parte della mia vita e dovrai essere a mia disposizione, in tutto. Quando ti troverai con la tua fidanzata sarai come in pausa, ma per il resto del tempo dovrai esser a mia disposizione. Deciderò io i tempi e i modi di tutto. Tu non avrai mai il permesso di chiamarmi o scrivermi o avvicinarti alla mia sfera privata. Potrai chiamarmi con il nome che meglio credi, non mi importa. Dovrai esser sempre sincero con me, non voglio cazzate. Se una cosa non ti piace me lo devi dire, senza prendermi per il culo.” Nicola mi sorrise, con le labbra e con gli occhi.
“Ora che sei nella mia disponibilità, voglio avere il tuo controllo. Per prima cosa, chiaramente, sarò io a decidere del tuo piacere. Da oggi, tranne quando starai con la tua fidanzata, non potrai scopare con nessuno o segarti e venire senza il mio consenso. Chiaro?” Nicola rispose di si, abbasso la testa. “Pensi sia difficile?” “Bhe, un po si”, rispose rialzando la testa e sorridendomi. “Volevi essere a mia disposizione in tutto. Eccoti accontentato. Tuttavia, voglio farti iniziare la tua castità in leggerezza. Vai di la e preparami il caffè. Servimelo. Poi ti spoglierai, ti allungherai per terra e ti segherai fino a venire. Da quel momento inizierà la tua castità. Nicola si alzò subito e preparò il caffè. Notai che le sue mani tremavano mentre mi serviva la tazzina. Si mise davanti a me, si spogliò rapidamente, guardandomi con degli occhi brillanti. Era eccitato e si vedeva. Si allungò ed iniziò a segarsi chiudendo gli occhi di tanto in tanto. Io ero li, seduto sul divano con il mio caffè. Mentre l’eccitazione cresceva, vedevo i muscoli di Nicola tendersi e rendersi evidenti. Era quasi al limite. In tiro aveva un uccello davvero ben fatto, nulla di esagerato, ma credo un paio di centimetri più di me. Dopo pochi istanti esplose con respiri affannosi, riempiendosi il petto e l’addome del suo liquido.
A quel punto presi la tazzina ed il piattino e glieli poggiai vicino la testa. Poi afferrai le sue palle con una mano, tirandole leggermente. Erano calde, quasi bollenti. “Da adesso, su di loro decido io” gli dissi, guardandolo negli occhi. Poi diedi uno schiaffetto leggero su quel bel viso e gli dissi di andarsi a lavare. Lo salutai lasciandolo li per terra.
….
per chi volesse contattarmi, anche per suggerimenti o idee, la mia mail è dan8484@libero.it
Ok, il momento di tenerezza era durato anche troppo. Mi liberai dall’abbraccio di Nicola e tornammo dal lato dello spogliatoio. Mentre ci rivestivamo gli chiesi se il giorno seguente avrebbe avuto lezione all’università. Mi rispose di si ma fino alle 12. “Bene”, risposi io, “all’una e mezza sarò a casa tua per pranzo”. Nicola fu sorpreso di questa mia richiesta (anche se non era una richiesta perché non presupponeva una facoltà di scelta) e mi spiegò dove abitava di preciso.
Il giorno dopo arrivai puntuale a casa di Nicola. Lui era visibilmente emozionato, chissà cosa immaginava potesse accadere. La mia idea era quella di poter parlare con tranquillità. La casa era molto bella, effettivamente si vedeva che il proprietario di casa aveva iniziato ad arredarla non certo per affittarla agli studenti. C’era un ingresso con living ed angolo cottura, due camere matrimoniali, due bagni e un piccolo ripostiglio. Gli ambienti non erano molto grandi, realizzati secondo gli attuali canoni abitativi, ma i colori e l’arredo erano armonici e trasmettevano un senso di ampiezza. Nicola aveva preparato un risotto allo scoglio, utilizzando un preparato congelato. Vabbè, era pur sempre uno studente universitario. Mi fece accomodare a tavola, mi servì il riso ed aprì una bottiglia di chardonnay. Il ragazzo aveva gusto nella scelta dei vini. Oppure era stato molto fortunato. Presi il mio bicchiere e lo alzai un po, chiedendo a cosa volesse brindare. “Alla tua maglietta” rispose Nicola sorridendo, “al tuo odore, a come sei, a quanto mi sento attratto da te”. Io non so dire se si fosse preparato la battuta, ma la cosa mi lusingò parecchio!
Durante il pasto gli chiesi, in maniera piuttosto esplicita, cosa intendesse quando diceva di voler esser unico per me. Nicola mi rispose, senza neanche troppo imbarazzo, che voleva essere parte della mia vita, voleva essere il mio segreto, voleva esser a mia disposizione in tutto. “Con che limiti?” chiesi. “Basta che non mi uccidi e non mi sputtani” rispose sorridendo lui. Bhe…. Alla grande insomma!
Finito di mangiare gli dissi di sparecchiare e sistemare la cucina mentre mi rilassavo sul divano. Poco dopo Nicola mi raggiunse. “Quindi posso chiederti qualsiasi cosa, tenendo solo quei limiti di cui mi hai detto prima?”. Nicola annuì. Ci fu un momento di silenzio. “Ok” gli dissi, “sarai parte della mia vita e dovrai essere a mia disposizione, in tutto. Quando ti troverai con la tua fidanzata sarai come in pausa, ma per il resto del tempo dovrai esser a mia disposizione. Deciderò io i tempi e i modi di tutto. Tu non avrai mai il permesso di chiamarmi o scrivermi o avvicinarti alla mia sfera privata. Potrai chiamarmi con il nome che meglio credi, non mi importa. Dovrai esser sempre sincero con me, non voglio cazzate. Se una cosa non ti piace me lo devi dire, senza prendermi per il culo.” Nicola mi sorrise, con le labbra e con gli occhi.
“Ora che sei nella mia disponibilità, voglio avere il tuo controllo. Per prima cosa, chiaramente, sarò io a decidere del tuo piacere. Da oggi, tranne quando starai con la tua fidanzata, non potrai scopare con nessuno o segarti e venire senza il mio consenso. Chiaro?” Nicola rispose di si, abbasso la testa. “Pensi sia difficile?” “Bhe, un po si”, rispose rialzando la testa e sorridendomi. “Volevi essere a mia disposizione in tutto. Eccoti accontentato. Tuttavia, voglio farti iniziare la tua castità in leggerezza. Vai di la e preparami il caffè. Servimelo. Poi ti spoglierai, ti allungherai per terra e ti segherai fino a venire. Da quel momento inizierà la tua castità. Nicola si alzò subito e preparò il caffè. Notai che le sue mani tremavano mentre mi serviva la tazzina. Si mise davanti a me, si spogliò rapidamente, guardandomi con degli occhi brillanti. Era eccitato e si vedeva. Si allungò ed iniziò a segarsi chiudendo gli occhi di tanto in tanto. Io ero li, seduto sul divano con il mio caffè. Mentre l’eccitazione cresceva, vedevo i muscoli di Nicola tendersi e rendersi evidenti. Era quasi al limite. In tiro aveva un uccello davvero ben fatto, nulla di esagerato, ma credo un paio di centimetri più di me. Dopo pochi istanti esplose con respiri affannosi, riempiendosi il petto e l’addome del suo liquido.
A quel punto presi la tazzina ed il piattino e glieli poggiai vicino la testa. Poi afferrai le sue palle con una mano, tirandole leggermente. Erano calde, quasi bollenti. “Da adesso, su di loro decido io” gli dissi, guardandolo negli occhi. Poi diedi uno schiaffetto leggero su quel bel viso e gli dissi di andarsi a lavare. Lo salutai lasciandolo li per terra.
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