Fai quello che dico io – Parte 1 “L’inizio”

di
genere
dominazione

Sono un uomo di 35 anni, o forse un ragazzo di 35 anni, dipende dai punti di vista. Non posso dire di essere un figo ma ho il mio seguito, ho un fisico discreto, definito ma purtroppo senza quei muscoli in evidenza come negli atlanti di anatomia. Sono fidanzato con una donna, da molti anni, e con lei sto bene. Parecchi anni fa ebbi qualche esperienza con ragazzi, ma nulla di che.
Quella che voglio raccontare, è una storia parzialmente vera (chi indovina il limite tra la fantasia e la realtà vincerà un premio) accaduta alcuni mesi fa.

Mi ero iscritto in palestra dopo alcuni mesi di pausa. Il Covid aveva fermato tutto e la mia paura del contagio era grande. Vicino al mio studio c’era però una piccola palestra collegata ad un ASD di pallamano. Parlando con un mio amico, che aveva molta meno paura di me del contagio ma che comprendeva i miei timori, mi consigliò di andare a dare un’occhiata perché la sala pesi era davvero poco frequentata durante il giorno e, dunque, il rischio di contagio era davvero basso. Andai, ed effettivamente era così: l’ambiente era molto pulito e curato, i gestori particolarmente scrupolosi nel rispetto delle norme anti-Covid, l’accesso era consentito solo su prenotazione a massimo 3 persone contemporaneamente per tutta la sala. Perfetto. Mi iscrissi. Devo dire che mi trovai bene: allenarsi da solo non era affatto male.
Dopo circa un paio di mesi, accadde una novità. Mentre mi trovavo nello spogliatoio, dopo allenamento, intento ad asciugarmi dopo la doccia, sentii dei passi salire le scale ed il titolare della palestra parlare. Non ci feci caso più di tanto perché vista l’assenza di clientela in quell’orario, in palestra regnava il silenzio e non era insolito riuscire a sentire con estrema precisione le conversazioni telefoniche del titolare. Ad un certo punto la porta dello spogliatoio si aprì ed entrò un ragazzo di poco più che vent’anni.
Lo spogliatoio è diviso in due ambienti e dalla porta di ingresso non si ha diretta visione delle docce né della zona con gli asciugacapelli. Io, in quel momento, mi stavo asciugando con il phon. Ero completamente nudo. Il ragazzo entro e come mi vide abbassò subito lo sguardo, salutandomi a bassa voce. Io non sentii bene la sua voce, spensi un momento l’asciugacapelli e lo salutai. Mentre finivo di asciugarmi vidi, tramite lo specchio che il ragazzo si tolse la giacca, e si sistemò l’abbigliamento per allenarsi. Era un bel ragazzo, alto più o meno quanto me, capelli corti e neri, magro. Tornai dal lato delle panchine, dove avevo lasciato il borsone e gli chiesi se era la prima volta che veniva in quella palestra. Mi rispose di si. Scambiammo quattro chiacchiere, le solite in occasioni come quelle. Lui era abbastanza imbarazzato. Mi disse di chiamarsi Nicola, di avere 24 anni, si essere uno studente universitario fuori sede. Aveva scelto quella palestra per motivazioni simili alle mie. Ci salutammo, dicendo che sicuramente ci saremmo rivisti nei giorni successivi, poiché a quanto pare, avevamo orari di allenamento simili.

Due giorni dopo, infatti, incontrai nuovamente Nicola. Questa volta ci trovammo in sala: quando lui arrivò io avevo quasi finito. Scambiammo qualche parola tra una serie ed un’altra. Lui non era molto pratico di palestre etc. In più di un’occasione mi sembrò di avere i suoi occhi addosso. Dimenticavo, aveva degli occhi chiari davvero belli, insoliti per un ragazzo con i capelli neri. Salii sopra e mentre mi stavo spogliando per docciarmi entro Nicola per prendere qualcosa dalla sua borsa. Non ci feci caso, tempo dopo capii che era una finta per vedermi. Anche in quei momenti sentii chiarissima la sensazione di avere i suoi occhi puntati addosso.
Nei giorni successivi capitò di incontrarsi altre volte, e le cose andarono bene o male sempre allo stesso modo. Con il passare dei giorni capitava di parlare anche di altro rispetto agli allenamenti, giusto per spezzare un po la noia e magari farsi due risate.
Un giorno, quasi un mese dopo esserci conosciuti, successe qualcosa di diverso che avrebbe segnato, a fondo, il rapporto tra me e Nicola. Come al solito avevo finito prima ed ero salito su per la doccia e cambiarmi. Andai in doccia e aprii l’acqua, aspettando che si scaldasse. Ad un tratto mi accorsi di non aver preso il flaconcino di shampoo, per averlo scambiato con il gel igienizzante. Uscii quindi dal locale delle docce per tornare nello spogliatoio, e dallo specchio vidi Nicola. Era vicino alla mia borsa, che osservava i miei pantaloncini e la mia maglietta. Mi fermai un momento, per osservarlo senza esser visto.

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2022-06-06
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