Un diamante è per sempre
di
Eva & Marco
genere
trio
Il lavoro può essere stressante e faticoso ma se hai la fortuna di lavorare nel settore che ti piace, magari tutto viene più semplice. Ho sempre
avuto la passione per il marketing e, come mio marito, ho sempre
sognato di lavorare in questo settore. Marco è riuscito ad entrare
in una grossa azienda di settore e attualmente riveste un ruolo a
cavallo tra il commerciale e il marketing. È un product manager di
successo e l’azienda gli affida spesso incarichi di prestigio e
molto remunerativi. Io sono Eva, mamma da 18 mesi e, anche se in
piccolo, donna lavoratrice. Infatti ho avviato una piccola attività
di organizzazione eventi. Un giorno vengo chiamata dal nuovo
responsabile di mio marito per un colloquio in azienda per una
collaborazione con loro. Mio marito mi teneva sulle spine, non mi
dava anticipazioni nonostante la mia insistenza. Mi disse solo di
non farmi sfuggire questa occasione perché poteva essere foriera di
nuovi incarichi e, visto che nonostante il mio impegno, la mia
attività stentava a decollare questa opportunità poteva essere una
manna dal cielo. Il giorno dell’appuntamento ero un pò tesa, mi
vestii in modo professionale ma ovviamente non dimenticai di
valorizzare i miei punti forti. Ho 35 anni, una quarta di seno che
nonostante la gravidanza e l’allattamento, è rimasto vivo. Il mio
sedere è tondo, un pò abbondante ma Jennifer Lopez insegna che
questo può essere anche un punto di forza... Il tailleur con cui mi
sono presentata era davvero bello, non tanto scollato ma lasciava
immaginare le mie forme. La sala d’attesa in cui mi fecero
attendere che il Dr. Marcuzzi si liberasse per ricevermi era
gelida. L’aria condizionata era fortissima e i miei capezzoli si
irrigidirono in men che non si dica. Mentre cercavo un modo per
nasconderli vengo chiamata dalla segretaria di Marcuzzi la quale mi
fece cenno di entrare. Marcuzzi mi accolse con una stretta di mano
energica e in lasso di secondo si soffermò sul mio seno dal quale
svettavano i miei capezzoli turgidi. Non potevo far nulla per
nasconderli, decisi quindi che li avrei usati a mio favore.
Superata la fase di convenevoli, accertato che Marcuzzi non perdeva
occasione per guardarmi le tette, finalmente si entrò nel vivo
della discussione. Una società ungherese nota nel mondo dell’eros
ha incaricato l’azienda di mio marito di organizzare il lancio in
Italia di una nuova generazione di night club. L’intero organico
aziendale era già impegnato in altre attività aziendali ma nessuno
voleva rinunciare a questa ricca opportunità e pertanto mio marito
aveva suggerito un sub appalto a me... Ovviamente colsi la palla al
balzo e accettai. L’eros mi ha sempre affascinato e il compenso era
pari a quanto sarei riuscita a guadagnare in un anno dei miei
soliti lavoretti. Marcuzzi mi disse che avrei dovuto relazionare a
lui e a mio marito, che per l’occasione era stato assegnato in
affiancamento a questo progetto. Dopo una energica stretta di mani
mi congedai e mi diressi verso la sala caffè. Ero di fronte al
distributore automatico quando sentii arrivare una ben assestata
pacca sul culo. Mi voltai infuriata ma il volto che vidi mi fece
subito passare l’ira. Marco era dietro di me e già mi sfotteva per
l’incarico ricevuto. Afferrandomi una chiappa mi disse ammiccando:
non possiamo perdere tempo, approfondiamo ogni argomento. L’ilarità
era mista alla provocazione ma risposi al gioco annuendo e
strizzando l’occhio. Fu allora che mi accorsi della presenza di
Marcuzzi, il quale probabilmente aveva sentito ed infatti
intervenne con un: “Potete contare su di me. Mai lasciare nulla al
caso!” L’ambiguità di quella frase era forte ed incisiva. Ma lui
era pur sempre il capo e quindi risposi con un cordiale sorriso.
Furono giorni concitati. Lavorammo in tutte le ore e ci
confrontavamo periodicamente per valutare lo stato di avanzamento
dei lavori ed eventualmente aggiustare il tiro su alcuni punti.
Marcuzzi si rivelò davvero bravo nel delegare e nel supervisionare
il lavoro. Interveniva poco e non mancava di complimentarsi con mio
marito per la brava e bella moglie. La sua educazione e cordialità
celava un desiderio di flirtare che non mi dispiaceva perché fatto
sempre con eleganza e gentilezza. Io e Marco lo avevamo capito e
spesso nelll’intimità del nostro letto giocavamo immaginando di
scopare in tre con Marcuzzi. La nostra fantasia erotica ricorrente
da qualche tempo era diventate provare l’ebbrezza del sesso a tre.
Mentre Marco mi scopava spesso esigevo il suo dito in bocca che
leccavo e succhiavo avidamente pensando che fosse un bel cazzo.
Marco preferiva il sesso a tre con un altra donna ma la reazione
che il mio corpo aveva quando immaginavo che al posto del dito ci
fosse un bel cazzo era a detta sua davvero incredibile. Spesso mi
diceva che gli sembrava che la mia fighetta gli mangiasse il cazzo
tanto erano forti le contrazioni con cui il mio corpo reagiva a
quella fantasia. Ad un paio di settimane dalla death-line che ci
eravamo dati per la chiusura dei lavori ci incontrammo perchè
ognuno di noi aveva finito il proprio lavoro. Sembrava assurdo ma
eravamo andati così veloci che avevamo finito prima del previsto.
Contattamo il nostro cliente per avvisarlo e per organizzare un
incontro in cui avremmo presentato i frutti del nostro lavoro. Il
giorno della presentazione eravamo un pò tesi ma anche certi che il
nostro piano di sviluppo sarebbe piaciuto. Ed infatti il nostro
cliente fu davvero soddisfatto, Marcuzzi era soddisfatto e
ovviamente anche noi eravamo davvero fieri del nostro lavoro. Fummo
invitati ad una specie di apertura di prova del primo night club
organizzata ad hoc per alcuni fornitori tra cui noi. Non ero mai
stata ad un night club ma, oltre al fatto che Marco sarebbe stato
lì con me, vedevo quell’occasione più come un evento di lavoro che
di piacere. Sbagliavo? Forse... La sera di questa pseudo
inaugurazione arrivò di li a poco e mentre mi preparavo sentivo un
fremito dentro me. La curiosità era mista all’eccitazione e questo
mi portò a scegliere dell’intimo sexy. Marco, notandolo, mi iniziò
a stuzzicare provocatoriamente. Io non ci pensai due volte e lo
spinsi sul letto e mi infilai io suo bel cazzone dentro la mia
fighetta già calda e bagnata. Marco mi scopò intensamente,
evidentemente anche lui era eccitato dall’idea di passare una
serata ad un nightclub con me. Calmati i bollori ci preparammo per
poi dirgerci al locale dove trovammo Marcuzzi che chiacchierava
allegramente con il nostro cliente. Entrando nel locale si
percepiva una forte sensazione di intimo, di raccolto, di segreto.
La luce soffusa, la musica ammiccante, gli odori inebrianti
contribuivano a rendere terribilmente erotico quel posto.
Ovviamente l’aria climatizzata svegliò i miei capezzoli che subito
si gonfiarono inturgidendosi alla vista di tutti. Non potevo fare
nulla per coprirli e come sempre decisi che se fosse servito li
avrei utilizzati a mio favore. Ci fecero accomodare al bar e il
barista ci servì da bere. Io optai per un buon calice di vino
rosso, Marco e Marcuzzi per del whisky e il nostro cliente prese un
vodka martini. Nei minuti successivi, arrivarono altre persone,
tutti in un certo qual modo fornitori del nostro cliente. Ad ogni
nuovo arrivo corrispondeva un altro brindisi. La scelta del vino si
rivelò azzeccata. Marco e Marcuzzi davano i primi segni di
cedimento. Non erano ubriachi ma sicuramente più allegri del
solito. Una volta arrivati tutti, fummo divisi in gruppi, noi tre
eravamo accompagnati da una coppia che si presentò come coloro i
quali avevano curato alcuni aspetti legali. Il nostro cicerone ci
condusse verso una zona riservata dove avremmo assistito ad un
primo spettacolo. Ci trovammo di fronte un divano circolare dal
diametro di almeno 7 metri, al centro del quale era sistemato un
palchetto fatto di specchi con un palo centrale. Avremmo quindi
assistito di lì a poco ad uno spettacolo di table dance e l’idea
seppure carina, non mi risultò così innovativa. Dopo esserci
accomodati, accompagnata dalle note di Goodnight Moon fece il suo
ingresso una splendida ballerina avvolta in abito bianco molto
succinto che lasciava intravedere tutte le sue forme. Noi
l’accogliemmo con un applauso e lei iniziò subito un ballo davvero
erotico. Ogni suo movimento era un richiamo al risveglio di ogni
impulso sessuale. I suoi sguardi trasudavano desiderio. Era davvero
brava e i maschietti presenti, Marco compreso, erano folgorati
dalla sua prestazione. Tutto d’un tratto lei mi guardò e, notando i
miei capezzoli duri, sorridendomi mi fece cenno di alzarmi. Ero
imbarazzata e non volevo assolutamente alzarmi da quel divano ma
lei insistette, si avvicinò a me con quelle movenza così caliente
emi prese dolcemente il braccio favorendomi nel salire il gradino
che mi avrebbe portato ad essere sul palco con lei. Ero davvero
impacciata e non sapevo cosa fare, cercavo nello sguardo di Marco
delle risposte ma lui, un pò perché era brillo, un pò perché
avrebbe avuto l’occasione per canzonarmi per una vita intera, mi
sorrise senza facilitarmi in nessun modo. La deliziosa ballerina
iniziò a ballare attaccata al mio corpo ed insinuando la sua gamba
tra le mie. Avendo indossato una gonna abbastanza corta, questo
gioco fece si che le mie cosce si scoprirono tanto da mettere in
mostra le mie calze autoreggenti. La ballerina mi chiese di
slacciarle la zip ed io ubbidiente le girai attorno per mettere in
bella vista quel bel corpicino. Aveva una seconda di reggiseno ma
ben proporzionata con il suo corpo. Lei si sfilò con un gesto
naturalissimo il vestito rimanendo in lingerie e continuando a
ballare attorno a me che cercavo di seguirla. Quando si tolse il
reggiseno scivolò alle mie spalle e iniziò delicatamente a
strofinarsi contro di me. Sentivo i suoi seni duri sulle mie spalle
mentre con le mani, pur senza aprire la mia camicetta, iniziò un
dolce massaggio sul mio seno. Sarà stato lo sguardo di Marco,
oppure quello di Marcuzzi o la bravura della ballerina, io mi stavo
eccitando sensibilmente. Arrivai quasi a socchiudere gli occhi
lasciandomi trascinare dal quel momento. Ero in trance, sentivo che
il mio corpo stava assaporando il calore di quella pulsione
sessuale. Se la musica non fosse finita, e le luci non fossero
calate per lasciare spazio al biuo, non so cosa sarebbe potuto
succedere. So solo che nel buio di quel momento la ballerina sfiorò
le mia labbra con le sue ringraziandomi per il ballo di coppia. Ero
rimasta di stucco, scesi dal palchetto facilitata da Marco al quale
dissi che sarei dovuta andare in bagno per riassettarmi. Ricevetti
anche un applauso dalla coppia di avvocati e da Marcuzzi. Marco mi
diede un bacio e mi lasciò andare. Approfittai di quella pausa per
dare tregua ai bollori che quel ballo aveva provocato in me
trascorrendo almeno 10 minuti in bagno. Una volta riassestato il
trucco e dopo aver calmato i miei istinti tornai dal mio gruppo che
nel frattempo era di nuovo al bar a bere. Appena Marco mi vide mi
fece cenno di affrettarmi, aspettavano solo me. Il prossimo momento
pensato per noi era l’attrazione clou del nightclub. Il “Diamante”.
Avendo prolungato la mia sosta in bagno mi persi la spiegazione di
questo “intrattenimento” e quindi mi lasciai condurre da Marco.
Ognuno di noi entrò in un piccolo alloggiamento all’interno del
quale trovammo una poltrona reclinabile ed una tv. Ce ne erano in
tutto cinque, come le punte di un diamante. Pensai subito al più
classico dei peep show e ancora una vota rimasi delusa dalla
mancanza di novità che il nightclub avrebbe offerto alla clientela.
Mi accomodai sulla poltrona, inclinai lo schienale in attesa
dell’inizio delle spettacolo. Se volevano che ci masturbassimo,
visto quello che era successo prima durante la table dance, io ne
sarei stata ben felice. Adagiandomi sulla poltrona non mi resi
conto del tastierino per cambiare canale posto all’estremità di un
bracciolo. La TV si accese subito dopo e ovviamente le immagini
ritraevano un porno. Ancora eccitata, decisi di alzarmi la gonna,
aprire la mia camicetta e liberare le mie tettone. Iniziai
finalmente a toccarmi con bramosia come di solito faccio in
presenza di Marco. Mentre mi lasciavo andare mi accorsi che da un
foro sul muro laterale usciva un bel cazzo. Capii subito il
riferimento al GloryHole di stampo americano e la cosa mi piacque
tanto. Quel cazzo lo conoscevo bene, lo presi subito in bocca
alternando colpi di lingua a decise pompate. Il cazzo di Marco lo
riconoscerei in mezzo a tanti. Mentre mi chiedevo se lui fosse
consapevole da chi stesse ricevendo quel bel pompino mi accorsi che
da un buco sull’altro muro laterale usciva un altro bel cazzo. In
quel momento sentii che il mio corpo fremeva, non ci pensai due
volte. Era l’occasione giusta per realizzare la mia fantasia. Mi
infilai il cazzo di Marco nella mia fighetta colma di umori e
allungandomi afferrai l’altro cazzo a mia disposizione. Non ci
credevo, lo stavo facendo. Succhiavo e leccavo la cappella gonfia
di quel cazzo mentre Marco mi scopava con forza. Le contrazioni
della mia fighetta avrebbero potuto rivelare la verità a Marco
oppure no, non ci pensai. Continuai a farmi prendere da due cazzi
fin quando non venni copiosamente sul cazzo di Marco. Sentivo che
il cazzo in bocca era pronto per esplodere, delicatamente continuai
a giocare con dei colpi di lingua finché non ricevetti un
abbondante carico di sperma in bocca. Me ne cadde un pò dalla bocca
andando a finire sul mio seno, aveva un sapore diverso da Marco ma
lo gustai comunque con voluttuosità. Marco era pronto, lo riconobbi
dal modo di spingere. Lo lasciai venire dentro. Ero esterrefatta,
avevo goduto come non mai. Avevo realizzato la mia fantasia
erotica, mi sentivo stremata ma soddisfatta. Mi ricomposi e uscii
dal mio alloggiamento. Dall’alloggiamento alla mia destra vidi
uscire Marco. Bello sorridente, soddisfatto anche lui.
Dall’alloggiamento di sinistra invece vidi uscire Marcuzzi,
soddisfatto ma forse un pò imbarazzato. Gli sorrisi e sciolsi così
la tensione del momento. In realtà però ero molto imbarazzata
pensando a Marco che non sapeva nulla. Mai e poi mai gli avrei
voluto mentire. Mentre ci dirigevamo verso il bar per il bicchiere
della staffa Marco mi sussurrò all’orecchio se fossi felice di aver
realizzato la mia fantasia... Io lo guardai arrossita, pensando che
le mie contrazioni gli avessero rivelato la verità ma lui mi
anticipò dicendomi che se avessi cambiato canale avrei potuto
scegliere di vedere all’interno degli altri alloggiamenti dando
vita ad un gioco di masturbazione incrociata. Ovviamente tutti i
partecipanti tranne me avevano selezionato la visuale del mio
alloggiamento. Ed era stato molto meglio di una masturbazione
incrociata. Il meccanismo era stato spiegato mentre io ero in bagno
ma nessuno me lo aveva detto... Ho goduto io, ho fatto godere Marco
e Marcuzzi, e hanno goduto anche i due avvocati. Direi che come
prima volta ho fatto il cosiddetto En-Plein! Dopo gli ultimi saluti
ci siamo congedati accompagnati dal solo Marcuzzi, il quale
salutandoci mi ringraziò e ci disse che lui sarebbe sicuramente
tornato in quel nightclub e che se fosse stata anche nostra
intenzione rifarlo, lui avrebbe voluto essere avvisato così da non
mancare per un secondo round, magari dall’altro lato
dell’alloggiamento. Marco rispose al suo capo che il suo ruolo
poteva solo uno e sarebbe stato sempre dallo stesso lato
dell’alloggiamento. Poteva avere la mia bocca ma la mia fighetta
restava di sua esclusiva competenza. Lo amo!
avuto la passione per il marketing e, come mio marito, ho sempre
sognato di lavorare in questo settore. Marco è riuscito ad entrare
in una grossa azienda di settore e attualmente riveste un ruolo a
cavallo tra il commerciale e il marketing. È un product manager di
successo e l’azienda gli affida spesso incarichi di prestigio e
molto remunerativi. Io sono Eva, mamma da 18 mesi e, anche se in
piccolo, donna lavoratrice. Infatti ho avviato una piccola attività
di organizzazione eventi. Un giorno vengo chiamata dal nuovo
responsabile di mio marito per un colloquio in azienda per una
collaborazione con loro. Mio marito mi teneva sulle spine, non mi
dava anticipazioni nonostante la mia insistenza. Mi disse solo di
non farmi sfuggire questa occasione perché poteva essere foriera di
nuovi incarichi e, visto che nonostante il mio impegno, la mia
attività stentava a decollare questa opportunità poteva essere una
manna dal cielo. Il giorno dell’appuntamento ero un pò tesa, mi
vestii in modo professionale ma ovviamente non dimenticai di
valorizzare i miei punti forti. Ho 35 anni, una quarta di seno che
nonostante la gravidanza e l’allattamento, è rimasto vivo. Il mio
sedere è tondo, un pò abbondante ma Jennifer Lopez insegna che
questo può essere anche un punto di forza... Il tailleur con cui mi
sono presentata era davvero bello, non tanto scollato ma lasciava
immaginare le mie forme. La sala d’attesa in cui mi fecero
attendere che il Dr. Marcuzzi si liberasse per ricevermi era
gelida. L’aria condizionata era fortissima e i miei capezzoli si
irrigidirono in men che non si dica. Mentre cercavo un modo per
nasconderli vengo chiamata dalla segretaria di Marcuzzi la quale mi
fece cenno di entrare. Marcuzzi mi accolse con una stretta di mano
energica e in lasso di secondo si soffermò sul mio seno dal quale
svettavano i miei capezzoli turgidi. Non potevo far nulla per
nasconderli, decisi quindi che li avrei usati a mio favore.
Superata la fase di convenevoli, accertato che Marcuzzi non perdeva
occasione per guardarmi le tette, finalmente si entrò nel vivo
della discussione. Una società ungherese nota nel mondo dell’eros
ha incaricato l’azienda di mio marito di organizzare il lancio in
Italia di una nuova generazione di night club. L’intero organico
aziendale era già impegnato in altre attività aziendali ma nessuno
voleva rinunciare a questa ricca opportunità e pertanto mio marito
aveva suggerito un sub appalto a me... Ovviamente colsi la palla al
balzo e accettai. L’eros mi ha sempre affascinato e il compenso era
pari a quanto sarei riuscita a guadagnare in un anno dei miei
soliti lavoretti. Marcuzzi mi disse che avrei dovuto relazionare a
lui e a mio marito, che per l’occasione era stato assegnato in
affiancamento a questo progetto. Dopo una energica stretta di mani
mi congedai e mi diressi verso la sala caffè. Ero di fronte al
distributore automatico quando sentii arrivare una ben assestata
pacca sul culo. Mi voltai infuriata ma il volto che vidi mi fece
subito passare l’ira. Marco era dietro di me e già mi sfotteva per
l’incarico ricevuto. Afferrandomi una chiappa mi disse ammiccando:
non possiamo perdere tempo, approfondiamo ogni argomento. L’ilarità
era mista alla provocazione ma risposi al gioco annuendo e
strizzando l’occhio. Fu allora che mi accorsi della presenza di
Marcuzzi, il quale probabilmente aveva sentito ed infatti
intervenne con un: “Potete contare su di me. Mai lasciare nulla al
caso!” L’ambiguità di quella frase era forte ed incisiva. Ma lui
era pur sempre il capo e quindi risposi con un cordiale sorriso.
Furono giorni concitati. Lavorammo in tutte le ore e ci
confrontavamo periodicamente per valutare lo stato di avanzamento
dei lavori ed eventualmente aggiustare il tiro su alcuni punti.
Marcuzzi si rivelò davvero bravo nel delegare e nel supervisionare
il lavoro. Interveniva poco e non mancava di complimentarsi con mio
marito per la brava e bella moglie. La sua educazione e cordialità
celava un desiderio di flirtare che non mi dispiaceva perché fatto
sempre con eleganza e gentilezza. Io e Marco lo avevamo capito e
spesso nelll’intimità del nostro letto giocavamo immaginando di
scopare in tre con Marcuzzi. La nostra fantasia erotica ricorrente
da qualche tempo era diventate provare l’ebbrezza del sesso a tre.
Mentre Marco mi scopava spesso esigevo il suo dito in bocca che
leccavo e succhiavo avidamente pensando che fosse un bel cazzo.
Marco preferiva il sesso a tre con un altra donna ma la reazione
che il mio corpo aveva quando immaginavo che al posto del dito ci
fosse un bel cazzo era a detta sua davvero incredibile. Spesso mi
diceva che gli sembrava che la mia fighetta gli mangiasse il cazzo
tanto erano forti le contrazioni con cui il mio corpo reagiva a
quella fantasia. Ad un paio di settimane dalla death-line che ci
eravamo dati per la chiusura dei lavori ci incontrammo perchè
ognuno di noi aveva finito il proprio lavoro. Sembrava assurdo ma
eravamo andati così veloci che avevamo finito prima del previsto.
Contattamo il nostro cliente per avvisarlo e per organizzare un
incontro in cui avremmo presentato i frutti del nostro lavoro. Il
giorno della presentazione eravamo un pò tesi ma anche certi che il
nostro piano di sviluppo sarebbe piaciuto. Ed infatti il nostro
cliente fu davvero soddisfatto, Marcuzzi era soddisfatto e
ovviamente anche noi eravamo davvero fieri del nostro lavoro. Fummo
invitati ad una specie di apertura di prova del primo night club
organizzata ad hoc per alcuni fornitori tra cui noi. Non ero mai
stata ad un night club ma, oltre al fatto che Marco sarebbe stato
lì con me, vedevo quell’occasione più come un evento di lavoro che
di piacere. Sbagliavo? Forse... La sera di questa pseudo
inaugurazione arrivò di li a poco e mentre mi preparavo sentivo un
fremito dentro me. La curiosità era mista all’eccitazione e questo
mi portò a scegliere dell’intimo sexy. Marco, notandolo, mi iniziò
a stuzzicare provocatoriamente. Io non ci pensai due volte e lo
spinsi sul letto e mi infilai io suo bel cazzone dentro la mia
fighetta già calda e bagnata. Marco mi scopò intensamente,
evidentemente anche lui era eccitato dall’idea di passare una
serata ad un nightclub con me. Calmati i bollori ci preparammo per
poi dirgerci al locale dove trovammo Marcuzzi che chiacchierava
allegramente con il nostro cliente. Entrando nel locale si
percepiva una forte sensazione di intimo, di raccolto, di segreto.
La luce soffusa, la musica ammiccante, gli odori inebrianti
contribuivano a rendere terribilmente erotico quel posto.
Ovviamente l’aria climatizzata svegliò i miei capezzoli che subito
si gonfiarono inturgidendosi alla vista di tutti. Non potevo fare
nulla per coprirli e come sempre decisi che se fosse servito li
avrei utilizzati a mio favore. Ci fecero accomodare al bar e il
barista ci servì da bere. Io optai per un buon calice di vino
rosso, Marco e Marcuzzi per del whisky e il nostro cliente prese un
vodka martini. Nei minuti successivi, arrivarono altre persone,
tutti in un certo qual modo fornitori del nostro cliente. Ad ogni
nuovo arrivo corrispondeva un altro brindisi. La scelta del vino si
rivelò azzeccata. Marco e Marcuzzi davano i primi segni di
cedimento. Non erano ubriachi ma sicuramente più allegri del
solito. Una volta arrivati tutti, fummo divisi in gruppi, noi tre
eravamo accompagnati da una coppia che si presentò come coloro i
quali avevano curato alcuni aspetti legali. Il nostro cicerone ci
condusse verso una zona riservata dove avremmo assistito ad un
primo spettacolo. Ci trovammo di fronte un divano circolare dal
diametro di almeno 7 metri, al centro del quale era sistemato un
palchetto fatto di specchi con un palo centrale. Avremmo quindi
assistito di lì a poco ad uno spettacolo di table dance e l’idea
seppure carina, non mi risultò così innovativa. Dopo esserci
accomodati, accompagnata dalle note di Goodnight Moon fece il suo
ingresso una splendida ballerina avvolta in abito bianco molto
succinto che lasciava intravedere tutte le sue forme. Noi
l’accogliemmo con un applauso e lei iniziò subito un ballo davvero
erotico. Ogni suo movimento era un richiamo al risveglio di ogni
impulso sessuale. I suoi sguardi trasudavano desiderio. Era davvero
brava e i maschietti presenti, Marco compreso, erano folgorati
dalla sua prestazione. Tutto d’un tratto lei mi guardò e, notando i
miei capezzoli duri, sorridendomi mi fece cenno di alzarmi. Ero
imbarazzata e non volevo assolutamente alzarmi da quel divano ma
lei insistette, si avvicinò a me con quelle movenza così caliente
emi prese dolcemente il braccio favorendomi nel salire il gradino
che mi avrebbe portato ad essere sul palco con lei. Ero davvero
impacciata e non sapevo cosa fare, cercavo nello sguardo di Marco
delle risposte ma lui, un pò perché era brillo, un pò perché
avrebbe avuto l’occasione per canzonarmi per una vita intera, mi
sorrise senza facilitarmi in nessun modo. La deliziosa ballerina
iniziò a ballare attaccata al mio corpo ed insinuando la sua gamba
tra le mie. Avendo indossato una gonna abbastanza corta, questo
gioco fece si che le mie cosce si scoprirono tanto da mettere in
mostra le mie calze autoreggenti. La ballerina mi chiese di
slacciarle la zip ed io ubbidiente le girai attorno per mettere in
bella vista quel bel corpicino. Aveva una seconda di reggiseno ma
ben proporzionata con il suo corpo. Lei si sfilò con un gesto
naturalissimo il vestito rimanendo in lingerie e continuando a
ballare attorno a me che cercavo di seguirla. Quando si tolse il
reggiseno scivolò alle mie spalle e iniziò delicatamente a
strofinarsi contro di me. Sentivo i suoi seni duri sulle mie spalle
mentre con le mani, pur senza aprire la mia camicetta, iniziò un
dolce massaggio sul mio seno. Sarà stato lo sguardo di Marco,
oppure quello di Marcuzzi o la bravura della ballerina, io mi stavo
eccitando sensibilmente. Arrivai quasi a socchiudere gli occhi
lasciandomi trascinare dal quel momento. Ero in trance, sentivo che
il mio corpo stava assaporando il calore di quella pulsione
sessuale. Se la musica non fosse finita, e le luci non fossero
calate per lasciare spazio al biuo, non so cosa sarebbe potuto
succedere. So solo che nel buio di quel momento la ballerina sfiorò
le mia labbra con le sue ringraziandomi per il ballo di coppia. Ero
rimasta di stucco, scesi dal palchetto facilitata da Marco al quale
dissi che sarei dovuta andare in bagno per riassettarmi. Ricevetti
anche un applauso dalla coppia di avvocati e da Marcuzzi. Marco mi
diede un bacio e mi lasciò andare. Approfittai di quella pausa per
dare tregua ai bollori che quel ballo aveva provocato in me
trascorrendo almeno 10 minuti in bagno. Una volta riassestato il
trucco e dopo aver calmato i miei istinti tornai dal mio gruppo che
nel frattempo era di nuovo al bar a bere. Appena Marco mi vide mi
fece cenno di affrettarmi, aspettavano solo me. Il prossimo momento
pensato per noi era l’attrazione clou del nightclub. Il “Diamante”.
Avendo prolungato la mia sosta in bagno mi persi la spiegazione di
questo “intrattenimento” e quindi mi lasciai condurre da Marco.
Ognuno di noi entrò in un piccolo alloggiamento all’interno del
quale trovammo una poltrona reclinabile ed una tv. Ce ne erano in
tutto cinque, come le punte di un diamante. Pensai subito al più
classico dei peep show e ancora una vota rimasi delusa dalla
mancanza di novità che il nightclub avrebbe offerto alla clientela.
Mi accomodai sulla poltrona, inclinai lo schienale in attesa
dell’inizio delle spettacolo. Se volevano che ci masturbassimo,
visto quello che era successo prima durante la table dance, io ne
sarei stata ben felice. Adagiandomi sulla poltrona non mi resi
conto del tastierino per cambiare canale posto all’estremità di un
bracciolo. La TV si accese subito dopo e ovviamente le immagini
ritraevano un porno. Ancora eccitata, decisi di alzarmi la gonna,
aprire la mia camicetta e liberare le mie tettone. Iniziai
finalmente a toccarmi con bramosia come di solito faccio in
presenza di Marco. Mentre mi lasciavo andare mi accorsi che da un
foro sul muro laterale usciva un bel cazzo. Capii subito il
riferimento al GloryHole di stampo americano e la cosa mi piacque
tanto. Quel cazzo lo conoscevo bene, lo presi subito in bocca
alternando colpi di lingua a decise pompate. Il cazzo di Marco lo
riconoscerei in mezzo a tanti. Mentre mi chiedevo se lui fosse
consapevole da chi stesse ricevendo quel bel pompino mi accorsi che
da un buco sull’altro muro laterale usciva un altro bel cazzo. In
quel momento sentii che il mio corpo fremeva, non ci pensai due
volte. Era l’occasione giusta per realizzare la mia fantasia. Mi
infilai il cazzo di Marco nella mia fighetta colma di umori e
allungandomi afferrai l’altro cazzo a mia disposizione. Non ci
credevo, lo stavo facendo. Succhiavo e leccavo la cappella gonfia
di quel cazzo mentre Marco mi scopava con forza. Le contrazioni
della mia fighetta avrebbero potuto rivelare la verità a Marco
oppure no, non ci pensai. Continuai a farmi prendere da due cazzi
fin quando non venni copiosamente sul cazzo di Marco. Sentivo che
il cazzo in bocca era pronto per esplodere, delicatamente continuai
a giocare con dei colpi di lingua finché non ricevetti un
abbondante carico di sperma in bocca. Me ne cadde un pò dalla bocca
andando a finire sul mio seno, aveva un sapore diverso da Marco ma
lo gustai comunque con voluttuosità. Marco era pronto, lo riconobbi
dal modo di spingere. Lo lasciai venire dentro. Ero esterrefatta,
avevo goduto come non mai. Avevo realizzato la mia fantasia
erotica, mi sentivo stremata ma soddisfatta. Mi ricomposi e uscii
dal mio alloggiamento. Dall’alloggiamento alla mia destra vidi
uscire Marco. Bello sorridente, soddisfatto anche lui.
Dall’alloggiamento di sinistra invece vidi uscire Marcuzzi,
soddisfatto ma forse un pò imbarazzato. Gli sorrisi e sciolsi così
la tensione del momento. In realtà però ero molto imbarazzata
pensando a Marco che non sapeva nulla. Mai e poi mai gli avrei
voluto mentire. Mentre ci dirigevamo verso il bar per il bicchiere
della staffa Marco mi sussurrò all’orecchio se fossi felice di aver
realizzato la mia fantasia... Io lo guardai arrossita, pensando che
le mie contrazioni gli avessero rivelato la verità ma lui mi
anticipò dicendomi che se avessi cambiato canale avrei potuto
scegliere di vedere all’interno degli altri alloggiamenti dando
vita ad un gioco di masturbazione incrociata. Ovviamente tutti i
partecipanti tranne me avevano selezionato la visuale del mio
alloggiamento. Ed era stato molto meglio di una masturbazione
incrociata. Il meccanismo era stato spiegato mentre io ero in bagno
ma nessuno me lo aveva detto... Ho goduto io, ho fatto godere Marco
e Marcuzzi, e hanno goduto anche i due avvocati. Direi che come
prima volta ho fatto il cosiddetto En-Plein! Dopo gli ultimi saluti
ci siamo congedati accompagnati dal solo Marcuzzi, il quale
salutandoci mi ringraziò e ci disse che lui sarebbe sicuramente
tornato in quel nightclub e che se fosse stata anche nostra
intenzione rifarlo, lui avrebbe voluto essere avvisato così da non
mancare per un secondo round, magari dall’altro lato
dell’alloggiamento. Marco rispose al suo capo che il suo ruolo
poteva solo uno e sarebbe stato sempre dallo stesso lato
dell’alloggiamento. Poteva avere la mia bocca ma la mia fighetta
restava di sua esclusiva competenza. Lo amo!
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