Giuseppina cap. 8

di
genere
dominazione

Sabato pomeriggio

Erano solamente le 3:00 e ancora avevano tutto il pomeriggio a loro disposizione. Per non avere sorprese, Tonino l’ha aiutata ad indossare il bikini.

Era piacevolmente sdraiata a godersi il sole e a rilassarsi dopo tutto quel godimento e lui l’ha fatta sedere. Anche se controvoglia, non ha posto resistenza ai suoi movimenti. Ha capito che le stava allacciando il costume. Desiderava tanto rilassarsi e dormire, ma lui la tirata in piedi e presa per un braccio la guidata alla macchina.

Messo l’asciugamano sul sedile ha permesso a Giuseppina di sedersi davanti con lui. Salito, le ha poi abbassato lo schienale. Tirate le stringhe del mini costume da bagno, l’ha lasciata nuovamente nuda. Le ha fatto mettere i piedi sul cruscotto e ha potuto vedere come un sottile rigagnolo di sperma fuoriusciva dalla figa. Vedendola nuda e in quella posizione, si sentiva nuovamente eccitato. Lei non si stupisce più di tutto quel metti e togli con il costume e lo lascia fare, si consola pensando che non faceva comunque molta differenza per quanto poco la copriva.

Lo stomaco di Giuseppina si ribella rumorosamente, ricordando ai presenti che Giuseppina non aveva pranzato. Tonino aveva pensato anche a questo. Dopo aver posizionato accuratamente la telecamera tira fuori da un sacchetto un panino. Lo apre davanti alla telecamera e comincia a segarsi. In poco tempo il suo cazzo erutta ricoprendo la farcitura del panino di bianco sperma. Nonostante lo spettacolo che aveva organizzato non aveva ancora goduto quel giorno ed era ora di rimediare.
“Tieni sarai affamata, ma guai a te se ti sposti da come ti ho messo.” Dice a Giuseppina mettendole il panino in mano.

Lei non si fa pregare e lo azzanna finendolo in pochi morsi senza badare al gusto. Con la telecamera Tonino registra come, seduta nuda in macchina con la figa esposta, sbrana quel panino condito con sperma.

Finito il pasto mette in moto. In circa 10 minuti è arrivato nuovamente sulla tangenziale e nella posizione in cui l’ha messa ogni macchina più alta della sua poteva vederla nella sua completa nudità. Ha registrato nuovamente per altri 5 minuti finché non ha visto un furgone davanti a loro. Gli si è affiancato per superarlo lentamente e ha visto che alla guida vi era una donna sulla trentina. Tutto è stato ripreso e registrato dalla videocamera. La signora ha girato la testa e dopo aver aperto la bocca per la sorpresa ha potuto chiaramente leggere la mimica delle labbra:
“Oh mio dio!!!”
Tonino ha sorriso e una volta accelerato si è allontanato dal furgone per imboccare poi l’uscita successiva.

In quella posizione lei si era addormentata rilassandosi completamente e godendosi il vento che le accarezzava il corpo e la rinfrescava. A risvegliarla è stato un certo fastidioso massaggio alla figa.

Tonino, vedendola inerme, ha pensato che si fosse giustamente appisolata e ha incominciato a masturbarla.
Come ha mosso la testa le ha detto:
“Vai sul sedile di dietro e indossa solo la minigonna e la camicia. Niente reggiseno e mutandine.”

Dopo alcuni minuti di affannosa ricerca sbotta e si sfoga:
“Sono stufa di questi occhiali. Se continuo a non vedere niente entro questa sera diventerò cieca.”

Tonino aveva già preso una decisione in merito e ha riposto la videocamera nello zaino. Doveva giocare con lei per le successive tre settimane. Magari non sarebbe diventata cieca, ma non voleva che si facesse male comunque.

Aveva rotto l’obbligo di non parlare lamentandosi giustamente, ma la silenziosità del tizio al volante la preoccupava. Se ora si fosse arrabbiato, chissà cosa le avrebbe detto di fare o forse peggio, avrebbe spedito la videocassetta come diceva sempre. Era in ansia più completa per quello che aveva appena fatto... Per quello che aveva appena detto...

“Giusto, puoi togliere gli occhiali.” Le risponde.

Non poteva crederci a quello che aveva appena sentito. Il cuore forse aveva perso un battito per la risposta che le aveva dato. Giuseppina ha impiegato alcuni minuti per abituarsi al sole e allora lo ha squadrato. Era sicura di conoscere il ragazzo che stava vedendo anche se di profilo.

“Ciao, mi chiamo Tonino. Il SIG X non si è fidato di andare in posti all’aperto.”

Lei è rimasta perplessa per qualche secondo e intimorita gli chiede:
“Ci siamo già visti da qualche parte?”

“Certamente, a casa tua, al ristorante e vado anche alla tua stessa scuola.”

Questo l’ha fatta arrossire e tremare a dismisura. Si è sentita una vampata di calore salirle alla faccia.

Proseguendo; “D'ora in poi, puoi camminare senza gli occhiali scuri, ma se ti ordino di metterli, devi eseguire immediatamente o saranno guai seri. Mai e poi mai devi dire al SIG X che ti è stato dato il permesso di camminare senza gli occhiali scuri. Lui non avrebbe certamente acconsentito.”

Sconcertata stava pensando che ci fosse realmente un SIG. X.

Tonino sapeva che c’era solo lui.

Giuseppina ora che ha conosciuto il tipo non era più tanto contenta di sapere chi fosse. Ora avrebbe saputo cosa gli andava ad ordinare di fare anche se in un certo qual modo, in fondo, le ha fatto provare un piacere infinito fino a quel momento. Molte delle azioni non le approvava, ma se si concentrava al piacere ricevuto... Un brivido la scuote. Non poteva pensare alle atrocità cui era stata obbligata a fare.

Tonino la stava portando nuovamente al centro commerciale. Ora che Giuseppina poteva vedere, era decisamente contento, perché sapeva che ci sarebbero stati nuovi giochi da fare con lei.

Velocemente si è rivestita come le ha chiesto. Erano già in città e non voleva che la vedessero nuda in macchina. Si è fatta passare i fazzoletti di carta per asciugare la ciprigna che le usciva. Era la prima volta che notava quanto fosse eccessivamente bagnata e quanta ne usciva. In fondo era contenta di non avere le mutande, infatti le avrebbe inzuppate per quanto era bagnata e non avrebbe saputo spiegarlo a casa. Continuava a passarsi il fazzoletto sulla vulva, ma il suo sesso ora continuava a far uscire umori e calore.

La sensibilità era enorme. Ogni volta che si passava la mano o il fazzoletto, nuovi stimoli prorompevano continuando a tenerla eccitata. Curiosa, guardando meglio e tirando la pelle leggermente del suo pube, ha scoperto il clitoride e ora, vedeva come era rosso. Lo sentiva duro e le sue grandi labbra della figa erano rosse e infiammate anch’esse. Nota solo ora che la ciprigna è stranamente biancastra, guarda Tonino terrorizzata al pensiero di cosa possa essere.

Lui vede il suo sguardo e intuisce a cosa stia pensando. Per tranquillizzarla non deve nemmeno mentire.
“Ho scoperto un nuovo modo di usare la crema solare”

Parcheggiata la macchina, si sono diretti all’ingresso principale del centro commerciale. Come sono entrati si sono diretti ai bagni per svuotare le rispettive vesciche e qui Giuseppina, ha preso un fazzoletto inumidito d’acqua e l’ha passato dolcemente fra le gambe. Non era un vero bidé ma le è servito per raffreddare il calore e per sentirsi anche meglio.

Una volta usciti, si è fatto accompagnare con lei a braccetto lungo le gallerie e fermandosi a osservare le vetrine come una qualsiasi coppia affiatata. Davanti a un negozio di moda le ha chiesto anche che misure portava di taglia. Poco dopo Toni ha visto cosa stava cercando. Era una minigonna di similcuoio rosso lucido. Era estremamente corta e una volta entrati le ha detto di provarla.

Lei è entrata nella cabina di prova. È arrossita quando ha visto che era esageratamente corta. Anche abbassandola, copriva le anche come una fascia. Allo specchio poteva scorgere i glutei che erano a malapena coperti. Dalla figa colavano ancora i suoi umori. Passandosi una mano ad asciugare, ha sentito un certo fremito salirle dal clitoride.
Ha sentito Tonino dirle:
“Esci!”
Non voleva farlo, ma doveva ubbidire.

Vedendola uscire e camminare verso di lui, ha capito che era pericolosamente corta. L’ha fatta girare più volte e ha giurato a se stesso di aver visto la parte inferiore del sedere. La presa per mano e l’ha condotta verso l’uscita.

Lei non poteva credere che volesse spendere dei soldi per una cosa del genere.

Giunti alla cassa Toni ha chiesto alla commessa se poteva uscire con indosso il capo che voleva comprare.

La signora è uscita da dietro al bancone con le forbici e si è sorpresa pure lei di quanto corta era la minigonna. Non ha detto nulla e tagliata l’etichetta, l’ha fatta passare sotto al led e ha battuto lo scontrino.

Fortunatamente non era costoso e una volta pagato Tonino ha pensato a come recuperare i soldi che stava spendendo. Non aveva grosse riserve da parte e stava sperperando tutto per lei. A braccetto la guidata al centro lungo la galleria principale e poteva vedere come quella mini rossa attirava l’attenzione di tutti. Ogni persona che incrociavano, pure le ragazze, giravano la testa per vederle il sedere.

Anche Giuseppina l’ha notato e si è aggrappata più strettamente al suo braccio.

“Guarda dritto davanti a te e non girare la testa o dobbiamo rimettere gli occhiali neri.”

Lei non desiderava metterli nuovamente e ha tenuto lo sguardo fisso in avanti. Anche senza guardarsi intorno sapeva che tutti la stavano guardando.

Tonino sapeva dove andare e si è diretto con calma verso la sala giochi. Era uno dei suoi posti preferiti e anche Giuseppina frequentava spesso quel posto, ma si sentiva a disagio entrarci con questa minigonna. Sapeva di non portare nulla sotto e pareva che ognuno li dentro lo sospettasse. Come sono entrati molte teste si sono girate e lei, per non incrociare i loro sguardi, ha abbassato gli occhi.

Tonino ha cambiato cinque euro e hanno incominciato a giocare insieme ad alcuni giochi. Poi la portata al suo videogame preferito, quello dello Sniper. Per giocare doveva abbassare la testa per mirare col fucile e allargare leggermente le gambe per sparare meglio. Le si è messo dietro per aiutarla e per guidarla e così facendo le ha fatto sentire la sua eccitazione, strusciando il pacco duro fra le chiappe.

Giuseppina non poteva sapere se la minigonna fosse ancora al suo posto e la stesse coprendo a sufficienza. Voleva abbassarla, ma le mani erano impegnate al fucile.

Una volta che le ha messo il gettone per giocare, ha fatto un passo indietro ed è rimasto senza fiato. La mini si era sollevata, lasciando intravedere le guance inferiori e parte del taglio del culo. Era stupenda. Si è accorto che quasi tutti i ragazzi erano interessati a quella visione e Tonino ha messo tutti i gettoni nel video gioco, così che ogni volta che lei finiva, non doveva fare altro che schiacciare il tasto e ricominciare. In questo modo poteva andare avanti per altri quattro minuti abbondanti. Si è spostato al suo fianco e ora nulla la stava proteggendo dallo sguardo dei ragazzi lì presenti.

Lei continuava a chiedersi se la mini fosse ancora al suo posto e ora che lui si è spostato, nulla più la stava proteggendo da sguardi indiscreti e tutti potevano guardarla liberamente.

Nessuno stava più giocando perché tutti erano intenti a guardare quel culo che si intravedeva.

Tonino ha avuto un’idea. Visto che restavano ancora alcuni minuti le ha fatto spostare il piede sinistro in modo che ora la sua posizione era sbilanciata in avanti.

Lei ha sentito chiaramente la mini alzarsi leggermente, ma ha continuato a tenere l'attenzione sul gioco.

Nel guardare le facce sbigottite dei ragazzi, si è rammaricato di non poter filmare quanto stava accadendo e ha visto oltretutto, che due di loro si stavano segando il cazzo attraverso i jeans. Lui le ha fatto un passo attorno e ha potuto notare come ora era chiaramente in vista la sua piccola figa. Si potevano chiaramente distinguere, le labbra interne lucide e umide. È tornato al suo fianco e ha notato che molti dei ragazzi avevano il cazzo duro che tirava nei pantaloni.

Lei continuava a tenere lo sguardo fisso sul monitor e sperava in cuor suo che non stesse dando troppo spettacolo e che si vedesse molto.

Tonino ha osservato spesso le facce dei ragazzi dietro a lei e i pacchi duri che si erano formati nei loro pantaloni. Si è detto che ha avuto un colpo di genio a concederle il permesso di togliersi gli occhiali scuri. Ora sapeva chi lui fosse, ma poteva portarla in tanti di quei posti che neppure poteva immaginare. Inoltre aveva tanta di quella registrazione che poteva tenerla buona per tutto il tempo che voleva in futuro. Prima che il gioco terminasse, le ha detto di chiudere le gambe e così ha potuto ricomporsi. Come si è girata è rimasta sorpresa come tutti la stessero guardando ed è immediatamente arrossita abbassando al contempo lo sguardo a terra in segno di vergogna. Condotta per mano, come due innamorati qualunque, sono andati verso l’uscita e ha sentito mentre passava fra i ragazzi come stessero bisbigliando fra di loro.

Hanno continuato a camminare lungo le gallerie fermandosi di tanto in tanto a vedere qualche vetrina. Giuseppina era sempre più in imbarazzo. Continuava ad aggiustarsi la mini abbassandola e sorrideva o scambiava qualche fugace saluto agli amici che incrociava. Non voleva vedere nessuno e più pregava e più incontrava amici. Arrivati all’aperto, si sentiva finalmente sollevata e felice di essere arrivati nel parcheggio.

Tonino guarda l’ora e constata che erano solamente le 4.30 e c’era ancora molto tempo per passare insieme quel giorno. Il sole era ancora alto e la temperatura piacevolmente calda. Dopo tanti mesi di pioggia e freddo, era contento che stesse per finire la scuola e iniziare l’estate. L’ha fatta accomodare sul sedile anteriore della macchina e ha guidato per circa 15 minuti.

Lei si è passata ancora un fazzoletto all’interno delle cosce. Si sentiva umida e a disagio a dover stare nuda in quel modo. Lo guarda sconcertata. La radio era sempre alta e lui non diceva mai cosa stesse per fare o dove voleva andare.

Tonino non voleva che lei sospettasse solo minimamente cosa sarebbe successo successivamente perché altrimenti avrebbe protestato. Mentre guidava le ha ordinato di rimettere gli occhiali e di cambiarsi mettendo nuovamente il bikini. Ha guidato per alcuni minuti finché non ha trovato il posto che cercava in mezzo al parco. Fermato e aperto lo zaino, ha estratto i giocattoli di cui aveva bisogno. Ha steso la coperta e poi l’ha fatta sdraiare sopra. Non voleva stare qui per molto, ma voleva spingere Giuseppina un poco più avanti. Ha disposto il treppiede e la videocamera e con del nastro adesivo ha legato il vibratore alla gamba del treppiede. Come è stato pronto ha schiacciato ‘rec’ per la registrazione.

Ha incominciato come di consueto con il massaggiare e spalmare la crema solare. Lentamente le ha tolto il bikini come proseguiva lungo il suo corpo. Ha cambiato posizione alla telecamera mettendola sullo zaino. Stava pensando di vendere delle coppie dei nastri, per poter recuperare un po' di soldi. Visto che li aveva spesi per lei, trovava giusto che fosse lei a risarcirlo in qualche modo.

Le ha fatto piegare le ginocchia sul petto e le ha detto di tirarle contro a lei aiutandosi con le mani. Allargate le gambe ora ha incominciato a leccarle la figa esposta fino a che non fosse certo che era calda e ancora ben più umida dei suoi succhi. Pensava che il gusto ancora molto forte di sperma gli avrebbe fatto ribrezzo, ma si è sorpreso di come lo erotizzasse maggiormente…
Si aggiusta il cazzo attraverso il tessuto dei bermuda mentre si alza e prepara la scena seguente.
“Girati e mettiti in ginocchio.– Le ordina.- Ora devi continuare a masturbarti da sola il solo clitoride.”

'Solo il clitoride? Tanto meglio.' Pensa lei impaziente.

Appoggiatasi sulla mano sinistra, ha fatto scorrere le dita della destra fra le labbra calde e umide della figa e ha incominciato a lavorare con le dita come le è stato detto.

Ha preso il treppiedi e il piccolo vibratore che sporgeva di 10 cm dei 15 cui era. Ha registrato l’altezza in modo che fosse quasi parallelo all’ingresso della figa e poi l’ha sistemato fra le sue gambe. Mentre lei si stava masturbando il clitoride, lui ha guidato in avanti il giocattolo fino a toccare le labbra della figa.

Come lei ha sentito il contatto dell’oggetto, ha fatto un salto gemendo e spostandosi in avanti.

Contrariato le ha dato uno schiaffo su una chiappa.
“Ferma. È solo il vibratore; non ti farà alcun male. Continua a masturbarti.”

Giuseppina si era spaventata come aveva sentito il contatto con la punta del vibratore contro il suo forellino. Sapendolo dietro di lei, ha avuto il timore che la volesse scopare.

Tonino ha ripetuto l’operazione e ora ha inserito il vibratore per la lunghezza necessaria per far sparire la piccola cappella in lei. Ha bloccato il treppiede fra le sue gambe e si è spostato di lato per registrare il tutto. Ha continuato a girarle intorno mentre con la video camera zoomava sulla piccola figa vergine, con il vibratore piantato in lei mentre si masturbava con le dita. Si è riposizionato al suo fianco e presa per i fianchi ha incominciato a farla muovere avanti e indietro lentamente. Avrebbe dato qualunque cosa per mettere il suo cazzo, e non il vibratore, dentro di lei. Non ha spinto molto indietro. Solo quel tanto che basta per farlo entrare di un altro centimetro o due.

L’ha guidata finché lei stessa non ha preso il ritmo e ha proseguito da sola. Si è sollevato e ha fatto ancora delle lunghe riprese. Vedeva come il vibratore spariva in lei. Alcune volte per un centimetro altre per quasi la meta del piccolo giocattolo. Riposizionata la telecamera, si è messo davanti alla sua faccia. Era troppo presto per avere la sua vagina, ma non per la sua bocca. Era troppo eccitato per lo spettacolo che stava vedendo.

Giuseppina si è sorpresa nel sentirsi sollevare la testa in alto, pensava che le stesse tenendo il vibratore. Prima che potesse parlare Tonino ha spinto il cazzo duro nella sua bocca. Lei ha incominciato a succhiare, ma lui non si è mosso. Lei non riusciva a capire.

“Voglio che fai scorrere le labbra lungo il cazzo, ma devi tenere il vibratore fra le tue piccole labbra della figa. Non voglio che lo fai uscire.”

Lei si era fermata perplessa poi ha capito che se si muoveva indietro verso il vibratore la sua bocca scorreva verso la cappella di Tonino e se si muoveva lungo il cazzo, il vibratore scorreva in lei. Ha capito perché lui non si muoveva. Voleva che fosse lei a fare tutto il lavoro.

“Rimaniamo in questo posto finché non sei venuta. Più rapidamente godi e prima abbiamo finito.”

Giuseppina ha incominciato a masturbarsi con più lena il clitoride e ha sentito in breve il calore spandersi in lei. Più si eccitava e più il movimento lungo il vibratore si accentuava, al punto che ora più della metà entrava in lei.

Era prossima a godere e Tonino lo vedeva bene.

I movimenti che faceva si sono accentuati e la piccola punta del giocattolo continuava a urtare pericolosamente il suo imene. Lo stomaco di Giuseppina si è contratto e lei ha perso ogni controllo. Ha spinto eccessivamente contro il vibratore e questi ha lacerato la membrana verginea del suo imene. L’orgasmo è esploso quasi contemporaneamente sommergendo il dolore. Ha spinto ancora indietro e quasi tutto il vibratore è entrato in lei sentendo ancora un pizzico di dolore.

I Mugolii soffocati facevano vibrare la cappella del cazzo mentre le narici di lei respiravano velocemente. Tonino non poteva più resistere e presa per la nuca la tirata verso il cazzo facendolo sparire completamente nella sua bocca.

Lei si dimenava tutta presa da un orgasmo violento con un vibratore piantato in lei e un cazzo che le sborrava nella bocca. Si sentiva soffocare per tutto lo sperma che le colava in gola, ma non riusciva a capire più nulla. Il dolore non era ancora scomparso, ma il piacere era molto più forte. Non avrebbe mai immaginato di provare sensazioni simili e aveva solo voglia di continuare a godere. La figa era contratta come il suo stomaco per il forte orgasmo, mentre le dita continuavano frenetici a muoversi sul clitoride.

Tonino nel bel mezzo della sua goduta ha preso la testa di lei e l’ha spinta prima in avanti verso la base del cazzo, poi indietro mandandola nuovamente contro il vibratore per tutta la sua lunghezza.

Lei continuava a tremare e a contorcesi; mugolava, urlando quasi, il suo piacere.

Il cazzo è uscito dalla bocca eruttando ancora sperma contro la sua faccia.
Lei era in affanno, ha tenuto la bocca aperta facendo colare la sborra sul mento per cercare di respirare meglio. In preda all’orgasmo, s’inarca e spinge violentemente contro il vibratore facendolo sparire completamente in lei. Ha continuato da sola andando avanti e indietro vibrando e godendo. Nulla più stava fermando il suo movimento dentro la piccola figa. Poteva sentire come la gamba fredda del treppiede sbatteva lungo il taglio della vagina. Non sentiva più alcun tipo di dolore. Ha capito di aver perso la verginità con un giocattolo di plastica, ma le dita non si fermavano e gli spasmi di piacere continuavano facendola sussultare ogni volta.

Ora che l’orgasmo scende di intensità ha incominciato a calmarsi e a smettere di contorcersi. Si è chinata in avanti piegando solo le braccia e appoggiando la fronte sulla coperta.

Tonino ha guardato e non poteva crederci. La figa era incollata al treppiede. Tutti i 10 cm del vibratore erano piantati in lei. Le ha detto di non muoversi e presa la cinepresa ha incominciato a registrare. Ha zoomato contro la sua figa per immortalare tutti i particolari di come il vibratore era in lei. Le ha detto di muoversi lentamente in avanti ed ha lasciato che il vibratore uscisse dalla fica.

Aveva ancora il fiato corto e tremava tutta. Si è mossa lentamente in avanti, ha sentito come una piccola puntura di dolore.

La videocamera stava registrando tutto. Lentamente il vibratore stava comparendo in tutta la sua lunghezza e si potevano vedere lievi striature di rosso sangue. Era l’anima del suo imene rotto.
Come il giocattolo infine è venuto tutto fuori, la punta era coperta completamente della sua rossa anima e un rigagnolo rosso è stillato dalla figa.
Era facile capire che aveva appena perso la verginità.
Ha registrato ancora un poco prima di appoggiare la videocamera a terra. Con il culo all’aria, ha iniziato a pulirla dolcemente fra le gambe, mentre gli è parso di sentirla singhiozzare.

Naturalmente lei sapeva di non essere più vergine e questo lo doveva alla coscienza di un piccolo vibratore. Era disperata. Incolpava solo se stessa e non Tonino, lui le aveva solo chiesto di godere e non di sverginarsi. Non era nemmeno stato lui a rubare quei 20 euro. Si era lasciata andare e aveva rotto il bene più prezioso della sua vita. Si sentiva in preda alla disperazione e quelle mani gentili che la stavano pulendo le davano piacere. Piange. Le tornano in mente le parole del prete della sua chiesa. Il tormento dell’animo e il piacere della carne. Piange ancora, incapace di fermarsi.

Dolcemente e con cura, ha impiegato più di 5 minuti per pulire la figa della sua Giuse. Ha riposto tutta la roba nello zaino e l’ha vestita con gli abiti presi dalla macchina.
Chiusa, si sono poi incamminati insieme nel parco permettendole di togliere gli occhiali.

Incurante se la minigonna fosse alla giusta altezza o meno, stava piangendo sommessamente e le guance erano rigate dalle lacrime.

Hanno camminato a lungo a braccetto come due innamorati senza parlare o fare altro. Molti vecchietti seduti al fresco sulle panchine hanno notato la figa nuda e depilata o le chiappe e il taglio del culo. L’unico rammarico per Tonino era di non poterla registrare ancora.

In molti li hanno inseguiti solo con lo sguardo. Qualcuno, smaliziato più degli altri, si è infilato una mano in tasca e ha incominciato a masturbarsi spudoratamente. Tutti i presenti seduti hanno potuto notare che non portava nessun tipo di intimo.

Arrivati alla macchina poco dopo, le ha detto che poteva mettersi la sua vecchia gonna e che l’avrebbe riportata indietro.

Nel cambiarsi ha controllato la sua piccola figa e con un fazzoletto si è pulita. Ha notato che fra i suoi umidi succhi vi erano tracce di sangue. Sconsolata, si è abbattuta sul sedile piangendo ancora.

Come Tonino l’ha lasciata al parcheggio, lei ha chiamato suo fratello che è arrivato poco dopo a prenderla. Non aveva voglia di guardare o parlare con nessuno. Arrivata a casa si è infilata sotto alla doccia. Si sentiva stanca, distrutta fisicamente e moralmente.
Si è controllata la figa tutta rossa ed irritata, esattamente come avrebbe dovuto essere dopo quella giornata. L’ha lavata e massaggiata dolcemente col sapone intimo e l’ha trovata eccezionalmente calda e sensibile. Sotto lo scroscio della doccia continuava a piangere mentre il clitoride le dava ancora un certo pizzicorio di piacere profondo.

Rivestitasi, è poi andata al ristorante a mangiare con la sua famiglia, ma si è scusata addicendo di non sentirsi bene ed è tornata a casa. Chiusa nella sua stanza con la tv accesa, ha pensato fin oltre le 2.00 a quello che era accaduto. Ogni tanto si sfiorava la sua fighetta e provava dei brividi per come era sensibile. Ancora eccessivamente calda e arrossata.

Sotto alle coperte si è continuata a dire che avrebbe fermato tutto, ma le parole di suo padre continuavano a girarle per la testa frequentemente.
“Se scopro chi ci sta rubando, farò di tutto per mandarlo in PRIGIONE.”

“Meglio questo, che continuare a sopportare ancora le sue angherie.” Mormora sotto le coperte, ma sa già che non ne avrà il coraggio. Era solo una piccola ladra codarda.
Infine si è addormentata e non ha sentito più nulla fin oltre le 10.30.
Rivestitasi e fatta scendere nel parcheggio dell’ipermercato le ha detto di aspettarsi un’email prima di sera.

Seduta sulla panchina ad aspettare suo padre che venisse a prenderla, sentiva come le sue mutande fossero bagnate. Dalla camicia che indossava si intravedevano ancora i capezzoli duri pur indossando il reggipetto. La sensazione di umido in mezzo alle gambe non le dava fastidio quanto quel formicolio che proveniva dalla vagina, non sapeva se era ancora sintomo di eccitazione o di troppo godimento.
'Non è possibile che ne voglia ancora. Cosa sono diventata?' Pensa scandalizzata.

In macchina non ha scambiato parole con suo padre. Burbero come sempre, l’ha accolta con un grugnito. Eppure lei lo amava. Ha sempre visto in lui un uomo esperto e maturo, capace di infondere fiducia e forza. Anche nei momenti peggiori è sempre corsa da lui a confidarsi, ma da quella volta in spiaggia… Rabbrividisce al solo pensiero. Si vergognava da morire, ma allo stesso tempo nuovi spasmi provenienti dalla sua fighetta la fanno boccheggiare.
Arrivata a casa si è spogliata e dopo la doccia e un bidè rinfrescante, si è messa a studiare. Ogni tanto controllava il computer che non fosse arrivato un messaggio di posta dal SIG. X o da Tonino.

Cambiatasi degli abiti di casa, si è messa qualcosa di più appropriato per andare al ristorante dei suoi per mangiare cena. Prima di uscire di casa ha controllato un’ultima volta la posta ed ecco il messaggio di avviso:
-Lei ha un nuovo messaggio!-

Tonino le ha inviato una nuova mail in cui diceva che doveva essere davanti alla scuola alle 12,05. Era identica a quelle ricevute durante la settimana precedente e non pensava a nulla di strano. Finiva col dirle che sarebbe venuto a prenderla al ristorante alle 21:00 quella sera stessa. Questo per lei era una novità. Chiuso tutto, si è avviata pensierosa.

Lui, nel frattempo, era intento a visionare i filmati fatti durante il giorno e già stava organizzando nella sua mente i cambiamenti e i progetti per la settimana.

Durante la cena, lei non ha mangiato molto, era pensierosa e di malumore. Stava pensando a tutto quello che le era accaduto. Il motivo l’aveva lì davanti agli occhi, la cassa. Per cercare di distrarsi, ha cercato di aiutare lavorando fra i tavoli e in cucina, ma ogni sforzo è stato vano. I pensieri e i ricordi, si succedevano e come sono scattate le 21, è uscita dal ristorante. Non voleva che i suoi vedessero con chi si allontanava e si è recata alla fermata dell’autobus poco distante.

Tonino è arrivato in quel mentre. Lei era sempre vestita con jeans, camicia e una felpa appoggiata sulle spalle. Anche se durante il giorno il sole scottava, le notti non erano ancora molto calde. L’ha fatta salire in macchina e via a girare per le strade con i fari accesi e la radio a tutto volume.

Giuseppina guardava fuori dal finestrino incurante e apatica. Semplicemente pensava al suo ciclo che da lì a poco dovrebbe venirgli.

“Se non sai cosa fare.- Tonino ha rotto il ghiaccio- Renditi utile. Avvicinati.”

Lei lo guarda interdetta e si sposta sul sedile verso di lui al punto da essere a contatto spalla contro spalla.

Intento a guardare la strada, le prende la mano e se l’appoggia sulla patta dei pantaloni. Aveva visto per tutta la sera filmati eccitanti e il cazzo era ancora duro e turgido.

Si meraviglia nel sentire la consistenza dura e già pronta del cazzo di Tonino. In cuor suo era eccitata all’idea che lui provasse qualcosa per lei, vista la pronta reazione che poteva sentire al tatto.
Senza che lui le dica qualcosa, incomincia a muovere la mano come se dovesse segarlo lentamente.

Fermi al semaforo decide di prendere l’iniziativa e stupirlo. Gli slaccia i pantaloni e inserisce la mano direttamente sotto gli slip e impugna quella mazza dura e bollente.

Tonino meravigliato per tanta intraprendenza la guarda e le sorride.

Si sente calda e un certo pizzicorio ha rincominciato a farsi sentire in mezzo alle gambe.
Lo muove, lo palpa. Lo accarezza e lo stringe. Vorrebbe vederlo, ma è troppo buio. Realizza solo ora che ne conosce bene il sapore, la consistenza e soprattutto le dimensioni, ma non ha ancora potuto vedere quella cappella rosea e le palle morbide.

Presa dal turbine dei suoi pensieri e dei sensi, non si accorge che la macchina si stà fermando.

Sono arrivati in piazza e Tonino parcheggia davanti ai portici. Era il luogo di ritrovo per eccellenza delle varie compagnie. Qui c’erano sempre gli amici e le amiche di entrambi e pure i rispettivi compagni di scuola. Tutti pronti per strusciarsi, bere e chiacchierare.

Stupita si ferma pur rimanendo con la mano stretta attorno al cazzo.

Lui le sposta il viso prendendola con una mano al mento e la guarda negli occhi; con un filo di voce le sussurra: “Baciami.”

Giuseppina è letteralmente terrorizzata dal comando che le ha appena dato. Già il cuore le batteva all’impazzata, ma ora…

Tonino si è accorto dei sentimenti contrastanti che l’avvolgono. Nel sentire quel comando lei ha sgranato gli occhi. Questi, ballano fra lui e le persone che passano vicino alla loro macchina.
“Ho portato la minigonna rossa, se non mi baci te la faccio mettere.- Le dice con un filo di voce.- Dopo possiamo fare una camminata sotto i portici.”

Per lui aveva fatto le cose più oscene, ma questo era troppo. Era la cosa peggiore che le avesse chiesto finora.

Lei si avvicina e lo bacia. È ferma, apatica, si limita solo a tenere appoggiate le labbra alle sue. Per niente soddisfatto, le mette le mani attorno alla nuca e la stringe a sé. Continua a tenere serrate le labbra, mentre lui come se niente fosse cerca di inserire la lingua. Una mano scende sfiorandole la spalla per giungere al seno che attanaglia e palpa. Non contento le sbottona la camicetta quel tanto che basta per infilare la mano. Una volta liberata una tetta dal reggiseno comincia a stuzzicare il capezzolo.

Molti sguardi esterni vedono cosa sta succedendo in macchina come in molte altre in quel momento. Qualcuna ammicca verso di loro nel vedere stranamente Giuseppina in un’auto con nessuno della squadra di calcio o di atletica della scuola.

Lei continua a muovere la mano nei suoi pantaloni stringendo sempre più forte il cazzo mentre lui cerca di contraccambiare insinuando una mano fra le sue gambe.

Quel paletto di carne duro e caldo la sta contagiando e incomincia a sentire un certo calore crescerle dentro di se, sempre più intensamente. Il cuore le batte all’impazzata e il massaggio che riceve al capezzolo non la lascia indifferente. Quando lui stringe più forte il capezzolo lei perde definitivamente quella piccola battaglia.

Un piccolo cedimento fra le sue labbra e la lingua di Tonino saetta fra i denti incontrando la lingua di lei. Si cercano si inseguono, mentre le labbra si consumano e il respiro si fa più corto.

Tonino lasciata momentaneamente la tetta si slaccia definitivamente la cintura e i jeans, per poi riprendere con più vigore ed enfasi il massaggio al seno e in mezzo alle gambe di Giuseppina.

Il clitoride sensibilissimo stava percependo nuovamente massaggi tali, da renderla eccitata in breve tempo. Si sentiva pronta a godere ancora e i gemiti della bocca la stavano tradendo. Le labbra si muovevano contro quelle di Tonino e la lingua ha cominciato a muoversi vorticosamente.

Usando entrambe le mani sbottona i jeans di lei e insinua una mano dentro e sotto gli slip.

Come sente sfiorarsi il clitoride, una scossa la elettrizza al punto da stringere più fortemente il cazzo in mano. Per qualche attimo resta senza fiato.

Tonino con una certa difficoltà per via della posizione le inserisce parte di indice e medio in lei mentre un mare di succhi fuoriescono dalla vagina, restando a sua volta sorpreso per come è calda ed eccitata. Mai avrebbe pensato che una tale bellezza di ragazza fosse così facilmente eccitabile.

Giuseppina non capisce più nulla. Con una mano che le pizzica il capezzolo nudo e l’altra che la masturba contemporaneamente il clitoride e l’interno della figa, è di nuovo sull’orlo dell’orgasmo. È ora lei a cercare la lingua del suo partner e le sue labbra. Si sente tutta un fuoco e presa da una passione incontrollabile.
Un urlo smorzato le esce dalla bocca pur rimanendo incollata contro quella di lui.

Dall’esterno, sempre più spettatori interessati si fermano nelle vicinanze della macchina. Li osservano compiaciuti commentando quello che stanno vedendo. Piccoli movimenti involontari la fanno muovere sulle dita di Tonino e anche se il volume della radio attutisce i suoi mugolii, quello che sta succedendo fra di loro è inequivocabile.

Si lascia andare all’orgasmo ed è il suo corpo a dettare le regole del gioco sotto la guida esperta delle dita di Tonino.

Come si calma, Giuseppina si abbandona contro a lui. Si sente sudata e tutta accaldata. Il fiato corto e il cuore che le batte velocissimo. Con le cosce stringe la mano di Tonino impedendogli di estrarre le dita dalla vulva, mentre la mano che prima pizzicava il capezzolo ora le sta accarezzando dolcemente la schiena.

La testa reclinata sulla sua spalla e il respiro pesante lo fanno inorgoglire. Nota molte persone camminare vicino alla loro macchina per sbirciare quello che stanno facendo loro due. Riconosce alcune facce e gli sorride accennando un mezzo saluto con la testa.
‘Peccato.- Pensa.- Non poter registrare la serata.’

Le sposta la ciocca di capelli dalla fronte imperlata di sudore e le da alcuni teneri baci.
“Sono contento che hai goduto.– Dice Tonino bisbigliando al suo orecchio.– Ora toccherebbe a me.”

Era incredula per quante emozioni quel ragazzo ha saputo donarle. Nessun ragazzo l’aveva mai fatta tanto godere e neppure lei stessa ci era mai riuscita, nelle serate più calde, al riparo da occhi indiscreti sotto le lenzuola del suo letto. Restando nella stessa posizione, per godersi un attimo di calma e il calore del suo corpo, abbandonata alla sua spalla con la fronte contro il suo collo incomincia a muovere la mano nei suoi slip che non aveva ancora mai abbandonato.

“Non in questo modo.– Le sussurra.- Con la bocca.”

Un tremito involontario la scuote e si ferma un istante smettendo anche di respirare. Riprende poi a muovere la mano con più decisione lungo il cazzo sperando che cambi idea. Poteva sentire al di sopra della musica, le voci provenienti dai portici. Sapeva di aver già dato spettacolo, ma quello che le aveva chiesto la terrorizzava.

Con la mano libera Tonino le afferra il polso della mano fermandola e con voce autoritaria:
“Ho detto… Di farlo… Con la bocca.”

Lei stringe gli occhi come per non voler sentire queste parole.

“Se non ti decidi a farlo ti faccio scendere dalla macchina con la minigonna rossa e le scarpe con i tacchi. Scegli!”

Un gemito di disappunto le esce dalla gola e spostatasi sul sedile si abbassa fra il volante e lui. Non vuole pensare a quante volte ha mal giudicato le ragazze che facevano questo in piazza. Non vuole ricordare i vezzeggiativi che dava con le sue amiche, a quelle ragazze chiuse in macchina a fare questo tipo di gioco che ora lei stessa, stava per accingersi a realizzare.
Tenendo con una mano il cazzo, usa l’altra per spostare meglio le mutande e in breve la cappella fuoriesce lucida alla luce dei lampioni della piazza e alla sua vista.

“Brava. Più velocemente godo e prima ti porto a casa.”

Prontamente lo imbocca facendolo sparire un poco in lei per incominciare a succhiare. Non muove molto la testa ma la lingua saetta contro il filetto del glande facendolo gemere a sua volta.

Tonino, con le dita sempre dentro alle sue mutande, attanaglia la figa umida di Giuseppina e muove le dita in circolo. L’altra mano impugna i suoi capelli e incomincia a spingerla in basso contro la sua mano che stringe la base del cazzo.

In questo modo è lui a guidarla nel sali e scendi lungo il suo cazzo e in poco tempo gode spruzzando la sborra dalle palle alla sua bocca.

Questa volta lo ha sentito vibrare in mano ed era preparata a ricevere i primi schizzi di sperma. Ha percepito chiaramente come il cazzo ha cominciato a pulsare prima di esploderle nella bocca. Succhiava e ingoiava ad ogni schizzo. Lo faceva ogni volta velocemente appena fuoriuscivano. Anche se era Tonino a guidarla nel sali e scendi sul cazzo, si sentiva soddisfatta per come lo aveva fatto godere. Continuava a succhiarlo andando su e giù sul cazzo lentamente e percepiva chiaramente come stava diventando molle.

Tonino si sentiva decisamente soddisfatto e ha tolto la mano dalla nuca.
“Brava. Ora ti puoi alzare.”

Nel sollevarsi seduta Tonino ha potuto liberare la mano che aveva ancora nella figa glabra e lei ha potuto guardarsi attorno. Con le labbra lucide del seme di Tonino incrocia lo sguardo di una delle sue amiche. Immediatamente si è sentita avvampare le guance per la vergogna e si è gettata ad appoggiare la fronte sulla spalla di Tonino.
In questo modo sperava che non la notassero, ma ormai era inutile. Molti la stavano indicando facendo il suo nome a chi non l’aveva ancora riconosciuta.

Senza ricomporsi Tonino ha messo in moto e si è diretto verso la casa di Giuseppina.

Guidando con una mano, ha cinto con l’altra le spalle di lei e ogni tanto le accarezzava la nuca. Era fiero di avere una tale bella ragazza. Si sentiva orgoglioso e fortunato ad averla resa così ubbidiente e docile.

Al contempo Giuseppina si era abbandonata al calore che emanava il suo corpo. Poteva sentire il suo cuore battere ora in modo regolare e crogiolarsi delle carezze che le dava. Si sentiva umiliata per quello che aveva fatto e non sapeva come avrebbe potuto spiegarlo alle amiche l’indomani a scuola. Sa che agli occhi dei suoi amici ora loro due stavano insieme, e se lo avesse negato sarebbe stato ancora peggio. Le emozioni erano anche contrastanti. Era paga per come aveva goduto in piazza e se pensava alla giornata passata, un fremito partiva direttamente dalla vulva costringendola a serrare le gambe.

Arrivati a casa, la macchina si è fermata e tutto è tornato alla nuda verità. Giuseppina si è ricomposta, copiata a sua volta da Tonino.

Mentre la macchina ripartiva lei non lo ha neppure salutato. Si sentiva ugualmente felice. Non pensava ad altro che non alla settimana di libertà che avrebbe avuto appena le sarebbero arrivate le tanto desiderate mestruazioni.
scritto il
2024-11-21
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