Giuseppina cao 1
di
Recuperatore
genere
dominazione
Durante la notte Tonino ha letto molte storie su internet circa il ricatto e la dominazione.
Voleva sapere cosa hanno fatto e come, cosa prevedere, cosa preparare, ecc..
Uno dei problemi era che non conosceva bene la Giuseppina se non tramite il suo fratellastro.
“Come poteva consegnarle la copia del video che aveva fatto senza che nessuno lo vedesse?” Continuava a ripetere.
Infine ha trovato una soluzione. L'idea gli piaceva ed è andato a dormire con un largo sorriso che gli illuminava il volto.
Aspettata fuori dalla scuola con una coppia della cassetta nello zaino, l’ha seguita mentre si avviava verso la palestra ad allenarsi a pallavolo. Come tutte le ragazze della squadra sono uscite sul campo per allenarsi dopo essersi cambiate. Furtivamente, lui è entrato nello spogliatoio. Ha messo la cassetta nella sua borsa ed è uscito rapidamente.
Si è seduto sulle gradinate per osservarla durante l’allenamento intento solo a studiarla.
Terminato l'allenamento, le ragazze si sono dirette verso lo spogliatoio.
Come lei ha aperto la borsa, ha notato subito la video cassetta con una nota allegata. L’ha letta in 20 secondi per poi chiudere fortemente il foglio nel suo pugno.
Uscendo dallo spogliatoio si è messa a guardare intorno per vedere chi c’era, ma non ha notato nessuno in particolare. C’erano molti ragazzi sulle gradinate e altri della squadra di basket che entravano in campo.
Aprendo il pugno ha stirato il foglio e ha letto ancora:
“Guardi la cassetta questa sera. Non la deve guardare nessun altro. Si accerti che nessuno possa osservarla mentre la guarda. Desidererà che nessun altro possa averla vista. La guardi appena tornerà a casa. È molto importante che la veda da sola. Nuovamente, non lasci che nessuno possa vedere questa cassetta se non è da sola. Saprete il motivo appena l’avrete vista!
Firmato, il SIG. X.”
Cosa contenesse il nastro non poteva minimamente saperlo, ma ora aveva un motivo di interesse particolare per andare a casa. Cambiatasi senza neppure fare la doccia come al suo solito, ha salutato le amiche ed è corsa a prendere il bus per tornare a casa. Ha pensato di dirlo a Sara la sua migliore amica, della questione del misterioso nastro, ma all’ultimo momento ha deciso di aspettare di averla vista.
Come è entrata nella sua camera, si è ricordata che in casa l’unico video registratore era in camera di suo fratello in quanto ora in casa si usava solo il dvd. Fortunatamente, lui non era ancora tornato dall’università quindi, entrata in camera si è subito diretta alla tv.
Accesa, ha messo la cassetta e si è seduta sul letto per vederla, incurante del caos che vi regnava.
Le immagini non erano perfette, ma si vedeva chiaramente che era lei che camminava dietro al bancone del ristorante e apriva la cassa di suo padre. Ha guardato mentre prendeva i 20 € e li metteva in tasca e poi una volta chiusa, lei che si allontana. Le immagini sul nastro durano meno di un minuto, ma si vedeva bene come lei inseriva nei pantaloni i soldi. Ha riavvolto il nastro e l’ha riguardato per altre 4 volte, allora ha spento tutto ed è tornata nella sua camera.
‘Chi è questo mister X? E come ha fatto ad ottenere questa registrazione? Che cosa avrebbe dovuto fare adesso?’ Questi erano i pensieri che tormentavano Giuseppina che, in lacrime, per tutta la notte non è riuscita a dormire.
‘Cosa sarebbe successo se i suoi genitori avessero scoperto che era lei la ladra del ristorante? Sarebbe andata realmente in prigione?’
Tonino invece trascorse tutta quella notte a leggere e progettare il modo di ricattarla. Era perennemente eccitato all’idea di poter mettere le mani su di lei. All’una del mattino ha finito di scrivere il secondo messaggio da dare alla Giusy ed è poi entrato su un server libero per registrarsi col nuovo nome di SIG. X.
Questo sarebbe diventato il modo di comunicare con lui d’ora in poi. Si dice fra se.
Nel foglio scrive:
“Carissima Giuseppina,
mi sono preso la libertà di mandarle una seconda copia della videocassetta che le sta tanto a cuore. Le propongo un accordo che, se accetterà, le garantirà di essere l’unica proprietaria della registrazione originale e di tutte le copie.
Nei prossimi 30 giorni lei resterà a mia completa disposizione. Dovrà fare ogni cosa che le verrà chiesta, anche la più piccola richiesta dovrà essere esaudita. Se dovesse decidere di non eseguire un qualsiasi ordine, anche solo parzialmente, invierò una copia del nastro al ristorante dei suoi genitori, informandoli che costituisce la prova che cercavano per smascherare la persona che li ha derubati.
Dovrà inviare oggi stesso un’email all’indirizzo - sig_x_sig_x@yahoo.it - in modo da poterle comunicare la lista delle cose che dovrà fare quotidianamente. Dovrà controllare la casella di posta elettronica due volte al giorno, non appena si alza dal letto al mattino e appena torna a casa da scuola. Per lei sarò sempre il SIG X e non conoscerà mai la mia identità, al primo rifiuto o lamentela il nastro verrà spedito. Dovrà eseguire alla lettera ogni ordine che le verrà impartito direttamente o tramite email. Alla fine dei 30 giorni avrà la cassetta originale e tutte le copie in modo da poterle distruggere.
Non avrà una seconda occasione, se non avrò una risposta entro mezzogiorno invierò il nastro.
SIG X”
Tonino ha messo la lettera in un libro insieme ad una copia del nastro registrato su dvd e ha impostato la sveglia un’ora prima del solito. Una volta giunto il mattino si è svegliato saltando sul letto, pur non avendo dormito molto e ha corso a scuola col preciso intento di vederla arrivare. Poco più tardi, quando l’ha vista giungere col bus, le è andato dietro senza mai perderla di vista confondendosi fra gli altri studenti. Come l’ha vista entrare in classe è ritornato all’ingresso e presentandosi come il fratello, ha chiesto al bidello di consegnare il libro a Giuseppina indicando il cognome e la classe.
Premuroso il bidello ancora prima che suonasse la campanella ha chiamato alla porta l’alunna, dicendole che il fratello gli aveva consegnato il libro. Incuriositi dall’insolito fatto, le sue amiche volevano sapere, ma lei ha sempre sviato le risposte.
Era curiosa lei stessa di sapere e sfogliando il libro trova fra le pagine, una busta incollata. Dentro c’è il foglio con le istruzioni e un dvd. Dopo aver finito di leggere il biglietto si è alzata per andare al bagno dove ha pianto per oltre 10 minuti.
Infine si è fatta coraggio ed è tornata in classe.
Per tutte le successive ore di lezione ha pensato a cosa avrebbe potuto fare senza trovare una pur minima soluzione e, non riusciva neppure a seguire le lezioni.
In testa le risuonavano sempre le parole di suo padre che minacciavano di mandarla in prigione. Dopo che ha suonato la campanella per annunciare l’ora del pranzo, lei si è diretta velocemente verso l’aula di informatica. Ha aperto la sessione al suo server di posta e preso il biglietto ha scritto al SIG. X un’unica parola: ACCETTO. Dicendosi fra se: “Come se avessi scelta.”
Una volta inviato il messaggio si è alzata per andare in mensa, ma non ha mangiato nulla.
Finita la scuola, Tonino si è diretto al computer prima ancora di mangiare e aperta la casella di posta elettronica legge: 1 NUOVO MESSAGGIO.
Sapeva che proveniva dalla Giusy e ha sorriso quando ha letto la risposta.
Ora aveva 3 ore di tempo per mettere in ordine le idee a cui aveva pensato fantasticando per tutto il giorno. Doveva solo trovare con quale iniziare e inviarle l’ordine del giorno.
Le mani di Tonino tremavano di eccitazione mentre scriveva la prima email da inviarle. Gli ci vollero due ore per pensare e rifinire le parole prima di spedirla. Naturalmente prima di chiuderla, ha scritto l’avvertimento “…se tutto non era fatto come lui voleva, avrebbe inviato la cassetta e ciao, ciao..”
Inviata la mail ora non doveva fare altro che aspettare.
Era venerdì e sapeva che le ragazze avrebbero avuto una partita a scuola la sera stessa e Giuseppina era una delle ragazze titolari. Le sue prime istruzioni erano dure, al punto giusto per incominciare.
Quando è arrivata a casa da scuola e ha incominciato a leggere la mail del SIG. X, come le era stato indicato, la faccia è sbiancata e non sapeva più cosa fare.
“La pallavolo non mi ha mai entusiasmato molto, che ne direbbe di renderlo uno sport un po’ più eccitante? Dovrà entrare in campo con l’uniforme della scuola senza mutande e senza reggiseno. Per tutta la sera dovrà rimanere senza nulla sotto ai suoi vestiti.”
'L’uniforme era molto aderente e non era fatta per non portare nulla.' Pensava trattenendo le lacrime.
La mail prosegue. “Dopo che il gioco sarà iniziato, dovrà tenere un dito in modo da spostare di lato il cavallo dei pantaloncini e aprire e chiudere lentamente le gambe. Questo dovrà farlo per almeno 50 volte. Se proverà a nascondersi o eseguirà solo in parte, le copie del filmato saranno spedite”.
Il cuore batteva all’impazzata e respirava a fatica, non era ancora finita. La mail proseguiva.
“Rimarrò seduto in tribuna, se non sarò sicuro di aver visto che si è tolta le mutande o non sarò soddisfatto di come esegue la mia richiesta dovrà incominciare a preoccuparsi. Tutto dipende da lei.”
Giuseppina aveva appena compiuto 18 anni e non era ancora esperta sui fatti della vita, dei diritti e dei doveri legati alla legge.
Le parole di suo padre che diceva che sarebbe andata in carcere, continuavano a girarle in testa e non le permettevano di essere lucida come avrebbe dovuto ed escludevano ogni possibile via d’uscita. Giuseppina ha capito che doveva accontentare qualunque richiesta che questo pervertito desiderava.
’Non poteva andare in prigione e rovinare la sua vita.’
Quella notte è andata alla partita e fortunatamente i suoi genitori non sarebbero rimasti per via del lavoro al ristorante.
L’hanno accompagnata in macchina come spesso facevano e le hanno detto che sarebbero ripassati dopo tre ore per riprenderla.
Tolta la tuta è rimasta con l’uniforme addosso. Tremava quando è entrata nel bagno dello spogliatoio per togliersi reggiseno e mutandine. Il monte di venere aveva una piccola zona di peli neri non rasati che sperava non facessero capolino dalla divisa, cosa sciocca visto che avrebbe messo in mostra ben altro che i suoi peli. Rivestitasi, si guarda allo specchio e cerca di farsi coraggio con due respiri profondi; poteva camminare bene ugualmente, ma doveva mantenere le braccia ferme per non far vedere che le tette ballavano libere. Doveva pensare ad una giustificazione per non giocare con le altre.
“Mister, ho male alla caviglia. Mi spiace ma non posso giocare.”
Le amiche, saputo del fatto, erano tutte dispiaciute per la storta e le hanno fatto coraggio per una pronta guarigione.
Mentre ha simulato la camminata claudicante ha detto che le avrebbe accompagnate in campo, ma non sarebbe riuscita a giocare con loro.
Passata più della metà della partita, non aveva ancora trovato il coraggio di fare un solo movimento. All’ultimo game, quando la sua squadra era in vantaggio, si è fatta coraggio e ha detto fra sé:
‘Ora o mai più.’
Si è spostata sedendo sul bordo della panchina e appoggiata la mano all'interno della gamba, non è riuscita più a muoversi. Aveva il cuore che batteva a mille e continuava a guardare il pubblico per cercare di riconoscere qualcuno, ma dopo più di cinque minuti ancora non aveva trovato il coraggio di divaricare le gambe.
Si sentiva come se avesse fatto una maratona, con il cuore battere impazzito e il fiato corto. Le guance stavano bruciando e pregava in cuor suo, che non si notasse troppo il rossore che sicuramente stava contagiando orecchie e collo.
Oramai non mancava molto alla fine della partita e sollevata la testa come per guardare in alto oltre le tribune, ha separato lentamente le ginocchia.
Le ha chiuse e le ha riaperte.
Stava contando nella sua testa 1.2.3.4.5…
Stava facendo esattamente quello che il SIG. X le aveva scritto per non andare in prigione. Ha capito che chiunque avesse avuto il nastro non aveva scrupoli e lei era preoccupata di essere denunciata. Peggio, aveva più paura di non essere più la preferita dei suoi genitori.
Dopo che ebbe aperto e chiuso le gambe per circa 7 o 8 volte, qualcuno dalla prima fila si è accorto di quello che Giuseppina stava facendo. Almeno 20 o 30 persone hanno notato l'esercizio che faceva, prima che fosse arrivata a 50.
Non voleva neppure vedere la folla. Come ha finito si è alzata lentamente, ed è uscita dal campo senza sollevare lo sguardo. Si è rifiutata di guardare la gente, mentre una parte di questi gli davano la loro giusta ovazione. Quelli che non hanno visto, pensavano che applaudivano e fischiavano per le ragazze in campo che avevano segnato l’ultimo punto della vittoria.
Tonino sapeva esattamente perché applaudivano. Aveva guardato per intero tutta la scena con la macchina da presa digitale e aveva registrato tutto. Con lo zoom è stato molto facile fare un primo piano della sua conchiglia. Poteva vedere facilmente i peli neri che aveva fra le gambe e parte delle labbra rosee della figa.
Dopo che è uscita dal campo, Giuseppina è andata negli spogliatoi e si è rivestita mettendosi per prima cosa le mutande. È rimasta nascosta fino a che i suoi genitori, chiuso il ristorante, non sono passati a prenderla per portarla a casa.
Ha pianto per buona parte della notte nella sua camera da letto sperando che nessuno l’avesse vista in palestra. Sapeva che al mattino avrebbe ricevuto una nuova mail dal SIG. X, ma non desiderava pensarci per qualsiasi motivo quella notte.
Tonino, una volta tornato a casa ha guardato il filmato circa 10 volte, mentre pensava a cosa scrivere per l’email dell’indomani. Prima di fare qualsiasi cosa, doveva finire di masturbarsi. Doveva svuotare le palle.
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