Giuseppina cap. 2

di
genere
dominazione

Giuseppina non ha dormito molto bene quella notte ed è riuscita ad alzarsi dal letto solo alle 8:30.
Ha controllato la posta elettronica e stampato la mail del SIG. X, non perché troppo lunga, ma per leggerla meglio e con calma più tardi. Fatte le incombenze mattutine per casa, si è poi chiusa in camera e ha estratto il foglio.

“Dovrà essere al centro commerciale per mezzogiorno. Dovrà indossare una minigonna molto corta. Prima di uscire di casa, si dovrà radere i peli neri della figa.”

'Quindi il SIG. X doveva averla vista perché sapeva il colore dei suoi peli!' Ha avuto una scossa di brividi lungo la schiena pensando alla partita della sera prima.
Disperata, sapeva che doveva farlo, che doveva ubbidire.

Chiusasi in bagno, ha raso il suo monte di venere con cura e ha osservato come fosse tornata a quando aveva 8 anni. Guardandosi allo specchio, ha fatto una smorfia di disgusto. Era fiera del suo piccolo cespuglio di peli ricci.
Ha poi scelto gli indumenti come se avesse un appuntamento importante e si è diretta all’ipermercato accompagnata in macchina dalla madre. Prima di scendere, le ha detto che sarebbe passata a riprenderla dopo due ore.

Estratto il foglio lo ha riletto ancora:
“...All’iper doveva trovare le cabine del telefono dell’ingresso sud e cercare nell’ultima pagina dell’elenco del telefono le altre istruzioni per lei.”

“Fantastico ci mancava solo una caccia al tesoro” Mormora tra sé seccata. È andata dritta alla cabina è ha trovato immediatamente la busta indicata, contenente 40€ e un biglietto.
“Vada nel negozio di .NonsolointimO. e compra il costume da bagno che c’è in vetrina. Costa 36€ e non può sbagliare. C’è solo quello. Non provi a fare la furba o conoscerà le conseguenze.”

Giuseppina è andata al negozio, confusa e preoccupata.
”Perché darle anche dei soldi?” Le domande si rincorrevano nella testa mentre scorreva fra gli scaffali del negozio finché non si ferma.
Erano appesi uno fianco all’altro e di tre colori, verde, giallo e azzurro.
Era un bikini molto piccolo a stringa. L'osserva appeso e considera che poteva coprire giusto solo in parte le tette e la figa. Aveva una stringa che si insinuava fra le chiappe e che si legava ai fianchi. Il prezzo era giusto di 36€ come era scritto sul foglio.
Ha controllato fra gli espositori e ha visto che erano di una unica taglia. “Piccola.” Esclama arrossendo violentemente. Non voleva attirare l'attenzione. Ne ha preso uno ed è andata alla cassa per pagarlo, poi ha letto la seconda parte del biglietto.
“...Tolga le mutande e vada nella sala VideogamE del secondo piano. Dovrà rimanere dentro per il tempo necessario a chiacchierare con tre ragazzi differenti. Dovrà farli divertire. Prima li rende contenti e felici e prima finisce. Quando tornerà a casa, controlli immediatamente la sua mail.”

Non le piace, ma si reca dentro uno spogliatoio del negozio ed esegue togliendole. Si rimira nuovamente allo specchio del camerino ed abbassata la minigonna più che ha potuto, si reca al secondo livello. Non le piace camminare in quel modo. Non si sente a suo agio e continua ad abbassarsi e ad aggiustare la mini. Giunta alle scale mobili rimane bloccata per alcuni lunghi attimi. Aspetta che non ci sia nessuno nelle vicinanze e si getta sugli scalini. Cerca di controllare che nessuno la noti e soprattutto che nessuno le sia dietro. Abbassa e chiude le gambe cercando di insinuare la mini inutilmente fra esse. Non vuole che qualcuno possa intuire che non porta le mutande. A quel pensiero torna ad arrossire.

Giunta al negozio vi entra con lo spirito di sempre. Le piace il posto ed è venuta spesso a giocare con le amiche. Parla con tre ragazzi diversi e gioca con loro ad alcuni videogame. Uno di questi le ha chiesto il numero di cellulare e non lo delude. Infine corre nel bagno per rimettersi le mutandine ed esce giusto nello stesso momento in cui arriva suo padre per riprenderla. Tornata a casa apre l’email.

“Devi essere alla spiaggia del molo alle 3:30. Dopo …”

Era appena tornata e guardata l'ora, ne rimane perplessa.
“Sono le 2:20, non riuscirò mai a convincere i vecchi a portarmi alla spiaggia.” Pensa e riflette, tamburellando nervosamente sulla scrivania, calcola che suo fratello sia più facile da convincere. Arrivata in sala gli chiede:
“Mi puoi accompagnare alla spiaggia? Sai, le ragazze della squadra ci vanno per un allenamento e per prendere un po' di sole.”

“Come? Miss perfezione chiede aiuto?” Risponde rimanendo stupido e spaparanzato sul divano.

“Dai, per favoreee.” Supplichevole e mielosa, quasi mettendosi in ginocchio a pregarlo.

“Tanto devo uscire. Ti accompagno.”

Torna in camera e indossa il bikini appena comprato.
“Piccolo, troppo piccolo!” Esclama in silenzio inorridita, mentre si guarda allo specchio con gli occhi sgranati.
'È cosi mini che non copre realmente nulla e il sedere è completamente esposto visto che ha solo una stringa che scompare fra le chiappe. Allaccia la parte superiore che al confronto del pezzo di sotto sembra un normale costume.'

Una volta tanto si ritiene fortunata a non avere un seno abbondante.

Indossa una lunga camicia che le arriva sopra alle ginocchia che abitualmente usa per andare al mare e scende di casa dove trova suo fratello già pronto ad avviare la macchina. Mette la mail nella borsa da spiaggia, mentre lui le chiede dove andare. “Vicino al porto, al molo.”

La conoscono in molti, è spesso affollata di ragazzi per le feste che si organizzano durante le notti d’estate. Giuseppina controlla l’orologio e nota che sono arrivati con 10 minuti d’anticipo.

“A che ora vuoi che ti venga a riprendere?” Le chiede suo fratello.

“Passa per le 6:30.”

'Così ci starà per 3 ore in spiaggia. Sicuramente a caccia di maschietti.' Pensa suo fratello. Le sorride: “Buon divertimento!”
Le augura, mentre lei scende nel parcheggio senza salutarlo e lui riparte.

Giuseppina, fatti alcuni passi, si ferma ed estrae la copia della mail e per rileggerla ancora.
“...Appena arrivata alla spiaggia, dovrà indossare il nuovo bikini. Trovi un posto e si sdrai a pancia sotto. Appoggi la sua fronte sul telo da mare e tenga gli occhi chiusi. Attenda finché non arrivi qualcuno a parlare con lei. Farà qualunque cosa che questa persona le dirà. Se apre i suoi occhi o guarda verso qualcuno, tutto finirà e il video sarà trasmesso ai suoi genitori. Faccia qualunque cosa la persona le dica. NON sposti mai i suoi occhi dal vostro telo da mare. …”

Pensa che è abbastanza in anticipo e si guarda attorno in cerca di un posto poco affollato. Cammina per qualche minuto e trova una zona adatta allo scopo e, allungato il telo, vi si sdraia velocemente. Mentre camminava, constata che anche attraverso la camicia, può sentire il vento accarezzarle la pelle non abituata a essere così esposta. Il pensiero di quel bikini che è costretta ad indossare continua a tormentarla, è a disagio coperta da così poco tessuto e si sente praticamente nuda. Pensa a tutta quella gente che è lì intorno e che può guardare la pelle bianca del sedere, sicuramente tra loro c’è anche il SIG. X. Sdraiatasi sul telo e incrociate le mani, vi appoggia la fronte. Visto che non aveva scritto nulla a riguardo non si toglie il camicie.

Era lì da diversi minuti senza che nessuno si fosse fatto vivo. Cominciava a nutrire la speranza che fosse libera, il SIG. X aveva cambiato idea, che lei poteva tornare a casa… Quando una voce ha infranto ogni illusione. Mortificata e delusa ha sobbalzato per la sorpresa.

“Ciao, sono qui per il SIG. X. Mi è stato ordinato di dirti che tu non devi dire una parola o aprire gli occhi. Devi fare come dico. Quando avremo finito parlerò con il SIG. X su come ti sei comportata e se non sarà soddisfatto... Bene! Ha detto che tu sai quali sarebbero le conseguenze. Muovi la testa se hai capito.”

Lei terrorizzata annuisce energicamente con gli occhi serrati e tende le orecchie per percepire ogni rumore. Sente distintamente il tonfo di caduta come di un sacchetto. Lui le passa un paio di occhiali scuri.

“Mettili senza aprire gli occhi e non voltarti per nessun motivo. Capisco che non ti fidi di me, ma se farai come dico andrà tutto bene.”

Erano del tipo che si usano per chi viene operato agli occhi. Le lenti sono così spesse e scure da non lasciar vedere molto e avevano dei paraocchi laterali in modo che non ci fosse luce che entrasse da nessuna parte. L’unica differenza, era che Tonino aveva tagliato del nastro nero e li aveva foderati in modo da essere certo che non vedesse nulla. L’effetto era stato sperimentato da lui stesso e li aveva modificati in modo da renderli aderenti al viso.

Giuseppina, tremante, li ha indossati spostando la testa il meno possibile. Ora che li aveva messi si è inginocchiato al suo fianco.

“Alza la pancia.” Le ha ordinato.

Ha gemuto come ha sentito la mano di lui sfiorarle il seno per sbottonare la camicia e una volta fatto, l’ha sfilata.

Si è pentita di non averlo fatto lei stessa. Era certa che il tizio le aveva deliberatamente toccato il seno. Ingoia con fatica un poco di saliva. Ora era sul telo con solo il bikini e le stringhe molto piccole che coprivano la schiena e il suo sedere. Non ha mosso un muscolo e ha lasciato che lui spostasse le mani e le gambe a suo piacimento. Cominciava a pensare che non fosse del tutto un male avere quegli occhiali, in fondo era meglio non vedere cosa le stava facendo e poi con quegli occhiali era più difficile riconoscerla.

Dopo che lui aveva finito di sistemarla, lei si è ritrovata con le gambe aperte. Era certa che le aveva allargate oltre l'ampiezza delle spalle. Al pensiero di essere così esposta alla mercé di uno sconosciuto si è sentita avvampare le guance. Si sentiva un nodo allo stomaco e non osava neppure immaginare quanto poco fosse coperta da quel costume. Continuava ad ascoltare tutto quello che le accadeva attorno. Ha sentito dei rumori che non è riuscita ad identificare, capiva soltanto che lui si stava spostando, ora che aveva finito di giocare e sistemare le sue gambe.

Tonino la stava filmando. Le camminava attorno per registrare ogni piccolo dettaglio del suo corpo. Inginocchiatosi nuovamente, ha estratto una lozione solare protettiva e ha incominciato a spalmarla dalle spalle. Non poteva credere alla sua fortuna.
Appena qualche giorno prima, una tale bellezza di ragazza non era mai passata nella sua mente e ora eccola qui sotto alle sue mani.
Quando durante il massaggio alla schiena, è arrivato alle stringhe allacciate del bikini, ha spalmato la lozione passandogli sotto.
Ha pensato fra sé: 'E che diavolo se le sciolgo.'

Come ha tirato la stringa Giuseppina ha sentito il laccio sciogliersi e ha saltato.
Immediatamente Tonino la ripresa intimandogli:
“Non ti muovere e non parlare.”

Per tutta risposta lei ha stretto ancor più gli occhi per non pensare e non sentire.

Lui ha continuato a spalmare la lozione scendendo fino ad arrivare al sedere dove ha impiegato molto più tempo che non su tutta la schiena. Dopo aver fatto una veloce carezza anche alle gambe le ha bisbigliato di sollevarsi sui gomiti.

Come lei si è sollevata, Tonino ha afferrato i lanci del reggiseno e l’ha estratto velocemente.

Ha sentito chiaramente sfilare il piccolo pezzo di stoffa e per la sorpresa e per il leggero sfregamento ad uno dei capezzoli, emette un forte gemito.

Con tono arrabbiato: “Ancora una parola e lascerò che il SIG. X lo venga a sapere che non avete cooperato.”

Quindi riprende a spalmare la lozione sulla schiena e sulle spalle. Finalmente giunge alle tette. Il seno non è molto abbondante, ma è comunque molto piacevole accarezzarlo e palparlo delicatamente. Cerca di non esagerare, non sa fino a che punto potersi spingere e se si ribellasse ora sarebbe lui nei guai. Sorride ai gemiti e alle smorfie trattenuti da Giuseppina che si forza di essere ubbidiente nonostante sia visibilmente tesa.

D’istinto si porterebbe le mani al seno, ma deve rimanere immobile mordendosi un labbro sperando che tutto finisca presto. A stento si capacitava della situazione in cui si era cacciata: era sulla spiaggia con soltanto un piccolo pezzo di stoffa sulla sua figa, il seno era completamente esposto ed era costretta a permettere ad uno sconosciuto di spalmarle la crema solare in maniera tutt’altro che innocente. Ha incominciato a rabbrividire. Non che facesse freddo perché era un giorno molto caldo. Era impaurita, confusa e totalmente in balia degli eventi. Avrebbe pianto, ma era troppo shockata.

Tonino ha colto questa opportunità per registrare un altro poco. Ora tutto il suo corpo era meravigliosamente lucido unto com’era di crema solare. Era facile da vedere che era in topless, sparendo in mezzo al sedere sodo, quel che rimaneva del costume si vedeva appena. Nel riprenderla si è chinato e come lui, chi aveva la possibilità di osservarla di lato, poteva vedere chiaramente i suoi seni e i capezzoli nudi sfiorare il telo.

Rimessa via la telecamera, ha ricominciato a spalmare la crema partendo dalle gambe. La sua attenzione è stata attirata dal piccolo tessuto leggero che la copriva modellandosi perfettamente sulle labbra della figa lasciando ben poco all’immaginazione. Lentamente è salito massaggiando lungo l’interno coscia fino ad urtare coi pollici il bordo della vagina.

Istintivamente con uno scatto, lei ha stretto il sedere senza muovere le gambe.

Spostatosi di lato, è tornato a spalmare la crema ancora sul sedere e più lungamente di prima. Ora aveva un’erezione durissima nei suoi pantaloni e continuava ad aggiustarselo pur avendo le mani unte di crema.
Si guarda attorno e si ritiene fortunato. Nel raggio di 20 metri non c’era nessuno anche se molti passeggiavano li vicino o lungo la spiaggia. Ha notato anche che qualcuno si stava interessando a loro e li stava guardando molto attentamente, mentre continuava a spalmare la lozione solare.

Il piccolo triangolo del bikini e l’assenza di nulla sul suo sedere era l’interesse maggiore per la gente che passeggiava. Inoltre il piccolo pezzo di stoffa aderiva perfettamente alle labbra della figa evidenziando ancor di più il taglio e le prominenti labbra.

Tonino ha preso il flacone e l'ha spremuto direttamente sulle chiappe e in mezzo al culo. Sogghigna malizioso al pensiero di poter lucidare il buchetto del sedere ed è rimasto deliziato a guardare la lozione scendere lungo il solco. Rimane ad osservare come le gocce spariscono lentamente sotto la sottile zona che ha coperto la figa. Fatta cadere ancora qualche goccia di lozione, pensava eccitato che quella fighetta doveva essere ricoperta e piena di lozione. Ha continuato a spalmare la crema sul sedere per altri dieci minuti e ogni volta allargava le chiappe per vederne l’interno. Poteva ben notare come il piccolo buchetto luccicava di lozione. Per riprendere un poco di lucidità, si è nuovamente interrotto per registrare ancora.

Totalmente presa alla sprovvista Giuseppina sente qualcosa di freddo e viscido sul sedere, sussulta involontariamente trovando un po’ di tranquillità quando si rende conto che è la crema solare. 'Meglio non badare a spese per il mio bianco culetto.' Pensa con stizza. In altre circostanze lo avrebbe trovato divertente, ma ora alla nudità si aggiungeva la beffa di avere tutto il sedere impiastricciato di quella roba che ora le stava colando anche nelle sue intime parti. Si rende conto solo ora che la cosa peggiore è che non può muoversi né lamentarsi, quando vorrebbe solo scappare urlando.

Era ora in piedi e ha fatto ancora alcuni giri attorno a lei mettendo bene in evidenzia come la parte superiore del bikini fosse di lato sul telo e come i capezzoli maliziosi si potevano vedere chiaramente penzolare.

Era sempre nella medesima posizione e non si era ancora mossa pur avendo male alle spalle per il peso che gravava sui gomiti.

Ritornato da lei, si è rimesso a massaggiare il sedere per altri 5 minuti. Si è stupito per come le chiappe fossero dure e modellate.
Non ha mai tolto lo sguardo dalle due stringhe che tenevano allacciato il costume ai suoi lati, l’ultimo ostacolo da superare per averla finalmente nuda. Dal principio formavano un ampio arco, alti alla vita, ma col massaggio erano scesi lungo i fianchi. Mentre ha continuato a spalmare la crema si è assicurato che le stringhe fossero in tensione e lentamente le ha sciolte. Gli ci sono voluti 5 minuti abbondanti, ma alla fine quella di destra era slegata. Ha proseguito con quella di sinistra ponendo la stessa attenzione. Lentamente e poco per volta, prendendo il dovuto accorgimento ha sciolto anche quest’ultima stringa.

Ora Giuseppina era là con nulla che tratteneva il piccolo costume.
Tonino era abbastanza sicuro che lei non si era accorta che le stringhe fossero sciolte. Si è spostato ai suoi piedi e ha incominciato a lavorare un piede alla volta. Alza un piede e parte della gamba fingendo di massaggiare per spargere la crema.

In realtà stava usando il movimento dei piedi per allentare il contatto delle stringhe. Prima un piede e poi l’altro alternativamente. Era certo che il bikini era prossimo a scivolare via.
Ha smesso per alcuni minuti in modo da poter registrare con la video camera. Ha desiderato imprimere per sempre come tutto era sciolto e quanto poco stava nascondendo il piccolo tessuto del costume da bagno.

Posata la cinepresa ha afferrato ancora la crema e divaricate leggermente le chiappe con le dita di una mano, ha spremuto un po' di lozione direttamente fra il solco e giù nel buco del culo.
La maggior parte è scivolata ora libera direttamente nel piccolo triangolo di stoffa che nasconde la figa. Oramai Tonino ha capito che il costume poteva cadere da un momento all’altro. Ha ripreso il movimento partendo dall’interno coscia e divaricando un poco la gamba, ha proseguito fino ad arrivare al piede. Non è accaduto nulla. Si è spostato sull’altro lato della gamba sinistra e ha ripetuto lo stesso movimento. Incominciando con l’interno coscia e sollevando la gamba per spostarla leggermente all’esterno.

Era il laccio della gamba sinistra che teneva tutto in piedi. Infatti come l’ha mossa ancora leggermente, il piccolo pezzo di stoffa si è piegato a metà per poi scivolare e cadere in mezzo alle gambe. Tonino ha rapidamente agitato e massaggiato energicamente la parte della gamba in modo che Giuseppina non si accorgesse di nulla. Sperava che potesse funzionare perché ora stava lavorando da moltissimo tempo per vederle la figa. Il sudore colava su un viso soddisfatto e raggiante ben sapendo che Giuseppina fosse nuda su una spiaggia pubblica.

La figa depilata era ora in piena vista e nulla ostacolava il suo sguardo avido e voglioso. Ha appoggiato a terra lentamente la gamba e continuando a massaggiare il piede, ha potuto bearsi della visione perfetta della figa e del culo della ragazza. Non era per niente interessato a quanto accadeva attorno a lui. L’attenzione era tutta rivolta verso quelle labbra che tanto desiderava.

Molto probabilmente Tonino sarebbe riuscito nel suo intento anche se non ci avesse messo tanto impegno. Giuseppina infatti era decisa a non essere presente almeno con la mente, anche se non le sono sfuggite tutte le palpate al sedere e alle cosce, ha dovuto mordersi le labbra per non urlare quando le ha divaricato le chiappe e ha pensato 'per lo meno non mi scotterò.'

Stava meditando sul SIG. X e su chi potesse essere, era infatti stupita che non fosse lui in persona a presentarsi. 'Forse lo ha pagato.' Con orrore immagina il suo corpo venduto a degli sconosciuti. Non sapeva neppure se era un uomo, le sembrava anzi molto più plausibile che fosse una lei. Di amiche ne aveva tante, ma erano di più le ragazze che la invidiavano e detestavano soprattutto a scuola. No, doveva essere qualcuno che aveva a che fare con il ristorante, non si era comportata mai bene con le cameriere, ma arrivare a questo… Non riusciva a venirne a capo. 'Non è facile pensare quando un perfetto estraneo ti palpa le tette e ti massaggia il culo lasciandoti con le tette al vento. Fortuna che si è accontentato di togliere il top e di lasciarla sdraiata sulla pancia.' Si dice arrabbiata con se stessa e maledicendo quei venti euro.

Ha afferrato la video camera e ha incominciato a registrare ancora. Giuseppina era completamente nuda sulla spiaggia. Lui in mezzo alle sue gambe, coprendo la vista a molti, ma era aperta allo sguardo di chi poteva camminare vicino a loro. Mentre continuava a registrare ha preso il flacone in mano e ha versato ancora la crema sul sedere.

Questa volta attraverso la macchina da presa, ha potuto osservare come la lozione scendeva lungo il solco del sedere fino a spandersi lungo la figa e sulle labbra della vulva per poi gocciolare sul telo.

Tonino desiderava spasmodicamente quella morbida figa luccicante al sole. Voleva toccarla, baciarla, leccarla, per non parlare di come l’avrebbe riempita con quel cazzo che nei pantaloni stava scoppiando. Sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma non oggi. Eppure non riusciva a distogliere lo sguardo da quella vulva e alla fine si è deciso. Si guarda intorno e vede che le persone vicine sono tutte intente a prendersi il sole e a pensare ai fattacci loro. Quindi si dice fra sé per farsi coraggio. 'Al diavolo! Ci sarà un fuori programma.'

In ginocchio ed estratto il cazzo comincia a segarsi coprendosi come può con la maglietta. Non dura molto e dopo un paio di colpi può raccogliere lo sperma nella coppa della sua mano sinistra. Voleva continuare all'infinito a masturbarsi, ma non poteva. Si risistema in fretta e versa il suo nettare bianco nel solco del culo di Giuseppina. Ora può tornare a riprendere e zoomare come lo sperma scenda dalle natiche alla vagina come ha fatto la crema solare poco prima.

Si è alzato e ha incominciato a camminare lentamente attorno a lei. Voleva imprimere nel video anche la sua faccia, ma non sapeva come fare quindi ha appoggiato la cinepresa sullo zaino. Questo era giusto ai piedi di lei.

Successivamente si è rialzato ed è andato all’orecchio di Giuseppina e le ha detto:
“Togli temporaneamente gli occhiali perché è da molto tempo che li indossi, ma non aprire assolutamente gli occhi. Gira lentamente la testa a destra e guarda verso i tuoi piedi tenendoli chiusi. Se i tuoi occhi si aprissero solo una volta, questo sarebbe la fine di tutto.”

Giuseppina ha fatto come le è stato chiesto e non poteva certamente aprire gli occhi perché il riverbero del sole era troppo forte.

Senza gli occhiali, la faccia era visibile e come ha girato la testa, la macchina digitale ha ripreso perfettamente le sue gambe, il suo corpo nudo ed ora, anche la faccia. Il risultato non è granché, lei è tesissima e terrorizzata al pensiero di cosa ancora voglia da lei quindi si avvicina e le dice dolcemente “Calmati, tutto quello che voglio è un sorriso, poi abbiamo finito, ma tieni gli occhi chiusi.”

Lei non può credere alle sue orecchie, finalmente potrà andarsene e tornare a casa. Il sorriso le riesce più spontaneo di quanto avrebbe mai sperato Tonino, l’espressione di paura non è scomparsa del tutto, ma decide di accontentarsi.
scritto il
2024-08-03
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