Coinquilini
di
Maizu
genere
esibizionismo
Dopo 8 anni di convivenza disastrosa, avevo finalmente deciso di riprendermi in mano la vita. il primo passo da fare, ovviamente, fu trovare casa. Tra i tanti annunci mi colpi quello di una casa con tre camere per studenti o lavoratori. Il prezzo era molto allettante e l'idea di condividere casa con altre persone mi piaceva: in fondo era un modo come un altro per riprendere contatti con qualcuno che non gravitasse intorno alla mia vecchia vita. Scoprii che i miei coinquilini erano una ragazza di 35 anni di nome Sara, lavoratrice, ed uno studente di 29 che si chiamava Stefano.
Ormai abitavo li da più di una settimana, e cominciavo ad abituarmi ai nuovi ritmi. Il mio lavoro mi lasciava poco tempo per stare in casa, principalmente la sera per cenare (quasi sempre solo), e per dormire.
Era venerdì, decisi di prendermi una pizza contando di andare a letto presto. Normalmente mangiavo qualcosa e mi rinchiudevo nella mia stanza, mi masturbavo e mi addormentavo tranquillo.
Quella sera, mentre finivo la mia 4 stagioni, rientrò Sara. Entrò in cucina, mi salutò con un bel sorriso, e scomparì nella sua stanza dopo aver preso una bottiglia d'acqua dal frigo. Era una ragazza carina, non bellissima. Un bel seno abbondante, bassotina, con un cubetto rotondo e dei modi molto spigliati. Pensavo di finire la mia cena da solo, ma pochi minuti dopo tornò in cucina con un pacchetto in mano e si sedette a tavola.
"Che fame! Non vedevo l'ora di rientrare per gustarmi le lasagne di mamma!" Disse, aprendo una piccola teglia in alluminio.
"Beata te, che hai chi ti prepara la cena" Le risposi, fissando i capezzoli che sembravano più pronunciati del solito.
"Eh, magari fosse tutti i giorni così" e imboccò una forchettata di quella che effettivamente appariva come un ottimo esperimento di cucina casereccia.
Passammo qualche minuto in silenzio, ognuno consumando il suo pasto. Fu lei a rompere il silenzio.
"Allora, raccontami qualcosa di te"
"Mah, non ho granché da dire. Mi sono separato ed ora penso principalmente a lavorare. Non è semplice all'inizio, ma conto di riorganizzarmi a breve"
"Riorganizzarti in che senso?"
"be', amicizie, vita sociale"
"Cerchi una donna?"
Quella domanda così diretta mi lasciò di sasso.
"NO! Cioè, non proprio, non per forza. Diciamo che ho prima di tutto voglia di ricreare rapporti umani al di fuori della mia vecchia vita"
"Capisco. Ti senti solo?"
"Un po'"
"Sai, ci sono passata. Ma ho rimediato in fretta. La cosa che mi mancava nell'immediato era il sesso, ma mi sono comprata un vibratore"
Pronunciò quelle parole con una normalità disarmante. Voglio dire: tutti ci masturbiamo, ma normalmente il pudore ci impedisce di ammetterlo così pubblicamente. Ma questa era Sara: determinata e sopra ogni regola.
Sorrisi, un po' imbarazzato. Se ne accorse, e la cosa la intrigò, spingendola a provare a mettermi in imbarazzo.
"Che c'è? Sei un puritano? Ogni essere umano si masturba, e sa perfettamente che lo fanno tutti. E non capisco perché nessuno riesce a vivere serenamente questo aspetto del proprio corpo"
"Hai ragione, ma sai... E' la cultura, la società che ci impone..."
"Oh, guarda, lascia perdere. Con me non attacca. Io mi masturbo, tu anche, e tutti quanti. E quando lo facciamo esprimiamo la nostra vera essenza. Le fantasie che ci accompagnano in quei momenti sono la manifestazione dei nostri desideri liberi da tutti i condizionamenti"
Parlava con una tale naturalezza da mettere a proprio agio chiunque. Così mi trovai a parlare con eccitazione fisica e mentale come davanti ad uno specchio, dimenticando di averla vista si e no 5 volte nella mia vita.
"Hai ragione" le dissi, "dovremmo uscire dall'ipocrisia ed ammettere ed accettare i nostri desideri, la nostra essenza"
"Ecco! Così mi piaci!"
Una risata spezzò l'imbarazzo del momento, continuammo a parlare del più e del meno, sino a quando, terminato di mangiare, ci alzammo in piedi per sbarazzare il tavolo. Mentre raccoglieva gli ultimi residui del pasto, mi guardò e mi disse:
"Ora vado a letto, cerco di procurarmi un orgasmo e mi addormento: sono stanchissima! Buonanotte" E così dicendo si girò di spalle concedendomi una bella visione del suo culo alto e rotondo, e sparì nella sua stanza.
Andai a letto anche io, con una considerevole erezione ed una piacevole eccitazione addosso.
Mi spogliai nudo, mi infilai nel letto, e cominciai ad accarezzarmi l'uccello. Mi resi conto di non aver chiuso a chiave la porta, come facevo di solito, e decisi di lasciarla così, sapendo di non aver nulla da nascondere.
Mentre mi segavo sentii degli inequivocabili mugolii provenire dalla stanza di Sara, e probabilmente il ronzio di un vibratore.
Immaginandola sborrai in pochi minuti ed in maniera abbondante, abbastanza da ricoprirmi la mano. In preda all'eccitazione avvicinai il palmo alla bocca e leccai il mio sperma. Mille volte avevo pensato di farlo, ma tutte e mille, una volta sborrato, mi passava l'eccitazione e non lo facevo. Questa volta qualcosa mi aveva prolungato la porcaggine, e non era difficile capire di chi si trattasse.
Passò qualche giorno in cui incontrai i miei coinquilino giusto per pochi secondi, tra i miei impegni ed i loro, sinché una sera in cui avevo deciso di cucinarmi qualcosa di più elaborato dei semplici spaghetti, intento a preparare degli involtini, arrivò Sara, con la faccia affamata ed il naso in attività come un cane da caccia.
"Wow! Mi inviti a cena?" Sorrisi
"Ma certo, ne ho fatto almeno per tre, ma mi servono ancora 10 minuti!"
"Ok, resisterò, ma devo trovare qualcosa da fare nel frattempo, altrimenti non ce la posso fare"
"Fatti un bel ditalino!" La frase mi usci di bocca senza pensare, suonò così reale e vera da darmi la sensazione di parlare di cucina o di qualsiasi altra attività quotidiana. Ma in meno di un secondo mi accorsi di aver esagerato e pensai di ricevere una serie di insulti. Con mia grande sorpresa, invece, lo sguardo non fu minimamente turbato, anzi mi disse:
"si, sarebbe una buona idea, ma non ho voglia di andarmene in camera, spogliarmi ect. Ti seccherebbe se lo facessi qui?"
Per via di quelle parole fu un miracolo se non mi ustionai con la padella ancora bollente. Mi sforzai di stare al gioco e mostrare sufficienza, come si stesse parlando di del meteo, e con quell'espressione le dissi:
"Per me non c'è problema, ma sappi che potrei iniziare a farlo anche io"
Queste parole avevano, nella mia testa, lo scopo di deterrente, ma la risposta fu entusiasta. In poche decine di secondo vidi Sara sulla sua sedia con una mano in mezzo alle gambe. Sebbene portasse una gonna lunga che non lasciava tanto spazio all'osservazione, tanto mi bastò per trovarmi in due minuti col cazzo durissimo. Spensi il fuoco e mi girai verso di lei, osservai le sue espressioni di godimento vero. Mi fu inevitabile tirarmelo fuori e segarmi con trasporto. Quando lei vide la scena, la sua espressione si fece ancora più da porca, sollevò i ll vestito ed iniziò a massaggiarsi il clitoride vigorosamente. Con la testa buttata all’indietro usava due dita di una mano per allargare le grandi labbra esponendo il più possibile il grilletto alla mia vista, mentre con le dita dell’altra mano raccoglieva i suoi umori per lubrificare la stimolazione.
Il mio cazzo era durissimo, non avrei impiegato molto a venire. Riportò in avanti il viso e cominciò a fissarmelo con un’espressione che le trasformò il viso.
Ero ipnotizzato da quella scena, tanto che non mi accorsi che nel frattempo era rientrato Stefano, che stava sulla porta della cucina ad osservare in silenzio.
Fui colto da un imbarazzo improvviso, non sapevo cosa fare ed istintivamente feci per ricacciarmi lìuccello nei pantaloni, cosa abbastanza complicata vista l’erezione potente. Sara si accorse, girò la testa e salutò come se nulla fosse. Stefano rispose al saluto, mentre si accarezzava un vistoso bozzo nei pantaloni. Sara si girò nuovamente verso di me e con un sorriso mi incalzò.
“Non sarao mica imbarazzato! Con Stefano condividiamo l’appartamento da quasi un anno, ci siamo guardati mentre ci masturbavamo una marea di volte!”
Stefano le diede manforte:
“Ma si, certo, continuate pure! Anzi, se non vi dispiace mi unirei al gioco” e così dicendo si abbassò i pantaloni della tuta sfoderando un pisello di buone dimensioni, già pronto all’uso.
Nel vedere quella scena un brivido mi scese dal cervello sino al frenulo, e per poco non mi venni nelle mutande. Mi accorsi di essere profondamente attratto dalla situazione, e perfino incuriosito dal cazzo di un altro uomo.
Incerto sul da farsi ma troppo eccitato per tornare indietro, ripresi in mano il mio cazzo e ricominciai a menarmelo.
Sara era veramente eccitata, si dimenava sulla sedia senza pudore, guardando un po’ me e un po’ Stefano, quando rivolta verso di me disse:
“Io sto per venire…ti andrebbe di schizzarmi sul grilletto?”
Quelle parole furono il colpo di grazia: come un automa mi avvicinai alla sua figa ed in pochi secondi abbondanti schizzi caldi le colpirono clitoride e pube, impiastrando la leggera peluria che lo ricopriva. Sara si lasciò andare in un rumoroso orgasmo, e qualche schizzo le partì sino a raggiungere il mio scroto. Stefano, arrivato dopo, aveva ancora tempo, così si fermò, fece un sorriso e disse:
“Bene, io vado in camera a finire il lavoro con un porno”, e così dicendo si avvicinò a Sara che lo salutò con un affettuoso bacino sulla cappella, che fu ricambiato da lui poggiando le labbra sulla clitoride glassata del mio sperma. Mi accorsi che le diede una leccata veloce, assaggiando il mio sapore. Poi mi sorrise e mi disse “a più tardi”, sparendo nel corridoio.
Ormai abitavo li da più di una settimana, e cominciavo ad abituarmi ai nuovi ritmi. Il mio lavoro mi lasciava poco tempo per stare in casa, principalmente la sera per cenare (quasi sempre solo), e per dormire.
Era venerdì, decisi di prendermi una pizza contando di andare a letto presto. Normalmente mangiavo qualcosa e mi rinchiudevo nella mia stanza, mi masturbavo e mi addormentavo tranquillo.
Quella sera, mentre finivo la mia 4 stagioni, rientrò Sara. Entrò in cucina, mi salutò con un bel sorriso, e scomparì nella sua stanza dopo aver preso una bottiglia d'acqua dal frigo. Era una ragazza carina, non bellissima. Un bel seno abbondante, bassotina, con un cubetto rotondo e dei modi molto spigliati. Pensavo di finire la mia cena da solo, ma pochi minuti dopo tornò in cucina con un pacchetto in mano e si sedette a tavola.
"Che fame! Non vedevo l'ora di rientrare per gustarmi le lasagne di mamma!" Disse, aprendo una piccola teglia in alluminio.
"Beata te, che hai chi ti prepara la cena" Le risposi, fissando i capezzoli che sembravano più pronunciati del solito.
"Eh, magari fosse tutti i giorni così" e imboccò una forchettata di quella che effettivamente appariva come un ottimo esperimento di cucina casereccia.
Passammo qualche minuto in silenzio, ognuno consumando il suo pasto. Fu lei a rompere il silenzio.
"Allora, raccontami qualcosa di te"
"Mah, non ho granché da dire. Mi sono separato ed ora penso principalmente a lavorare. Non è semplice all'inizio, ma conto di riorganizzarmi a breve"
"Riorganizzarti in che senso?"
"be', amicizie, vita sociale"
"Cerchi una donna?"
Quella domanda così diretta mi lasciò di sasso.
"NO! Cioè, non proprio, non per forza. Diciamo che ho prima di tutto voglia di ricreare rapporti umani al di fuori della mia vecchia vita"
"Capisco. Ti senti solo?"
"Un po'"
"Sai, ci sono passata. Ma ho rimediato in fretta. La cosa che mi mancava nell'immediato era il sesso, ma mi sono comprata un vibratore"
Pronunciò quelle parole con una normalità disarmante. Voglio dire: tutti ci masturbiamo, ma normalmente il pudore ci impedisce di ammetterlo così pubblicamente. Ma questa era Sara: determinata e sopra ogni regola.
Sorrisi, un po' imbarazzato. Se ne accorse, e la cosa la intrigò, spingendola a provare a mettermi in imbarazzo.
"Che c'è? Sei un puritano? Ogni essere umano si masturba, e sa perfettamente che lo fanno tutti. E non capisco perché nessuno riesce a vivere serenamente questo aspetto del proprio corpo"
"Hai ragione, ma sai... E' la cultura, la società che ci impone..."
"Oh, guarda, lascia perdere. Con me non attacca. Io mi masturbo, tu anche, e tutti quanti. E quando lo facciamo esprimiamo la nostra vera essenza. Le fantasie che ci accompagnano in quei momenti sono la manifestazione dei nostri desideri liberi da tutti i condizionamenti"
Parlava con una tale naturalezza da mettere a proprio agio chiunque. Così mi trovai a parlare con eccitazione fisica e mentale come davanti ad uno specchio, dimenticando di averla vista si e no 5 volte nella mia vita.
"Hai ragione" le dissi, "dovremmo uscire dall'ipocrisia ed ammettere ed accettare i nostri desideri, la nostra essenza"
"Ecco! Così mi piaci!"
Una risata spezzò l'imbarazzo del momento, continuammo a parlare del più e del meno, sino a quando, terminato di mangiare, ci alzammo in piedi per sbarazzare il tavolo. Mentre raccoglieva gli ultimi residui del pasto, mi guardò e mi disse:
"Ora vado a letto, cerco di procurarmi un orgasmo e mi addormento: sono stanchissima! Buonanotte" E così dicendo si girò di spalle concedendomi una bella visione del suo culo alto e rotondo, e sparì nella sua stanza.
Andai a letto anche io, con una considerevole erezione ed una piacevole eccitazione addosso.
Mi spogliai nudo, mi infilai nel letto, e cominciai ad accarezzarmi l'uccello. Mi resi conto di non aver chiuso a chiave la porta, come facevo di solito, e decisi di lasciarla così, sapendo di non aver nulla da nascondere.
Mentre mi segavo sentii degli inequivocabili mugolii provenire dalla stanza di Sara, e probabilmente il ronzio di un vibratore.
Immaginandola sborrai in pochi minuti ed in maniera abbondante, abbastanza da ricoprirmi la mano. In preda all'eccitazione avvicinai il palmo alla bocca e leccai il mio sperma. Mille volte avevo pensato di farlo, ma tutte e mille, una volta sborrato, mi passava l'eccitazione e non lo facevo. Questa volta qualcosa mi aveva prolungato la porcaggine, e non era difficile capire di chi si trattasse.
Passò qualche giorno in cui incontrai i miei coinquilino giusto per pochi secondi, tra i miei impegni ed i loro, sinché una sera in cui avevo deciso di cucinarmi qualcosa di più elaborato dei semplici spaghetti, intento a preparare degli involtini, arrivò Sara, con la faccia affamata ed il naso in attività come un cane da caccia.
"Wow! Mi inviti a cena?" Sorrisi
"Ma certo, ne ho fatto almeno per tre, ma mi servono ancora 10 minuti!"
"Ok, resisterò, ma devo trovare qualcosa da fare nel frattempo, altrimenti non ce la posso fare"
"Fatti un bel ditalino!" La frase mi usci di bocca senza pensare, suonò così reale e vera da darmi la sensazione di parlare di cucina o di qualsiasi altra attività quotidiana. Ma in meno di un secondo mi accorsi di aver esagerato e pensai di ricevere una serie di insulti. Con mia grande sorpresa, invece, lo sguardo non fu minimamente turbato, anzi mi disse:
"si, sarebbe una buona idea, ma non ho voglia di andarmene in camera, spogliarmi ect. Ti seccherebbe se lo facessi qui?"
Per via di quelle parole fu un miracolo se non mi ustionai con la padella ancora bollente. Mi sforzai di stare al gioco e mostrare sufficienza, come si stesse parlando di del meteo, e con quell'espressione le dissi:
"Per me non c'è problema, ma sappi che potrei iniziare a farlo anche io"
Queste parole avevano, nella mia testa, lo scopo di deterrente, ma la risposta fu entusiasta. In poche decine di secondo vidi Sara sulla sua sedia con una mano in mezzo alle gambe. Sebbene portasse una gonna lunga che non lasciava tanto spazio all'osservazione, tanto mi bastò per trovarmi in due minuti col cazzo durissimo. Spensi il fuoco e mi girai verso di lei, osservai le sue espressioni di godimento vero. Mi fu inevitabile tirarmelo fuori e segarmi con trasporto. Quando lei vide la scena, la sua espressione si fece ancora più da porca, sollevò i ll vestito ed iniziò a massaggiarsi il clitoride vigorosamente. Con la testa buttata all’indietro usava due dita di una mano per allargare le grandi labbra esponendo il più possibile il grilletto alla mia vista, mentre con le dita dell’altra mano raccoglieva i suoi umori per lubrificare la stimolazione.
Il mio cazzo era durissimo, non avrei impiegato molto a venire. Riportò in avanti il viso e cominciò a fissarmelo con un’espressione che le trasformò il viso.
Ero ipnotizzato da quella scena, tanto che non mi accorsi che nel frattempo era rientrato Stefano, che stava sulla porta della cucina ad osservare in silenzio.
Fui colto da un imbarazzo improvviso, non sapevo cosa fare ed istintivamente feci per ricacciarmi lìuccello nei pantaloni, cosa abbastanza complicata vista l’erezione potente. Sara si accorse, girò la testa e salutò come se nulla fosse. Stefano rispose al saluto, mentre si accarezzava un vistoso bozzo nei pantaloni. Sara si girò nuovamente verso di me e con un sorriso mi incalzò.
“Non sarao mica imbarazzato! Con Stefano condividiamo l’appartamento da quasi un anno, ci siamo guardati mentre ci masturbavamo una marea di volte!”
Stefano le diede manforte:
“Ma si, certo, continuate pure! Anzi, se non vi dispiace mi unirei al gioco” e così dicendo si abbassò i pantaloni della tuta sfoderando un pisello di buone dimensioni, già pronto all’uso.
Nel vedere quella scena un brivido mi scese dal cervello sino al frenulo, e per poco non mi venni nelle mutande. Mi accorsi di essere profondamente attratto dalla situazione, e perfino incuriosito dal cazzo di un altro uomo.
Incerto sul da farsi ma troppo eccitato per tornare indietro, ripresi in mano il mio cazzo e ricominciai a menarmelo.
Sara era veramente eccitata, si dimenava sulla sedia senza pudore, guardando un po’ me e un po’ Stefano, quando rivolta verso di me disse:
“Io sto per venire…ti andrebbe di schizzarmi sul grilletto?”
Quelle parole furono il colpo di grazia: come un automa mi avvicinai alla sua figa ed in pochi secondi abbondanti schizzi caldi le colpirono clitoride e pube, impiastrando la leggera peluria che lo ricopriva. Sara si lasciò andare in un rumoroso orgasmo, e qualche schizzo le partì sino a raggiungere il mio scroto. Stefano, arrivato dopo, aveva ancora tempo, così si fermò, fece un sorriso e disse:
“Bene, io vado in camera a finire il lavoro con un porno”, e così dicendo si avvicinò a Sara che lo salutò con un affettuoso bacino sulla cappella, che fu ricambiato da lui poggiando le labbra sulla clitoride glassata del mio sperma. Mi accorsi che le diede una leccata veloce, assaggiando il mio sapore. Poi mi sorrise e mi disse “a più tardi”, sparendo nel corridoio.
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