Una serata particolare

di
genere
orge

Mi chiamo Luigi,ho 62 anni e da 5 anni sono un cornuto felice. Cristina, la mia signora,ha 50 anni e da oltre un anno ha come amante il mio socio Francesco che la usa come la sua troia personale. Questo è il racconto di una serata particolare e tutto quello che viene descritto è capitato.

Finalmente arrivò la telefonata che avevamo atteso da tanto.
Io e il mio collega nonché socio Francesco siamo due architetti di un noto studio della mia città e da tempo stavamo lavorando in collaborazione con altri due colleghi di un altro studio - Giovanni e Massimo - per una gara di appalto relativa ad un progetto estremamente importante.Francesco rispose al telefono e dopo minuti che a me sembrarono interminabili riagganciò e
guardandomi scoppiò in una esultanza liberatoria... avevamo ottenuto il lavoro e con esso ovviamente una bella somma di denaro.
Da sempre siamo amanti della bella vita e io Francesco oltre che colleghi siamo anche compagni di tennis e di palestra... ah dimenticavo... lui da circa un anno è anche l’amante fisso di mia moglie Cristina ed io il loro affezionato guardone cornuto.
Si, mi piace condividere la mia dolce metà e Francesco è stato scelto come partner ideale, sarà perché divorziato e amico fidato o forse ancor più per il suo aspetto fisico e i suoi 23 cm di cazzo.
Francesco mi abbracciò e mi disse “Evvai! E’ nostro, è nostro...adesso dobbiamo festeggiare!”
Prendemmo la sua mercedes nera e andammo di fretta e furia nel bar principale della città per brindare con i nostri due colleghi di progetto Giovanni e Massimo. Giovanni era il più attempato della compagnia, 55 anni non altissimo, calvo con pochi capelli bianchi, fisico grassottello con la pancia di chi ama il cibo e il buon vino, semper molto elegante,
camicia bianca sempre un po’ aperta col petto villoso, uno dei suoi tanti Rolex al polso, sposato ma rinomato puttaniere e frequentatore di night club.
Massimo era invece il più giovane della compagnia, 44 anni, piuttosto alto con un fisico magro e l’atteggiamento del nerd con gli occhiali appassionato di informatica e tecnologia, sempre molto riservato e anche lui sposato con due figli.
Brindammo insieme per la nostra vittoria quando a Francesco venne fuori una mezza idea.
“Ragazzi dobbiamo festeggiare alla grande! Qui facciamo un mucchio di soldi! Dai ragazzi serata fra maschi e magari delle belle puttane”.
Scoppiammo tutti a ridere, poi Giovanni si fece serio e con la verve di chi ne ha fatte tante la buttò li: “Allora sentite allo zio Giovanni... io ci metto casa mia al mare, bel posto e location isolata, alla cena e il vino ci penso io, voi inventatevi una bella cazzata con le vostre rotture di palle di mogli e poi pensiamo a dove recuperare una bella troia”.L’appuntamento era fissato per il venerdì della settimana successiva.
Venne il giorno dell’appuntamento che era fissato per le 20.30.
Decisi di rimanere al lavoro senza passare da casa e la mia scusa con Cristina fu che avevamo una riunione con Francesco per l’appalto che sarebbe andata per le lunghe, di non aspettarmi per cena perchè sicuramente avrei fatto le ore piccole. Cristina mi rispose scocciata al telefono dicendo che avevo promesso di portarla al cinema ma che capiva la situazione sapendo quanto fosse importante quel progetto. Presi la macchina e andai verso la casa al mare di Giovanni, sia lui che Massimo erano li vestiti di tutto punto in camicia e pantalone elegante che avevano già stappato una bottiglia di vino bianco.
Mi accolsero calorosamente e iniziammo a bere.
“Francesco ha chiamato che è per strada, tarda un 20 minuti, credo che la zoccola abiti fuori mano o forse si è portato avanti e se lo sta facendo succhiare, alla fine ci dovremo accontentare di scoparcene una in 3 ahahah” scoppiò a ridere Giovanni, mentre Massimo rimaneva sornione
quasi imbarazzato... credo che non avesse mai tradito sua moglie e a dire il vero era la prima
volta anche per me, ma tutto sommato che male c’è? Mi dissi dato che lei era l’amante del mio collega perché io non avrei dovuto scoparmi una bella puttana magari dell’est europeo alta e bionda?
Mentre si parlava del più e del meno Massimo si voltò verso di noi dalla finestra tutto agitato “E’ arrivato Francesco! C’è la donna con lui!”
“La zoccola vorrai dire” disse Giovanni da vecchio porco scafato “Iniziamo a chiamarla col suo nome per favore” e scoppiò in una delle sue risate fragorose.
Suonò la porta e Francesco entrò per primo facendo da apripista all’oggetto della nostra serata.Giovanni e Massimo erano in piedi davanti a me e mi ostruivano la visuale, riuscii a intravedere una scarpa col tacco nera sotto un lungo impermeabile mentre i miei amici ululavano e battevano le mani ccogliendo il nostro trofeo di caccia.Poi riuscii finalmente a vederla in volto.
Il cuore mi balzò in gola e fui quasi sopra affetto da un sentimento di ira misto gelosia misto eccitazione.
La zoccola era Cristina! Mia moglie! Ero senza parole, impaurito, quasi inebetito ma dannatamente su di giri, avvampavo di calore.
Stentavo a credere ai miei occhi... e la cosa assurda era che i miei colleghi la conoscevano molto bene dato che eravamo stati a cena una sera con tutte le nostre famiglie!
Cristina si avvicinò verso di me e senza dirmi niente, guardandomi con i suoi occhi da gatta, mi diede un bacio appassionato in bocca con la lingua.Da cornuto scafato come ero riuscii a riconoscere subito nella sua saliva gli umori di cazzo e sborra... era il cazzo di Francesco, il porco doveva essersi fatto fare una pompa in auto.
Lei si staccò da me e si pulì la bocca con la manica della giacca.
“Caro, quanto lavori eh? Vedo come sei impegnato nella tua riunione... Peccato che io sono la troia della serata, solo tu non lo sapevi... ma che sei cornuto lo sanno già tutti.” Mi sussurrò all’orecchio facendomi eccitare ancora di più.
Senza ritegno mi voltò le spalle come se non esistessi e lasciò cadere il suo cappotto lungo in terra.
“Allora signori che ne dite, sono di vostro gradimento?” Continuò da ammaliatrice Cristina. Ero mortificato, arrabbiato ma allo stesso tempo non potei trattenere il rigonfiamento nei pantaloni, quasi mi sborravo addosso.
Cristina era fantastica, giunonica col suo seno di quarta misura al vento, la pelle chiara, i capezzoli duri per il freddo, delle calze velate nere e una guepiere da infarto, senza mutandine, già pronta all’uso, una scarpa nera lucida tacco 15 da vera zoccola e i capelli sciolti.
Giovanni da padrone di casa istrionico accese lo stereo con della musica latino americana e Cristina prese a ballare sculettando e muovendosi come una vera pantera.
Passava da un ospite all’altro strusciandosi sui loro pacchi, mentre io era come se non esistessi, non mi contemplava proprio. I miei amici battevano le mani a tempo e la incitavano a piegarsi e strusciarsi di più.
Francesco si avvicinò a me “ehi porco hai visto che bella troia che ti ho portato? Altro che le mignotte dell’est, qui tutta roba di casa nostra ahaha. Dai cornuto che stasera ti regaliamo una esperienza unica... non sai i due maiali quanto si sono eccitati quando in settimana gli ho mandata su whatsapp il video di tua moglie che si masturbava per loro”.
Ecco, l’ennesimo schiaffo in faccia che mi arrivava.Mia moglie esibita, offerta,già da una settimana ed io l’unico ignaro. Chissà le risate che si saranno fatti alle mie spalle e le seghe e i commenti che si saranno fatti.
“Ehi Cornuto!” Tuonò Giovanni dalla parte opposta della stanza “Ho messo una bottiglia di Dom Perignon in frigo, valla a prendere che brindiamo...non servono i calici”.
Obbediente e incredulo andai in cucina mentre mia moglie continuava a ballare nuda in mezzo alla sala.Al mio ritorno vidi Massimo in disparte, sembrava quasi a disagio con la sua aria da nerd che si accarezzava il cazzo dai pantaloni come un maniaco guardone, Francesco sedeva su una sedia e Giovanni che già si era sbottonato la camicia prese mia moglie per mano.
La fece sedere a gambe oscenamente larghe sul tavolo da pranzo.
La testa all’indietro, la schiena arcuata e le grandi labbra e il clitoride gonfi, i capezzoli due chiodi che si stagliavano nell’aria.
Giovanni mi prese la bottiglia di mano, la stappò e fece colare la schiuma sul ventre di mia moglie.
Il liquido le colò fra le tette ballonzolanti fino in mezzo le sue intimità.
Con le sue mani grassoccie da porco Giovanni la prese per la mascella, le aprì la bocca con due dita e versandole lo champagne in bocca le disse “Bevi amore da brava sorseggia”.Quell’ “amore” detto con quel modo da fare viscido mi provocò un fastidio interiore e peggio ancora una erezione fortissima.
Mia moglie beveva come fosse la regina del bordello.
Francesco si fece passare la bottiglia e allargandole le gambe le infilò il collo del “dom” nella figa già umida. Mia moglie ebbe un sussulto e Giovanni le diede uno schiaffetto sul volto “Dai zoccola che ti piace...vogliamo brindare”.
Francesco le infilava la bottiglia sempre più a fondo nella figa agitandola su e giù, poi chiamò Massimo.“Dai cazzo non fare il guardone sfigato, vieni a bere” e togliendo la bottiglia dalla sua vulva
fradicia lasciò che Massimo si abbeverasse alla fonte del piacere leccando mia moglie nelle sue intimità e bevendo il liquido che ne usciva.
Si abbeverarono a turno dalla sua figa finché ne ebbero voglia... lo facevano come se fosse normale, incuranti dei sussulti e i brividi di lei e soprattutto di cosa io potessi pensare... poi Giovanni prese mia moglie con forza e la mise a pecorina sul tavolo.
“Ora amore ti facciamo un bel clistere di dom che ne dici”.Fui scosso da un brivido di eccitazione e perversione. Ancora una volta il porco più anziano la aveva chiamata amore davanti a me e ancora una volte mia moglie si prestava ad essere il loro oggetto del piacere.
Inizialmente Cristina provò a ribellarsi ma Francesco le teneva già il buco del culo aperto e Giovanni le infilò la bottiglia profanando al sua rosellina e versando nel suo intestino le ultime sorsate rimaste di champagne.
“Non pisciarlo dal culo troia...non ancora...tienilo dentro...come un clistere...tienilo dentro” le sussurrò Francesco.
Poi la fecero alzare in piedi, quel porco depravato di Giovanni prese un calice e lo posizionò sotto le gambe di Cristina.
“Ora spingi con lo sfintere, da brava” e così facendo mia moglie iniziò a far fuoriuscire dal suo ano il dom perignon rimasto che dalle sue gambe colava nel calice. Una volta finito Giovanni mi porse il bicchiere ripieno e guardandomi con occhi assaltanti mi intimò di bere. “Questo è nettare divino, estratto dagli umori della puttana, bevi cornuto”.
Mia moglie non mi guardava ma capii dai suoi fremiti che doveva essere stato davvero piacevole ma anche doloroso a suo modo.
Con il cazzo che mi scoppiava nei pantaloni sorseggiai tutta la bevanda fino a non lasciare una goccia.
“Bravo cornuto!” Scoppiarono tutti a ridere e in un applauso e presero a darmi pacche sulle spalle di compiacimento.

Fine prima parte.

scritto il
2019-01-14
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