Dover ingravidare la moglie del mio amico
di
Frankossido
genere
etero
Ricordo ancora lo stupore e la sensazione di essere preso in giro. Io che mi mettevo a ridere mentre di fronte a me trovavo il mio migliore amico afflitto e imbarazzato.
Tutto era iniziato con il mio matrimonio con Giorgia, la mia fidanzata da una vita che finalmente aveva accettato la mia proposta. Il primo figlio arrivò in maniera spontanea dopo appena 13 mesi, a cui seguì una sorellina entro i due anni successivi.
Francesco era il mio migliore amico da almeno 20 anni: elementari, scuola calcio, medie e pure liceo insieme. Tutto quello che faceva l’uno lo faceva anche l’altro. Infatti poco dopo il mio matrimonio lui si sposò con Claudia ma a differenza mia non riusciva ad avere i tanto agognati figli.
Claudia era una brava ragazza, me l’aveva fatta conoscere Francesco e con me e Giorgia si era sempre trovata bene. Sapevo che a casa era lei a portare i pantaloni, Francesco in effetti per natura anche con me era molto succube, ma tutto mi sarei aspettato meno che arrivasse a questo punto.
-Senti Massimo… smetti di ridere. Sono serio.
A quelle parole il sorriso mi sparì dal volto come un fantasma.
-Ho fatto le analisi, sono completamente sterile. Non posso avere figli.
Francesco me lo diceva con tono serio e ferito. Sapevo quanto doveva essere stato duro scoprirlo.
-E’ da tanto che lo sai?
-Circa un anno, con Claudia ne ho parlato poco dopo e nel frattempo ho fatto tutte le verifiche del caso.
-Mi spiace molto Fra… però ci sono le adozioni, non puoi essere serio!
Infatti a scatenare il mio riso non era stata la notizia della sterilità del mio amico, quanto la sua precedente richiesta di mettere incinta sua moglie…
-Guarda Massimo so che ti sto chiedendo una cosa molto difficile, ma Claudia è irremovibile sul fatto che il figlio debba essere suo. Da un lato la capisco e devo anzi ringraziare che non mi abbia lasciato subito… Io e te siamo come fratelli, pure fisicamente siamo molto simili. Se deve farlo qualcuno vorrei che fossi tu.
Cercai di spiegargli i miei dubbi, pure per me lui era come un fratello e questo da un lato mi bloccava… inoltre (particolare non da poco) ero felicemente sposato.
-Lo so quanto possa essere complicato e so anche quanto ami Giorgia… Però da parte nostra nessuno saprà mai nulla, vogliamo che sia tu anche perché in caso di bisogno sappiamo chi sei e dove trovarti, immagina andare a chiedere il sangue ad uno sconosciuto tra vent’anni!
La discussione era proseguita a lungo non solo quella sera ma per i mesi successivi… Parlai anche con Claudia e fu estremamente complicato. Era bella, era eccitante quando decideva di esserlo, ma una cosa era fantasticare e un’altra scoparla con l’idea di metterla incita.
A mia moglie ovviamente non dissi nulla: matrimonio e famiglia sarebbero spariti all’istante.
Sta di fatto che non so cosa mi spinse a farlo, se le preghiere del mio migliore amico o il corpo di Claudia che tornava sempre più spesso nei miei pensieri, ma alla fine accettai.
Fu relativamente semplice anche trovare l’occasione: in estate mia moglie aveva due settimane di ferie in più di me, in quei giorni prendeva i bambini e li portava alla casa al mare. Stavano lì a godersi il sole aspettando che io arrivassi nei weekend o per le ferie. In quei giorni decidemmo che Francesco sarebbe andato via per lavoro e io e Claudia avremmo passato almeno una notte insieme.
Fu così che un martedì sera mi trovai con una bottiglia di vino fresco in mano di fronte alla porta di casa di Claudia… con un senso di colpa che mi pervadeva ogni cm di corpo suonai il campanello e attesi.
Quando la porta si aprì quasi faticai a riconoscerla. Lei che era sempre in jeans e maglietta con un trucco leggerissimo era venuta ad aprirmi con un vestitino nero molto aderente che faceva risaltare una terza abbondante che si intravedeva molto bene dal decolté generoso… Mi venne subito in mente la Boschi, somiglianza che fino ad allora non avevo mai notato.
- C-ciao – le dissi balbettando.
Abbassando lo sguardo mi disse che aveva pensato fosse una buona idea vestirsi bene e con uno stile un po’ diverso per una volta… Mentre entravo balbettando qualcosa chiuse velocemente la porta e mi fece strada… lì notai non solo i suoi splendidi tacchi neri, ma anche come rendevano pronunciato il suo culo e le sue gambe.
- Ti va di mangiare qualcosa?
- Onestamente Claudia non ho troppa fame.
- A chi lo dici… senti però almeno quella stappiamola- disse indicando la bottiglia.
Andò in cucina mentre io aspettavo in salotto, arrivò con un cavatappi e due calici. Stappai la bottiglia e riempii prima il suo bicchiere poi il mio.
- Allora Cin Cin!
E dopo il brindisi entrambi svuotammo in un sol colpo i due bicchieri.
-Claudia perché non pensate ad adottare un bambino?
Claudia alzò gli occhi al cielo scocciata.
-Cazzo Massi, sono mesi che ne parliamo e ancora che richiedi per la millesima volta sta cosa… io voglio un bambino MIO, non di altri, MIO. Se Francesco non è in grado di darmene uno facciamo almeno in modo che sia mio! Dai cazzo, sono mesi che ne discutiamo…
-Hai ragione… scusami.
Riempimmo ancora i bicchieri, stavolta però non ci fu neanche bisogno del brindisi per vuotarli in un sol colpo.
-Dai Massimo… in fondo si tratta solo di scopare… So di non essere proprio brutta per i tuoi gusti perché è da quando sei entrato che mi guardi seno e gambe… vedimi come una conosciuta in discoteca a 20 anni… ok?
Claudia mi mise le braccia attorno al collo e tirandomi su la testa fece in modo di avere i suoi occhi dentro i miei.
Per la prima volta da quando sia io che lei eravamo sposati mi pervase un brivido forte, i suoi occhi blu chiusi dai capelli biondi lasciati sciolti mi stavano conquistando. Era la moglie del mio migliore amico, amica della mia di moglie… ma in quegli istanti volevo solo scoparla e farla mia in ogni modo.
Leggendo nei miei pensieri iniziò a spostare un braccio per scendere lungo il mio corpo… prima si fermò ai miei addominali scolpiti, la sua mano calda premeva contro i miei muscoli come a volerli soppesare… poi inaspettatamente il suo respiro prese a tremare e scese fino ad appoggiare la sua mano sul mio pacco da sopra i pantaloni: era di marmo.
Di colpo Claudia si inginocchiò e iniziò a slacciarmi la cintura, sembrava una cacciatrice che sente l’odore della sua preda, tirò via velocemente i pantaloni e le mutande insieme e si trovò il mio maestoso cazzo svettante davanti al suo viso.
Lo fissava ammaliata… con gli occhi color ghiaccio spalancati.
- Sai, Francesco mi aveva detto che eri ben messo… ma non potevo immaginare così tanto.
Appoggiai una mano sulla sua nuca e la portai lentamente a ingoiare il mio cazzo con la sua bocca. Prima entrò la cappella liscia e pulsante… potei sentire il suo palato che ne assaporava il gusto, poi dopo pochi secondi sentì le sue labbra a serrarsi sulla mia asta, ma il cazzo era appena a metà. Allora spinsi ancora un po’ la sua nuca per farlo entrare tutto, fu lì che potei ammirare il suo viso truccato sfigurato da una penetrazione orale. Non mi ero mai reso conto di quanto Claudia avesse un viso da donna in carriera… un viso di quelli che piacciono a me: da dominare.
Di colpo lo tirai fuori e riprese fiato… appoggiando la punta della lingua sull’asta iniziò a solleticarlo, poi alzò gli occhi e fissandomi che aria divertita mi disse che ci saremmo divertiti parecchio.
- Massimo diciamocelo chiaramente… ad entrambi piace scopare ed entrambi siamo bravi a farlo se i racconti dei rispettivi consorti sono veri. Facciamolo come se fosse nato per caso, l’unica cosa è che dovrai cercare di ricordarti di venirmi dentro… almeno la maggior parte delle volte.
E con quel finale di frase enigmatico tornò a succhiarmi il cazzo vogliosa… vogliosa e, come stavo capendo bene, parecchio troia.
Feci alzare Claudia tirando leggermente i capelli, quando fu in piedi davanti a me le sollevai la testa e tuffai la mia sul suo collo leccandola e baciandola. Con le mani scesi al suo culo e lo presi come se avessi dovuto strizzarlo. Nel mio orecchio sinistro sentii il suo gemito.
Con le mani iniziò a tirarmi via la polo e aiutandosi con i miei piedi sfilò via i pantaloni e le scarpe lasciandomi completamente nudo. Lei invece era con il vestitino tirato su a scoprirle quel culo stupendo e come notai felice non c’era ombra di intimo.
- Quanto ci tieni a questo vestito?
- Fanne ciò che vuoi!
Allora staccandola da me la fissai in volto e afferrai la V della sua scollatura, poi di colpo tirai forte facendola sobbalzare.
Il vestito era di qualità scadente e con un colpo solo lo strappai.
Feci appena in tempo a fissare quel seno sodo e pieno che il tessuto nero cadde a terra… lasciandola solo con i tacchi lucidi.
Il mio cazzo svettava e pulsava desideroso mentre i miei occhi ammiravano quel corpo che per tanti anni non avevo degnato di uno sguardo, bloccato dal legame che mi univa e lei e al marito. Fu lei a crollare per prima al desiderio e a lanciarsi contro di me… le sue braccia avvinghiarono il mio corpo mentre spostava la mia testa verso il suo seno… con la sua figa depilata che si strusciava sul mio cazzo per rapirlo con il calore che emanava.
La lingua iniziò a assaporare il sapore del sudore imperlato sul seno, le mani stringevano il culo voglioso e la testa aveva già da tempo iniziato a lavorare nello stato animale.
Sentendo le mie mani si lanciò in un salto e prontamente la tenni su mentre avvinghiava le gambe attorno alla mia vita, prima di infilzarla la adagiai sul tavolo vicino e la distesi sulla schiena. Ora i suoi seni erano due vette enormi da cui spuntavano i capezzoli duri come chiodi.
Fissammo i nostri sguardi senza parlare, solo respirando in modo affannato… poi adagiai il mio cazzo alla sua figa calda e tenendola per i fianchi iniziai a spingere forte.
Ricordo il primo gemito rumoroso, i suoi occhi che si spalancavano mentre entravo…
- E’ e-enorme…
Sapevo che Francesco era poco dotato e la figa particolarmente stretta della moglie lo dimostrava. Ora però aveva un cazzo vero a penetrarla.
Non mi feci commuovere dai suoi gemiti strozzati, afferrandola ancora più forte iniziai a penetrarla violentemente forzandole le figa come mai era stata profanata prima. Sentivo le pareti bollenti sfregarmi il cazzo, sentivo la cappella premere arrivata al fondo, sentivo soprattutto i suoi gemiti che si erano fatti urla e inondavano le mie orecchie eccitandomi come un animale.
Un suo urlo accompagnato dall’ondata di calore che avvolse il mio cazzo mi feci capire che Claudia aveva avuto un primo orgasmo. In altre occasioni mi sarei tenuto per continuare quella che prometteva di essere una scopata epica, ma visto il motivo originario continuai a stantuffarla come una troia. Buttai il mio viso in mezzo a quel seno bellissimo e maestoso e tenendole il culo fino a farle male ruggivo mentre la fottevo.
- Dai Massimo… DAI MASSIMO!! Quanto mi piace il tuo cazzo… quanto l’ho desiderato… Sapessi quante volte mi sono toccata pensando al tuo palo che mi inculava… Mica come quel cornuto del tuo amico, ora sì che godo!
Stava facendo la troia per eccitarmi e le riusciva benissimo, non riuscii a tenermi oltre.
Alzai la testa e mentre ci fissavamo le afferrai i seni con entrambe le mani, stringendoli forte anche se non riuscivo a tenerli tutti da quanto erano grandi… sentii il brivido forte e acuto che parte dalla schiena di un uomo quando l’eccitazione raggiunge il culmine, le membra che si immobilizzano e diventano dipendenti del cazzo che si improvvisamente duro e bollente erutta.
Lo sperma invase la sua figa come una diga che viene distrutta… La sua lucidità la portò a stringermi le gambe attorno alla vita mentre gridava per farmi rimanere dentro di lei e non far cadere neanche una goccia del prezioso fluido.
Respirando affannosamente mi buttai su di lei, con il viso contro il suo seno che saliva e scendeva ritmicamente per il suo affanno. Rimanemmo così alcuni minuti per riprenderci, fino a quando lei non ruppe il silenzio.
- Sei stato magnifico Massimo… tua moglie ha ragione quando dice che sei un toro.
- Ah perché con Giorgia parlate delle mie gesta a letto?
- Talvolta sì… sai io non ho molto da raccontare perché a Francesco a malapena si drizza, ma ascolto sempre molto volentieri le altre.
Mi ritornò in mente il mio amico e abbassai lo sguardo.
- Non devi fare così, conosco mio marito e posso assicurarti che non è arrabbiato con nessuno dei due. Anzi potrebbe persino chiedermi com’è stato ed eccitarsi.
-Come scusa??
Claudia con un po’ di imbarazzo mi spiegò che il marito si eccitava quando lei raccontava fantasie… più di una volta per cercare di farglielo venire duro lei gli diceva che le sarebbe piaciuto trovarsi in orge o cose del genere.
- Ma quindi quando dicevi che ti sei toccata pensando a me… non mentivi?
I nostri occhi tornarono a incrociarsi, il suo sorriso mi fece intuire la risposta. La mia reazione invece fu fisica visto che il mio cazzo, che ancora era dentro la sua figa, tornò lentamente a indurirsi… cosa questa che fece strabuzzare gli occhi a Claudia.
- Non è possibile! Vuoi dirmi che ne hai ancora?
A questo punto ero certo di avere a che fare con una gran troia, non dovevo più avere toni di riguardo.
Mi staccai da lei e la fissai con sguardo duro mentre lei era divertita ed eccitata. In maniera involontaria si portò una mano al seno e si toccò i capezzoli.
- Troia adesso muovi quel bel culone fino alla camera da letto. Ti voglio fottere dove fai l’amore con tuo marito.
I suoi occhi dicevano tutto. Voglia, eccitazione e lussuria… Non avevo bisogno di toccarle la figa per sapere quanto era calda.
Si alzò dal tavolo e mi sfiorò mentre mi fissava divertita. Appena mi superò per andare in camera le assestai un forte schiaffo al culo che rimbombò per tutto l’appartamento, così come il suo urlo di sorpresa… quasi cadde dai tacchi dallo stupore.
Ma invece che preoccuparsi sorrise ancora di più e corse fino al lettone… dove la raggiunsi subito.
Si mordeva il dito in maniera eccitante mentre mi aspettava, se ne fregava che su quel letto dormiva l’uomo che la amava al punto da farsi venire le corna per suo volere. Ero deciso a trattarla da troia e come tale andava scopata.
Per prima cosa accesi le luci di fianco al letto, volevo vederla bene. Poi guardai il grande specchio di fronte al letto dove Claudia si truccava la mattina.
Saltai pure io sul letto e con sonori schiaffi sul culo la feci mettere a pecora con il volto verso lo specchio. Messa così sembrava veramente una vaccona da monta… ma forse lo era davvero, bisognava capirlo subito.
Mi misi dietro di lei e posando una mano sulla schiena la feci mettere bene a 90, poi inginocchiandomi mi misi dietro di lei con il mio palo di carne e le appoggiai ancora il cazzo alla figa fradicia di umori e sperma. Misi entrambe le mani sulle sue spalle e afferrandola glielo spinsi dentro tutto ancora una volta.
Emise un gemito e iniziò a respirare affannatamente come piaceva a me… ma stava ad occhi chiusi e con la testa giù, invece doveva vere quanto era cagna.
Le misi una mano sul collo tenendo il cazzo dentro e la tirai su… Sentivo il cazzo stretto dentro di lei mentre si muoveva, quanto fu abbastanza su le ordinai di guardarsi allo specchio, doveva vedersi mentre tradiva il marito, vedere quanto era troia…
- Sai che ci sono puttane in autostrada con maggiore pudore? Sul letto di tuo marito, con le tette al vento che godi ad ogni colpo… Ti manca solo più un cazzo nero che ti forzi la gola.
Non riusciva neanche a parlare, raramente avevo visto una donna così in trance per l’eccitazione.
Iniziai a stantuffarla e stavolta nello specchio vedevo il suo viso che godeva rumorosamente, ma anche quel seno perfetto che sbatteva ad ogni colpo, soprattutto quando decidevo di aumentare il ritmo.
- Sì Massimo… SI’ MASSIMO! Quanto vorrei mi scopassi sempre tu, non il mio marito con quel cazzettino…
- Ti piacerebbe eh avercelo davanti? Magari glielo succhieresti mentre qualcuno finalmente ingravida come si deve la sua mogliettina.
- Sì cazzo… gli succhierei il cazzo e gli direi che non è nulla contro di te… quanto mi sai scopare Massi…
Allora in un raptus di genio mi vennero in mente le sue scarpe con il tacco ancora ai suoi piedi, mi voltai leggermente e ne staccai una dal piede. Lei neanche se ne accorse da quanto era eccitata.
Mentre la sbattevo però le misi davanti al viso il tacco, lei mi guardò stupita dallo specchio.
- Chiudi gli occhi e inizia a succhiare la punta del tacco. Immagina sia il cazzettino ti tuo marito e fammi vedere se saresti abbastanza cagna.
A quel punto il mio cazzo fu invaso da suo ennesimo orgasmo, la sola idea la stava sconquassando.
Si mise la scarpa all’insù davanti al viso sul letto e iniziò a succhiarlo come se fosse stata una pornostar davanti a Rocco Siffredi, nel frattempo aumentavo la violenza dei colpi nella figa perché la volevo distruggere e mi eccitavano le sue grida smorzate dal tacco che aveva in bocca.
Andammo avanti così per non so quanto tempo, il cazzo mi faceva male ma volevo distruggerla con un ultima sorpresa.
Le tirai via la scarpa da davanti al viso, le spinsi una mano sulla schiena per farla abbassare bene mentre con l’altra allargavo le natiche della troia. Sputai velocemente prima che capisse sul suo buchino anale, poi, brutalmente, iniziai a forzarglielo con la piccola punta del tacco intrisa della sua saliva.
Ne venne fuori un urlo di così puro godimento che mentre il tacco entrava lei venne un’ultima volta e io non seppi resistere oltre e le venni più copiosamente di prima in figa.
Ci vollero dei minuti interi prima che uno di noi due riuscisse a riprendere la normale respirazione. Poi, guardandoci appena negli occhi, ci baciammo come due innamorati.
- Fermati a dormire qui, andrai domani a casa… Devi riposare.
Ancora nudi e sudati ci addormentammo sul letto, dove cademmo in un sonno profondo come due amanti distrutti.
Per pareri, consigli o curiosità scrivetemi a frank.ossido@libero.it
Tutto era iniziato con il mio matrimonio con Giorgia, la mia fidanzata da una vita che finalmente aveva accettato la mia proposta. Il primo figlio arrivò in maniera spontanea dopo appena 13 mesi, a cui seguì una sorellina entro i due anni successivi.
Francesco era il mio migliore amico da almeno 20 anni: elementari, scuola calcio, medie e pure liceo insieme. Tutto quello che faceva l’uno lo faceva anche l’altro. Infatti poco dopo il mio matrimonio lui si sposò con Claudia ma a differenza mia non riusciva ad avere i tanto agognati figli.
Claudia era una brava ragazza, me l’aveva fatta conoscere Francesco e con me e Giorgia si era sempre trovata bene. Sapevo che a casa era lei a portare i pantaloni, Francesco in effetti per natura anche con me era molto succube, ma tutto mi sarei aspettato meno che arrivasse a questo punto.
-Senti Massimo… smetti di ridere. Sono serio.
A quelle parole il sorriso mi sparì dal volto come un fantasma.
-Ho fatto le analisi, sono completamente sterile. Non posso avere figli.
Francesco me lo diceva con tono serio e ferito. Sapevo quanto doveva essere stato duro scoprirlo.
-E’ da tanto che lo sai?
-Circa un anno, con Claudia ne ho parlato poco dopo e nel frattempo ho fatto tutte le verifiche del caso.
-Mi spiace molto Fra… però ci sono le adozioni, non puoi essere serio!
Infatti a scatenare il mio riso non era stata la notizia della sterilità del mio amico, quanto la sua precedente richiesta di mettere incinta sua moglie…
-Guarda Massimo so che ti sto chiedendo una cosa molto difficile, ma Claudia è irremovibile sul fatto che il figlio debba essere suo. Da un lato la capisco e devo anzi ringraziare che non mi abbia lasciato subito… Io e te siamo come fratelli, pure fisicamente siamo molto simili. Se deve farlo qualcuno vorrei che fossi tu.
Cercai di spiegargli i miei dubbi, pure per me lui era come un fratello e questo da un lato mi bloccava… inoltre (particolare non da poco) ero felicemente sposato.
-Lo so quanto possa essere complicato e so anche quanto ami Giorgia… Però da parte nostra nessuno saprà mai nulla, vogliamo che sia tu anche perché in caso di bisogno sappiamo chi sei e dove trovarti, immagina andare a chiedere il sangue ad uno sconosciuto tra vent’anni!
La discussione era proseguita a lungo non solo quella sera ma per i mesi successivi… Parlai anche con Claudia e fu estremamente complicato. Era bella, era eccitante quando decideva di esserlo, ma una cosa era fantasticare e un’altra scoparla con l’idea di metterla incita.
A mia moglie ovviamente non dissi nulla: matrimonio e famiglia sarebbero spariti all’istante.
Sta di fatto che non so cosa mi spinse a farlo, se le preghiere del mio migliore amico o il corpo di Claudia che tornava sempre più spesso nei miei pensieri, ma alla fine accettai.
Fu relativamente semplice anche trovare l’occasione: in estate mia moglie aveva due settimane di ferie in più di me, in quei giorni prendeva i bambini e li portava alla casa al mare. Stavano lì a godersi il sole aspettando che io arrivassi nei weekend o per le ferie. In quei giorni decidemmo che Francesco sarebbe andato via per lavoro e io e Claudia avremmo passato almeno una notte insieme.
Fu così che un martedì sera mi trovai con una bottiglia di vino fresco in mano di fronte alla porta di casa di Claudia… con un senso di colpa che mi pervadeva ogni cm di corpo suonai il campanello e attesi.
Quando la porta si aprì quasi faticai a riconoscerla. Lei che era sempre in jeans e maglietta con un trucco leggerissimo era venuta ad aprirmi con un vestitino nero molto aderente che faceva risaltare una terza abbondante che si intravedeva molto bene dal decolté generoso… Mi venne subito in mente la Boschi, somiglianza che fino ad allora non avevo mai notato.
- C-ciao – le dissi balbettando.
Abbassando lo sguardo mi disse che aveva pensato fosse una buona idea vestirsi bene e con uno stile un po’ diverso per una volta… Mentre entravo balbettando qualcosa chiuse velocemente la porta e mi fece strada… lì notai non solo i suoi splendidi tacchi neri, ma anche come rendevano pronunciato il suo culo e le sue gambe.
- Ti va di mangiare qualcosa?
- Onestamente Claudia non ho troppa fame.
- A chi lo dici… senti però almeno quella stappiamola- disse indicando la bottiglia.
Andò in cucina mentre io aspettavo in salotto, arrivò con un cavatappi e due calici. Stappai la bottiglia e riempii prima il suo bicchiere poi il mio.
- Allora Cin Cin!
E dopo il brindisi entrambi svuotammo in un sol colpo i due bicchieri.
-Claudia perché non pensate ad adottare un bambino?
Claudia alzò gli occhi al cielo scocciata.
-Cazzo Massi, sono mesi che ne parliamo e ancora che richiedi per la millesima volta sta cosa… io voglio un bambino MIO, non di altri, MIO. Se Francesco non è in grado di darmene uno facciamo almeno in modo che sia mio! Dai cazzo, sono mesi che ne discutiamo…
-Hai ragione… scusami.
Riempimmo ancora i bicchieri, stavolta però non ci fu neanche bisogno del brindisi per vuotarli in un sol colpo.
-Dai Massimo… in fondo si tratta solo di scopare… So di non essere proprio brutta per i tuoi gusti perché è da quando sei entrato che mi guardi seno e gambe… vedimi come una conosciuta in discoteca a 20 anni… ok?
Claudia mi mise le braccia attorno al collo e tirandomi su la testa fece in modo di avere i suoi occhi dentro i miei.
Per la prima volta da quando sia io che lei eravamo sposati mi pervase un brivido forte, i suoi occhi blu chiusi dai capelli biondi lasciati sciolti mi stavano conquistando. Era la moglie del mio migliore amico, amica della mia di moglie… ma in quegli istanti volevo solo scoparla e farla mia in ogni modo.
Leggendo nei miei pensieri iniziò a spostare un braccio per scendere lungo il mio corpo… prima si fermò ai miei addominali scolpiti, la sua mano calda premeva contro i miei muscoli come a volerli soppesare… poi inaspettatamente il suo respiro prese a tremare e scese fino ad appoggiare la sua mano sul mio pacco da sopra i pantaloni: era di marmo.
Di colpo Claudia si inginocchiò e iniziò a slacciarmi la cintura, sembrava una cacciatrice che sente l’odore della sua preda, tirò via velocemente i pantaloni e le mutande insieme e si trovò il mio maestoso cazzo svettante davanti al suo viso.
Lo fissava ammaliata… con gli occhi color ghiaccio spalancati.
- Sai, Francesco mi aveva detto che eri ben messo… ma non potevo immaginare così tanto.
Appoggiai una mano sulla sua nuca e la portai lentamente a ingoiare il mio cazzo con la sua bocca. Prima entrò la cappella liscia e pulsante… potei sentire il suo palato che ne assaporava il gusto, poi dopo pochi secondi sentì le sue labbra a serrarsi sulla mia asta, ma il cazzo era appena a metà. Allora spinsi ancora un po’ la sua nuca per farlo entrare tutto, fu lì che potei ammirare il suo viso truccato sfigurato da una penetrazione orale. Non mi ero mai reso conto di quanto Claudia avesse un viso da donna in carriera… un viso di quelli che piacciono a me: da dominare.
Di colpo lo tirai fuori e riprese fiato… appoggiando la punta della lingua sull’asta iniziò a solleticarlo, poi alzò gli occhi e fissandomi che aria divertita mi disse che ci saremmo divertiti parecchio.
- Massimo diciamocelo chiaramente… ad entrambi piace scopare ed entrambi siamo bravi a farlo se i racconti dei rispettivi consorti sono veri. Facciamolo come se fosse nato per caso, l’unica cosa è che dovrai cercare di ricordarti di venirmi dentro… almeno la maggior parte delle volte.
E con quel finale di frase enigmatico tornò a succhiarmi il cazzo vogliosa… vogliosa e, come stavo capendo bene, parecchio troia.
Feci alzare Claudia tirando leggermente i capelli, quando fu in piedi davanti a me le sollevai la testa e tuffai la mia sul suo collo leccandola e baciandola. Con le mani scesi al suo culo e lo presi come se avessi dovuto strizzarlo. Nel mio orecchio sinistro sentii il suo gemito.
Con le mani iniziò a tirarmi via la polo e aiutandosi con i miei piedi sfilò via i pantaloni e le scarpe lasciandomi completamente nudo. Lei invece era con il vestitino tirato su a scoprirle quel culo stupendo e come notai felice non c’era ombra di intimo.
- Quanto ci tieni a questo vestito?
- Fanne ciò che vuoi!
Allora staccandola da me la fissai in volto e afferrai la V della sua scollatura, poi di colpo tirai forte facendola sobbalzare.
Il vestito era di qualità scadente e con un colpo solo lo strappai.
Feci appena in tempo a fissare quel seno sodo e pieno che il tessuto nero cadde a terra… lasciandola solo con i tacchi lucidi.
Il mio cazzo svettava e pulsava desideroso mentre i miei occhi ammiravano quel corpo che per tanti anni non avevo degnato di uno sguardo, bloccato dal legame che mi univa e lei e al marito. Fu lei a crollare per prima al desiderio e a lanciarsi contro di me… le sue braccia avvinghiarono il mio corpo mentre spostava la mia testa verso il suo seno… con la sua figa depilata che si strusciava sul mio cazzo per rapirlo con il calore che emanava.
La lingua iniziò a assaporare il sapore del sudore imperlato sul seno, le mani stringevano il culo voglioso e la testa aveva già da tempo iniziato a lavorare nello stato animale.
Sentendo le mie mani si lanciò in un salto e prontamente la tenni su mentre avvinghiava le gambe attorno alla mia vita, prima di infilzarla la adagiai sul tavolo vicino e la distesi sulla schiena. Ora i suoi seni erano due vette enormi da cui spuntavano i capezzoli duri come chiodi.
Fissammo i nostri sguardi senza parlare, solo respirando in modo affannato… poi adagiai il mio cazzo alla sua figa calda e tenendola per i fianchi iniziai a spingere forte.
Ricordo il primo gemito rumoroso, i suoi occhi che si spalancavano mentre entravo…
- E’ e-enorme…
Sapevo che Francesco era poco dotato e la figa particolarmente stretta della moglie lo dimostrava. Ora però aveva un cazzo vero a penetrarla.
Non mi feci commuovere dai suoi gemiti strozzati, afferrandola ancora più forte iniziai a penetrarla violentemente forzandole le figa come mai era stata profanata prima. Sentivo le pareti bollenti sfregarmi il cazzo, sentivo la cappella premere arrivata al fondo, sentivo soprattutto i suoi gemiti che si erano fatti urla e inondavano le mie orecchie eccitandomi come un animale.
Un suo urlo accompagnato dall’ondata di calore che avvolse il mio cazzo mi feci capire che Claudia aveva avuto un primo orgasmo. In altre occasioni mi sarei tenuto per continuare quella che prometteva di essere una scopata epica, ma visto il motivo originario continuai a stantuffarla come una troia. Buttai il mio viso in mezzo a quel seno bellissimo e maestoso e tenendole il culo fino a farle male ruggivo mentre la fottevo.
- Dai Massimo… DAI MASSIMO!! Quanto mi piace il tuo cazzo… quanto l’ho desiderato… Sapessi quante volte mi sono toccata pensando al tuo palo che mi inculava… Mica come quel cornuto del tuo amico, ora sì che godo!
Stava facendo la troia per eccitarmi e le riusciva benissimo, non riuscii a tenermi oltre.
Alzai la testa e mentre ci fissavamo le afferrai i seni con entrambe le mani, stringendoli forte anche se non riuscivo a tenerli tutti da quanto erano grandi… sentii il brivido forte e acuto che parte dalla schiena di un uomo quando l’eccitazione raggiunge il culmine, le membra che si immobilizzano e diventano dipendenti del cazzo che si improvvisamente duro e bollente erutta.
Lo sperma invase la sua figa come una diga che viene distrutta… La sua lucidità la portò a stringermi le gambe attorno alla vita mentre gridava per farmi rimanere dentro di lei e non far cadere neanche una goccia del prezioso fluido.
Respirando affannosamente mi buttai su di lei, con il viso contro il suo seno che saliva e scendeva ritmicamente per il suo affanno. Rimanemmo così alcuni minuti per riprenderci, fino a quando lei non ruppe il silenzio.
- Sei stato magnifico Massimo… tua moglie ha ragione quando dice che sei un toro.
- Ah perché con Giorgia parlate delle mie gesta a letto?
- Talvolta sì… sai io non ho molto da raccontare perché a Francesco a malapena si drizza, ma ascolto sempre molto volentieri le altre.
Mi ritornò in mente il mio amico e abbassai lo sguardo.
- Non devi fare così, conosco mio marito e posso assicurarti che non è arrabbiato con nessuno dei due. Anzi potrebbe persino chiedermi com’è stato ed eccitarsi.
-Come scusa??
Claudia con un po’ di imbarazzo mi spiegò che il marito si eccitava quando lei raccontava fantasie… più di una volta per cercare di farglielo venire duro lei gli diceva che le sarebbe piaciuto trovarsi in orge o cose del genere.
- Ma quindi quando dicevi che ti sei toccata pensando a me… non mentivi?
I nostri occhi tornarono a incrociarsi, il suo sorriso mi fece intuire la risposta. La mia reazione invece fu fisica visto che il mio cazzo, che ancora era dentro la sua figa, tornò lentamente a indurirsi… cosa questa che fece strabuzzare gli occhi a Claudia.
- Non è possibile! Vuoi dirmi che ne hai ancora?
A questo punto ero certo di avere a che fare con una gran troia, non dovevo più avere toni di riguardo.
Mi staccai da lei e la fissai con sguardo duro mentre lei era divertita ed eccitata. In maniera involontaria si portò una mano al seno e si toccò i capezzoli.
- Troia adesso muovi quel bel culone fino alla camera da letto. Ti voglio fottere dove fai l’amore con tuo marito.
I suoi occhi dicevano tutto. Voglia, eccitazione e lussuria… Non avevo bisogno di toccarle la figa per sapere quanto era calda.
Si alzò dal tavolo e mi sfiorò mentre mi fissava divertita. Appena mi superò per andare in camera le assestai un forte schiaffo al culo che rimbombò per tutto l’appartamento, così come il suo urlo di sorpresa… quasi cadde dai tacchi dallo stupore.
Ma invece che preoccuparsi sorrise ancora di più e corse fino al lettone… dove la raggiunsi subito.
Si mordeva il dito in maniera eccitante mentre mi aspettava, se ne fregava che su quel letto dormiva l’uomo che la amava al punto da farsi venire le corna per suo volere. Ero deciso a trattarla da troia e come tale andava scopata.
Per prima cosa accesi le luci di fianco al letto, volevo vederla bene. Poi guardai il grande specchio di fronte al letto dove Claudia si truccava la mattina.
Saltai pure io sul letto e con sonori schiaffi sul culo la feci mettere a pecora con il volto verso lo specchio. Messa così sembrava veramente una vaccona da monta… ma forse lo era davvero, bisognava capirlo subito.
Mi misi dietro di lei e posando una mano sulla schiena la feci mettere bene a 90, poi inginocchiandomi mi misi dietro di lei con il mio palo di carne e le appoggiai ancora il cazzo alla figa fradicia di umori e sperma. Misi entrambe le mani sulle sue spalle e afferrandola glielo spinsi dentro tutto ancora una volta.
Emise un gemito e iniziò a respirare affannatamente come piaceva a me… ma stava ad occhi chiusi e con la testa giù, invece doveva vere quanto era cagna.
Le misi una mano sul collo tenendo il cazzo dentro e la tirai su… Sentivo il cazzo stretto dentro di lei mentre si muoveva, quanto fu abbastanza su le ordinai di guardarsi allo specchio, doveva vedersi mentre tradiva il marito, vedere quanto era troia…
- Sai che ci sono puttane in autostrada con maggiore pudore? Sul letto di tuo marito, con le tette al vento che godi ad ogni colpo… Ti manca solo più un cazzo nero che ti forzi la gola.
Non riusciva neanche a parlare, raramente avevo visto una donna così in trance per l’eccitazione.
Iniziai a stantuffarla e stavolta nello specchio vedevo il suo viso che godeva rumorosamente, ma anche quel seno perfetto che sbatteva ad ogni colpo, soprattutto quando decidevo di aumentare il ritmo.
- Sì Massimo… SI’ MASSIMO! Quanto vorrei mi scopassi sempre tu, non il mio marito con quel cazzettino…
- Ti piacerebbe eh avercelo davanti? Magari glielo succhieresti mentre qualcuno finalmente ingravida come si deve la sua mogliettina.
- Sì cazzo… gli succhierei il cazzo e gli direi che non è nulla contro di te… quanto mi sai scopare Massi…
Allora in un raptus di genio mi vennero in mente le sue scarpe con il tacco ancora ai suoi piedi, mi voltai leggermente e ne staccai una dal piede. Lei neanche se ne accorse da quanto era eccitata.
Mentre la sbattevo però le misi davanti al viso il tacco, lei mi guardò stupita dallo specchio.
- Chiudi gli occhi e inizia a succhiare la punta del tacco. Immagina sia il cazzettino ti tuo marito e fammi vedere se saresti abbastanza cagna.
A quel punto il mio cazzo fu invaso da suo ennesimo orgasmo, la sola idea la stava sconquassando.
Si mise la scarpa all’insù davanti al viso sul letto e iniziò a succhiarlo come se fosse stata una pornostar davanti a Rocco Siffredi, nel frattempo aumentavo la violenza dei colpi nella figa perché la volevo distruggere e mi eccitavano le sue grida smorzate dal tacco che aveva in bocca.
Andammo avanti così per non so quanto tempo, il cazzo mi faceva male ma volevo distruggerla con un ultima sorpresa.
Le tirai via la scarpa da davanti al viso, le spinsi una mano sulla schiena per farla abbassare bene mentre con l’altra allargavo le natiche della troia. Sputai velocemente prima che capisse sul suo buchino anale, poi, brutalmente, iniziai a forzarglielo con la piccola punta del tacco intrisa della sua saliva.
Ne venne fuori un urlo di così puro godimento che mentre il tacco entrava lei venne un’ultima volta e io non seppi resistere oltre e le venni più copiosamente di prima in figa.
Ci vollero dei minuti interi prima che uno di noi due riuscisse a riprendere la normale respirazione. Poi, guardandoci appena negli occhi, ci baciammo come due innamorati.
- Fermati a dormire qui, andrai domani a casa… Devi riposare.
Ancora nudi e sudati ci addormentammo sul letto, dove cademmo in un sonno profondo come due amanti distrutti.
Per pareri, consigli o curiosità scrivetemi a frank.ossido@libero.it
8
voti
voti
valutazione
4
4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
Dover ingravidare la moglie del mio amico (2a parte)
Commenti dei lettori al racconto erotico