Se mi tradisse ora
di
redimimi
genere
tradimenti
Chiedo scusa ai professorini per l'errore nel titolo, che al principio era "se mi tradisse ora.." poi l'ho corretto al volo e non l'ho riguardato più..
Forse oggi come oggi potrei prendere la cosa per un certo verso,
magari l'idea che mia moglie si faccia dei pensierini erotici su qualcuno,
o che magari si scambi messaggini provocanti in chat con qualcuno,
forse potrebbe stuzzicarmi. Tutto frutto di una maturazione sessuale, o di una deviazione maturata.
Devo ancora capire a fondo la natura di un uomo a cui piace essere tradito.
Ma quell'ieri, quando avevo 17 anni, non mi andava giù nemmeno l'ipotesi, che la mia fidanzatina potesse anche solo "pensare" ad una scappatella con qualcuno.
Ma mi successe, lo scoprii da solo, e non mi piacque affatto.
Soprattutto per come si svolse la dinamica dei fatti, ci rimasi talmente di cazzo che tutt'ora che ci penso mi rode parecchio, anche se ormai sto con un'altra e ho tirato su famiglia.
Era d'estate e, come ogni anno, si lavorava tutti, in questa nota località balneare dove abito.
Io quell'anno presi il brevetto da bagnino e quindi trovai posto presso uno stabilimento balneare in zona.
Erano ormai 2 anni che stavo insieme ad Elena, ex-compagna di scuola, carina, mora occhi scuri, carnaggione scura.
Avevamo perso la verginità insieme, o almeno era quello che pensavo, dato che durante il primo rapporto lei perse del sangue.
Quel che non sapevo è che lei era vergine solo di passerina, ma non me lo disse mai, dovetti scoprirlo da solo.
Quell'estate lei trovò lavoro presso il ristorante di un campeggio a meno di un chilometro da me.
La mattina cominciava verso le 9.30, pranzava alle 11.00 e poi lavorava fino alle 14.30 avvolte anche le 15.00.
Quando finiva prendeva il motorino e veniva a stare un paio di orette sotto l'ombrellone dove io lavoravo,
poi ritornava a lavoro e ci si rivedeva la sera verso le 23.00.
Elena però iniziava a stancarsi, perchè il lavoro era martoriante e perchè abitava in collina, per cui era costretta ad andare a lavoro in motorino tutte le mattine da casa sua, ed erano parecchi chilometri.
Così chiese ai proprietari del campeggio una sistemazione in una delle roulottes messe a disposizione per i lavoratori del campeggio.
Dopo una settimana dalla sua richiesta, le trovarono sistemazione in una vecchia roulotte da 4 persone, dove però stava lei da sola, dato che gli altri che lavoravano lì erano tutti maschi.
Da quel giorno le cose iniziarono a cambiare, veniva a trovarmi un giorno si uno no, con la scusa che era stanca e che voleva riposare nella sua roulotte, e quando ci si vedeva la sera, di trombare neanche la più remota voglia.
Di solito ci sistemavamo al buio in uno dei lettini sotto l'ombrellone a limonare sotto le stelle, e spesso ci scappava anche qualche pompino e qualche sditalata.
Poi si andava dentro la cabina infermieristica del mio stabilimento, di cui possedevo la chiave e dove c'era un bel lettino a disposizione, e li si trombava un pochino.
Svariate volte provai a invogliarla di prenderlo nel suo culetto, ma non me lo concesse mai, anche quando era in preda al godimento che gliela leccavo, provavo ad insediare la mia lingua nel suo culetto, ma con uno scatto si ritraeva quasi infastidita.
Tutto questo pian piano si spense, quando trovò sistemazione in quella cazzo di roulotte..
Non trombavamo più da 3 settimane ormai, m'ammazzavo di seghe, non la vedevo mai, mi chiamava poco e diceva sempre di essere stanca di lavorare.
Avevo il sentore che quasi quasi stava per lasciarmi, però erano 2 anni che stavamo insieme, la cosa mi rattristava parecchio.
Così uno di quei giorni lì, che piovigginava e quindi il mio stabilimento era chiuso, decisi di andarla a trovare di pomeriggio nel campeggio dove lavorava.
Dentro di me sentivo la voglia di dimostrare tutto il mio amore per lei, volevo stupirla, volevo che mi vedesse arrivare nonostante la pioggia, tutto zuppo, solo per lei, dovevo recuperare il rapporto che si stava spegnendo.
Quando arrivai al campeggio fui fermato dalla reception, che poi mi lasciò passare indicandomi la strada per arrivare alla roulotte dove Elena doveva trovarsi a fare il suo riposino pomeridiano.
Mi indicarono una roulotte bianca con le righe rosse, in fondo al campeggio, e questa roulotte doveva avere la scritta "Ganja" fatta con una bomboletta blu, semi cancellata ma visibile.
Lasciando il motorino fuori m'incamminai sotto la pioggia, sul vialetto che portava in fondo al campeggio.
Durante il cammino riflettevo su come apparire a lei, cosa dirle, scrutavo in giro qualche fiore da strappare per lei, senza trovare nulla.
Arrivai fino in fondo al campeggio e cominciai a guardarmi intorno per capire dove si trovasse la roulotte.
La vidi, c'era la scritta Ganja quasi cancellata, era a una ventina di metri da me, i finestrini aperti, le tendine abbassate e la luce accesa; lei c'era!
Avvicinandomi scorgo dietro la tenda due teste, mi fermo.. forse con lei c'era la nipote del proprietario del campeggio, spesso mi parlava di lei, erano diventate amiche e quindi spesso se ne stavano a chiacchierare nella roulotte.
Mi avvicino pian piano per capire chi ci fosse dentro, ma quando fui quasi vicino al finestrino cominciai a sentire la voce di un uomo.
Mille pensieri tutti di un botto mi passarono per la testa, non ci stavo capendo nulla.
Dapprima pensai di aver sbagliato roulotte, non potevo infilare la testa nel finestrino, mi guardai meglio in giro, ma a detta del tizio della reception la roulotte doveva essere per forza quella.
Non sapevo che fare, avevo paura di infilare la testa nel finestrino perchè potevano anche esserci solo degli sconosciuti, magari dovevo farle uno squillo.
Il suo cellulare era spento, da fuori continuavo a sentire la voce di un uomo, ma poi una risata femminile.. era la sua! Era lei, ne avevo la certezza, quella risata la conoscevo bene, era la mia Elena..
Il cuore a palla, io pietrificato, lei era con un uomo nella sua roulotte..
Feci il giro della roulotte per trovare uno spiraglio da cui guardare per capire, lo trovai, dietro la roulotte..
C'era una tendina leggermente spostata che lasciava osservare in parte l'interno dell'abitacolo.
Con molta lentezza cercai di buttar l'occhio dentro.
Mi trovai subito un culo femminile a pecorina, a mezzo metro dal finestrino.
Quel pelo, quelle labbra, era lei, potevo quasi raggiungerla con la mano.
Ormai mi era chiaro, mi stava cornificando alla grande.
La voce di quest'uomo continuava a pronunciarsi, "che brava che sei" le diceva, con un accento tipo bergamasco; non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, la tendina scopriva solo il culo nudo della mia Elena, che se ne stava a pecorina in ginocchio sul letto della roulotte.
Se c'era un uomo e lei gli stava succhiando il cazzo, dovevo almeno riuscire a vedere un piede o qualcosa nelle vicinanze del mio finestrino, così per riuscire ad orientarmi sulla sua posizione.
Mi metto in punta di piedi per vedere meglio, e scorgo due piedoni schifosi di un uomo, appena sotto le tendine, vicino la finestra dov'ero io, era chiaro che lui si trovava con la testa dall'altro lato della roulotte, mentre lei di lato al letto, con un ginocchio sù e un piede per terra, gli stava facendo un bel pompino..
Mi allontano dal finestrino, non potevo credere ai miei occhi, mi stava tradendo, stavo già male dentro,
non sapevo che fare.
Dovevo almeno vedere la faccia del tipo.
Faccio il giro, per andare sull'angolo opposto della roulotte, dove c'era meno probabilità che mi scoprissero, e quando sono lì mi avvicino pian piano e sposto di poco la tendina.
La visione mi stava letteralmente frantumanto il cuore.
C'era un uomo grosso, leggermente stempiato, sulla 40ina o poco più, disteso sul letto.
Lo riconosco, era il pizzaiolo, Elena me lo aveva fatto conoscere una sera che ci incontrammo con lui per caso sul lungomare.
Un tipo brillante, parecchio sveglio, molto alto e molto robusto, di Bergamo. Non era un granchè come uomo, intendo come bellezza, ma forse piaceva per via del suo essere così iperattivo e brillante..
Se ne stava li allungato mentre la mia Elena divorava il suo cazzo..
Lo guardo bene, aveva un cazzo fuori dal comune, era proprio enorme, almeno il doppio del mio, sia come lunghezza che come larghezza, ed Elena sembrava stregata da quel nerchione.
Se lo infilava in bocca finchè poteva, poi lo tirava fuori e leccava la cappella, poi lo rimetteva dentro. Ogni tanto lo stronzo le prendeva la testa e la affondava giù, strozzandola con il cazzo, e lei ogni volta si opponeva alla cosa con un conato, ma poi risalendo sù rideva, ripulendo quella specie di viscidume che come una specie di filo di saliva, univa il grosso cappellone alle sue labbra..
Uno schifo totale, ma lei invece succhiava, leccava, degustava..
Dopo qualche minuto il tipo la tira verso di lei e la fà salire in groppa,
mentre Elena con una mano lo prende per infilarselo nella fica.
Lei rimane ferma, mentre lui la chiava da sotto, partendo subito a razzo.
Comincia a darle dei colpi molto forti, ogni schioppo rimbombava nelle mie orecchie come fosse una sberla.
Ogni colpo una sberla, mentre lei godeva con la bocca spalancata senza emettere alcun suono.
Quel grosso cazzo la mandava in estasi, si vedeva, non riusciva nemmeno ad ansimare, aveva la stessa faccia che si fà quando si prende un gavettone di acqua congelata.
Bocca aperta, apnea e stupore.
Ecco perchè non mi trombava più, cosa potevo darle io con il mio cazzetto.
Ritorno su quel finestrino dove prima vedevo il suo culo, e dove stavolta dovevo vedere lei di schiena cavalcare lui.
Quel grosso cazzo che andava su e giù trascinava con se le sue grandi labbra, come se fossero una ventosa.
Che umiliazione. Ci saranno stati 30 anni di differenza tra loro due.
Ma ne stavo quasi andando, quando sento lei cominciare a mugugnare e con la sua vocina dire "dai.. dai.. vengo.. dai",
e mentre veniva lui continuava a pomparla come un treno..
Lei cercava di fermarlo, ormai rigida, in preda alle contrazioni dell'orgasmo,
ma lui non si fermava, facendola quasi urlare.
Quell'urlo prolungato, che risentiva ogni colpo, mi faceva in male cane.
Poi venne il turno di lui, che la fece stendere a pancia in giù, gambe unite.
Voleva farle il culo, ma lei non voleva, si opponeva con le mani,
ma lui, a differenza mia, riuscì ad essere persuasivo, convincendola a godere anche da dietro.
Quando cominciò a preparare il culo con il pollice bagnato di saliva, decisi di andarmene..
Era troppo per me. Oltre all'essere stato tradito, non riuscivo a sopportare il fatto che
quel culo dove io non mi ero mai riuscito a infilare stava per essere ravanato da un cazzo lungo e grosso il doppio del mio..
Quella sera lei mi lasciò attraverso un sms e
fu l'esperienza più brutta della mia vita.
Forse oggi come oggi potrei prendere la cosa per un certo verso,
magari l'idea che mia moglie si faccia dei pensierini erotici su qualcuno,
o che magari si scambi messaggini provocanti in chat con qualcuno,
forse potrebbe stuzzicarmi. Tutto frutto di una maturazione sessuale, o di una deviazione maturata.
Devo ancora capire a fondo la natura di un uomo a cui piace essere tradito.
Ma quell'ieri, quando avevo 17 anni, non mi andava giù nemmeno l'ipotesi, che la mia fidanzatina potesse anche solo "pensare" ad una scappatella con qualcuno.
Ma mi successe, lo scoprii da solo, e non mi piacque affatto.
Soprattutto per come si svolse la dinamica dei fatti, ci rimasi talmente di cazzo che tutt'ora che ci penso mi rode parecchio, anche se ormai sto con un'altra e ho tirato su famiglia.
Era d'estate e, come ogni anno, si lavorava tutti, in questa nota località balneare dove abito.
Io quell'anno presi il brevetto da bagnino e quindi trovai posto presso uno stabilimento balneare in zona.
Erano ormai 2 anni che stavo insieme ad Elena, ex-compagna di scuola, carina, mora occhi scuri, carnaggione scura.
Avevamo perso la verginità insieme, o almeno era quello che pensavo, dato che durante il primo rapporto lei perse del sangue.
Quel che non sapevo è che lei era vergine solo di passerina, ma non me lo disse mai, dovetti scoprirlo da solo.
Quell'estate lei trovò lavoro presso il ristorante di un campeggio a meno di un chilometro da me.
La mattina cominciava verso le 9.30, pranzava alle 11.00 e poi lavorava fino alle 14.30 avvolte anche le 15.00.
Quando finiva prendeva il motorino e veniva a stare un paio di orette sotto l'ombrellone dove io lavoravo,
poi ritornava a lavoro e ci si rivedeva la sera verso le 23.00.
Elena però iniziava a stancarsi, perchè il lavoro era martoriante e perchè abitava in collina, per cui era costretta ad andare a lavoro in motorino tutte le mattine da casa sua, ed erano parecchi chilometri.
Così chiese ai proprietari del campeggio una sistemazione in una delle roulottes messe a disposizione per i lavoratori del campeggio.
Dopo una settimana dalla sua richiesta, le trovarono sistemazione in una vecchia roulotte da 4 persone, dove però stava lei da sola, dato che gli altri che lavoravano lì erano tutti maschi.
Da quel giorno le cose iniziarono a cambiare, veniva a trovarmi un giorno si uno no, con la scusa che era stanca e che voleva riposare nella sua roulotte, e quando ci si vedeva la sera, di trombare neanche la più remota voglia.
Di solito ci sistemavamo al buio in uno dei lettini sotto l'ombrellone a limonare sotto le stelle, e spesso ci scappava anche qualche pompino e qualche sditalata.
Poi si andava dentro la cabina infermieristica del mio stabilimento, di cui possedevo la chiave e dove c'era un bel lettino a disposizione, e li si trombava un pochino.
Svariate volte provai a invogliarla di prenderlo nel suo culetto, ma non me lo concesse mai, anche quando era in preda al godimento che gliela leccavo, provavo ad insediare la mia lingua nel suo culetto, ma con uno scatto si ritraeva quasi infastidita.
Tutto questo pian piano si spense, quando trovò sistemazione in quella cazzo di roulotte..
Non trombavamo più da 3 settimane ormai, m'ammazzavo di seghe, non la vedevo mai, mi chiamava poco e diceva sempre di essere stanca di lavorare.
Avevo il sentore che quasi quasi stava per lasciarmi, però erano 2 anni che stavamo insieme, la cosa mi rattristava parecchio.
Così uno di quei giorni lì, che piovigginava e quindi il mio stabilimento era chiuso, decisi di andarla a trovare di pomeriggio nel campeggio dove lavorava.
Dentro di me sentivo la voglia di dimostrare tutto il mio amore per lei, volevo stupirla, volevo che mi vedesse arrivare nonostante la pioggia, tutto zuppo, solo per lei, dovevo recuperare il rapporto che si stava spegnendo.
Quando arrivai al campeggio fui fermato dalla reception, che poi mi lasciò passare indicandomi la strada per arrivare alla roulotte dove Elena doveva trovarsi a fare il suo riposino pomeridiano.
Mi indicarono una roulotte bianca con le righe rosse, in fondo al campeggio, e questa roulotte doveva avere la scritta "Ganja" fatta con una bomboletta blu, semi cancellata ma visibile.
Lasciando il motorino fuori m'incamminai sotto la pioggia, sul vialetto che portava in fondo al campeggio.
Durante il cammino riflettevo su come apparire a lei, cosa dirle, scrutavo in giro qualche fiore da strappare per lei, senza trovare nulla.
Arrivai fino in fondo al campeggio e cominciai a guardarmi intorno per capire dove si trovasse la roulotte.
La vidi, c'era la scritta Ganja quasi cancellata, era a una ventina di metri da me, i finestrini aperti, le tendine abbassate e la luce accesa; lei c'era!
Avvicinandomi scorgo dietro la tenda due teste, mi fermo.. forse con lei c'era la nipote del proprietario del campeggio, spesso mi parlava di lei, erano diventate amiche e quindi spesso se ne stavano a chiacchierare nella roulotte.
Mi avvicino pian piano per capire chi ci fosse dentro, ma quando fui quasi vicino al finestrino cominciai a sentire la voce di un uomo.
Mille pensieri tutti di un botto mi passarono per la testa, non ci stavo capendo nulla.
Dapprima pensai di aver sbagliato roulotte, non potevo infilare la testa nel finestrino, mi guardai meglio in giro, ma a detta del tizio della reception la roulotte doveva essere per forza quella.
Non sapevo che fare, avevo paura di infilare la testa nel finestrino perchè potevano anche esserci solo degli sconosciuti, magari dovevo farle uno squillo.
Il suo cellulare era spento, da fuori continuavo a sentire la voce di un uomo, ma poi una risata femminile.. era la sua! Era lei, ne avevo la certezza, quella risata la conoscevo bene, era la mia Elena..
Il cuore a palla, io pietrificato, lei era con un uomo nella sua roulotte..
Feci il giro della roulotte per trovare uno spiraglio da cui guardare per capire, lo trovai, dietro la roulotte..
C'era una tendina leggermente spostata che lasciava osservare in parte l'interno dell'abitacolo.
Con molta lentezza cercai di buttar l'occhio dentro.
Mi trovai subito un culo femminile a pecorina, a mezzo metro dal finestrino.
Quel pelo, quelle labbra, era lei, potevo quasi raggiungerla con la mano.
Ormai mi era chiaro, mi stava cornificando alla grande.
La voce di quest'uomo continuava a pronunciarsi, "che brava che sei" le diceva, con un accento tipo bergamasco; non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, la tendina scopriva solo il culo nudo della mia Elena, che se ne stava a pecorina in ginocchio sul letto della roulotte.
Se c'era un uomo e lei gli stava succhiando il cazzo, dovevo almeno riuscire a vedere un piede o qualcosa nelle vicinanze del mio finestrino, così per riuscire ad orientarmi sulla sua posizione.
Mi metto in punta di piedi per vedere meglio, e scorgo due piedoni schifosi di un uomo, appena sotto le tendine, vicino la finestra dov'ero io, era chiaro che lui si trovava con la testa dall'altro lato della roulotte, mentre lei di lato al letto, con un ginocchio sù e un piede per terra, gli stava facendo un bel pompino..
Mi allontano dal finestrino, non potevo credere ai miei occhi, mi stava tradendo, stavo già male dentro,
non sapevo che fare.
Dovevo almeno vedere la faccia del tipo.
Faccio il giro, per andare sull'angolo opposto della roulotte, dove c'era meno probabilità che mi scoprissero, e quando sono lì mi avvicino pian piano e sposto di poco la tendina.
La visione mi stava letteralmente frantumanto il cuore.
C'era un uomo grosso, leggermente stempiato, sulla 40ina o poco più, disteso sul letto.
Lo riconosco, era il pizzaiolo, Elena me lo aveva fatto conoscere una sera che ci incontrammo con lui per caso sul lungomare.
Un tipo brillante, parecchio sveglio, molto alto e molto robusto, di Bergamo. Non era un granchè come uomo, intendo come bellezza, ma forse piaceva per via del suo essere così iperattivo e brillante..
Se ne stava li allungato mentre la mia Elena divorava il suo cazzo..
Lo guardo bene, aveva un cazzo fuori dal comune, era proprio enorme, almeno il doppio del mio, sia come lunghezza che come larghezza, ed Elena sembrava stregata da quel nerchione.
Se lo infilava in bocca finchè poteva, poi lo tirava fuori e leccava la cappella, poi lo rimetteva dentro. Ogni tanto lo stronzo le prendeva la testa e la affondava giù, strozzandola con il cazzo, e lei ogni volta si opponeva alla cosa con un conato, ma poi risalendo sù rideva, ripulendo quella specie di viscidume che come una specie di filo di saliva, univa il grosso cappellone alle sue labbra..
Uno schifo totale, ma lei invece succhiava, leccava, degustava..
Dopo qualche minuto il tipo la tira verso di lei e la fà salire in groppa,
mentre Elena con una mano lo prende per infilarselo nella fica.
Lei rimane ferma, mentre lui la chiava da sotto, partendo subito a razzo.
Comincia a darle dei colpi molto forti, ogni schioppo rimbombava nelle mie orecchie come fosse una sberla.
Ogni colpo una sberla, mentre lei godeva con la bocca spalancata senza emettere alcun suono.
Quel grosso cazzo la mandava in estasi, si vedeva, non riusciva nemmeno ad ansimare, aveva la stessa faccia che si fà quando si prende un gavettone di acqua congelata.
Bocca aperta, apnea e stupore.
Ecco perchè non mi trombava più, cosa potevo darle io con il mio cazzetto.
Ritorno su quel finestrino dove prima vedevo il suo culo, e dove stavolta dovevo vedere lei di schiena cavalcare lui.
Quel grosso cazzo che andava su e giù trascinava con se le sue grandi labbra, come se fossero una ventosa.
Che umiliazione. Ci saranno stati 30 anni di differenza tra loro due.
Ma ne stavo quasi andando, quando sento lei cominciare a mugugnare e con la sua vocina dire "dai.. dai.. vengo.. dai",
e mentre veniva lui continuava a pomparla come un treno..
Lei cercava di fermarlo, ormai rigida, in preda alle contrazioni dell'orgasmo,
ma lui non si fermava, facendola quasi urlare.
Quell'urlo prolungato, che risentiva ogni colpo, mi faceva in male cane.
Poi venne il turno di lui, che la fece stendere a pancia in giù, gambe unite.
Voleva farle il culo, ma lei non voleva, si opponeva con le mani,
ma lui, a differenza mia, riuscì ad essere persuasivo, convincendola a godere anche da dietro.
Quando cominciò a preparare il culo con il pollice bagnato di saliva, decisi di andarmene..
Era troppo per me. Oltre all'essere stato tradito, non riuscivo a sopportare il fatto che
quel culo dove io non mi ero mai riuscito a infilare stava per essere ravanato da un cazzo lungo e grosso il doppio del mio..
Quella sera lei mi lasciò attraverso un sms e
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