Una Foot-fantasy
di
Davidee
genere
feticismo
Questa storia riguarda un episodio successo l’estate scorsa in piscina di un mio amico. A è una ragazza molto attraente, anche se non l’ho mai conosciuta molto bene. È quel genere di ragazza che ho ammirato da lontano e che non ho mai avvicinato.
Una compagnia diversa, interessi diversi, insomma non ho mai avuto occasione di approfondire la conoscenza. Io sono feticista, lei è decisamente il mio sogno erotico da quel punto di vista. Ragazza alta, con belle linee, non troppo magra, mora con un viso delicato tempestato di lentiggini ed occhi chiari. Cosa che mi attraeva ancora di più, i suoi bellissimi piedi, numero 39, con bellissime dita curate.
Dietro ai suoi tacchi, l’estate, impazzivo. Quella forma affusolata, che oltre a slanciare la gamba rende il piede molto sensuale, la facevano ancora più attraente di quel che già era.
L’estate scorsa, per una strana coincidenza, sono riuscito ad entrare per la prima volta in contatto un po’ più diretto con lei. Da quel che sospetto, ragazza molto perspicace, lei aveva avuto qualche sentore del mio, diciamo, particolare interesse per le sue estremità. È quel genere di ragazza molto corteggiata, che conosce un sacco di persone e nota ogni dettaglio al millimetro.
Quel giorno ero a casa di un amico in comune mio e di A per un bagno in piscina. Siamo in un po’, il giardino della casa di E, il mio amico, è tappezzato di asciugamani, lattine di birra e bottiglie di Coca-Cola, per non parlare della gente che saliva e scendeva dalle scale dell’ingresso, dei cani che scorrazzavano qua e là e dei tuffi in piscina.
Per un po’ di tempo non ho nemmeno parlato con A. Non ci conoscevamo, se non di vista, di sfuggita e capitava raramente di vederla.
Da quando ero arrivato a casa di E, però, avevo messo gli occhi addosso ai bellissimi piedi di A. Con le infradito, anche se non sono il mio tipo di calzatura preferita per mettere in risalto un bel paio di piedi, potevo comunque ammirarli. Affusolati, dalla caviglia stretta, con un velo di smalto nero sulle dita. Un paio di piedi che mi fanno impazzire.
La osservo particolarmente durante il pomeriggio, cercando di stare attento a non farmi notare troppo, sarebbe stato troppo imbarazzante farmi scoprire mentre immaginavo di massaggiarle le piante dei piedi morbide e desideravo leccarle ogni centimetro di quelle meraviglie smaltate.
Il pomeriggio passa normalmente, un bel sole illumina il prato e mi trovo dopo centinaia di tuffi su una sedia all’ombra, a sgranocchiare qualche snack e sorseggiare un po’ di Coca-Cola, sfinito. Ero un po’ appartato rispetto al gruppo, avevo voglia di restare un po’ per conto mio, lontano dal rumore. D’un tratto sento dei passi avvicinarsi al posto in cui mi trovavo e quasi cado dalla sedia notando A che mi si avvicina con il costume ancora bagnato. Un due pezzi meraviglioso, nero, i capelli bagnati che le cadevano sulle spalle.
A prende una sedia, si avvicina e la mette vicino a me. Mi sorride e mi chiede “sei stanco?” Io quasi fatico a trovare le parole per rispondere.
“Non troppo” le rispondo, con le parole che a stento riescono a venire a galla dalla gola.
“Tu sei...*******,giusto?”
“Si, e tu invece *****”
“Si si, ci conosciamo di vista, abbiamo amici in comune”.
Ero imbarazzato ed allo stesso tempo contento. Non avevo mai avuto l’occasione di conoscere meglio A e mai avrei pensato che potesse avvicinarsi spontaneamente.
“Cosa fai nella vita?” Mi chiede dopo aver messo una fetta di torta sotto i denti.
“Studio principalmente e tu?”
“Io lavoro”.
La conversazione va avanti, mentre lontano le persone continuano ad andare e venire dalla piscina. Siamo un po’ distanti, quindi non veniamo disturbati dalla fila di gente che va avanti ed indietro.
Io continuo ogni tanto a fissarle i piedi, che ora tiene vicini alla sua salvietta. Si china, inizia ad asciugarli e poi toglie le infradito. Un paio di volte il nostro sguardo si è incrociato mentre io abbassato gli occhi sui suoi bellissimi piedi e deve avere intuito qualcosa.
Ad un certo punto mi dice “dimmi la verità” aveva un sorriso sul viso e mi fissava, “ti piacciono i piedi vero?”
Ero completamente spiazzato. Non ho ragionato, non so cosa abbia risposto nella mia testa ma le ho detto “si”.
Nient’altro.
Lei continuava a sorridere. Ero imbarazzato ma allo stesso tempo euforico.
“I tuoi sono molto belli” le dico, dopo qualche istante.
“Davvero? Grazie! Che gentile! Non faccio granché per curarli, a dire la verità”.
Sorridiamo entrambi.
“Non ho mai conosciuto un feticista. È la prima volta che qualcuno mi fa dei complimenti per i miei piedi”.
“E come è?”
“Strano” e sorride.
L’argomento poi cambia, continuiamo a parlare e nonostante mi sentissi all’inizio della mia confessione molto imbarazzato, iniziavo a distendermi. Ridiamo e scherziamo, parliamo di tutto.
Dopo un po’, lentamente, lei sposta i piedi sulle mie ginocchia.
“Puoi massaggiarli un po’ se vuoi” mi dice.
Non potevo credere a quello che stava succedendo. Io massaggiare quel bellissimi piedi?
Non ho rinunciato a quell’occasione e le
Ho risposto “grazie”.
Lei ride e mi dice “sei proprio feticista. Sei quasi più contento tu di massaggiarmi i piedi di me che ricevo un massaggio”.
Sorrido e comincio a massaggiarle i piedi. Sono morbidi, vellutati, peccato non si sentisse un po’ di odore,
Perché con la piscina ogni sentore del profumo dei suoi bei piedi era stato lavato via. Continuo a massaggiarle i piedi e per un po’ non dico niente.
Ad un certo punto, non so per quale motivo, mi sentivo più intraprendente.
Abbasso lentamente il naso, il mio viso scende verso le sue dita dei piedi. Mi aspetto quasi di venire fermato, che lei potesse ritrarre improvvisamente i piedi. Invece no.
Lentamente, quasi senza crederci, le bacio il collo del piede. Non mi curo più di tutte le persone che passano a poca distanza. Siamo appartati, la festa in piscina continua ma nessuno sembra avvicinarsi.
Dopo qualche momento, leccati tutti e due i piedi, lei muove le gambe e spinge i piedi verso il mio costume. Ho un’erezione esplosiva e non mi curo di nasconderlo. Inizia a massaggiarmi il costume facendo andare su e giù i piedi. Ho ancora
Voglia di leccarli. Inizio a baciarli di nuovo ma lei mi sfila l’alluce di bocca, che stavo succhiando e continua a massaggiarmi il pene.
Di lì a poco sfilo il costume e mi ritrovo i suoi bellissimi piedi attorno al glande. È un po’ inesperta, si vede che non ha mai praticato un footjob.
“Scusami” mi dice, quando un piede le scivola e con l’altro tiene alla base il mio pene. Le rimetto il glande tra le piante dei piedi e comincia a fare su e giù. È bellissimo.
Godo tantissimo ed in pochi minuti esplodo con una serie di schizzi sui suoi piedi.
Lei sorride e mi chiede di aiutarla a ripulirsi.
Mi alzo per prendere uno straccio e dell’acqua ma
Non è quello che intendeva.
Mi preme una pianta del piede imbrattata di sperma sul costume e mi fa risedere.
“Lecca il tuo sperma dai miei piedi”.
Non mi entusiasmava molto l’idea, ma lei iniziava a fare oscillare le sue estremità davanti alla mia faccia, con uno schizzo del mio seme che dondolava dal suo alluce. Chiudo gli occhi, mi concentro sui suoi piedi meravigliosi ed inizio a leccarli di nuovo. Poco dopo ho passato con la lingua ogni parte dei suoi piedi bellissimi.
Dopo quel pomeriggio non ci siamo più visti da soli, ma ci salutiamo sempre quando ci vediamo per strada.
Una compagnia diversa, interessi diversi, insomma non ho mai avuto occasione di approfondire la conoscenza. Io sono feticista, lei è decisamente il mio sogno erotico da quel punto di vista. Ragazza alta, con belle linee, non troppo magra, mora con un viso delicato tempestato di lentiggini ed occhi chiari. Cosa che mi attraeva ancora di più, i suoi bellissimi piedi, numero 39, con bellissime dita curate.
Dietro ai suoi tacchi, l’estate, impazzivo. Quella forma affusolata, che oltre a slanciare la gamba rende il piede molto sensuale, la facevano ancora più attraente di quel che già era.
L’estate scorsa, per una strana coincidenza, sono riuscito ad entrare per la prima volta in contatto un po’ più diretto con lei. Da quel che sospetto, ragazza molto perspicace, lei aveva avuto qualche sentore del mio, diciamo, particolare interesse per le sue estremità. È quel genere di ragazza molto corteggiata, che conosce un sacco di persone e nota ogni dettaglio al millimetro.
Quel giorno ero a casa di un amico in comune mio e di A per un bagno in piscina. Siamo in un po’, il giardino della casa di E, il mio amico, è tappezzato di asciugamani, lattine di birra e bottiglie di Coca-Cola, per non parlare della gente che saliva e scendeva dalle scale dell’ingresso, dei cani che scorrazzavano qua e là e dei tuffi in piscina.
Per un po’ di tempo non ho nemmeno parlato con A. Non ci conoscevamo, se non di vista, di sfuggita e capitava raramente di vederla.
Da quando ero arrivato a casa di E, però, avevo messo gli occhi addosso ai bellissimi piedi di A. Con le infradito, anche se non sono il mio tipo di calzatura preferita per mettere in risalto un bel paio di piedi, potevo comunque ammirarli. Affusolati, dalla caviglia stretta, con un velo di smalto nero sulle dita. Un paio di piedi che mi fanno impazzire.
La osservo particolarmente durante il pomeriggio, cercando di stare attento a non farmi notare troppo, sarebbe stato troppo imbarazzante farmi scoprire mentre immaginavo di massaggiarle le piante dei piedi morbide e desideravo leccarle ogni centimetro di quelle meraviglie smaltate.
Il pomeriggio passa normalmente, un bel sole illumina il prato e mi trovo dopo centinaia di tuffi su una sedia all’ombra, a sgranocchiare qualche snack e sorseggiare un po’ di Coca-Cola, sfinito. Ero un po’ appartato rispetto al gruppo, avevo voglia di restare un po’ per conto mio, lontano dal rumore. D’un tratto sento dei passi avvicinarsi al posto in cui mi trovavo e quasi cado dalla sedia notando A che mi si avvicina con il costume ancora bagnato. Un due pezzi meraviglioso, nero, i capelli bagnati che le cadevano sulle spalle.
A prende una sedia, si avvicina e la mette vicino a me. Mi sorride e mi chiede “sei stanco?” Io quasi fatico a trovare le parole per rispondere.
“Non troppo” le rispondo, con le parole che a stento riescono a venire a galla dalla gola.
“Tu sei...*******,giusto?”
“Si, e tu invece *****”
“Si si, ci conosciamo di vista, abbiamo amici in comune”.
Ero imbarazzato ed allo stesso tempo contento. Non avevo mai avuto l’occasione di conoscere meglio A e mai avrei pensato che potesse avvicinarsi spontaneamente.
“Cosa fai nella vita?” Mi chiede dopo aver messo una fetta di torta sotto i denti.
“Studio principalmente e tu?”
“Io lavoro”.
La conversazione va avanti, mentre lontano le persone continuano ad andare e venire dalla piscina. Siamo un po’ distanti, quindi non veniamo disturbati dalla fila di gente che va avanti ed indietro.
Io continuo ogni tanto a fissarle i piedi, che ora tiene vicini alla sua salvietta. Si china, inizia ad asciugarli e poi toglie le infradito. Un paio di volte il nostro sguardo si è incrociato mentre io abbassato gli occhi sui suoi bellissimi piedi e deve avere intuito qualcosa.
Ad un certo punto mi dice “dimmi la verità” aveva un sorriso sul viso e mi fissava, “ti piacciono i piedi vero?”
Ero completamente spiazzato. Non ho ragionato, non so cosa abbia risposto nella mia testa ma le ho detto “si”.
Nient’altro.
Lei continuava a sorridere. Ero imbarazzato ma allo stesso tempo euforico.
“I tuoi sono molto belli” le dico, dopo qualche istante.
“Davvero? Grazie! Che gentile! Non faccio granché per curarli, a dire la verità”.
Sorridiamo entrambi.
“Non ho mai conosciuto un feticista. È la prima volta che qualcuno mi fa dei complimenti per i miei piedi”.
“E come è?”
“Strano” e sorride.
L’argomento poi cambia, continuiamo a parlare e nonostante mi sentissi all’inizio della mia confessione molto imbarazzato, iniziavo a distendermi. Ridiamo e scherziamo, parliamo di tutto.
Dopo un po’, lentamente, lei sposta i piedi sulle mie ginocchia.
“Puoi massaggiarli un po’ se vuoi” mi dice.
Non potevo credere a quello che stava succedendo. Io massaggiare quel bellissimi piedi?
Non ho rinunciato a quell’occasione e le
Ho risposto “grazie”.
Lei ride e mi dice “sei proprio feticista. Sei quasi più contento tu di massaggiarmi i piedi di me che ricevo un massaggio”.
Sorrido e comincio a massaggiarle i piedi. Sono morbidi, vellutati, peccato non si sentisse un po’ di odore,
Perché con la piscina ogni sentore del profumo dei suoi bei piedi era stato lavato via. Continuo a massaggiarle i piedi e per un po’ non dico niente.
Ad un certo punto, non so per quale motivo, mi sentivo più intraprendente.
Abbasso lentamente il naso, il mio viso scende verso le sue dita dei piedi. Mi aspetto quasi di venire fermato, che lei potesse ritrarre improvvisamente i piedi. Invece no.
Lentamente, quasi senza crederci, le bacio il collo del piede. Non mi curo più di tutte le persone che passano a poca distanza. Siamo appartati, la festa in piscina continua ma nessuno sembra avvicinarsi.
Dopo qualche momento, leccati tutti e due i piedi, lei muove le gambe e spinge i piedi verso il mio costume. Ho un’erezione esplosiva e non mi curo di nasconderlo. Inizia a massaggiarmi il costume facendo andare su e giù i piedi. Ho ancora
Voglia di leccarli. Inizio a baciarli di nuovo ma lei mi sfila l’alluce di bocca, che stavo succhiando e continua a massaggiarmi il pene.
Di lì a poco sfilo il costume e mi ritrovo i suoi bellissimi piedi attorno al glande. È un po’ inesperta, si vede che non ha mai praticato un footjob.
“Scusami” mi dice, quando un piede le scivola e con l’altro tiene alla base il mio pene. Le rimetto il glande tra le piante dei piedi e comincia a fare su e giù. È bellissimo.
Godo tantissimo ed in pochi minuti esplodo con una serie di schizzi sui suoi piedi.
Lei sorride e mi chiede di aiutarla a ripulirsi.
Mi alzo per prendere uno straccio e dell’acqua ma
Non è quello che intendeva.
Mi preme una pianta del piede imbrattata di sperma sul costume e mi fa risedere.
“Lecca il tuo sperma dai miei piedi”.
Non mi entusiasmava molto l’idea, ma lei iniziava a fare oscillare le sue estremità davanti alla mia faccia, con uno schizzo del mio seme che dondolava dal suo alluce. Chiudo gli occhi, mi concentro sui suoi piedi meravigliosi ed inizio a leccarli di nuovo. Poco dopo ho passato con la lingua ogni parte dei suoi piedi bellissimi.
Dopo quel pomeriggio non ci siamo più visti da soli, ma ci salutiamo sempre quando ci vediamo per strada.
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