Doccia con mamma 2
di
Rachele 69
genere
incesti
Vi ricordate la storia del bocchino che avevo ha fatto a mio figlio al mare? Diciamo che non è finita lì.
Sono passati due giorni in cui il rapporto con Matteo si era congelato a causa mia, perché non sapevo come comportarmi, volevo il suo cazzo dentro di me, non lo nego, ma era pur sempre mio figli. Forse non avevo il coraggio di fare questo passo e non c’è stata l’occasione buona perché lui non tornava più su con me.
Ieri notte, come sempre mio marito mi scopava. Ma da quel giorno del bocchino mi chiedevo come sarebbe stato prendere l’enorme palo di mio figlio dentro di me e non quello di mio marito. Non so forse stavamo facendo troppo rumore, mi accorgo che c’è Matteo sulla porta della camera, aperta di un filo, che ci spia. Cambio posizione apposta, mi metto sopra di mio marito e lo cavalco mettendomi in bella vista per mio figlio. Ero eccitata che mio figlio mi stesse guardando. Dopo un po’ se ne va e io finisco il mio lavoro e torno a letto.
Nemmeno oggi è salito con me (oggi è l’ultimo giorno di mare), speravo che dopo avermi vista scopare gli avessi fatto venire voglia, ma niente. Ero già arrivata in appartamento da una decina di minuti e mi stavo facendo la doccia, quando sento la porta aprirsi. Penso che siano arrivati tutti e invece scopro che è solo Matteo: Fantastico! Lo chiamo: “Matteo ti lascio l’acqua aperta come l’altro giorno?”
“Va bene mamma, solo se va a finire come l’altra volta”
Ero eccitatissima, mi voleva anche lui (era ovvio è un maschio) e sapevo che oggi non mi sarei accontentata di prenderlo solo in bocca. “Ho quasi finito vieni pure”
Arriva subito. Nudo entrò in doccia con me, ma il suo cazzo non è durissimo. Lui mi bacia sulle labbra forse per tastare il terreno. Mi tolgo quasi subito anche perché non me l’aspettavo. Faccio la preziosa. “Ma Matteo baci tua mamma?”
“Dopo quello che è successo due giorni fa…”
Non lo lascio finire la frase e gli metto un dito sulla bocca: “Ormai non ci speravo più che tornassi prima con me, risciacquati giù la sabbia, che ti aspetto in camera.” Finita quella frase mi bacia sulle labbra. Quando mi lascia con trasporto la ribacio mettendogli la lingua in bocca. Senza troppi complimenti me la mette anche lui e in tanto sento il suo cazzo diventa di marmo e preme sulla mia pancia. Mi stacco dolcemente da lui e succhiandomi un dito gli faccio un occhiolino e vado in camera.
Arriva quasi subito. Io intanto mi ero distesa sul letto con le gambe aperte e mi sditalinavo, una scena fantastica per lui. Appena lo vedo mi alzo e vado a prendergli il cazzo. Prima glielo lecco tutto finché non arrivo alla cappella, glielo scappello e comincio a farmi scopare in bocca. Mi stacco e prendo a giocare con le palle, gliele succhio e poi ritorno al suo fantastico cazzo. Ho perso la cognizione del tempo, non so per quanto tempo abbia giocato col suo cazzo. Poi si fermo: “Matteo non vorrai che finisca come l’ultima volta? Non faresti godere un po’ la tua mammina? Sono tutta bagnata lì sotto.”
C’è una scintilla nei suoi occhi, non se lo fa ripetere, mi fa sdraiare sul letto, con la mia passera tutta bella pelosa, ma curata al vento. Comincia a leccarla parte dal buco del culo fino ad arrivare in cima al clitoride. Urlo di goduria. Esclamo “Cazzo in figa! È tardi, non vorrei mai che il papà tornasse e ci beccasse così. Ho troppa voglia però ora. Leccami piano che lo chiamo e gli dico di tornare un po’ più tardi”.
Continuo a leccarmi la figa, che sgronda di umori! Chiamo mio marito: “Ciao amore, ho trovato coda al supermercato, sono appena tornata ora, se vuoi puoi tornare più tardi” “Va bene cara, parto con Giovy (l’altro mio figlio) fra mezzoretta, Va bene?” “Certo”
Mi giro verso mio figlio: “Tornano fra mezzoretta! Adesso continua a farmi godere”
Con le mani mi apre la sommità della patata per mettere in mostra il clitoride e melo succhia per bene. Continuo ad urlare come una cagna in calore. Stringo le gambe e con la mano spingo la sua testa sulla mia figa. Lui si alza, è giunto il momento! Siamo nella posizione del missionario, mi batte il cazzo sulla pancia: è un pezzo di marmo che mi arriva quasi fino all’ombelico. Sono quasi spaventata per le dimensioni, mi punta la cappella nella figa e mi chiede: “Pronta troietta mia?” wow mi chiama troietta “Impalami, non aspetto altro. La mia figa è un lago solo per te.”
Con un colpo di reni me lo spinge dentro, entra metà anche perché è tanto grosso. Urlo, un misto di piacere e dolore. Mi aveva fatto male, mi è sembrato di essere ancora vergine e mi stesse sverginando. Ho una figa abituata al sesso ma un cazzo così grosso non l’avevo mai preso: “Fai piano, mi hai aperto. Ce l’hai grossissimo, adesso entra piano fino in fondo.” Mi asseconda, spinge piano finché non entra completamente, mancavano circa 2 cm che il suo cazzo entrasse completamente che sento la cappella in gola: ha raggiunto il fondo della mia figa e ne ha ancora. Rimane un po’ li fermo con il mio cazzo dentro di me e poi comincia a stantuffarmi piano. Lui è una favola e mi sta facendo godere come una vacca, con le mani stringo fortissimo le lenzuola perché mi sta sfondando la figa e urlo: “Siii…così…sfondami…ahhhh…ahhh…mi stai aprendo…battimi più forte… fai godere questa troia di tua mamma…ahhh…siiii….ancora…che male…fammi male…ancora…ancora di più…”
Lui mi batte sempre più forte, con la cappella che colpisce sempre di più il fondo della mia figa morbida e bagnata. Le mie tette sono uno spettacolo: ad ogni botta sobbalzano su e giù. Mele prende, non mi ci stanno tutte nella sua mano e me le impasta bene strizzando i capezzoli belli turgidi, mi sta facendo godere come una matta. Lui si butta su di me. Apro un po’ di più le gambe e lui mi è sopra. Le mie tette sono sul suo petto e questo lo eccita ancora di più perché rincara la dose. Mi sbatte sempre più forte.
“Mamma non ce la faccio più, sto per venire”
“Riempimi, riempi la figa della tua troietta.”
Esplode, mi riempie la figa di sboro caldo, vengo anch’io, poi lentamente esce dalla mia figa. Mi alzo, mi inginocchio sul pavimento e gli pulisco per bene il cazzo dalle ultime gocce di sperma. Intanto dello sboro cola dalla mia figa e sporca il pavimento. Quando me ne accorgo, mi accuccio e lo raccolgo con la lingua. “Non potevo perdere nemmeno una goccia di questo nettare. È stata la più bella scopata da non so quanto.”
Gli baciai la cappella e poi la bocca. Gli sussurrai nell’orecchio “Ti piace di più guardarmi scopare o trapanarmi?”
“Ovviamente scoparti”
“Allora basta chiedere” Strizzai l’occhio e me ne andai a rilavarmi.
Che bello finire le vacanze così!
Sono passati due giorni in cui il rapporto con Matteo si era congelato a causa mia, perché non sapevo come comportarmi, volevo il suo cazzo dentro di me, non lo nego, ma era pur sempre mio figli. Forse non avevo il coraggio di fare questo passo e non c’è stata l’occasione buona perché lui non tornava più su con me.
Ieri notte, come sempre mio marito mi scopava. Ma da quel giorno del bocchino mi chiedevo come sarebbe stato prendere l’enorme palo di mio figlio dentro di me e non quello di mio marito. Non so forse stavamo facendo troppo rumore, mi accorgo che c’è Matteo sulla porta della camera, aperta di un filo, che ci spia. Cambio posizione apposta, mi metto sopra di mio marito e lo cavalco mettendomi in bella vista per mio figlio. Ero eccitata che mio figlio mi stesse guardando. Dopo un po’ se ne va e io finisco il mio lavoro e torno a letto.
Nemmeno oggi è salito con me (oggi è l’ultimo giorno di mare), speravo che dopo avermi vista scopare gli avessi fatto venire voglia, ma niente. Ero già arrivata in appartamento da una decina di minuti e mi stavo facendo la doccia, quando sento la porta aprirsi. Penso che siano arrivati tutti e invece scopro che è solo Matteo: Fantastico! Lo chiamo: “Matteo ti lascio l’acqua aperta come l’altro giorno?”
“Va bene mamma, solo se va a finire come l’altra volta”
Ero eccitatissima, mi voleva anche lui (era ovvio è un maschio) e sapevo che oggi non mi sarei accontentata di prenderlo solo in bocca. “Ho quasi finito vieni pure”
Arriva subito. Nudo entrò in doccia con me, ma il suo cazzo non è durissimo. Lui mi bacia sulle labbra forse per tastare il terreno. Mi tolgo quasi subito anche perché non me l’aspettavo. Faccio la preziosa. “Ma Matteo baci tua mamma?”
“Dopo quello che è successo due giorni fa…”
Non lo lascio finire la frase e gli metto un dito sulla bocca: “Ormai non ci speravo più che tornassi prima con me, risciacquati giù la sabbia, che ti aspetto in camera.” Finita quella frase mi bacia sulle labbra. Quando mi lascia con trasporto la ribacio mettendogli la lingua in bocca. Senza troppi complimenti me la mette anche lui e in tanto sento il suo cazzo diventa di marmo e preme sulla mia pancia. Mi stacco dolcemente da lui e succhiandomi un dito gli faccio un occhiolino e vado in camera.
Arriva quasi subito. Io intanto mi ero distesa sul letto con le gambe aperte e mi sditalinavo, una scena fantastica per lui. Appena lo vedo mi alzo e vado a prendergli il cazzo. Prima glielo lecco tutto finché non arrivo alla cappella, glielo scappello e comincio a farmi scopare in bocca. Mi stacco e prendo a giocare con le palle, gliele succhio e poi ritorno al suo fantastico cazzo. Ho perso la cognizione del tempo, non so per quanto tempo abbia giocato col suo cazzo. Poi si fermo: “Matteo non vorrai che finisca come l’ultima volta? Non faresti godere un po’ la tua mammina? Sono tutta bagnata lì sotto.”
C’è una scintilla nei suoi occhi, non se lo fa ripetere, mi fa sdraiare sul letto, con la mia passera tutta bella pelosa, ma curata al vento. Comincia a leccarla parte dal buco del culo fino ad arrivare in cima al clitoride. Urlo di goduria. Esclamo “Cazzo in figa! È tardi, non vorrei mai che il papà tornasse e ci beccasse così. Ho troppa voglia però ora. Leccami piano che lo chiamo e gli dico di tornare un po’ più tardi”.
Continuo a leccarmi la figa, che sgronda di umori! Chiamo mio marito: “Ciao amore, ho trovato coda al supermercato, sono appena tornata ora, se vuoi puoi tornare più tardi” “Va bene cara, parto con Giovy (l’altro mio figlio) fra mezzoretta, Va bene?” “Certo”
Mi giro verso mio figlio: “Tornano fra mezzoretta! Adesso continua a farmi godere”
Con le mani mi apre la sommità della patata per mettere in mostra il clitoride e melo succhia per bene. Continuo ad urlare come una cagna in calore. Stringo le gambe e con la mano spingo la sua testa sulla mia figa. Lui si alza, è giunto il momento! Siamo nella posizione del missionario, mi batte il cazzo sulla pancia: è un pezzo di marmo che mi arriva quasi fino all’ombelico. Sono quasi spaventata per le dimensioni, mi punta la cappella nella figa e mi chiede: “Pronta troietta mia?” wow mi chiama troietta “Impalami, non aspetto altro. La mia figa è un lago solo per te.”
Con un colpo di reni me lo spinge dentro, entra metà anche perché è tanto grosso. Urlo, un misto di piacere e dolore. Mi aveva fatto male, mi è sembrato di essere ancora vergine e mi stesse sverginando. Ho una figa abituata al sesso ma un cazzo così grosso non l’avevo mai preso: “Fai piano, mi hai aperto. Ce l’hai grossissimo, adesso entra piano fino in fondo.” Mi asseconda, spinge piano finché non entra completamente, mancavano circa 2 cm che il suo cazzo entrasse completamente che sento la cappella in gola: ha raggiunto il fondo della mia figa e ne ha ancora. Rimane un po’ li fermo con il mio cazzo dentro di me e poi comincia a stantuffarmi piano. Lui è una favola e mi sta facendo godere come una vacca, con le mani stringo fortissimo le lenzuola perché mi sta sfondando la figa e urlo: “Siii…così…sfondami…ahhhh…ahhh…mi stai aprendo…battimi più forte… fai godere questa troia di tua mamma…ahhh…siiii….ancora…che male…fammi male…ancora…ancora di più…”
Lui mi batte sempre più forte, con la cappella che colpisce sempre di più il fondo della mia figa morbida e bagnata. Le mie tette sono uno spettacolo: ad ogni botta sobbalzano su e giù. Mele prende, non mi ci stanno tutte nella sua mano e me le impasta bene strizzando i capezzoli belli turgidi, mi sta facendo godere come una matta. Lui si butta su di me. Apro un po’ di più le gambe e lui mi è sopra. Le mie tette sono sul suo petto e questo lo eccita ancora di più perché rincara la dose. Mi sbatte sempre più forte.
“Mamma non ce la faccio più, sto per venire”
“Riempimi, riempi la figa della tua troietta.”
Esplode, mi riempie la figa di sboro caldo, vengo anch’io, poi lentamente esce dalla mia figa. Mi alzo, mi inginocchio sul pavimento e gli pulisco per bene il cazzo dalle ultime gocce di sperma. Intanto dello sboro cola dalla mia figa e sporca il pavimento. Quando me ne accorgo, mi accuccio e lo raccolgo con la lingua. “Non potevo perdere nemmeno una goccia di questo nettare. È stata la più bella scopata da non so quanto.”
Gli baciai la cappella e poi la bocca. Gli sussurrai nell’orecchio “Ti piace di più guardarmi scopare o trapanarmi?”
“Ovviamente scoparti”
“Allora basta chiedere” Strizzai l’occhio e me ne andai a rilavarmi.
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