Io sono yoko ono
di
Pornucopia
genere
etero
Stremato dal tour europeo avevo deciso di passare una settimana in vacanza a Londra.
Io ed i miei amici affittammo un lussuoso cottage appena fuori la capitale.
Come tutti gli artisti, sapevo che quella settimana a base di alcool, cocaina e marijuana avrebbe potuto causare un effetto a catena autodistruttivo per la mia persona.
“ ormai non sono più un ragazzino “ pensavo tra me e me, sapevo che la mia cariera da cantante era cominciata molto presto e che se avessi voluto mantenere la mia dignita davanti a me stesso ed al mio pubblico avrei dovuto mettere un freno alla mia vita rock ‘n roll.
Durante la vacanza avevo il viso preoccupato, come se l’indomani avessi una grande prova da superare, i miei sorrisi non erano più naturali e mi tiravano il viso, la mia bocca si inarcava ma gli occhi rimanevano persi, ogni sorso di whiskey lo mandavo giù con fatica e l’unica sensazione che mi provocava era un forte bruciore di stomaco.
Ero seduto su di un antico sofà chesterfield color canna di fucile, avevo i gomiti sulle ginocchia ed un bicchiere di scotch mezzo pieno in mano.
Cercavo di intrattenermi e di interagire con i miei amici che mi avevano accompagnato nel tour sforzandomi di non cadere preda di me stesso e dei miei pensieri.
D’un tratto il cellulare vibrò, è un messaggio da un numero sconusciuto, il contenuto del messaggio è un video, un montaggio delle ultime due date del tour. Inizialmente pensai che, probabilmente da ubriaco o sotto l’effetto di qualche altra sostanza avessi commissionato un video clip del tour, ma nel video erano presenti per lo più scene del backstage e neanche delle più pubblicabili! La maggior parte delle scene del video ero io che faceva uso di cocaina o autografavo i seni di groupies e fan varie.
Il video era sospetto, ma di certo non era il video più strano in cui sono stato protagonista.
Dopo qualche momento di perplessità feci vedere il video anche a tutti i miei amici che in mezzo ad urla, schiamazzi e commenti indecenti riportarono alla memoria tutti i momenti più esileranti del tour .
A distanza di mezz’ora circa arrivò un’altro messaggio dallo stesso contatto sconosciuto, questa volta era un primo piano di un volto di una ragazza sporco di sperma, di cui si vede solo dal labbro inferiore fino ad appena sopra il naso.
Non riuscii a riconoscere quel viso, avrebbe potuto essere chiunque.
La serata continuò e cominciai a sentire gli effetti dell’alcool, ormai aveva allentato i miei freni inibitori, ma invece di proiettare la mia energia e la mia forte personalità nel mondo esterno mi sentì come la parte più interna di una matrioska, come un piccolo lume che osserva il mio involucro più esterno, mi sentivo rinchiuso dentro il corpo di una persona che appena conoscevo.
Vedendomi in quello stato Cecilia si sedette affianco a me, lei mi conosceva bene ed oltre essere la mia DJ e collaboratrice la consideravo anche mia sorella.
Ci conoscemmo a 12 anni e da quel momento passammo ogni giorno assieme, avevamo tanto in comune, entrambi figli unici che anno perso il padre, entrambi artisti ed entrambi tossicodipendenti.
Lei era la persona che meglio mi conosceva sulla faccia della terra.
Cecilia mi disse di aver appena conosciuto una ragazza interessata a me.
Sapevo che anche se stavo resistendo a tutte le mie dipendenze non sarei riuscito a dire no alle tentazioni del sesso, Cecilia la indicò, era una bellissima ragazza, proprio come piaceva a me, capelli rossi, media statura e molto molto femminile nei movimenti e nel abbilgiamento.
Le chiesi di presentarmela e in un istante si alzò e ritorno con la ragazza
“Davide lei è Jessica” disse cecilia
Mi alzai, mi presentai e feci cenno ad entrambe di sedersi sul divano con me.
Rotta l’inerzia della conversazione Cecilia si alzò con una scusa e rimanemmo solamente io e Jessica.
Sapevo che sarebbe stato meglio per entrambi se fossi rientrato nel personaggio del artista bohemien ed avessi smesso di essere me stesso, ovvero un artista in crisi.
Riempii fino all’orlo due bicchieri tumbler con dell’ottimo scotch, lei pensò che lo feci per farla ubriacare ma in realtà lo feci per paura di uscire dal personaggio.
La conversazione continuò, cazzo la ragazza era più interessante del previsto! appena lo realizzai una domanda apparve nella mia testa “chissà quante altre ragazze interessanti ho conosciuto ma sprecato utilizzandole solo come pazzi di carne?”
Il mio sub-conscio aveva deciso di torturarmi quelle sera ma lei aveva appoggiato la testa sulla mia spalla e mi gurdava dall’alto in basso con quei suoi occhioni verdi, stavo perdendo la testa!
Poi il telefono vibrò per la terza volta.
Un altro video sempre dallo stesso contatto sconusciuto.
Era la ragazza della foto ed il video aveva tutta l’aria di essere un sex tape.
Rimasi un po’ stranito poi spensi rapidamente il telefono per evitare situazioni imbarazzanti con Jessica.
“E’ inutile che spegni, ho visto tutto!” disse jessica con un mezzo sorriso sul volto, io la guardai con gli occhi spenti e stando zitto, ero proprio messo male quella sera.
“Ma ora è il mio turno” disse lei mettendomi una mano sopra i pantaloni.
Aveva uno sguardo di sfida e gli occhi pieni di eros.
Ci alzammo ed in silenzio la accompagnai alla mia stanza.
Feci entrare lei per prima poi mi voltai per chiudere la porta a chiave.
Lei continuò a darmi le spalle e con un gesto rapido ed elegante si fece crollare il suo vestito alle caviglie.
Era una visione fantastica,di certo non era la prima volta che mi trovavo in una sittuazione simile ma era come se fosse la prima volta che facessi sesso, oddio, la parte tecnica la conoscievo molto bene ma quelle emezioni...beh,quelle emozioni erano le emozioni di uno alle prime armi!
I pensieri nella mia testa correvano “perchè è tutto così strano oggi? Perchè io non sembro più me stesso neanche ad i miei occhi? Perchè dovrei dominare per l’ennesima volta un’ altra ragazza? Davide guardati! Sei un coglione! fai ciò che fai solo perchè hai costruito un personaggio che puoi recitare solo da ubriaco!?”
Non c’era più tempo per le domande, entrai nel corpo del personaggio un po’ per paura, un po’ per abitudine.
Mi avvicinai lentamente da dietro con un erezione che mi esplodeva nelle mutande,con le mie braccia le avvolsi i fianchi e comnciai a baciarle il collo, lei sospirò mentre mentre le slacciavo il reggisseno,sapevo cosa voleva da me, sapevo di avere la fama di dominatore.
Una volta slacciato il reggisseno continuai a baciarla sul collo mentre la mia mano sfrecciava sulle sue curve, prima il seno, poi la pancia, giù lentamente fino i fianchi per poi arrivare alla sue mutande completamente fradice dove le mie mani incontrarono le sue labbra gonfie e pulsanti.
Le raccolsi i capelli in una mia mano e li tirai leggermente, vidi che le si morse il labbro inferiore,le piaceva,allora tirai un po’ più forte e, tenendola per i capelli come volessi sollevarla da terra, mi diressi verso il letto, lei aprì la bocca in un sommesso vocalizzo, la spinsi sul letto e mentre mi slacciavo i bottoni della camicia lei con foga mi abbassò i pantaloni alle caviglie.
Voracemente mi prese il cazzo tra le sue labbra, le sentivo, calde ed umide che scorrevano sulla mia asta, cercavo di distinguere la provenienza dei miei impulsi sessuali, utilizzavo il moto ondoso della sua lingua per analizzarmi, ma il puzzle era troppo complesso ed una volta accesa la mia libido la voglia di soddisfare i miei istinti prese il sopravvento sul desiderio di analizzarli.
Ci sdraiammo sul letto e l’unica voce che avevo in testa ormai mi diceva “vai Davide! Scopala più che puoi!”
Lei ritorno vogliosa con la sua bocca sul mio pene poi mi sussurò all’orecchio “sessantanove?” non c’era bisogno di proferire parola che mi trovai di fronte ad una vagina rossa e pulsante, mi ci buttai dentro e comncia a leccare indiscriminatamente tutta la superficie, poi le poggiai una mano sul monte di venere e spinsi verso il suo ombelico per esporre meglio il clitoride, iniziai a girarci attorno con la lingua come a farci dei piccoli otto, poi cominciai sempre più velocemente ed intensamente finche lei non si dovette staccarsi dal mio cazzo per riprendere affannosamente fiato.
Sprofondai la bocca dentro di lei assaggiandone tutti i suoi umori, le presi il clitoride tra le labbra come se volessi eradicarlo mentre la mia lingua impazzita ci correva sopra.
Ormai percipivo il suo orgasmo arrivare, aveva smesso di leccarmi il cazzo e ansimava copiosamente mentre il mio cazzo era pulsante nella sua bocca spalancata.
La pancia le si contraeva e la sua gamba destra comiciò a tremare,l’orgasmo era vicino.
Sollevò la testa da sopra il mio membro e lo prese energicamente nella sua mano destra e cominciò a masturbarmi vigorosamente, finchè poi per qualche secondo il suo corpo diventò di pietra fino a rilasciare la tensione con un lieve urlo di piacere.
Spostai l’obbiettivo della mia bocca dalla sua vagina al suo culo, continuai a leccare mentre sentivo i suoi muscoli rilassarsi ed il suo buco allargarsi.
Ormai in testa non avevo più niente, mi sentivo bombardato da impulsi implacabili a cui davo libero sfogo e che si manifestavano armoniosi nella danza delle nostre bocche per il piacere reciproco.
Scivolai da sotto le sue gambe e con uno sguardo complice si sistemo a carponi ai bordi del letto mentre io ero in piedi dietro di lei sul pavimento.
Penetrai nel suo ano molto molto lentamente, forse troppo, aumentai il ritmo e trovai consenso nei movimenti del corpo di Jessica, continuai in un crescendo per poi prenderla per i suoi posli fini e, girandole le braccia dietro la schiena le utilizzai come briglie, sembrava di essere in un mare in tempesta ed i nostri grugniti tuonavano nell’aria
D’ un tranto lei si volse verso di me e con la bocca aperta ed ansimante sussurrò “fammi venire”.
Piano ci sdraiammo proni sul materasso senza staccarci l’uno dall’altra, le ero sopra e dopo averla penetrata il più a fondo possibile le tirai due forti schiaffi sul suo culo roseo che subito divento incandescente.
Lei aveva il volto girato di lato sul materasso e coperto dai suoi capelli, misi le mie mani sopra le sue e le strinsi forte allungandole sopra la testa come se volessi inchiodarle al materasso, orami il silenzio pervadeva la stanza ed entrambi eravamo ad un passo dall’ orgasmo ma io non ce la feci più a trattenere la mia voglia di allagarla con il mio seme e rilasciai contemporaneamente a lei un potente e profondo orgasmo, sentii come un elettroshock che sciolse le mie sinapsi e che mi lasciò lobotomizzato affianco a lei per qualche minuto prima di farci una doccia insieme.
Andai a letto soddisfatto quella sera ma con una domanda in testa “cosa si nasconde dietro quei messaggi?”
La mattina dopo mi sveglia prima di lei e la osservai, era bellissima, sembrava di veder dormire un angelo, ma l’enigma dei messaggi mi attanagliava.
Presi le mie cuffiette e mi diressi in bagno
Ne avevo fatti molti di film amatoriali per poi vantarmi e commentarli con i mei amici, ma stamattina i meii occhi erano diversi, erano estranei a me stesso ed aveva paura delle informazioni che avrebbero potuto captare i miei nuovi occhi.
Sembrava tutto normale, la ragazza si era avvicinata alla videocamera per far partire la registrazione, era solo in intimo ed io la aspettavo in piedi ancora vestito a fianco al comodino del letto con un bicchiere di whisky & soda in mano.
Guaravo il video e non mi ricordavo assolutamente nulla ma allo stesso tempo mi sentivo protagonista.
Ci baciammo, ma io rimasi indifferente, lei cercava di fare di tutto per essere sensuale.
Si inginocchiò difronte a me, lentamente mi aprì la cintura, guardandomi intensamente e con un ghigno sul volto mi abbassò rapidamente calzoni e mutande fino alle ginocchia poi si lanciò a bocca spalancata sul mio membro.
Io ero impassibile e continuavo a gurdarmi riflesso sul vetro del grande quadro appeso sopra la testa del letto, era una stampa di kandinsky che era in perfetta sintonia con le allucinazioni caleidoscopiche che avevo dopo ogni data del tour.
Ormai non facevo neanche più caso a quella sconosciuta che stava succhiando il mio membro, avrei pagato per sapere cosa mi stesse passando per la testa.
Mentre lei era ancora alle prese con il mio pene mi accesi una sigaretta, questo era veramente troppo per lei, sapeva che stava facendo sesso con una star ma necessitava di attenzioni, allora mi strappò la sigaretta dalle dita e me la spense sul dorso della mano, io tirai la mia mano in dietro con uno scatto felino e fissai intensamente lei negli occhi, avevo uno schiaffo pronto nella mano ma non mi sarei mai permesso di farle del male, daltronde non potevo che darle ragione.
Lei guardandomi con aria di paura ma con uno sguardo molto sensuale prese la mia mano fra due mani e appoggiandosela sulla guancia mi disse “fallo!”
Le tirai un leggerismo schiaffo utilizzando solo le punte delle dita per farle capire che avevo accettato la provocazione, poi le misi tre dita in bocca e lei le succhiò voracemente, mantenendo le dita in bocca le dissi di alzarsi e di sdraiarsi sul letto.
Ormai era riuscita ad avere oltre che la mia attenzione anche il mio desiderio, aveva osato sfidarmi ed una parte di me ne era veramente grata perchè mi aveva riportato con i piedi per terra ma dopo l’ustione un sentimento di vendetta e di dominazione aveva preso il sopravvento.
Le ero sopra, lei aveva le gambe in aria completamente divaricate e con una mano si stimolava il clitorde, io invece ero su i gomti e con le tre dita muovevo il suo viso per avere controllo del suo sguardo.
Ci fissiavamo negli occhi con aria di sfida, il suo sguardo era sicuro di se e diceva “mostrami cosa fare” io la ripagavo con uno sguardo deciso e curioso, volevo esplorare i i suoi limiti, volevamo entrambi di più.
Le si mise a carponi difronte a me e comincia a sculacciarla iniziai a tirarle un paio di sberle dall’alto verso il basso sul suo bel culo poi gliene tirai una terza e senti un mugugnio e vidi che strinse le lenzuola tra le sue dita.
Presi il mio pene in mano, ormai lo sentivo scoppiare, la pentrai fino in fondo, lentamente ma con decisione, iniziai a muovermi lentamente, indietro fino a che solo la punta rimaneva dentro e poi veloce dentro fino in fondo, continuai così per una dozzina di volte sempre più veloce.
Le afferrai i capelli come se stessi tirando una fune, sentii un gemito somesso da parte sua come se volesse dimostrarmi che non le stessi facendo male e che il suo limite era ancora lontano.
Continuai a tirarla verso di me cosi forte che si alzò sulle ginocchia, la sua schiena si appoggiò su mio petto e la mano con la quale le stringevo i capelli la appoggiai sulla mia spalla, sentivo il mio cuore sbattere spasmodicamente sulla sua schiena ed i suoi polmoni cercare affannosamente aria.
Le lasciai i capelli per metterle una mano sulla gola ma non stringevo, applicavo solamente una leggera pressione direttamente sotto la sua mandibola mentre l’altra mano cominciò a scendere verso la sua vagina per stimolarle il clitoride.
La sentivo contro di me,il suo singhiozzare e sussultare incontrollato significavaormai si era affidata a me, ne avevo il controllo
Le presi entrambe le mani e le portai dietro la schiena, le tenevo entrambe bloccate per i polsi con una mano mentre con l’altra le riafferrai i capelli e le spinsi la testa contro il cuscino sul materasso, aveva i capelli sul volto che facevano intravedere un viso paonazzo, il respiro era spasmodico ed ostacolato dal cuscino, la sua figa era così bagnata che il mio pube e le sue cosce brillavano di liquido vaginale, sentivo le sue gambe iniziare a vibrare, capì che il l’orgasmo era vicino,allora la feci sdraiare prona sullo stomaco per riuscire a penetrarla più in profondità.
Le lasciai le braccia continuando a tenerla ben saldamente per i capelli, lei si aggrappò con entrambe le braccia al cuscino dove seppillì i suoi sempre più forti gemiti, poi per cinque secondi tutto si fermò e trattenne il respiro per poi esplodre in un magnifico orgasmo che le fece vibrare tutto il corpo ed agitare le gambe come fossero tentacoli impazziti.
Io ero ancora dentro di lei e sentivo il mio orgasmo montare, le dissi di mettersi seduta per terra con la schiena appaoggiata al letto.
Lei lo fece immediatamente senza esitare e senza proferire parola.
Ero in piedi davanti a lei, il mio cazzo orami era un tizzone ardente, lei spalancò la bocca ed io ci infilai la mia asta. Era una sensazione paradisiaca la sua lingua era morbida e la sua bocca istruita, ma non mi bastava, inizia ad affondare nella sua bocca, la sensazione di toccare la sua ugula con la punta del mio pene e le sue labbra ben salde sulla mia asta che creavano una sensazione di vuoto mi facevano impazzire ma volevo finire in bellezza sul suo volto.
Sentivo l’orgasmo salire, lo sentivo pulsare nello stomaco e nelle tempie, estrassi il mio membro da quella morsa morbida ed umida ed iniziai a masturbarmi ferocemente, la guardavo dritto negli occhi, fece un piccolo sorriso complice, poi si raccolse i capelli dietro la testa, io alzai lo sguardo al cielo e con un grugnito le spruzzai il mio seme in faccia che la colpi come una calda frusta di piacere, lei mi ripresse il cazzo tra le labbra mentre io barcollavo frastornato dal potente orgasmo e dall’ alcool che avevo bevuto, lo succhiò finche non diventò molle dopo di che la registrazione continuò.
Io ero bianco in volto ormai le sostanze stupefacienti si erano reimpadronite di me, per l’ennesima volta lei mi chiese di andare a fare la doccia insieme, io ero seduto sul bordo del letto con lo sguardo fisso nel vuoto, lei si diresse verso la porta del bagno e appena acese l’acqua della doccia la raggiunsi.
Guardare quel video era come rivedere un ex compagno delle elementari diventato adulto ed ormai andato in rovina. Sapevo di essere io ma non mi riconoscevo, c’era qualcosa di sbagliato in me.
La testa si affollò di domande, mi chiedevo come mai ero riuscito a costruire una vita invidiabile ma mi sentivo miserabile, avevo soldi avevo fama ed avevo sesso, cosa mancava alla mia vita?
Ormai avevo tu quello che sognavo da ragazzo ma non mi ero mai sentito così vuoto.
Eppure non è sempre stato così o sbaglio? Forse è perchè ho vinto nella vita ,sono arrivato su quella che avevo individuato come vetta... ed ora? La vita di tutti i giorni aveva perso senso, avevo realizzato i desideri di un ragazzino ma nel frattempo ero diventato un uomo.
La ragazza riapparve sullo schermo, si asciugo sommariamente e con i capelli ancora umidi crollo sul letto stravolta addormentandosi a pancia in giù.
Dopo un po arrivai io ancora barcollante, presi una bottiglia d’acqua dal mini frigo della stanza d’albergo e bevetti tre bicchieri di fila, poi, prima di andare a dormite feci qualcosa di inaspettato, presi il beautycase della ragazza e le rubai il rossetto.
In ginocchio sul letto mi avvicinai al quadro in cui mi rispecchiavo e scrissi YOKO-ONO con una freccia che indicava la parte del letto dove mi sarei addormentato.
Rabrividii
Che cazzo avevo appena fatto? Cosa significava?
Ero terrorizzato, non sapevo più chi fossi e cosa facevo
Ero forse impazzito?sarà colpa dell’alcool?delle droghe?
Non riuscivo a darmi pace.
Le mie tempie cominciarono a sudare ed il cuore impazzii, non avevo più controllo di me stesso non sapevo neanche più se fossi me stesso, avrei voluto piangere e gridare ma a quale scopo?che cazzo avrei risolto? La mia pelle cominciò ad urticare, continuavo a grattarmi ovunque.
Chi sono? Cosa so di me stesso?
Non riuscivo a ricordare cosa avessi fatto il giorno prima nè la settimana precedente nè tanto meno il mese precedente!
Ero completamente in preda alla paranoia, finchè realizzai che la parte più profonda di me aveva capito tutto.
Avevo scritto yoko-ono perchè io ero la mia peggiore puttana! io sono la troia che sta per distruggere la mia cariera!
Uscii dal bagno sollevvato perchè avevo finalmente capito cosa mi stava logorando.
Per fortuna esiste il sesso che ci mostra ciò che veramente siamo!
Se siete arrivati fino qui vi ringrazio! Questo è il mio primo racconto e mi piacerebbe ricevere un FeedBack!
Io ed i miei amici affittammo un lussuoso cottage appena fuori la capitale.
Come tutti gli artisti, sapevo che quella settimana a base di alcool, cocaina e marijuana avrebbe potuto causare un effetto a catena autodistruttivo per la mia persona.
“ ormai non sono più un ragazzino “ pensavo tra me e me, sapevo che la mia cariera da cantante era cominciata molto presto e che se avessi voluto mantenere la mia dignita davanti a me stesso ed al mio pubblico avrei dovuto mettere un freno alla mia vita rock ‘n roll.
Durante la vacanza avevo il viso preoccupato, come se l’indomani avessi una grande prova da superare, i miei sorrisi non erano più naturali e mi tiravano il viso, la mia bocca si inarcava ma gli occhi rimanevano persi, ogni sorso di whiskey lo mandavo giù con fatica e l’unica sensazione che mi provocava era un forte bruciore di stomaco.
Ero seduto su di un antico sofà chesterfield color canna di fucile, avevo i gomiti sulle ginocchia ed un bicchiere di scotch mezzo pieno in mano.
Cercavo di intrattenermi e di interagire con i miei amici che mi avevano accompagnato nel tour sforzandomi di non cadere preda di me stesso e dei miei pensieri.
D’un tratto il cellulare vibrò, è un messaggio da un numero sconusciuto, il contenuto del messaggio è un video, un montaggio delle ultime due date del tour. Inizialmente pensai che, probabilmente da ubriaco o sotto l’effetto di qualche altra sostanza avessi commissionato un video clip del tour, ma nel video erano presenti per lo più scene del backstage e neanche delle più pubblicabili! La maggior parte delle scene del video ero io che faceva uso di cocaina o autografavo i seni di groupies e fan varie.
Il video era sospetto, ma di certo non era il video più strano in cui sono stato protagonista.
Dopo qualche momento di perplessità feci vedere il video anche a tutti i miei amici che in mezzo ad urla, schiamazzi e commenti indecenti riportarono alla memoria tutti i momenti più esileranti del tour .
A distanza di mezz’ora circa arrivò un’altro messaggio dallo stesso contatto sconosciuto, questa volta era un primo piano di un volto di una ragazza sporco di sperma, di cui si vede solo dal labbro inferiore fino ad appena sopra il naso.
Non riuscii a riconoscere quel viso, avrebbe potuto essere chiunque.
La serata continuò e cominciai a sentire gli effetti dell’alcool, ormai aveva allentato i miei freni inibitori, ma invece di proiettare la mia energia e la mia forte personalità nel mondo esterno mi sentì come la parte più interna di una matrioska, come un piccolo lume che osserva il mio involucro più esterno, mi sentivo rinchiuso dentro il corpo di una persona che appena conoscevo.
Vedendomi in quello stato Cecilia si sedette affianco a me, lei mi conosceva bene ed oltre essere la mia DJ e collaboratrice la consideravo anche mia sorella.
Ci conoscemmo a 12 anni e da quel momento passammo ogni giorno assieme, avevamo tanto in comune, entrambi figli unici che anno perso il padre, entrambi artisti ed entrambi tossicodipendenti.
Lei era la persona che meglio mi conosceva sulla faccia della terra.
Cecilia mi disse di aver appena conosciuto una ragazza interessata a me.
Sapevo che anche se stavo resistendo a tutte le mie dipendenze non sarei riuscito a dire no alle tentazioni del sesso, Cecilia la indicò, era una bellissima ragazza, proprio come piaceva a me, capelli rossi, media statura e molto molto femminile nei movimenti e nel abbilgiamento.
Le chiesi di presentarmela e in un istante si alzò e ritorno con la ragazza
“Davide lei è Jessica” disse cecilia
Mi alzai, mi presentai e feci cenno ad entrambe di sedersi sul divano con me.
Rotta l’inerzia della conversazione Cecilia si alzò con una scusa e rimanemmo solamente io e Jessica.
Sapevo che sarebbe stato meglio per entrambi se fossi rientrato nel personaggio del artista bohemien ed avessi smesso di essere me stesso, ovvero un artista in crisi.
Riempii fino all’orlo due bicchieri tumbler con dell’ottimo scotch, lei pensò che lo feci per farla ubriacare ma in realtà lo feci per paura di uscire dal personaggio.
La conversazione continuò, cazzo la ragazza era più interessante del previsto! appena lo realizzai una domanda apparve nella mia testa “chissà quante altre ragazze interessanti ho conosciuto ma sprecato utilizzandole solo come pazzi di carne?”
Il mio sub-conscio aveva deciso di torturarmi quelle sera ma lei aveva appoggiato la testa sulla mia spalla e mi gurdava dall’alto in basso con quei suoi occhioni verdi, stavo perdendo la testa!
Poi il telefono vibrò per la terza volta.
Un altro video sempre dallo stesso contatto sconusciuto.
Era la ragazza della foto ed il video aveva tutta l’aria di essere un sex tape.
Rimasi un po’ stranito poi spensi rapidamente il telefono per evitare situazioni imbarazzanti con Jessica.
“E’ inutile che spegni, ho visto tutto!” disse jessica con un mezzo sorriso sul volto, io la guardai con gli occhi spenti e stando zitto, ero proprio messo male quella sera.
“Ma ora è il mio turno” disse lei mettendomi una mano sopra i pantaloni.
Aveva uno sguardo di sfida e gli occhi pieni di eros.
Ci alzammo ed in silenzio la accompagnai alla mia stanza.
Feci entrare lei per prima poi mi voltai per chiudere la porta a chiave.
Lei continuò a darmi le spalle e con un gesto rapido ed elegante si fece crollare il suo vestito alle caviglie.
Era una visione fantastica,di certo non era la prima volta che mi trovavo in una sittuazione simile ma era come se fosse la prima volta che facessi sesso, oddio, la parte tecnica la conoscievo molto bene ma quelle emezioni...beh,quelle emozioni erano le emozioni di uno alle prime armi!
I pensieri nella mia testa correvano “perchè è tutto così strano oggi? Perchè io non sembro più me stesso neanche ad i miei occhi? Perchè dovrei dominare per l’ennesima volta un’ altra ragazza? Davide guardati! Sei un coglione! fai ciò che fai solo perchè hai costruito un personaggio che puoi recitare solo da ubriaco!?”
Non c’era più tempo per le domande, entrai nel corpo del personaggio un po’ per paura, un po’ per abitudine.
Mi avvicinai lentamente da dietro con un erezione che mi esplodeva nelle mutande,con le mie braccia le avvolsi i fianchi e comnciai a baciarle il collo, lei sospirò mentre mentre le slacciavo il reggisseno,sapevo cosa voleva da me, sapevo di avere la fama di dominatore.
Una volta slacciato il reggisseno continuai a baciarla sul collo mentre la mia mano sfrecciava sulle sue curve, prima il seno, poi la pancia, giù lentamente fino i fianchi per poi arrivare alla sue mutande completamente fradice dove le mie mani incontrarono le sue labbra gonfie e pulsanti.
Le raccolsi i capelli in una mia mano e li tirai leggermente, vidi che le si morse il labbro inferiore,le piaceva,allora tirai un po’ più forte e, tenendola per i capelli come volessi sollevarla da terra, mi diressi verso il letto, lei aprì la bocca in un sommesso vocalizzo, la spinsi sul letto e mentre mi slacciavo i bottoni della camicia lei con foga mi abbassò i pantaloni alle caviglie.
Voracemente mi prese il cazzo tra le sue labbra, le sentivo, calde ed umide che scorrevano sulla mia asta, cercavo di distinguere la provenienza dei miei impulsi sessuali, utilizzavo il moto ondoso della sua lingua per analizzarmi, ma il puzzle era troppo complesso ed una volta accesa la mia libido la voglia di soddisfare i miei istinti prese il sopravvento sul desiderio di analizzarli.
Ci sdraiammo sul letto e l’unica voce che avevo in testa ormai mi diceva “vai Davide! Scopala più che puoi!”
Lei ritorno vogliosa con la sua bocca sul mio pene poi mi sussurò all’orecchio “sessantanove?” non c’era bisogno di proferire parola che mi trovai di fronte ad una vagina rossa e pulsante, mi ci buttai dentro e comncia a leccare indiscriminatamente tutta la superficie, poi le poggiai una mano sul monte di venere e spinsi verso il suo ombelico per esporre meglio il clitoride, iniziai a girarci attorno con la lingua come a farci dei piccoli otto, poi cominciai sempre più velocemente ed intensamente finche lei non si dovette staccarsi dal mio cazzo per riprendere affannosamente fiato.
Sprofondai la bocca dentro di lei assaggiandone tutti i suoi umori, le presi il clitoride tra le labbra come se volessi eradicarlo mentre la mia lingua impazzita ci correva sopra.
Ormai percipivo il suo orgasmo arrivare, aveva smesso di leccarmi il cazzo e ansimava copiosamente mentre il mio cazzo era pulsante nella sua bocca spalancata.
La pancia le si contraeva e la sua gamba destra comiciò a tremare,l’orgasmo era vicino.
Sollevò la testa da sopra il mio membro e lo prese energicamente nella sua mano destra e cominciò a masturbarmi vigorosamente, finchè poi per qualche secondo il suo corpo diventò di pietra fino a rilasciare la tensione con un lieve urlo di piacere.
Spostai l’obbiettivo della mia bocca dalla sua vagina al suo culo, continuai a leccare mentre sentivo i suoi muscoli rilassarsi ed il suo buco allargarsi.
Ormai in testa non avevo più niente, mi sentivo bombardato da impulsi implacabili a cui davo libero sfogo e che si manifestavano armoniosi nella danza delle nostre bocche per il piacere reciproco.
Scivolai da sotto le sue gambe e con uno sguardo complice si sistemo a carponi ai bordi del letto mentre io ero in piedi dietro di lei sul pavimento.
Penetrai nel suo ano molto molto lentamente, forse troppo, aumentai il ritmo e trovai consenso nei movimenti del corpo di Jessica, continuai in un crescendo per poi prenderla per i suoi posli fini e, girandole le braccia dietro la schiena le utilizzai come briglie, sembrava di essere in un mare in tempesta ed i nostri grugniti tuonavano nell’aria
D’ un tranto lei si volse verso di me e con la bocca aperta ed ansimante sussurrò “fammi venire”.
Piano ci sdraiammo proni sul materasso senza staccarci l’uno dall’altra, le ero sopra e dopo averla penetrata il più a fondo possibile le tirai due forti schiaffi sul suo culo roseo che subito divento incandescente.
Lei aveva il volto girato di lato sul materasso e coperto dai suoi capelli, misi le mie mani sopra le sue e le strinsi forte allungandole sopra la testa come se volessi inchiodarle al materasso, orami il silenzio pervadeva la stanza ed entrambi eravamo ad un passo dall’ orgasmo ma io non ce la feci più a trattenere la mia voglia di allagarla con il mio seme e rilasciai contemporaneamente a lei un potente e profondo orgasmo, sentii come un elettroshock che sciolse le mie sinapsi e che mi lasciò lobotomizzato affianco a lei per qualche minuto prima di farci una doccia insieme.
Andai a letto soddisfatto quella sera ma con una domanda in testa “cosa si nasconde dietro quei messaggi?”
La mattina dopo mi sveglia prima di lei e la osservai, era bellissima, sembrava di veder dormire un angelo, ma l’enigma dei messaggi mi attanagliava.
Presi le mie cuffiette e mi diressi in bagno
Ne avevo fatti molti di film amatoriali per poi vantarmi e commentarli con i mei amici, ma stamattina i meii occhi erano diversi, erano estranei a me stesso ed aveva paura delle informazioni che avrebbero potuto captare i miei nuovi occhi.
Sembrava tutto normale, la ragazza si era avvicinata alla videocamera per far partire la registrazione, era solo in intimo ed io la aspettavo in piedi ancora vestito a fianco al comodino del letto con un bicchiere di whisky & soda in mano.
Guaravo il video e non mi ricordavo assolutamente nulla ma allo stesso tempo mi sentivo protagonista.
Ci baciammo, ma io rimasi indifferente, lei cercava di fare di tutto per essere sensuale.
Si inginocchiò difronte a me, lentamente mi aprì la cintura, guardandomi intensamente e con un ghigno sul volto mi abbassò rapidamente calzoni e mutande fino alle ginocchia poi si lanciò a bocca spalancata sul mio membro.
Io ero impassibile e continuavo a gurdarmi riflesso sul vetro del grande quadro appeso sopra la testa del letto, era una stampa di kandinsky che era in perfetta sintonia con le allucinazioni caleidoscopiche che avevo dopo ogni data del tour.
Ormai non facevo neanche più caso a quella sconosciuta che stava succhiando il mio membro, avrei pagato per sapere cosa mi stesse passando per la testa.
Mentre lei era ancora alle prese con il mio pene mi accesi una sigaretta, questo era veramente troppo per lei, sapeva che stava facendo sesso con una star ma necessitava di attenzioni, allora mi strappò la sigaretta dalle dita e me la spense sul dorso della mano, io tirai la mia mano in dietro con uno scatto felino e fissai intensamente lei negli occhi, avevo uno schiaffo pronto nella mano ma non mi sarei mai permesso di farle del male, daltronde non potevo che darle ragione.
Lei guardandomi con aria di paura ma con uno sguardo molto sensuale prese la mia mano fra due mani e appoggiandosela sulla guancia mi disse “fallo!”
Le tirai un leggerismo schiaffo utilizzando solo le punte delle dita per farle capire che avevo accettato la provocazione, poi le misi tre dita in bocca e lei le succhiò voracemente, mantenendo le dita in bocca le dissi di alzarsi e di sdraiarsi sul letto.
Ormai era riuscita ad avere oltre che la mia attenzione anche il mio desiderio, aveva osato sfidarmi ed una parte di me ne era veramente grata perchè mi aveva riportato con i piedi per terra ma dopo l’ustione un sentimento di vendetta e di dominazione aveva preso il sopravvento.
Le ero sopra, lei aveva le gambe in aria completamente divaricate e con una mano si stimolava il clitorde, io invece ero su i gomti e con le tre dita muovevo il suo viso per avere controllo del suo sguardo.
Ci fissiavamo negli occhi con aria di sfida, il suo sguardo era sicuro di se e diceva “mostrami cosa fare” io la ripagavo con uno sguardo deciso e curioso, volevo esplorare i i suoi limiti, volevamo entrambi di più.
Le si mise a carponi difronte a me e comincia a sculacciarla iniziai a tirarle un paio di sberle dall’alto verso il basso sul suo bel culo poi gliene tirai una terza e senti un mugugnio e vidi che strinse le lenzuola tra le sue dita.
Presi il mio pene in mano, ormai lo sentivo scoppiare, la pentrai fino in fondo, lentamente ma con decisione, iniziai a muovermi lentamente, indietro fino a che solo la punta rimaneva dentro e poi veloce dentro fino in fondo, continuai così per una dozzina di volte sempre più veloce.
Le afferrai i capelli come se stessi tirando una fune, sentii un gemito somesso da parte sua come se volesse dimostrarmi che non le stessi facendo male e che il suo limite era ancora lontano.
Continuai a tirarla verso di me cosi forte che si alzò sulle ginocchia, la sua schiena si appoggiò su mio petto e la mano con la quale le stringevo i capelli la appoggiai sulla mia spalla, sentivo il mio cuore sbattere spasmodicamente sulla sua schiena ed i suoi polmoni cercare affannosamente aria.
Le lasciai i capelli per metterle una mano sulla gola ma non stringevo, applicavo solamente una leggera pressione direttamente sotto la sua mandibola mentre l’altra mano cominciò a scendere verso la sua vagina per stimolarle il clitoride.
La sentivo contro di me,il suo singhiozzare e sussultare incontrollato significavaormai si era affidata a me, ne avevo il controllo
Le presi entrambe le mani e le portai dietro la schiena, le tenevo entrambe bloccate per i polsi con una mano mentre con l’altra le riafferrai i capelli e le spinsi la testa contro il cuscino sul materasso, aveva i capelli sul volto che facevano intravedere un viso paonazzo, il respiro era spasmodico ed ostacolato dal cuscino, la sua figa era così bagnata che il mio pube e le sue cosce brillavano di liquido vaginale, sentivo le sue gambe iniziare a vibrare, capì che il l’orgasmo era vicino,allora la feci sdraiare prona sullo stomaco per riuscire a penetrarla più in profondità.
Le lasciai le braccia continuando a tenerla ben saldamente per i capelli, lei si aggrappò con entrambe le braccia al cuscino dove seppillì i suoi sempre più forti gemiti, poi per cinque secondi tutto si fermò e trattenne il respiro per poi esplodre in un magnifico orgasmo che le fece vibrare tutto il corpo ed agitare le gambe come fossero tentacoli impazziti.
Io ero ancora dentro di lei e sentivo il mio orgasmo montare, le dissi di mettersi seduta per terra con la schiena appaoggiata al letto.
Lei lo fece immediatamente senza esitare e senza proferire parola.
Ero in piedi davanti a lei, il mio cazzo orami era un tizzone ardente, lei spalancò la bocca ed io ci infilai la mia asta. Era una sensazione paradisiaca la sua lingua era morbida e la sua bocca istruita, ma non mi bastava, inizia ad affondare nella sua bocca, la sensazione di toccare la sua ugula con la punta del mio pene e le sue labbra ben salde sulla mia asta che creavano una sensazione di vuoto mi facevano impazzire ma volevo finire in bellezza sul suo volto.
Sentivo l’orgasmo salire, lo sentivo pulsare nello stomaco e nelle tempie, estrassi il mio membro da quella morsa morbida ed umida ed iniziai a masturbarmi ferocemente, la guardavo dritto negli occhi, fece un piccolo sorriso complice, poi si raccolse i capelli dietro la testa, io alzai lo sguardo al cielo e con un grugnito le spruzzai il mio seme in faccia che la colpi come una calda frusta di piacere, lei mi ripresse il cazzo tra le labbra mentre io barcollavo frastornato dal potente orgasmo e dall’ alcool che avevo bevuto, lo succhiò finche non diventò molle dopo di che la registrazione continuò.
Io ero bianco in volto ormai le sostanze stupefacienti si erano reimpadronite di me, per l’ennesima volta lei mi chiese di andare a fare la doccia insieme, io ero seduto sul bordo del letto con lo sguardo fisso nel vuoto, lei si diresse verso la porta del bagno e appena acese l’acqua della doccia la raggiunsi.
Guardare quel video era come rivedere un ex compagno delle elementari diventato adulto ed ormai andato in rovina. Sapevo di essere io ma non mi riconoscevo, c’era qualcosa di sbagliato in me.
La testa si affollò di domande, mi chiedevo come mai ero riuscito a costruire una vita invidiabile ma mi sentivo miserabile, avevo soldi avevo fama ed avevo sesso, cosa mancava alla mia vita?
Ormai avevo tu quello che sognavo da ragazzo ma non mi ero mai sentito così vuoto.
Eppure non è sempre stato così o sbaglio? Forse è perchè ho vinto nella vita ,sono arrivato su quella che avevo individuato come vetta... ed ora? La vita di tutti i giorni aveva perso senso, avevo realizzato i desideri di un ragazzino ma nel frattempo ero diventato un uomo.
La ragazza riapparve sullo schermo, si asciugo sommariamente e con i capelli ancora umidi crollo sul letto stravolta addormentandosi a pancia in giù.
Dopo un po arrivai io ancora barcollante, presi una bottiglia d’acqua dal mini frigo della stanza d’albergo e bevetti tre bicchieri di fila, poi, prima di andare a dormite feci qualcosa di inaspettato, presi il beautycase della ragazza e le rubai il rossetto.
In ginocchio sul letto mi avvicinai al quadro in cui mi rispecchiavo e scrissi YOKO-ONO con una freccia che indicava la parte del letto dove mi sarei addormentato.
Rabrividii
Che cazzo avevo appena fatto? Cosa significava?
Ero terrorizzato, non sapevo più chi fossi e cosa facevo
Ero forse impazzito?sarà colpa dell’alcool?delle droghe?
Non riuscivo a darmi pace.
Le mie tempie cominciarono a sudare ed il cuore impazzii, non avevo più controllo di me stesso non sapevo neanche più se fossi me stesso, avrei voluto piangere e gridare ma a quale scopo?che cazzo avrei risolto? La mia pelle cominciò ad urticare, continuavo a grattarmi ovunque.
Chi sono? Cosa so di me stesso?
Non riuscivo a ricordare cosa avessi fatto il giorno prima nè la settimana precedente nè tanto meno il mese precedente!
Ero completamente in preda alla paranoia, finchè realizzai che la parte più profonda di me aveva capito tutto.
Avevo scritto yoko-ono perchè io ero la mia peggiore puttana! io sono la troia che sta per distruggere la mia cariera!
Uscii dal bagno sollevvato perchè avevo finalmente capito cosa mi stava logorando.
Per fortuna esiste il sesso che ci mostra ciò che veramente siamo!
Se siete arrivati fino qui vi ringrazio! Questo è il mio primo racconto e mi piacerebbe ricevere un FeedBack!
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