Il culo piace a molti
di
Anonimo
genere
etero
Come dire il culo piace a molti è una delle parti del corpo umano più erotica ed è ben visibile.
Era il primo giorno che ero arrivato in campagna dai miei zii. Ci ero andato con la voglia di rilassarmi e di respirare aria buona. Arrivai intorno alle 10 alla fattoria e all’entrata c’era la zia Elena che mi aspettava.
Dopo i saluti di rito mi fece accomodare in cucina dove incontrai lo zio e la cara cuginetta Antonella. Beh, la sopresa fu proprio lei!
Non la vedevo da 5 anni e adesso aveva 24 anni. Era cambiata! Decisamente cambiata. Si era fatta due tette enormi, un culo stile puledra e quei vestiti (jeans corti e camicia) mettevano in risalto le sue “qualità”.
Il giorno successivo al mio arrivo abbiamo avuto modo di parlare del più e del meno. Lei aveva una grande passioni per i cavalli e mi propose di andare a fare una cavalcata nella prateria adiacente alla fattoria.
Neanche ve lo dico: ero già arrapato da quando mi propose la cavalcata! Siamo stati a passeggio per quasi un’ora e il mio cazzo non accennata a sgonfiarsi.
In effetti vedersi una bella gnocca di quelle davanti non è cosa da tutti i giorni; vuoi mettere poi l’aria della campagna?
Ritornammo alla stalla e entrammo insieme per legare i cavalli. Prima di uscire lei si avvicino al suo cavallo e gli diede una carota, io mi avvicinai dietro di lei e le struscia il mio pene sul culo.
Non si stupì più di tanto e con un mano mi prese il cazzo. Si girò e ci baciammo appassionatamente. La sua ligua era un vortice.
Si tolse la camicia e le sue tettone spuntarono fuori come quelli di una vacca. Erano così bianchi e grossi.
Gli leccai le tette per bene, strizzandole a dovere e dopo gli abbassai i jeans e le mutandine. Con una mano le sfiorai la figa: era bagnata fradicia.
Appoggiai il mio cazzo sulla fica e la penetrai senza nessuno, seppur piccolo, sforzo. Infatti, la vaccona, era bagnata fradicia.
Scopammo alla pecorina nella stalla. L’odore della stalla rendeva il tutto ancora più eccitante e selvaggio. Prima di venire spostai il mio uccello nel suo culo.
L’entrata fu più difficile ma la soddisfazione di stare in quelle chiappone poderose e piene di carne mi ripagò.
Sborrai con una bella spagnola fra le sue enormi tette. Il giorno successivo il tutto si ripetè.
Era il primo giorno che ero arrivato in campagna dai miei zii. Ci ero andato con la voglia di rilassarmi e di respirare aria buona. Arrivai intorno alle 10 alla fattoria e all’entrata c’era la zia Elena che mi aspettava.
Dopo i saluti di rito mi fece accomodare in cucina dove incontrai lo zio e la cara cuginetta Antonella. Beh, la sopresa fu proprio lei!
Non la vedevo da 5 anni e adesso aveva 24 anni. Era cambiata! Decisamente cambiata. Si era fatta due tette enormi, un culo stile puledra e quei vestiti (jeans corti e camicia) mettevano in risalto le sue “qualità”.
Il giorno successivo al mio arrivo abbiamo avuto modo di parlare del più e del meno. Lei aveva una grande passioni per i cavalli e mi propose di andare a fare una cavalcata nella prateria adiacente alla fattoria.
Neanche ve lo dico: ero già arrapato da quando mi propose la cavalcata! Siamo stati a passeggio per quasi un’ora e il mio cazzo non accennata a sgonfiarsi.
In effetti vedersi una bella gnocca di quelle davanti non è cosa da tutti i giorni; vuoi mettere poi l’aria della campagna?
Ritornammo alla stalla e entrammo insieme per legare i cavalli. Prima di uscire lei si avvicino al suo cavallo e gli diede una carota, io mi avvicinai dietro di lei e le struscia il mio pene sul culo.
Non si stupì più di tanto e con un mano mi prese il cazzo. Si girò e ci baciammo appassionatamente. La sua ligua era un vortice.
Si tolse la camicia e le sue tettone spuntarono fuori come quelli di una vacca. Erano così bianchi e grossi.
Gli leccai le tette per bene, strizzandole a dovere e dopo gli abbassai i jeans e le mutandine. Con una mano le sfiorai la figa: era bagnata fradicia.
Appoggiai il mio cazzo sulla fica e la penetrai senza nessuno, seppur piccolo, sforzo. Infatti, la vaccona, era bagnata fradicia.
Scopammo alla pecorina nella stalla. L’odore della stalla rendeva il tutto ancora più eccitante e selvaggio. Prima di venire spostai il mio uccello nel suo culo.
L’entrata fu più difficile ma la soddisfazione di stare in quelle chiappone poderose e piene di carne mi ripagò.
Sborrai con una bella spagnola fra le sue enormi tette. Il giorno successivo il tutto si ripetè.
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