I clienti di una escort

di
genere
trans

Ormai è un anno che faccio la escort. Locale con tutti i confort nel centro di Palermo, aria condizionata, clienti facoltosi. Ricevo per appuntamento, non lo dico per vantarmi ma sono abbastanza quotata. Saranno i miei 21 anni, la mia femminilità, i miei modi gentili e sarà anche perché, a detta di tutti, sono abbastanza bella, ma tutti mi cercano. Non sono alta, 1 metro e settanta, ma snella e slanciata con una terza che piace. Il pisellino è piccolo ma a tanti piace così e si divertono a succhiarlo e a strofinarlo col loro.
Di clienti ne ho tanti e tutti particolari con un punto in comune: sono pieni di piccioli e insoddisfatti della loro vita sessuale. Molti sono sposati, di meno sono i single.
Vi voglio raccontare alcune esperienze con clienti un po' stravaganti, anche se la verità è una: ciascuno di noi ha una sua sessualità particolare e, se vogliamo, una sua perversione.
Comincio con Aldo ( si tratta di persone realmente incontrate, attenzione, ma i nomi, capirete, sono di fantasia). Aldo, 55 anni, sposato, un avviato studio di commercialista, due figli, ha un problema particolare: uno dei suoi figli ha evidenti tendenze transessuali. Ha 16 anni e fin da quando ne aveva 12 ha manifestato la sua femminilità. Ha cominciato assai presto a essere attratto dallo smalto e dal trucco della mamma, a indossare di nascosto i suoi collant e le sue scarpe. Sua moglie vorrebbe portarlo da uno psicanalista, lui però non crede ai medici dell'anima, come vengono definiti. Ha sentito parlare di me e ha fissato un appuntamento come fosse stato un normale cliente.
Quando mi si presenta, dopo avermi fatto i complimenti ("Vanessa sei davvero bellissima, uno splendore, così come mi avevano detto i miei amici"), comincia a raccontarmi di suo figlio. Si siede e parla parla parla. Per la verità - e chi fa questo mestiere lo sa - ce ne sono più di uno di uomini che vanno da una escort solo per confidarsi o sfogarsi, e poi forse io sono la tipa che sa ascoltare, mettere a proprio agio e magari a me capita più che ad altre. Poi mi una domanda secca:
- Quando si comincia sentirsi femmine e cosa si prova, Vanessa?"
Io gli ho risposto volentieri e con grande sincerità, anche perché volevo aiutarlo.
. Sai, Aldo, non c'è un'età precisa, può capitare quando si è piccolissimi ma anche in età matura e comunque un periodo cruciale è quello della prima adolescenza. Io mi sono sentita femminuccia fin dalle elementari: aveva modi e voce effeminati, i compagnetti se ne accorgevano facilmente e mi sfottevano, mi chiamavano frocetta, facevano a gara a toccarmi il culo. Ma verso i 12 anni, appunto nella prima adolescenza, per me indossare qualcosa di femminile, anche un semplice braccialetto o una collanina,è diventato un bisogno. Rubavo perizoma, reggiseno, calze a mia madre, mettevo il suo rossetto, piangevo disperata quando dovevo tagliarmi i capelli. Per fortuna i miei, dopo un po' di imbarazzo, hanno capito e assecondato le mie tendenze.
Gli avevo lanciato un messaggio, chiaro, esplicito: se tuo figlio si sente una lei non ostacolarlo, agevola il suo percorso.
Aldo mi guardava trasognato, in preda a chissà quale turbamento e continuava a farmi complimenti. Poi una richiesta che non mi aspettavo:
- Vanessa, meravigliosa creatura, puoi farmi un piacere. Vai nel camerino e ti spogli, poi torni nuda qui e ti vesti dinanzi a me: metti le calze, il perizoma, il reggiseno, un vestitino elegante (non da troia, però) e un bel paio di scarpe coi tacchi alti. E poi ti trucchi dinanzi allo specchio.
E mentre me lo chiedeva, firmò un assegno di 200 euro. Naturalmente, non mi feci pregare e feci tutto quello che lui mi chiedeva. L'incontro si prolungò per quasi tre quarti d'ora e, considerato che aveva sforato i tempi canonici, prima di andare via mi lasciò una banconota di 100 euro promettendomi che sarebbe tornato.
Promessa mantenuta: dopo una settimana eccolo dinanzi a me. Mi disse che suo figlio pare fosse innamorato di un vicino di casa ma che si trattava di un invaghimento platonico.La cosa però lo turbava e aveva paura che quello gli mettesse le mani addosso. Lo tranquillizzai: a quell'età si vive di immaginazioni, se suo figlio non aveva particolari richiami erotici e quel vicino non era un porco, come lui mi confermò, non sarebbe successo niente. Dopo però una richiesta che proprio non mi aspettavo:
- Scusami, Vanessa, mi fai vestire da femmina? Voglio capire che cosa si prova?
E un altro assegno, questa volta di 350 euro.
Gli diedi alcune mie cosucce, che però gli venivano strette, e provvidi io stessa a truccarlo. Si guardò allo specchio più volte, era soddisfatto, si piaceva, quel travestimento lo eccitava.
Terza settimana ed eccolo di nuovo.
- Ciao Aldo,come va tuo figlio?
- Ogni giorno è sempre più femmina, ma adesso comincio a capirlo.
Quindi, altra sorpresa:
_ Tesoro, fammi vestire come l'altra volta, truccami e poi...
_ E poi...
- E poi...
Gli mancava il coraggio di dirlo, ma, seppure imbarazzato, lo trovò.
- Te lo voglio succhiare e, ti prego, dopo, mettimelo nel culo.
Altro assegno, questa volta di 500 euro.
Si inginocchiò, mi prese il cazzetto in bocca e cominciò a gustarlo leccandolo e succhiandolo, e sebbene per lui fosse la prima vola, fu abbastanza bravo, addirittura inghiottì un po'' della mia sborra e dopo volle baciarmi in bocca assaporando la mia saliva che si mescolava col seme bianco del mio cazzo che usciva dalle sue labbra macchiando il mio rossetto rosso porpora.
Lo feci sdraiare con la pancia in giù sul letto, gli misi un cuscino sotto la pancia e gli dissi di allargare le gambe. Gli leccai il buco, spalmai un po' di crema e poi piano piano lo penetrai. Per sua fortuna il mio cazzo è piccolo e provò poco dolore ma gemette come una troia.
Da allora non l'ho visto più, ma mi sa che a casa sua le femminucce sono diventate tre: sua moglie, suo figlio, e lui.
Strana questa storia, rigorosamente vera.
Se vi è piaciuta, ve ne racconterò altre, di avventure con i miei clienti.
Alla prossima, se volete. Un bacino.
scritto il
2020-10-15
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