Una cena tra amici

di
genere
etero

Quella sera mi recai da lei, mi aveva invitato per una pizza. Era un po'brilla, avendo bevuto una buona birra ambrata e avevamo appena terminato la nostra cena, quando prese a strofinarmi il piede sui miei genitali. Non mi aspettavo quell'atteggiamento, non mi era sembrata propensa ad un approccio sessuale, ma evidentemente l'alcool le aveva dato la spinta sufficiente a farlo. Sapevo che bramava il mio cazzo e volevo accontentarla, per questo mi alzai in piedi e abbassai i pantaloni. Lesta, si inginocchiò di fronte a me e lo afferrò in mano. Lo avevo rasato per bene immaginando che sarebbe servito per l'occasione e per questo motivo quando poggiò la punta della lingua sulle mie palle, avvertii le sensazioni amplificate più del dovuto. Con la maestria che la contraddistingueva, iniziò il suo movimento di andirivieni con la bocca. Era fantastica. Le tenevo i capelli in una mano, accompagnando il suo movimento ondulatorio. Leccava e sbavava, facendo gocciolare vistosamente i rivoli di saliva sui suoi seni nudi. Durò pochi minuti fino a quando avvertii una violenta fuoriuscita di sperma che lei prese a lappare con avidità. Era il suo turno. Le aprii le gambe e iniziai a leccarle il clitoride. Non le piaceva semplicemente subire e per questo motivo si mise sopra di me e riprese a ciucciare nuovamente. Diventò durò in pochi secondi, ed il 69 era perfetto. Vedevo quella figa bagnata e fradicia che implorava di essere penetrata, ma allo stesso tempo guardavo l'ano pulsare e allora compresi che sarebbe stata la volta buona. Mi sollevai sulle ginocchia e, tenendole una mano poggiata sui lombi e l'altra che afferrava il gluteo, la inculai. Fu un atto violento e rapido, tanto che ebbe un sussulto. Iniziò ad urlare di fare piano, ma più lo faceva e più le impalavo il cazzo in culo. Il suo dolore mi eccitava e continuare a sentire le sue preghiere per rallentare, mi convinceva sempre più che avrei dovuto romperle il culo. Stavo godendo, ma mi interessava che anche lei lo facesse. Con una mano accarezzavo i capezzoli e con l'altra strofinavo il clitoride. Era come un cavallo impazzito. Mi prese e si mise sopra di me, afferrò il cazzo e lo infilò nuovamente su per il culo. Cavalcava come se non vi fosse domani ed ero sorpreso da quanta foga ci impiegasse. Sentivo la sua figa colare, mentre il clitoride strofinava contro il mio corpo. Quella violenta inculata divenne avvolgente e passionale. Venne, stavolta urlando di sfondarle il culo. Così presi le natiche e iniziai a dare duri colpi con il bacino. Ogni colpo la faceva gemere. Il ritmo divenne sempre più forte fino a quando non sborrai, inondando quel gran culo. L'avevo fatta felice...
scritto il
2020-12-25
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