Voglie e giochi (1)
di
farias
genere
etero
"Come mi vuoi trovare?"
Sto guidando. Mi sto pregustando una serata di lavoro intervallata dal piacere, ma non mi aspettavo questa richiesta.
A ben pensarci ci poteva stare, perché entrambi proviamo piacere pure con lo sguardo, quindi... Quindi, cosa le rispondo?
"Il mio sogno lo sai, ma non credo sia ancora realizzabile..."
Un attimo di silenzio adesso è nella sua voce..."Quale sogno?"
"Trovarti non da sola", le rispondo. Sorrido. Sorridiamo a distanza. "Questa sera no, ma accadrà. E so che mi vorresti vedere con un bel cazzo in gola", aggiunge. "Non solo, ma ora pensiamo a noi. Ti voglio femmina. Pensa tu al look".
In meno di un'ora le donne sono capaci di non riuscire a finire il trucco oppure di cambiarsi tre volte. Silvia fa parte della seconda categoria e mi spiace non poter avere il look che avevo immaginato: camicia, giacca, cravatta... Gonna, autoreggenti e tacco... Sarebbe stato particolarmente intrigante. Ed una sorpresa che so le sarebbe piaciuta.
Arrivo. È sensuale nel sorriso sereno e nell'aspetto. Un bacio caldo mentre il portatile si accende. La password e poi le mani che stringono il culo. Sodo, da far invidia ad una ventenne, anche Silvia ha passato i 50 con la leggerezza di un passerotto.
Non c'è nulla di programmato nei nostri incontri ed è la cosa che li rende unici. Si improvvisa. Così quando dal culo la mano destra risale da sopra il vestitino molto corto sino a trovare il capezzolo sporgente, si accende la lampadina.
La stretta sul capezzolo è vigorosa, il lamento non è però di dolore. "Porco". "So che ti piace". E prendo entrambi i capezzoli ed inizio a torturarli
Siamo ancora vestiti, per quanto il termine possa apparire esagerato per lei. La spingo contro il muro: "Mani sulla testa", le ordino. Scopro solo quelle piccole ciliegine, le stringo, le lecco, le mordicchio. Lei gode, di quel dolore piacevole. Quando la mano destra si appoggia sul pube e due dita iniziano a scavare in profondità, bastano pochi secondi per avere la mano bagnata del orgasmo profondo. Solo il primo di una serata che si annuncia piacevole, ma va colto subito: il divano è vicino, la getto letteralmente sopra ed inizio a leccare ovunque, inebriandomi del profumo e del sapore che una donna sa dare dopo aver acquistato...
È come un gradevole antipasto. Il bello deve ancora arrivare, ma il piacere sta anche nelle stile, nei giochi, pure in una certa attesa.
Ci sistemiamo un po', io mi metto al lavoro, lei si siede accanto a me. Gambe aperte, i suoi giochini che pure io adoro sul tavolo vicino al pc in una commistione di situazione che fa sorridere ed intriga. Io digito sulla tastiera, lei altrove. Io ho il computer, lei in mano soprattutto il rabbit, che ogni tanto faccio mio per darle un piacere che non nasce da sé stessa.
La sera è lunga...
Sto guidando. Mi sto pregustando una serata di lavoro intervallata dal piacere, ma non mi aspettavo questa richiesta.
A ben pensarci ci poteva stare, perché entrambi proviamo piacere pure con lo sguardo, quindi... Quindi, cosa le rispondo?
"Il mio sogno lo sai, ma non credo sia ancora realizzabile..."
Un attimo di silenzio adesso è nella sua voce..."Quale sogno?"
"Trovarti non da sola", le rispondo. Sorrido. Sorridiamo a distanza. "Questa sera no, ma accadrà. E so che mi vorresti vedere con un bel cazzo in gola", aggiunge. "Non solo, ma ora pensiamo a noi. Ti voglio femmina. Pensa tu al look".
In meno di un'ora le donne sono capaci di non riuscire a finire il trucco oppure di cambiarsi tre volte. Silvia fa parte della seconda categoria e mi spiace non poter avere il look che avevo immaginato: camicia, giacca, cravatta... Gonna, autoreggenti e tacco... Sarebbe stato particolarmente intrigante. Ed una sorpresa che so le sarebbe piaciuta.
Arrivo. È sensuale nel sorriso sereno e nell'aspetto. Un bacio caldo mentre il portatile si accende. La password e poi le mani che stringono il culo. Sodo, da far invidia ad una ventenne, anche Silvia ha passato i 50 con la leggerezza di un passerotto.
Non c'è nulla di programmato nei nostri incontri ed è la cosa che li rende unici. Si improvvisa. Così quando dal culo la mano destra risale da sopra il vestitino molto corto sino a trovare il capezzolo sporgente, si accende la lampadina.
La stretta sul capezzolo è vigorosa, il lamento non è però di dolore. "Porco". "So che ti piace". E prendo entrambi i capezzoli ed inizio a torturarli
Siamo ancora vestiti, per quanto il termine possa apparire esagerato per lei. La spingo contro il muro: "Mani sulla testa", le ordino. Scopro solo quelle piccole ciliegine, le stringo, le lecco, le mordicchio. Lei gode, di quel dolore piacevole. Quando la mano destra si appoggia sul pube e due dita iniziano a scavare in profondità, bastano pochi secondi per avere la mano bagnata del orgasmo profondo. Solo il primo di una serata che si annuncia piacevole, ma va colto subito: il divano è vicino, la getto letteralmente sopra ed inizio a leccare ovunque, inebriandomi del profumo e del sapore che una donna sa dare dopo aver acquistato...
È come un gradevole antipasto. Il bello deve ancora arrivare, ma il piacere sta anche nelle stile, nei giochi, pure in una certa attesa.
Ci sistemiamo un po', io mi metto al lavoro, lei si siede accanto a me. Gambe aperte, i suoi giochini che pure io adoro sul tavolo vicino al pc in una commistione di situazione che fa sorridere ed intriga. Io digito sulla tastiera, lei altrove. Io ho il computer, lei in mano soprattutto il rabbit, che ogni tanto faccio mio per darle un piacere che non nasce da sé stessa.
La sera è lunga...
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