Galeotta Fu La Vasca
di
Yemail
genere
pissing
Qualche anno fa ero a casa con una mia amica e, vista la fredda giornata invernale, ci voleva un qualcosa per scaldarsi un po’ dato, che noi due assieme non riuscivamo a tenere i vestiti addosso.
Così ho preparato la vasca piena di acqua calda e di schiuma. Il tutto accompagnato da candele accese per far atmosfera.
Devo dire che, nonostante avessimo fatto sesso prima, continuavamo a stuzzicarci anche una volta immersi nell’acqua, pure non spingendoci a far nulla di che le nostre chiacchiere e le nostre mani contribuivano a mantenere una certa eccitazione.
Con questo clima nessuno dei due aveva voglia di uscire da quell’ambiente che si era creato e senza accorgercene passammo almeno un’ora in quella vasca.
Ad un certo punto lei mi disse: «Mi scappa la pipì…».
Devo ammettere che in quel momento non colsi subito la palla al balzo, ma le risposi di uscire pure per andare a farla e che l’avrei aspettata lì.
Lei però replicò che non aveva voglia di uscire e prendere freddo, che la sua intenzione era di farla nell’acqua. Io le feci un po’ di storie mentre lei cercava di giustificarsi dicendo che anche al mare o in piscina tutti la fanno in acqua ed in quel caso non mi sarei potuto lamentare.
Visto la sua insistenza presi l’occasione e le dissi: «Se vuoi farla qui nella vasca, te la lascio fare, ma solo a condizione che me la fai in bocca».
Rimase leggermente sorpresa anche se era una cosa di cui avevamo parlato altre volte scherzando. Probabilmente pensava che stessi continuando a riderci su. Dopo averle fatto capire che dicevo sul serio e che era l’unico modo in cui glielo avrei permesso, accettò con aria di sfida, forse convinta che non sarei andato fino in fondo.
Si mise in piedi. Allargò le gambe. Io mi infilai sotto di lei ed aprii la bocca sotto la sua patata.
A quel punto c’eravamo, mi chiese un’ultima volta se facevo sul serio e dicendo che lei stava per farla. Confermai ed estrassi bene la lingua aspettando il suo getto.
In realtà ci mise ancora un momento prima di lasciarla andare. Era in un misto di emozione, risate, imbarazzo. Poi però ecco le prime gocce. Scesero piano formando un filo che vedevo davanti ai miei occhi fino a sparire dentro la bocca.
Ero già eccitato da prima, ma quando sentii la bocca riempirsi della sua pipì con quel gorgoglio che provocava, non riuscii a far a meno di iniziare a masturbarmi.
Lei si fermò un momento ed io chiudendo la bocca feci una fontanella spruzzandole addosso la pipì che aveva fatto fino a quel momento. Mi chiese come mai mi stessi toccando ed ammisi che mi eccitava tanto la situazione da non poterne far a meno.
«Allora ne ho ancora un po’ per te», replicò.
Offrii di nuovo la mia bocca e lei riprese a farla riempiendola di nuovo finché non l’ebbe finita. Questa volta invece di sputarla, la deglutii sentendo il suo sapore passarmi per la gola. E le dissi tutto eccitato: «L’ho bevuta adesso».
Si rimise seduta in acqua vicino a me e mi chiese che sapore avesse. Ricordo che in quel momento la cosa che mi venne in mente di più simile fu l’aranciata amara.
Dopo un po’ di battute sul sapore della sua pipì, che avevo apprezzato parecchio, le proposi di assaggiare la mia.
Lei accettò volentieri, l’unica sua preoccupazione fu che la potessi ‘affogare’ con un getto particolarmente intenso nella sua bocca. La rassicurai dicendole che lasciavo a lei il controllo dell’idrante, in modo che potesse dirigerla in bocca quando voleva.
Così fu il mio turno di alzarmi in piedi con il mio sesso davanti alla sua bocca. Non fu facile farla uscire. Già ero eccitato prima, poi trovarmi la sua bocca così vicino e la sua mano che lo teneva, non fu d’aiuto.
Dopo un po’ però riuscii a cominciare a farla, con un bel getto che le finì sul seno e sulle spalle. Piano piano lei spostò la direzione portandolo alla faccia per poi aprire la bocca riempiendosela della mia pipì.
Anche lei l’assaporò bevendo il mio nettare dorato.
Una volta finito mi confermò che anche il mio sapore era amarognolo ma gradevole.
Ci facemmo un sacco di chiacchiere e risate sull’argomento dopo aver provato, tirando fuori qualche idea su come provare in futuro a rifarlo. Senza dubbio il pissing è piaciuto ad entrambi.
Così ho preparato la vasca piena di acqua calda e di schiuma. Il tutto accompagnato da candele accese per far atmosfera.
Devo dire che, nonostante avessimo fatto sesso prima, continuavamo a stuzzicarci anche una volta immersi nell’acqua, pure non spingendoci a far nulla di che le nostre chiacchiere e le nostre mani contribuivano a mantenere una certa eccitazione.
Con questo clima nessuno dei due aveva voglia di uscire da quell’ambiente che si era creato e senza accorgercene passammo almeno un’ora in quella vasca.
Ad un certo punto lei mi disse: «Mi scappa la pipì…».
Devo ammettere che in quel momento non colsi subito la palla al balzo, ma le risposi di uscire pure per andare a farla e che l’avrei aspettata lì.
Lei però replicò che non aveva voglia di uscire e prendere freddo, che la sua intenzione era di farla nell’acqua. Io le feci un po’ di storie mentre lei cercava di giustificarsi dicendo che anche al mare o in piscina tutti la fanno in acqua ed in quel caso non mi sarei potuto lamentare.
Visto la sua insistenza presi l’occasione e le dissi: «Se vuoi farla qui nella vasca, te la lascio fare, ma solo a condizione che me la fai in bocca».
Rimase leggermente sorpresa anche se era una cosa di cui avevamo parlato altre volte scherzando. Probabilmente pensava che stessi continuando a riderci su. Dopo averle fatto capire che dicevo sul serio e che era l’unico modo in cui glielo avrei permesso, accettò con aria di sfida, forse convinta che non sarei andato fino in fondo.
Si mise in piedi. Allargò le gambe. Io mi infilai sotto di lei ed aprii la bocca sotto la sua patata.
A quel punto c’eravamo, mi chiese un’ultima volta se facevo sul serio e dicendo che lei stava per farla. Confermai ed estrassi bene la lingua aspettando il suo getto.
In realtà ci mise ancora un momento prima di lasciarla andare. Era in un misto di emozione, risate, imbarazzo. Poi però ecco le prime gocce. Scesero piano formando un filo che vedevo davanti ai miei occhi fino a sparire dentro la bocca.
Ero già eccitato da prima, ma quando sentii la bocca riempirsi della sua pipì con quel gorgoglio che provocava, non riuscii a far a meno di iniziare a masturbarmi.
Lei si fermò un momento ed io chiudendo la bocca feci una fontanella spruzzandole addosso la pipì che aveva fatto fino a quel momento. Mi chiese come mai mi stessi toccando ed ammisi che mi eccitava tanto la situazione da non poterne far a meno.
«Allora ne ho ancora un po’ per te», replicò.
Offrii di nuovo la mia bocca e lei riprese a farla riempiendola di nuovo finché non l’ebbe finita. Questa volta invece di sputarla, la deglutii sentendo il suo sapore passarmi per la gola. E le dissi tutto eccitato: «L’ho bevuta adesso».
Si rimise seduta in acqua vicino a me e mi chiese che sapore avesse. Ricordo che in quel momento la cosa che mi venne in mente di più simile fu l’aranciata amara.
Dopo un po’ di battute sul sapore della sua pipì, che avevo apprezzato parecchio, le proposi di assaggiare la mia.
Lei accettò volentieri, l’unica sua preoccupazione fu che la potessi ‘affogare’ con un getto particolarmente intenso nella sua bocca. La rassicurai dicendole che lasciavo a lei il controllo dell’idrante, in modo che potesse dirigerla in bocca quando voleva.
Così fu il mio turno di alzarmi in piedi con il mio sesso davanti alla sua bocca. Non fu facile farla uscire. Già ero eccitato prima, poi trovarmi la sua bocca così vicino e la sua mano che lo teneva, non fu d’aiuto.
Dopo un po’ però riuscii a cominciare a farla, con un bel getto che le finì sul seno e sulle spalle. Piano piano lei spostò la direzione portandolo alla faccia per poi aprire la bocca riempiendosela della mia pipì.
Anche lei l’assaporò bevendo il mio nettare dorato.
Una volta finito mi confermò che anche il mio sapore era amarognolo ma gradevole.
Ci facemmo un sacco di chiacchiere e risate sull’argomento dopo aver provato, tirando fuori qualche idea su come provare in futuro a rifarlo. Senza dubbio il pissing è piaciuto ad entrambi.
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