La matrona Belga.

di
genere
prime esperienze



La Matrona.


Prima il safari in africa poi in Angola tra i miti e i silenziosi misteri di un paese magico. Durante una vita fuori dall'itinerario, Philip e la sua compagna di vita - come amava definirsi - conobbero Rebecca in un vilaggio tribale. Rebecca stava sempre in disparte seduta su un masso e giocando con un filo di lana passandolo semplicemente tra le dita volgeva il suo pensiero nelle remote stanze dell'infinito. Nonostante l'età e la vita che conduceva in quel pezzo di terra nel nulla e tra il nulla, Rebecca sembrava agli occhi di tutti una bambina nel corpo di una donna già matura, corpo che spesso s'agitava e la faceva sulsuttare dal piacere. Quando vide i due coloni abbassò lo sguardo e dalla vergogna arrossi'. Era però incuriosita da quei due strani viaggiatori con la pelle chiara che regalavano cibo e vestiti. La moglie, anch'essa incuriosita, volgendo il capo verso di lei abbozzò un sorriso e avvicinandosi le porgeva un regalo. Si capirono all'istante. Ai suoi occhi era la figlia che aveva tanto desiderato ma che non aveva mai potuto avere. Colpe da imputare al crudele destino e anche se il destino s'era messo in mezzo parecchie volte questa per lei poteva essere la sua rivincinta, il suo riscatto,o, forse il destino la stava semplicemente ricompensando. A modo suo. Forse. Dopo avere convinto Philip, non poi così tanto entusiasto all'idea, presero in carico tutta la documentazione per l'adozione e tornarono in Belgio con una nuove ospite. Al ritorno ci furono grandi festeggiamenti e Philip in preda ai fumi dell'alcohol aveva già inanzitempo messo le mani rugose e molli e non solo quelle, perlomeno aveva tentato, su Rebecca ma lei lo respinse dolcemente perché non capiva cosa stesse succedendo. Philip ancora più bramoso di quel corpo avorio dalle forme tondeggianti con una fica così possente e regale, bastava uno sforzo in avanti che usciva volentieri dalle mutandine, aveva tentato il tutto per tutto nei giorni successi ma con scarsi risultati al punto che si arrese. Nel frattempo passavano i giorni e i mesi e Rebecca si abituava pian piano alla nuova vita passando le sue giornate ad aiutare le domestiche e quando a fine giornata si abbandonava alla stanchezza si addormentava guardando fuori dalla finestra il sole tramontare. Un giorno d'agosto arrivarono brutte notizie: Nella bassa Francia non si trovava più gente da impiegare nei vigneti. In piena notte e di tutta corsa prepararono le valigie e partirono. Personale compreso. Il clima nella bassa Francia non entusiasmava Rebecca che non riusciva più a vedere il sole che nel tardo pomeriggio giocava a nascondino con le nuvole però il divertimento non mancava mai e la distraeva da quel patimento; Ogni sera si festeggiava con l'ottimo champagne prodotto appunto nei vigneti, feste che allietavano gli animi ed espiavano la stanchezza compresa quella di Rebecca. Era un paliativo ma pur sempre qualcosa. Una sera durante la cena Philip ebbe dei crampi allo stomaco, scusandosi per quel disagio andò in bagno. Seduto sulle spine si guardò intorno e trovando nascoste tra una veste pogiata sul pavimento un paio di mutandine le porto al naso odorandole. Che sapore hanno Philip? Poi strofinandoli sul cazzo. Philip cosa ti è preso? Perché vieni sulle mie mutandine? Cercando in fretta di acchiappare il cazzo per segarsi e aumentare così il piacere ma non ci fù niente da fare. Era troppo tardi. Aveva riempito di sborra le odorose mutandine di un azzuro già sbiadito. Non che il suo obiettivo fosse diverso. Il cazzo di Philip grondava ancora poche goccie, bastò una scrollata per cacciare via ciò che rimaneva ma sentiva di non essere soddisfato pienamente. Rebecca invece se la rideva sotto sotto e osservando incuriosita dalla fessura Philip asciugarsi il cazzo nelle sue mutandine, tornava senza farsi sentire nella sua stanza da letto immaginando quale poteva essere la sensazione di indossare quelle mutandine tutte calde e bagnate. Un rivolo di piacere le lambiva le cosce. Saltelava sul materasso come una bambina felice di avere dato il suo primo bacio. Il problema è che Rebecca non aveva poi cosi tanta cognizione di causa di ciò che fosse successo e se non fosse stato per la moglie che andava spiegando qualcosa, perché in quel contesto frivolo sarebbe potuta accadere la qualunque cosa, almeno poteva capire cosa stesse affrontando. Quella stessa notte Rebecca non riusciva a dormire perché aveva in testa l'immagine di quelle mutandine bagnate e per la prima volta ebbe il corraggio di mettere un dito, bagnato dalla sua stessa saliva, dentro la fica che le pulsava. I brividi di piacere che sembravano durare un'infinità accompagnavano il movimento che le procurava sia una dolce e avvolgente sensazione di calore mista a un leggero fastidio. Ammetto che mi sarebbe piaciuto stare lì, sotto le coperte, a contemplare e a capire dal vivo cosa succede quando una donna si tocca per la prima volta. Philip a sua volta si svegliò di sopprasalto come se qualcosa lo stesse chiamando. Era da tanto tempo che non aveva due erezioni in una giornata.
Amor-Amore!
Philip!
Toccami Toccami!
Amore mio! E' grosso! Apro le gambe! Aspetta!
Chiama anche Rebecca!
Sì giusto! Rebecca! Abbiamo bisogno di te! Corri!
Rebecca si alzava di scatto e in preda ancora alle convulsioni andò in camera dei genitori adottivi. Li trovava nella posizione del 69 con lui sopra.

Mama! Papa! Sono tutta bagnata! Poco fa avere il mio primo orgasmo!

Guarda papà come sta venendo! Avvicinati!

Rebecca stringeva forte forte tra le spesse labbra il cazzo che già spruzzava. Lo chiuse in bocca e la sua gola fù sommersa prepotentemente dalla calda onda di sborra.
scritto il
2022-08-05
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