Apri la bocca

di
genere
dominazione

Suonarono alla porta, vedevo lui disteso sul divano a guardare la partita, senza preoccuparsi minimamente di ciò che succedeva intorno. Mi alzai dalla sedia, ero in sottoveste, ma questo non bastava per farmi desiderare da mio marito, aprì la porta e vidi che era semplicemente il postino, mi scrutava la seta rosa mossa dal vento sulle mie cosce nude, mi porse due lettere senza neanche dire una parola, mi guardai dietro e vidi con stupore lo sguardo geloso di mio marito che si alzò, venendo dietro di me, sentii la sua mano destra stringersi sul mio fianco, un brivido mi percorse la schiena e inevitabilmente chiusi gli occhi mordendomi le labbra. Mentre lui sorrideva alla scena si mise con le sue labbra vicino al mio orecchio chiedendomi di prendere le lettere, firmare e chiudere la porta immediatamente, ed io obbedii.
In quel momento, la sua mano destra iniziò a salire fino al collo, e li, ormai ansimante dalla voglia, mi mise con le mani aperte addosso alla porta, mi alzò la seta e mi diede uno schiaffetto sulla natica, neanche il tempo di gemere che lo sentii appoggiarlo pronto per entrare, un colpetto debole, e uno forte da farlo entrare tutto di botto. Le lettere ormai, sul pavimento, erano diventate la causa di un momento meraviglioso. Non passò neanche un minuto e si fermò, si rivestì lasciandomi in quella posizione incredula. Mi sussurrò soltanto “ un po' alla volta, non essere ingorda”, nel tremore del mio corpo sorrisi, mi ricomposi e tornai alla mia sedia.

Presi le lettere ed aprì quella a nome mio:
“ E’ stata invitata ad una festa in maschera...” leggevo curiosa quanto scritto, indicava anche data, ora e luogo, infine trovai una parola in codice “Sinfonia”, vedevo mio marito con lo stesso mio stupore, non ci chiedemmo nulla, nessuno dei due osò proferire parola.
Richiusi la mia lettera e iniziai a fantasticare su cosa indossare.

Venne il fatidico giorno, lui non era in casa fortunatamente, cosi presi ciò che avevo comprato e mi cominciai a preparare. Ero nuda davanti allo specchio in camera, presi le autoreggenti, il body di pelle nera e iniziai a vestirmi, stavo semplicemente dando vita alle mie forme, le volevo attillate, tirai fuori dalla scatola il vestito, lungo, nero, riusciva a stringermi il seno, la vita per poi cadere morbido sul fondoschiena, mi faceva brillare, raccolsi i miei capelli, misi i gioielli, i tacchi alti e infine presi la maschera da mettere alla festa. Mi chiesi se non stessi facendo uno sbaglio, non sapevo cosa potessi trovare, chi potessi incontrare, ma l’euforia era tanta e la curiosità mi spinse fuori dalla porta, lasciai un biglietto sul tavolo, spiegando che non sarei rientrata presto e lasciai la casa vuota dietro di me.

Arrivata al luogo di destinazione, parcheggiai, tremavo dalla voglia di pronunciare quella parola in codice, arrivai davanti ad un portone di legno con gli infissi di ferro nero, bussai con coraggio, assalita dall’ansia, mi misi la maschera appena sentii dei passi venire verso di me, appena dopo aver pronunciato la parola d’ordine, si aprì il portone, ed entrai.

Una grande sala si mostrò ai miei occhi, il pavimento era in marmo, mentre le tende agganciate sopra le finestre erano di un morbido tessuto rosa antico. Molte persone erano già arrivate e parlavano tra loro, mi incamminai verso il bar e chiesi un old fashioned, avevo bisogno di bere, di scaricare la tensione. Dietro di me arrivarono 2 uomini, mi offrirono quel cocktail, ordinandone già un altro, mi feci incantare da tutto ciò che stavo vivendo e così mi sciolsi piano piano. Ci spostammo a bere su delle poltrone molto calde, ma non riuscivo a concentrare la mia attenzione solo su di loro, volevo vivere quel momento intensamente, sentivo della musica provenire dal centro della sala, mi alzai e mi buttai di getto, sotto gli occhi di quei due che se la ridevano con gusto, sentì una mano stringermi sul fianco destro, costui avvicinò il suo corpo al mio, con l’altra mano di colpo, mi sciolse i capelli biondi, mi girai e rimasi davanti a lui guardando i suoi occhi neri, in preda ai fumi dell’alcool, cominciai a toccare il suo petto, strofinando tra le mie dita la sua cravatta nera, mi avvicinai per sentire il suo profumo, e le sue mani correvano lungo il mio corpo ma la sinistra mi teneva saldamente il collo. Sussurrai “io so chi sei”, lui sorrise semplicemente e si avvicinò alle mie labbra, le sfiorarono in una maniera delicata ma convinta e quando si staccò, mi portò dai miei due amici di cocktail. Ordinammo un altro giro, ridevamo e complici del gioco, ci lasciavamo andare alle fantasie più perverse nelle nostre menti. Mi alzai guardando tutti e 3 negli occhi, ero brilla ma non ubriaca, mi divertivo, ero leggera e spensierata, sapevo che l’uomo con gli occhi neri avrebbe vegliato su di me quella sera. Mi sedetti su un tavolino rotondo davanti a loro, potevo sdraiarmi tranquillamente anche se i margini arrivavano fino al collo.

Non importava che stessimo in mezzo a tante persone, non eravamo di certo gli unici a divertirsi cosi. Uno dei 3, con gli occhi ghiaccio, venne dietro di me e mi fece scivolare sul tavolo, mi baciò lentamente e mi iniziò ad accarezzare il decolté, a bagnarlo con le labbra per poi ritornare sulle mie, mi prese poi le braccia e me le portò fuori dal tavolo, gli altri mi guardavano con le mani in tasca, con uno sguardo di fierezza che farebbe godere chiunque, l’altro sconosciuto, con gli occhi marroni si tolse la cravatta lentamente per poi annodarla con dentro i miei polsi, si aprì due bottoni della camicia bianca e con la catenina d’oro che uscì mi fece venire dei brividi su tutto il corpo. Il terzo, occhi neri, si avvicinò alle mie caviglie, le accarezzava e pian piano saliva sempre più su, non sapevo cosa fare, chi guardare così anche quello venne presto risolto da ccchi ghiaccio che prese la sua cravatta e me la mise sugli occhi, i miei sensi stavano esplodendo. Senti una mano prendere il mio vestito e tirarlo su fino a togliermelo, altre due mi tenevano le gambe aperte e un'altra mi spingeva sulla gola per farmi stare giù.
“Apri la bocca”, era la sua voce, l’avevo riconosciuta, mio marito era lì, mi stava regalando questa serata magica, obbedii e dopo pochi secondi sentì il primo membro entrare, volevo dare il meglio di me stessa e cercai di accontentare ogni richiesta. Un altro mi tolse l’intimo per affondare la sua lingua nel mio piacere, stavo godendo tantissimo ma riuscivo a capire che non era lui, lo sentivo passeggiare sui lati del tavolo in tranquillità mentre si godeva la scena, lo amavo sempre di più, proprio in quell’istante mi accorsi di non potermi più trattenere e venni mentre l’altro spingeva sempre di più in gola. Una volta finito di far godere anche loro, mi sorpresi come mio marito mi slegò, con cura mi rimise i vestiti addosso, mi tolse la benda, mi prese per mano e mi portò a casa.

Lì, finalmente, si concluse il nostro viaggio erotico, facemmo l’amore con foga assaporando ogni istante di noi, senza più proferire parola in merito a quella sera.
di
scritto il
2022-12-22
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