Mio padre mi tocca

di
genere
incesti

Vorrei condividere la mia storia. Mi chiamo Martina, ho 19 anni, ho un viso angelico un po’ da bambina, sono bassa, magra, seno piccolo e bel sedere. Mio padre si chiama Antonio ed ha 30 anni in più di me, anche se se li porta molto bene oltre ad essere un bell’uomo. È alto ed ha una corporatura abbastanza massiccia. Fino a due anni fa nulla era mai successo, con lui avevo un bel rapporto e siamo sempre stati intimi. Negli ultimi anni mi sono accorta che ha iniziato ad osservarmi con una certa insistenza. Notavo che il suo sguardo cadeva spesso sul mio seno anche se ce l’ho piccolo o sul mio culo, quasi come se non si curasse della cosa e per quanto mi sembrasse strano mi piaceva e mi eccitava, anche se non lo volevo ammettere. Decisi di cominciare a provocarlo, smisi di indossare il reggiseno per mostrargli meglio i miei capezzoli e fargli notare quando si indurivano, volevo attirare la sua attenzione. Essendo molto gonfi era facile che mio padre facesse cadere il suo sguardo e si accorgesse di come si inturgidivano ed infatti prese a notare la cosa e a farsi beccare osservandoli, forse intuendo la mia intenzione di provocarlo. A volte quando capitava che guardassimo assieme la televisione allargavo le gambe di proposito, come per suggerirgli di toccarmi ed esplorarmi, ma lui mi fissava senza mai osare avvicinare la mani. Poggiavo la testa su di lui, gli davo baci sul collo, ma sembrava sempre mantenere un certo contegno, seppur notassi che sotto i pantaloni qualcosa finiva sempre per crescere. Un giorno ce ne stavamo di nuovo sul divano e decidemmo di guardare un film. Senza farlo a posta davano un film vecchio erotico abbastanza spinto ed io iniziai in un primo momento ad imbarazzarmi, poi ad eccitarmi e a respirare in modo diverso. La mia salivazione e la mia temperatura aumentavano lentamente e la mia figa iniziava a pulsare. Evidentemente qualcosa di simile stava succedendo a mio padre, tant’è che allungò una mano ed iniziò ad accarezzarmi il viso e i capelli in un primo momento dolcemente, poi aumentando sempre di più l’intensità. Io ormai mi ero completamente abbandonata. Continuò a accarezzarmi scendendo sempre più giù ed in poco tempo arrivò al mio seno. Io non riuscii a trattenermi e lasciai andare un gemito. Lui, eccitato dalla cosa, iniziò a stuzzicarmi lentamente i capezzoli, li premeva e sfregava in modi diversi e nel mentre mi ripeteva che ero la sua bambina e che si sarebbe preso cura di me. Io gemevo così tanto che sembravo lamentarmi e lo pregavo di continuare a toccarli. Lui con una mano insisteva mentre con l’altra iniziò ad accarezzarmi delicatamente sopra le mutandine bagnate. Mi massaggiava per bene il clitoride, prima con piccoli movimenti circolari e poi sfregando su e giù il dito velocemente. Io ansimavo sempre di più, ero un lago e non riuscivo più a controllarmi, la mia fighetta pulsava e desiderava essere stuzzicata fino all’orgasmo. Continuavo a ripetergli “sì papi, continua così, strofinala bene” e lui gradiva il mio coinvolgimento. Scostò le mie mutandine, scoprì le mie labbra rosa e gonfie e prese a massaggiare con ancora più foga. Si concentrò ancora sul clitoride, mi disse che voleva farmi avere un orgasmo con le mani. Ogni tanto si leccava le dita per inumidirla meglio e la cosa mi faceva impazzire. Sembrava che ad ogni mio gemito lui la strofinasse ancora più velocemente. Continuava a dirmi “godi bambina mia” ed io
rispondevo con: “sì papi, così, più veloce.”
Mi chiese di toccarmi il clitoride mentre lui iniziò a farmi un ditalino. Prima infilò un dito, poi due, tre fino ad arrivare a quattro. Iniziai a contorcermi e a premere la mia figa sulla sua mano, volevo sentire le sue dita bene in profondità e ogni tanto gliele leccavo per assaggiare il mio liquido. Ad un certo punto smise e mi chiese di sdraiarmi sopra di lui, a pancia in giù. In un primo momento non capii cosa volesse fare, ma non appena mi posizionai iniziò ad allargarmi le natiche e a massaggiarmi l’ano. Ci passava il dito attorno, non voleva che godessi subito, come se cercasse di prolungare il mio piacere ed ogni tanto ci sputava sopra per inumidirlo. Dopo un po’ incominciò a passarci bene il dito, sempre con movimenti circolari ed ogni tanto provando ad infilare la punta all’interno. Io non essendo mai stata toccata lì in un primo momento mi paralizzai, poi iniziai ad allargare le natiche ed ansimare e gli ripetevo di continuare, di muovere il dito più velocemente, di spingerlo di più all’interno. Lui obbediva e mi diceva “sei proprio porca piccola mia, ti lavoro per bene il culo”. Iniziò ad infilarmi un dito, lo teneva dentro e lo agitava per stimolarlo per bene. Anche se mi faceva un po’ male la cosa mi eccitava tantissimo e cercavo di sporgere ancora di più il culo verso di lui per aiutarlo. Allora infilò un altro dito e continuò, si spostò ed iniziò a leccarmelo. Spingeva bene la lingua all’interno ed ogni tanto mi leccava anche la figa, voleva stimolare entrambi i buchi e ci stava riuscendo benissimo. Mi diceva: “mm te lo lecco tutto per bene, sei una maiala e ti fai fare tutto quello che voglio”. Io ormai rispondevo solo approvando. Non capivo da dove venisse tutto quel piacere ed emettevo lamenti più che gemiti. Continuavo a ripetigli “sì, così papi, continua, mi piace.” Mi leccava sempre più velocemente e con foga, la sua saliva si confondeva col mio liquido e all’improvviso ebbi un orgasmo lungo ed intenso che mi paralizzò completamente. Non avevo mai goduto così tanto, non mi avevano mai stimolato in quel modo. Mio padre avrebbe voluto che ricambiassi il favore, ma avevo goduto talmente tanto da non avere l’energia per farlo e mi ripromisi che un giorno mi sarei sdebitata. Quel giorno arrivò molto presto. Continua…
scritto il
2023-01-10
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