Il miele sulla figa di mamma.
di
rosariomare
genere
incesti
In un momento la vita può cambiare. La fabbrica dove lavorava mio padre cessò le attività senza nessun preavviso, quando i 21 dipendenti trovarono i cancelli chiusi ne dovettero prendere atto che la storia era finita li. Mia madre anch’essa lavoratrice, era operaia presso una piccola fabbrica di buste di plastica vicinissimo a casa. Avevamo il mutuo della casa, abbastanza rilevante, mamma non è che guadagnasse tanto, si poneva un grosso problema. Nello stesso condominio abitava Eugenio, lavorava su una piattaforma petrolifera e quel sabato era rientrato perché i turni erano 15+7 vale a dire 15 giorni in piattaforma e 7 a casa. Si incontrarono e tanto per chiedere papà disse se c’era una possibilità per lui. Sicuramente si, c’è fame di personale, addirittura puoi venire con me appena riparto, ora li avvisiamo. In due minuti ero diventato dipendente di quella compagnia.
“Ci vuole culo nella vita” Disse rientrando a casa “Sabato parto con Eugenio, sto via quindici giorni e poi sette a casa” Da una parte eravamo felici anche perché la retribuzione era molto superiore alla precedente, dall’altra mamma in particolare non la prese bene, trentotto anni senza marito vicino era un sacrificio enorme. C’ero io , avevo appena sostenuto la maturità e comunque in casa avevo acquistato una certa autonomia, anche col suo lavoro non c’erano problemi, sapevo cucinare. Fino alla partenza di papà prevista per il sabato successivo siamo rimasti assieme. Lui mi raccomandava di stare attento alla mamma, di aiutarla e non crearle casini. Lo rassicurai, ed arrivò il giorno della partenza. Il sabato sera e la domenica successiva mamma non fece altro che piangere, le stavo vicino l’abbracciavo, la baciavo per consolarla. La notte dormii vestito sul suo letto, si svegliava e singhiozzava. La domenica era già più sollevata, la notte dormii ancora con lei. Il lunedì riprese il lavoro, alle dieci e venti venne ad avvisarmi un suo collega che mamma era stata trasportata in ospedale, era rimasta impigliata con le mani nel nastro trasportatore. Preoccupatissimo mi accompagnò lui stesso. La trovammo con entrambe le mani fasciate in attesa di radiografia. Diagnosi- rottura di due falangi in ogni mano-.
Pensavo peggio, comunque furono ingessate le mani fino a metà polso, il titolare venne a riprenderci per riportarci a casa. Euforici per lo scampato pericolo preoccupati perché di fatto mamma poteva solo camminare. La consigliai di far venire la sorella, zia Ada per aiutarla, rifiutò perché i rapporti non erano proprio cordiali. Dissi “mamma tranquilla sono a tua disposizione” “Si ti rendi conto cosa comporta questo problema, mi devi aiutare in tutto” “Mamma se fosse successo a me non mi avresti aiutato”? Un largo sorriso mi diceva che si fidava di me.
Il primo servizio fu asciugarle la figa dopo la pipì, ridemmo entrambi. Le proposi di farle la doccia “Mi vergogno” fu la risposta “Va bene vuol dire che te la fa tuo marito quando torna” Ridemmo ancora. Dopo cena prima volle evacuare, poi la stavo lavando, lei totalmente nuda io con la tuta in un attimo mi inzuppai. Fu lei a dirmi ”Fattela anche tu senza tuta sei tutto bagnato” Tolsi la tuta restando in mutande “Dai togli anche quelle” Mi sentii veramente in imbarazzo perché per non far bagnare il gesso mi appoggiò le mani sulle spalle e mentre lavavo la schiena il cazzo entrò in contatto con la sua figa “Mamma scusa” “Non ti preoccupare, sapevo che succedesse questo, ormai siamo preparati a tutto” La lavai dappertutto ed anch’io feci la doccia con lei. Esperienza meravigliosa, forse anche per lei. Entrai con le dita prima nella figa e poi nell’ano per lavarla bene, sospirava mamma. Il mio cazzo non ne voleva sapere di riposare, era più duro che mai, solo sfiorarla casualmente avevo paura di non sborrarle addosso, una volta indossato l’accappatoio sembrava un ombrellone da mare. L’accompagnai sul letto, restò in accappatoio anch'essa, solo avvolto senza legare. “Mamma preparo qualcosa per cena” “Prendiamoci un bel te con miele e fette biscottate” “Mamma non mi fa dormire il te” “Bene mi farai compagnia perché io non ho proprio sonno” Mamma la prese larga, io non volevo capire. Preparai una caraffa di te, spalmai il miele sulle fette biscottate. Restammo soddisfatti dell’ottima cena, sistemai il tutto e per poco non svenni a sentirla “Porta il vasetto del miele in camera” “Mamma troppo miele fa male” “Io non lo mangio, voglio provare una cosa particolare” “Toglimi l’accappatoio” “Mamma sei nuda” “Appunto. Togli anche il tuo” “Con un dito mettimi il miele sulla figa e leccala” “Mamma !!! “Mamma queste cose falle con papà” “Ho provato, dice che non sopporta il miele, secondo me non sopporta neanche la figa” Non conoscevo mamma sotto quell’aspetto, sembrava fosse soddisfatta di papà, invece “Tuo padre sessualmente non risponde” Dopo aver messo un velo di miele sulla figa, mentre la leccavo, buonissima e dolce lei volle succhiare il dito intinto nel miele. “Ora mettiti il miele sul cazzo” Lo misi direttamente nel vasetto per non sporcarmi il dito. Succhiava come un idrovora “Finalmente un cazzo!!!” Esclamò.
Volle succhiare fino a farmi sborrare. Altro che miele era il cazzo che voleva. Papà forse non era sullo stesso piano. La leccai fino a consumarla. Il cazzo aveva ripreso vigore, mi invito a mettermi sopra, lei sempre a braccia e gambe allargate, la sua figa dilatata ne avrebbe digeriti anche tre di cazzi contemporaneamente, il mio comunque faceva la sua parte. Per riceverne di più alzava un palmo il culo dal letto, era lei che mi scopava nonostante stesse sotto. Pensavo che non ci saremmo alzati più dal letto, saremmo rimasti a scopare fino al rientro di papà. Pensava solo a quello, di giorno, di sera, di notte aveva un arretrato da soddisfare quasi incolmabile. La cosa più bella il risveglio, se mi svegliavo prima io la svegliavo leccandole la figa, se era lei mi succhiava il cazzo. Al ritorno di papà dopo quindici giorni restò sorpreso a vederla con le mani ingessate, gli spiegammo con le dovute cautele che cercavo di aiutarla, lui mi pregò di proseguire allo stesso modo. Sicuramente scopavano ma quando la lavavo mi diceva “Non vedo l’ora che riparte, non si muove” più di una sera la scopai nella doccia, non resisteva più. Due cicli di assenza di papà durò la storia, poi mamma riprese il lavoro, scopavamo la sera e la notte. Era rifiorita, aveva cambiato umore. Con il cazzo nella figa una sera mi disse “Se ripenso che ho pianto due giorni quando è partito, mi vergogno di me stessa, ho ritrovato la voglia di vivere con te, non solo ma il futuro è splendido” Papà economicamente ci sosteneva molto bene, era tranquillo sapeva che in casa funzionava tutto. Mamma diventò sempre più bella, a volte irriconoscibile, le consigliai di cercare ad essere normale in quelle settimane che papà stava a casa per non insospettirlo. In quei giorni sembrava dimessa, fingeva molto bene.
Alla partenza di papà si trasformava, diventava vorace, mi assaliva addirittura. Povera mamma con una carica sessuale infinita era difficile sopportare l'inezia di papà. Quelle poche volte che voleva uscire era irriconoscibile, se l'avesse vista papà sicuramente non l'avrebbe riconosciuta. Difficile pensare che fossimo una coppia, in fondo era mia madre, la sua femminilità sconvolgeva qualsiasi precauzione o ripensamento. Io avevo una ragazza che non vedendomi più sicuramente cercò un altro, mamma era tutt'altra cosa. Con un cazzo soddisfacente qualsiasi donna riprende la voglia di vivere.
“Ci vuole culo nella vita” Disse rientrando a casa “Sabato parto con Eugenio, sto via quindici giorni e poi sette a casa” Da una parte eravamo felici anche perché la retribuzione era molto superiore alla precedente, dall’altra mamma in particolare non la prese bene, trentotto anni senza marito vicino era un sacrificio enorme. C’ero io , avevo appena sostenuto la maturità e comunque in casa avevo acquistato una certa autonomia, anche col suo lavoro non c’erano problemi, sapevo cucinare. Fino alla partenza di papà prevista per il sabato successivo siamo rimasti assieme. Lui mi raccomandava di stare attento alla mamma, di aiutarla e non crearle casini. Lo rassicurai, ed arrivò il giorno della partenza. Il sabato sera e la domenica successiva mamma non fece altro che piangere, le stavo vicino l’abbracciavo, la baciavo per consolarla. La notte dormii vestito sul suo letto, si svegliava e singhiozzava. La domenica era già più sollevata, la notte dormii ancora con lei. Il lunedì riprese il lavoro, alle dieci e venti venne ad avvisarmi un suo collega che mamma era stata trasportata in ospedale, era rimasta impigliata con le mani nel nastro trasportatore. Preoccupatissimo mi accompagnò lui stesso. La trovammo con entrambe le mani fasciate in attesa di radiografia. Diagnosi- rottura di due falangi in ogni mano-.
Pensavo peggio, comunque furono ingessate le mani fino a metà polso, il titolare venne a riprenderci per riportarci a casa. Euforici per lo scampato pericolo preoccupati perché di fatto mamma poteva solo camminare. La consigliai di far venire la sorella, zia Ada per aiutarla, rifiutò perché i rapporti non erano proprio cordiali. Dissi “mamma tranquilla sono a tua disposizione” “Si ti rendi conto cosa comporta questo problema, mi devi aiutare in tutto” “Mamma se fosse successo a me non mi avresti aiutato”? Un largo sorriso mi diceva che si fidava di me.
Il primo servizio fu asciugarle la figa dopo la pipì, ridemmo entrambi. Le proposi di farle la doccia “Mi vergogno” fu la risposta “Va bene vuol dire che te la fa tuo marito quando torna” Ridemmo ancora. Dopo cena prima volle evacuare, poi la stavo lavando, lei totalmente nuda io con la tuta in un attimo mi inzuppai. Fu lei a dirmi ”Fattela anche tu senza tuta sei tutto bagnato” Tolsi la tuta restando in mutande “Dai togli anche quelle” Mi sentii veramente in imbarazzo perché per non far bagnare il gesso mi appoggiò le mani sulle spalle e mentre lavavo la schiena il cazzo entrò in contatto con la sua figa “Mamma scusa” “Non ti preoccupare, sapevo che succedesse questo, ormai siamo preparati a tutto” La lavai dappertutto ed anch’io feci la doccia con lei. Esperienza meravigliosa, forse anche per lei. Entrai con le dita prima nella figa e poi nell’ano per lavarla bene, sospirava mamma. Il mio cazzo non ne voleva sapere di riposare, era più duro che mai, solo sfiorarla casualmente avevo paura di non sborrarle addosso, una volta indossato l’accappatoio sembrava un ombrellone da mare. L’accompagnai sul letto, restò in accappatoio anch'essa, solo avvolto senza legare. “Mamma preparo qualcosa per cena” “Prendiamoci un bel te con miele e fette biscottate” “Mamma non mi fa dormire il te” “Bene mi farai compagnia perché io non ho proprio sonno” Mamma la prese larga, io non volevo capire. Preparai una caraffa di te, spalmai il miele sulle fette biscottate. Restammo soddisfatti dell’ottima cena, sistemai il tutto e per poco non svenni a sentirla “Porta il vasetto del miele in camera” “Mamma troppo miele fa male” “Io non lo mangio, voglio provare una cosa particolare” “Toglimi l’accappatoio” “Mamma sei nuda” “Appunto. Togli anche il tuo” “Con un dito mettimi il miele sulla figa e leccala” “Mamma !!! “Mamma queste cose falle con papà” “Ho provato, dice che non sopporta il miele, secondo me non sopporta neanche la figa” Non conoscevo mamma sotto quell’aspetto, sembrava fosse soddisfatta di papà, invece “Tuo padre sessualmente non risponde” Dopo aver messo un velo di miele sulla figa, mentre la leccavo, buonissima e dolce lei volle succhiare il dito intinto nel miele. “Ora mettiti il miele sul cazzo” Lo misi direttamente nel vasetto per non sporcarmi il dito. Succhiava come un idrovora “Finalmente un cazzo!!!” Esclamò.
Volle succhiare fino a farmi sborrare. Altro che miele era il cazzo che voleva. Papà forse non era sullo stesso piano. La leccai fino a consumarla. Il cazzo aveva ripreso vigore, mi invito a mettermi sopra, lei sempre a braccia e gambe allargate, la sua figa dilatata ne avrebbe digeriti anche tre di cazzi contemporaneamente, il mio comunque faceva la sua parte. Per riceverne di più alzava un palmo il culo dal letto, era lei che mi scopava nonostante stesse sotto. Pensavo che non ci saremmo alzati più dal letto, saremmo rimasti a scopare fino al rientro di papà. Pensava solo a quello, di giorno, di sera, di notte aveva un arretrato da soddisfare quasi incolmabile. La cosa più bella il risveglio, se mi svegliavo prima io la svegliavo leccandole la figa, se era lei mi succhiava il cazzo. Al ritorno di papà dopo quindici giorni restò sorpreso a vederla con le mani ingessate, gli spiegammo con le dovute cautele che cercavo di aiutarla, lui mi pregò di proseguire allo stesso modo. Sicuramente scopavano ma quando la lavavo mi diceva “Non vedo l’ora che riparte, non si muove” più di una sera la scopai nella doccia, non resisteva più. Due cicli di assenza di papà durò la storia, poi mamma riprese il lavoro, scopavamo la sera e la notte. Era rifiorita, aveva cambiato umore. Con il cazzo nella figa una sera mi disse “Se ripenso che ho pianto due giorni quando è partito, mi vergogno di me stessa, ho ritrovato la voglia di vivere con te, non solo ma il futuro è splendido” Papà economicamente ci sosteneva molto bene, era tranquillo sapeva che in casa funzionava tutto. Mamma diventò sempre più bella, a volte irriconoscibile, le consigliai di cercare ad essere normale in quelle settimane che papà stava a casa per non insospettirlo. In quei giorni sembrava dimessa, fingeva molto bene.
Alla partenza di papà si trasformava, diventava vorace, mi assaliva addirittura. Povera mamma con una carica sessuale infinita era difficile sopportare l'inezia di papà. Quelle poche volte che voleva uscire era irriconoscibile, se l'avesse vista papà sicuramente non l'avrebbe riconosciuta. Difficile pensare che fossimo una coppia, in fondo era mia madre, la sua femminilità sconvolgeva qualsiasi precauzione o ripensamento. Io avevo una ragazza che non vedendomi più sicuramente cercò un altro, mamma era tutt'altra cosa. Con un cazzo soddisfacente qualsiasi donna riprende la voglia di vivere.
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