Esplorazioni

di
genere
dominazione

È seduta sul bidet, con la schiena rivolta verso il miscelatore.
Nuda.
Sul lavandino davanti a lei ha riposto gli oggetti che Lui le ha detto di prendere
Il vibratore.
Il lubrificante.
L'olio di mandorle.
È seduta nuda sul bidet e li osserva, mentre pensieri disordinati le riempiono la mente
Chissà poi perchè lo ha comprato viola, quel vibratore.
Ha 9 livelli di vibrazione e due sporgenze che formano un "quasi anello" in cui si potrebbe infilare un cazzo ed usarlo per una doppia penetrazione.
Prima o poi dovrebbe provare ad usarlo cosi, pensa.
Essere riempita ovunque è una sua fantasia ricorrente.
La confezione del lubrificante ha una non casuale forma fallica, dalle dimensioni molto generose.
Una volta ne aveva misurata la circonferenza, che raggiungeva i 16 cm e la riempiva totalmente, facendole un po' male nel caso si muovesse troppo o addiritrura camminasse.
Come quella volta in cui, piena di quel flacone, aveva usato la corda rossa in una legatura intima e aveva svolto i lavori domestici.
Ripensare a ciò che aveva fatto in passato con quegli oggetti la eccitava.
Il suo corpo reagiva subito a certi pensieri.
L'olio di mandorle era in una raffinata bottiglia nera satinata. Non aveva quasi profumazione e rendeva tutto estremamente scorrevole.
Nuda sul bidet di una anonima stanza d'albergo di periferia guardava quegli oggetti ed aspettava. Aspettava e si domandava quanto avrebbe dovuto aspettare ancora.
Era arrivata da quasi un'ora, iniziava ad annoiarsi terribilmrente e Lui era in ritardo.
Forse aveva trovato traffico o forse lo stava facendo apposta.
Certo è che l'idea di farsi attendere così era proprio bizzarra.
Di solito le persone si danno appuntamemto in ben altri luoghi.
Era seduta nuda sul bidet a gambe larghe, schiena dritta, braccia laterali con le mani che stringevano i bordi del bidet, talloni sollevati, quando sentì la porta aprirsi e si mise ancora più dritta, ancora più aperta, ancora più sulle punte.
Mentre aspettava non aveva tentuto sempre quella posizione. Come poteva Lui pensare che lei sarebbe rimasta davvero così per tutto quel tempo?
Non era certo una bella statuina ubbidiente, anzi Ma ora che era arrivato cercò di mettersi il più possibile composta per farsi trovare come aveva detto.
Lui entrò nel bagno e la salutò accarezzandole i capelli.
"Brava bambina. Mi hai aspettato come avevo chiesto."
"Si, Signore".
"Per tutto il tempo? Senza mai cedere o rilassarti"
Ecco, bella domanda!Che cosa avrebbe dovuto rispondere ora? Avrebbe dovuto mentire o dirgli la verità?
Lui la fissava ed aspettava la sua risposta
Propense per la sincertià e con lo sguardo basso rispose.
"No, Signore, non per tutto il tempo, a volte mi sono afflosciata su me stessa"
"Apprezzo la sincerità" e mentre finiva la frase la prese per i capezzoli e li tirò, torcendoli contemporaneamente su loro stessi.
Lei li sentì bruciare e strinse il bordo del bidet.
Tirò i capezzoli verso l'alto, sollevando i seni, per poi mollarli e farli ricadere sul suo addome, facendoli sobbalzare.
Li strinse di nuovo, con più forza, li torse e fece rialzare i seni per poi farli ricadere.
Lei cercava di stare immobile anche se i capezzoli erano sensibili e bruciavano, ma contemporaneamente il suo cervello mandava impulsi direttamente alla sua fica, che lei sentiva sempre più umida.
Quante volte lo fece? Per quanto andò avanti?
Perse il conto quando lui prese il vibratore e, ordinandole di aprire la bocca, lo infilò fino in gola.
Tossì e dovette concentrarsi per respirare in modo da bloccare i conati e gli altri colpi di tosse
Le lacrimavano gli occhi.
Lui lo accese e continuò a dedicarsi ai capezzoli.
Era duro e vibrava producendole un terribile fastidio contro i denti, che doveva stringere attorno al cazzo per tenerlo in posizione e in profondità in bocca.
La vibrazione si trasmetteva alle ossa della faccia e al cranio, che come una cassa di risonanza amplificava il rumore.
Era quasi come il trapano dal dentista e le dava un fastidio terribile
Chiuse gli occhi.
Era consapevole della posizione di ogni centimetro del suo corpo ed era come se sentisse e percepisse con maggior intensità ogni sua fibra.
Ogni muscolo era teso ed allerta.
I capezzoli erano ormai insopportabilmente dolenti, i seni le davano fastidio, sottoposti a quello sballottare ritmico e la testa era come vuota.
Ad un certo punto il rumore e la vibrazione cessarono.
La bocca era piena di saliva, al punto che ne era colata anche dall'angolo destro.
Rimase con gli occhi chiusi e sentì le Sue mani che la accarezzavano tra le gambe spalancate, davanti e dietro, per distribuire i suoi abbaondanti umori su tutta la sua intimità. Girò e rigirò intorno all'ano. Lo penetrò con un dito. Lo lubrificò con la sua eccitazione e lo stimolò.
Lei aveva una gran voglia di godere
"Adesso voglio che prendi quel cazzo e mi fai vedere come entra nel tuo culo."
Lei Lo guardò per capire se stesse scherzando o meno, ma la Sua espressione seria e di attesa era inequivocabile.
Ancora con il cazzo in bocca allungò la mano per prendere il lubrificante o l'olio di mandorle, ma Lui le bloccò il polso.
"Il cazzo è già lubrificato e la tua eccitazione farà il resto, non c'è bisogno di altro".
Lei si tolse il cazzo di bocca, facendo colare altra saliva e lo appoggiò nel bidet, in verticale, tenendolo alla base.
I talloni ben piantati a terra ora.
Si mosse sul bidet in modo che il cazzo fosse sopra il suo ano e si fece scivolare verso il basso mentre contemporaneamente con la mano teneva dritto l'oggetto e lo spingeva verso l'alto.
Sentiva il cazzo premere contro il suo buco che tentava di aprirsi e cedere.
Non era abbastanza lubrificato.
Lui la guardava e godeva della spettacolo di lei che con una certa goffaggine cercava di penetrarsi da sola.
Lei non voleva dargli la soddisfazione di non riuscirci!
Si muoveva verso destra e sinistra, si abbassava e si rialzava, lo spostava e premeva. Sentiva il retto aprirsi, la sua carne cedere ed infine sentì il cazzo entrare.
Ad un certo punto urlò. Faceva male ed era duro, ma quando tutta la punta si fece strada nelle sue viscere, il resto entrò come fosse quasi risucchiato e lo accolse tutto dentro di sè.
"Alzati e fammi vedere come ti sta".
Lei si alzò e quasi le tremavano le gambe.
Sentiva bruciare la carne e teneva i muscoli contratti, sentendo profondamente quella presenza dentro di se.
Era stata seduta su quel bidet così a lungo che le si erano addormentate le gambe.
Lui la aiutò a fare qualche passo e la mise a novanta col busto appoggiato al lavandino.
Le aprì le natiche con le mani e fissò nello specchio i suoi occhi che si spalancarono quando lui prese il cazzo e iniziò a muoverlo avanti e indietro con forza nel suo culo, mentre con le dita le stimolava il clitoride.
Piacere e dolore attraversavano il suo corpo che rispondeva a tutte quelle sollecitazioni con eccitazione crescente.
Era in un certo senso orgogliosa di sè per essere riuscita a fare cio che Lui aveva chiesto e per come ora si stava facendo usare. Faceva male sentire il cazzo affondare dentro di lei e faceva male il continuo sfregare senza troppa lubrificazione contro le pareti del retto. Ma la faceva anche sentire una cagna e questo la eccitava al punto che dopo altri affondi venne.
Ma non fu il solito orgasmo partito dal clitoride, quello a cui era da sempre abituata.
Sentì come la necessità di evacuare e strinse i muscoli del retto e allora la vagina iniziò a contrarsi donandole un picere profondo.
Lui non si fermò.
Continuò a masturbarle il clitoride ed il culo finchè i suoi spasmi non cessarono.
Allora la fece girare e la spinse a terra facendola inginocchiare
"Tira fuori la lingua" le ordinò
Lei ubbidì, pronta a dissetarsi.
scritto il
2023-01-25
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