Vaccanza in Spagna

di
genere
tradimenti

Dopo la Grecia la nostra relazione ebbe un’evoluzione naturale in cui la mia dominazione su Ilario si completò con il cuckolding. Non ebbi difficoltà a fargli accettare la mia assenza di giustificazioni alle mie uscite da sola, sulle quali gli avrei detto solo quello che avrei voluto dirgli, e lo informai anche che avrei portato a casa chiunque senza avviso. Più difficile fu fargli accettare di indossare una cintura di castità, principalmente per impedirgli di masturbarsi a mia insaputa, ma anche per accentuare la sua dipendenza da me. Anche se controvoglia accettò comunque, e ordinai un holy chastity, una buona scelta che dopo un rodaggio di circa tre mesi iniziò a portare senza lamentarsi o pregarmi di liberarlo. Gliela toglievo spesso, anche senza dargli piacere, ma siccome mi piace come scopa lo usavo anche per quello, ma per sicurezza ogni volta che la rimuovevo lo legavo sempre. In più le ridotte dimensioni apparenti quando era ingabbiato mi consentivano di umiliarlo ulteriormente dandogli del minidotato, anche per giustificare le mie eventuali scappatelle. Quando usciva gli ordinavo di denudarsi e attendermi in piedi, oppure lo legavo lasciandolo lì. E oltre a vestirmi in modo abbastanza provocante, per aumentare la mia credibilità gli avevo mostrato il mio profilo tinder, in realtà mai usato ma su cui avevo caricato le foto scattate in Grecia.
Le mie scappatelle furono in realtà molto limitate: un tizio di passaggio con cui scopai, piuttosto soddisfacentemente, nei bagni del locale in cui lo avevo rimorchiato, di cui raccontai tutto a Ilario mentre mi leccava in ginocchio una volta tornata a casa, e un collega di una sede remota che portai a casa dopo il lavoro, che rise fino a piangere vedendo Ilario ingabbiato e incatenato e lo prese per il culo tutta la sera. Matteo dimostrò una buona resistenza e venne tre volte nel corso della serata, cosa che a Ilario non era mai riuscita. Dopo la seconda chiese da mangiare, e volle che fosse Ilario a servirci.
- Deve essere comodo per te vivere con lui, fai la vita della single e ti scopi chi vuoi, e a casa hai questo senzacazzo che ti serve, ti riverisce e magari ti pulisce anche casa.
- Quello, in più lecca benissimo e qualche volta mi faccio scopare. E in più quando devo alleviare la tensione lo torturo anche.
- Davvero? Arriva anche a quello?
- Fa quello che voglio io.
E dopo mangiato si prese il dessert, scopandomi piegata sul tavolo, con Ilario che mi baciava appassionatamente e mi ripulì la schiena dallo sperma di Matteo dopo che ebbe finito, leccando anche me mentre lui si rivestiva.
- Gli va bene che non mi interessa vederlo torturato, mi basta quello che ho visto e fatto.
- Stasera no, gli faccio bastare anch’io quello che è già successo. – anche se dopo Matteo avevo già deciso di farmi ripassare anche dal mio schiavetto, che montai a smorzacandela dopo averlo legato alla testiera del letto.
- Da quanto non mi tocchi le tette?
- Da troppo, stronzetta che non sei altro.
- Offendimi ancora e ti mollo a metà. Lo sto facendo per te, io sono più che a posto, coglione. E vedi di durare fino a che vengo, sennò cambio idea e ti frusto anche.
Poco dopo, con l’economia di casa che andava bene decidemmo di allargarci un po’ e trovammo una villetta molto carina appena fuori città. Ero talmente deviata che visitandola studiai quali punti sarebbero stati utili per legare il mio uomo, e immaginai anche di adibire una zona del seminterrato a prigione e sala di tortura, che Ilario avrebbe dotato del necessario con la sua creatività e manualità. Oltretutto anche il sottotetto, inutilizzabile per altre cose ma sostenuto da travi di legno molto robuste, sarebbe stato un altro luogo di detenzione interessante, freddo d’inverno e caldo d’estate. Il seminterrato fu sistemato con pareti di cartongesso, e l’entrata della sala segreta nascosta da una porta nascosta che sembrava una libreria a muro,. Ilario era stato rapido a crearsi gli strumenti della sua stessa tortura, basandosi sulle mie richieste e anche sui suoi desideri. Gli piaceva essere sospeso e ideò un sistema di carrucole per essere sollevato da terra con qualsiasi orientamento, gli piaceva ovviamente vedermi con altri e mise un letto a cui poteva essere legato anche in piedi, perché potessi averlo vicino se lo avessi voluto, e creò una specie di gabbia con sbarre sotto di esso. Gli dissi anche di creare una macchina per scopare, come ne avevo viste su vari siti, e potessi usare per me, ma anche per lui. Si superò, montando quel cazzo motorizzato su una struttura a cui potevo legarlo e stuprarlo analmente senza il minimo sforzo da parte mia. Non lo avevo mai fatto, ma pensai che sarebbe stato interessante vederlo in azione. Le fruste restarono in bella vista appese a ganci sui muri, e un armadietto ospitò tutti gli aggeggi che avevamo già, con spazio per i nuovi. Inaugurai la saletta poco dopo il nostro insediamento con una cena con le amiche più intime, già al corrente del rapporto di sottomissione, semplicemente lasciando Ilario appeso tutta la sera, in posizione relativamente comoda, ad ascoltare le porcate che ci raccontammo, soprattutto dopo aver bevuto in abbondanza, ed il clou della serata furono i racconti della Grecia, di cui raccontai tutto, e delle corna, omettendo il dettaglio che lui fosse al corrente o presente a queste ultime due. Diventai l’eroina della serata per il cunnilingus da parte sua dopo il sesso con lo sconosciuto, e mi bagnai al pensiero che lui da dietro il muro sapesse che lo avevo messo in piazza anche come cornuto. Terminata la serata ero quasi decisa di mostrarlo alla mia amica più intima, ma mi tenni quella sorpresa per una futura occasione, e mi limitai a concedermi una scopata con la macchina davanti a lui, permettendogli di masturbarsi a mio comando, tenendolo in ginocchio e interrompendolo di continuo sul più bello. Lo feci venire sulla mia gamba, come un cane, facendogli poi pulire tutto con la bocca.
Le punizioni iniziarono ad essere una routine abbastanza frequente, e pensai di trovare un posto di vacanza in cui approfondire anche quelle. Trovai un resort in Spagna, perfettamente attrezzato e gestito da una coppia tedesca, in cui avrei potuto fare vita da spiaggia e praticare qualsiasi attività sia al chiuso che all’aperto, e comunicai la cosa ad Ilario a prenotazione avvenuta.
- Addestrano anche schiavi, così potrò lasciarti nelle loro mani e guardare, partecipare oppure farmi qualcuno senza problemi. Non è il massimo?
- Ogni tanto ti ricorderai che stiamo insieme?
- Se sarai bravo.
- Lo sono sempre.
- Beh me lo diranno loro. Per una settimana sarai loro schiavo ventiquattr’ore al giorno, e io potrò usarti come ogni altro ospite. Ho prenotato due vacanze da single.
Notai che il suo nervosismo cresceva a mano a mano che la vacanza si avvicinava, e io non feci nulla per calmarlo, lasciandolo anche a secco di sesso per le due settimane precedenti alla partenza.
- Mi amerai anche sotto le torture, sapendo che mi diverto a farmi sbattere senza ritegno?
- Preferirei almeno vederti, in questo momento sono eccitato ed impaurito. Mortalmente. Non so cosa aspettarmi, sarò in mano a sconosciuti che mi tratteranno come un pezzo di carne, senza nemmeno te con cui consolarmi.
- Gli ho dato dei limiti. Blandi, ma li hanno. E voglio vedere se dopo una settimana da schiavo sarai ancora più sottomesso o penserai di non volerne più sapere di me.
- Questo mai…
Il posto era davvero lussuoso e perfetto per ogni attività, e per il suo status di schiavo a tempo pieno a Ilario fu chiesto di denudarsi nella hall, come tutti gli schiavi e le schiave nella proprietà, e destò qualche sorriso per la cintura, di cui consegnai la chiave all’addetto. Dopo essersi registrato fu portato altrove da Lady Estefania, che insieme a Master Mathias si occupavano dell’addestramento degli ospiti sottomessi. Io invece feci un giro della proprietà, dalla piscina con colonnato a cui gli schiavi potevano essere legati per le torture o anche solo per essere esposti, ad una zona di ruderi attrezzata, alla spiaggia, poi nella zona club, tutte zone utilizzabili a discrezione, così come la suite.
La settimana fu più breve del previsto, almeno per me. Vedevo Ilario durante le sessioni pubbliche, appeso alle colonne davanti alla piscina e frustato duramente, anche se Mathias ed Estefania non lasciavano mai segni molto profondi sulla sua pelle, o incatenato ai ruderi e sulla spiaggia, a disposizione come gli altri schiavi e schiave in gestione al resort. Quando non veniva addestrato o punito per le mancanze commesse poteva essere prelevato e usato da chiunque, e lo vidi varie volte accucciato tra le gambe di qualche donna, ma data l’impossibilità di usarlo diversamente per scopi sessuali era il più punito di tutti. Da parte mia, trascorsi buona parte del tempo con Jeffrey, per gli amici Jeff, un distinto e simpatico inglese che avevo conosciuto appena arrivata, mentre osservavo la prima esibizione di Ilario legato alle colonne della piscina. Ero molto curiosa di vederlo frustato davanti a tanta gente, e dopo aver parlato per qualche minuto, senza tanti preamboli Jeff propose di scopare e mi sembrò una buona idea. Nessuno si scandalizzò nel vedermi alle prese con lui, a parte Ilario che ricevette una punizione aggiuntiva per essersi eccitato dentro la cintura. La sua devozione era ed è ammirevole, e mi premurai di averlo nelle vicinanze ogni volta che facevo sesso con Jeff, o con qualche schiavo da cui mi facevo montare. Una volta chiesi che fosse lasciato legato su di un cavalletto, strategicamente posto in una sala del club, per dividermi tra Jeff ed un altro ospite, mentre Estefania si accaniva su di lui con un canna sottile e malefica, e gli immancabili morsetti ad anello gli mordevano i capezzoli con le punte a vite. Tutto il suo peso gravava sull’inguine, e si vedeva la sua sofferenza, ma il suo sguardo era fisso su di me ogni volta che lo osservavo. E quando lo trovavo in servizio, non mancavo mai di chiedere qualcosa a uno degli altri schiavi anziché a lui, ben contenti di riposarsi un attimo spalmandomi di crema il corpo, succhiandomi le tette, o accarezzandomi tra le gambe sopra il perizoma. Per non farlo sentire inutile, dato che Jeff aveva insistito più volte per offrirsi di farmi sperimentare il bondage su di me, richiesi di tenere con me Ilario per una notte, per lasciar fare qualche esperimento a Jeff, assicurandomi con la presenza di Ilario che non si trasformasse nella notte di Torquemada. Per Ilario fu tremendo vedermi dapprima con le mani legate dietro la schiena e poi legata ai quattro angoli del letto da Jeff, che si limitò molto rispetto ai suoi standard senza risparmiarmi però una tortura, peraltro piacevolissima ai seni, qualche frustata molto blanda su tutto il corpo esposto. Fu anche molto abile nel farmi trattenere il primo orgasmo, che mi concesse solo prima di venire la seconda volta, e come gran finale, una sorta di regalo d’addio visto che sarebbe ripartito all’indomani, mi chiese di essere legata al tavolo sulla terrazza, a pancia sotto.
- Immagino come finirà in quella posizione. Non l’ho mai fatto…e come andrò in giro domani, se qualcuno vedesse me, una dominante, inculata praticamente all’aperto?
- Come una domina che ha incontrato qualcuno più forte di lei. A tutte le donne piace essere trattate da donne ogni tanto. E poi, una donna scopata può dimenticare, ma una donna inculata non dimentica mai.
Mi convinse. Ilario, con il cazzo perennemente strizzato contro le pareti della cintura e le palle strappate in avanti dovette aiutare Jeff a immobilizzarmi, ricevendo come premio di leccarmi il culo per facilitare l’ingresso a Jeff, poi gli chiesi di inginocchiarsi davanti a me e baciarmi.
Ilario attese che Jeff iniziasse a forzarmi, guardandomi digrignare i denti e poi cacciare un grido per il dolore quando Jeff si fece strada dentro di me. Era vero, non avrei dimenticato. Ilario mi tolse alcune lacrime dalle guance, poi mi baciò teneramente e con passione infinita, mentre Jeff mi stantuffava a fondo. Cercai di rilassarmi e divenne quasi piacevole, con la resistenza di Jeff a mettere a dura prova la mia.
- Visto che ti piace? Potresti essere un’ottima schiava, nelle mani giuste – disse Jeff schiaffeggiandomi il culo che mi sembrava pulsasse – peccato che domani debba andarmene.
- Meglio così, per evitare tentazioni – risposi in una pausa tra due baci – ma non fermarti, sto per venire.
E venni, con una specie di ululato profondo e prolungato, come se l’orgasmo prima di sfogarsi avesse preso la rincorsa.
- Vieni a vedere la tua padrona – intimò Jeff a Ilario – e dopo che hai guardato puliscila. Il mio schiavo rimase in silenzio per lunghi secondi prima che sentissi la sua lingua lambirmi.
- Posso lasciarti così? Ci penserà lui a liberarti quando avrà finito.
- Liberami una mano Jeff, non vorrei che gli venisse qualche idea.
Jeff mi sciolse un polso, da lì avrei fatto da sola, ma lo salutai mentre Ilario continuava a consolare il mio culo ferito, ripulendomi anche dallo sperma che sentivo fuoruscire.
Rimasti soli, fermai Ilario quando sentii che potevo alzarmi.
- Mi piacerebbe averti così, qualche volta. Ma so che non lo permetteresti mai.
- Chissà…tanto ti lascerei la cintura, e sarebbe una tortura per entrambi.
- Allora dovrò vederti così con altri. Eri bellissima.
- Grazie. A te è piaciuto?
- Molto eccitante. Che sei una puttana te l’hanno detto?
- Ci pensi tu ogni volta. E sai che in scarico non mi piace che mi si chiami così…
- Hai ragione, scusa. Ma io non sono in scarico.
- Ormai sono tre settimane che non vieni. Vorrei farti qualcosa, ma non ho la chiave.
- Mi hanno fatto venire, ieri l’altro.
- Davvero?
- Sì, ma non pensare. Estefania mi ha inculato con uno strap on, mi ha solo svuotato le palle senza che sentissi nulla. Zero piacere.
- Senti senti…interessante. E mi piacerebbe vederti inculato. O mentre succhi un cazzo, perché no.
- Non farti venire idee.
- Mi sono già venute, se è per quello. Ma aspetterò di tornare a casa. Dormi con me?
- Volentieri. Un bel cambio rispetto alla brandina.
Feci una doccia e mi accoccolai contro di lui.
- Dormirò più spesso così. È carino sentire la cintura, come se avessi contro un cazzetto piccolo ma durissimo.
- Questa notte ti sfonderei anche con la cintura. O forse sfondo pure quella
- Davvero ti piaccio così tanto?
- Sì. Ti piace sentirtelo dire da tutti.
- Da te di più, gli altri so che lo dicono per scoparmi, tu no. Dormi ora, domani hai la giornata piena.
- Come tutte…
Non lo vidi per tutto il giorno, e pensai che fosse lo scotto per aver avuto una serata libera, e dopo colazione decisi di andare a vedere il mare. C’erano solo altre due persone, una coppia, oltre a Mathias che stava trattando una schiava incatenata per i polsi alla scogliera. Aveva la pelle scura, mulatta o molto abbronzata, ed era piuttosto bella, e guardandole i grossi seni torturati dai soliti pesanti morsetti e da corde che li facevano sembrare due palloncini pronti a staccarsi dal petto ripensai alla mia notte da slave. Mi era dannatamente piaciuta, ed era stato inaspettato trovarmi così a mio agio. Avrei lasciato che Jeff inasprisse il trattamento, anche se come prima volta potevo dire che fosse stato meglio non esagerare. Ed ero contenta di avergli dato il culo, soprattutto davanti ad Ilario che me lo aveva chiesto mille volte. Non sono regali da fare ad uno schiavo, mi giustificai guardando la schiava in quel momento inginocchiata a succhiare il cazzo di Mathias, che appoggiato con una mano alla scogliera sembrava più attento a scrutare l’orizzonte che al piacere che la schiava gli stava dando, un po’ come facevo io quando sul divano a casa tormentavo il cazzo di Ilario guardando la TV o leggendo un libro così, per passarmi il tempo, ma sapendo benissimo quello che facevo provare a lui. E ora sentivo di voler provare sulla mia pelle cosa si provava realmente. Forse sarei tornata lì lasciando Ilario a casa, a vivere l’assenza di responsabilità che si deve provare quando ogni decisione è in mani altrui, quando non si è che una cosa animata che deve solo subire la volontà di qualcuno che prova piacere nel procurarti dolore e umiliazione, o non gliene frega niente di quello che provi. Senza pensare mi portai la mano sul costumino da bagno, con le areole ridotte a una frazione della superficie normale. L’altra coppia non si accorse del mio orgasmo silenzioso, mentre forse la schiava, a cui Mathias stava applicando il guinzaglio dopo averle bloccato le mani dietro la schiena, notò quello che stavo facendo, probabilmente invidiandomi. E immaginai me stessa al suo posto, impossibilitata a ricevere piacere o a darmelo, provando un’altra ondata di piacere. I suoi seni ora liberi dalle corde puntavano leggermente verso il basso, forzati anche dal peso, e ondeggiavano mollemente ad ogni passo. Sentii Mathias chiamarla vacca, che era l’immagine mentale formatasi nella mia mente guardandola in quel momento. Quello che mi ero sentita io la notte prima, una vacca da monta, anche se le mie tette non ondeggiavano avanti e indietro sotto i colpi di Jeff, ma solo perché erano schiacciate sul tavolo. E pensai ad Ilario, a come avevano danzato i suoi genitali sotto i colpi di Estefania. Sapevo cosa avrei fatto a casa, appena tornati.

scritto il
2023-03-18
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