Iniziazione

di
genere
prime esperienze

Salve a tutti, mi chiamo Alma…e sono una prostituta.

O almeno, non nel senso stretto del termine. Vendo il mio corpo tramite foto, video, intimo usato, webcam e cose del genere per soldi. Non mi piace farlo, non mi piace pensare alla mia vita come uno strip continuo, ma nei miei ricordi la mia famiglia è sempre stata alla ricerca affannosa -quasi febbrile- di soldi, e da quando sono scappata da casa anch’io devo arrangiarmi in qualche modo.
Parlando brevemente di loro, ciò che ricordo è che si viveva di risparmi e di quel poco che mio padre portava a casa con il suo lavoro…i soldi però finivano in fretta: per le bollette, per il cibo, per la benzina, ma soprattutto per il terribile vizio di mia madre. Non ho mai avuto un vero rapporto con lei, nessuna parola affettiva, nessun momento madre-figlia, alla fine non ricordo nulla se non abusi fisici e verbali da parte sua; mio padre continuava a ripetermi che fosse malata, che quelle bottigliette alle quali si attaccava servissero da antidoto, ma più crescevo più mi rendevo conto quanto mi mentisse ogni giorno. Nonostante questa enorme bugia lui al contrario era sempre stato dolce con me, mi svegliava dolcemente al mattino, mi preparava i pasti, mi vestiva bene, mi accompagnava a scuola e mi raccontava storie prima di andare a letto.
Non ho mai capito perchè avesse voluto nella sua vita una donna come mia madre, nè perchè continuasse a stare assieme a lei nonostante era evidente quanto fosse sbilanciato il rapporto.

Ero ancora adolescente quando morì mio padre, e se fino a quel momento ero stata lontana dal vero volto di mia madre con uno stipendio in meno la situazione cambiò all’improvviso, gli abusi aumentarono al punto che sotto minaccia diventai una serva più che una figlia, mia madre si lasciò del tutto andare vendendo il suo corpo per pochi soldi mentre casa nostra si trasformò in un viavai di uomini sporchi, puzzolenti, violenti.
Peccato che i guadagni sparissero con più velocità di quanto si accumulassero: in dispensa mancava il cibo, i guasti non venivano riparati, non si potevano più comprare libri, accessori o oggetti non essenziali. Evidentemente neanche i vestiti erano essenziali, diverse volte ho beccato degli uomini nudi girare per casa che al posto di coprirsi si mostravano a me quasi orgogliosi (tra le risatine di mia madre) e fin troppe volte mi sono sentita addosso gli sguardi maliziosi dei suoi partner.
Più mi sviluppavo più avevo paura, compiuti i 18 iniziarono le palpatine e aumentarono i commenti viscidi sul mio aspetto, i frequentatori della casa bramavano il mio giovane corpo e nel frattempo mia madre al posto di difendermi era diventata sempre più scurrile ed esplicita; temevo così tanto mi accadesse qualcosa che evitavo qualsiasi tipo di contatto con lei e gli altri, anzi, pur di non stare 5 minuti a tavola rubacchiavo del cibo in giro e lo divoravo barricandomi in camera.

Una notte però la situazione precipitò. La ricordo ancora come fosse ieri, forse non se ne andrà mai dai miei incubi.
Nel cuore del sonno fui svegliata di soprassalto da rumori incessanti alla porta. “Fammi entrare! Fammi entrare cazzo o la faccio sfondare!”. Preoccupatissima spostai l’armadio (era quella la mia maniera di barricarmi) per vedere mia madre mezza nuda con la faccia arrossata, mentre veniva tirata dai capelli da due persone adulte. “Ora ti devo chiedere una cosa, e tu la devi fare altrimenti sarà peggio per te. ZITTA! Non mi interrompere altrimenti ti ammazzo!” Era passata dallo strascicare le parole ad un tono alterato, sicuramente era ubriaca o peggio. “Allora, vedi questi due signori? Ecco, ora tu ti togli i vestiti e loro ti danno tanti regalini! Capito? Tanti regalini. Così ci compriamo le cose per farci belle? Va bene?” Fu interrotta da uno di loro con sguardo minaccioso: “PUTTANA, taglia corto che abbiamo voglia qui!”
Così lei riprese in maniera docile “Sì, sì, tutto quello che volete amori miei! Tesoro di mamma, dato che io sono vecchia e brutta non basto più, ora vogliono te. Quindi adesso tu ti spogli, prendi i loro cazzi in mano e fai tutto quello che ti dicono eh? Pagano bene e a noi i soldi servono, ti ricordi che i soldi servono?” Ne seguì una risata sguaiata, mentre gli uomini si leccavano le labbra. Nel contempo io ero sotto shock. Non riuscivo a crederci, non riuscivo a pensare figuriamoci a reagire in qualche modo.
Provai ad obiettare, a far ragionare mia madre, a implorarli persino, ma niente. Lei continuava a sostenere che ormai ero abbastanza grande da racimolare dei soldi, era piena di debiti e per me pagavano molto più rispetto a quello che offrissero a lei.
Così tra le lacrime iniziai a togliere il pigiama, prima la parte di sopra, poi la parte di sotto rimanendo in intimo. I tipi mi divoravano con gli occhi mentre si massaggiavano la patta dei pantaloni, mia madre mi guardava quasi orgogliosa (pregustava i soldi probabilmente) “Su, continua bella di mamma! Togli togli che siamo curiosi di vedere quanto sei cresciuta!” ripeteva in tono canzonatorio.
Era il momento del reggiseno…il mio seno era acerbo, ma evidentemente in quel momento non importava. Volevano vedermi nuda per la prima volta, sogno proibito di molti. Per non prolungare l’agonia lo tolsi più velocemente possibile coprendo il seno…peccato ora toccasse alle mutandine.
Un uomo dei due però non resistette più, mi prese per un braccio e mi portò vicino a lui intimandomi di abbassargli i pantaloni, l’altro invece rapito dalla scena aveva iniziato a masturbarsi e appena gli fui vicino ne approfittò per darmi una sonora pacca sul sedere.

Non potevo tirarmi indietro dato che mi stava stritolando il braccio, in quel momento avvenne la mia prima performance da prostituta.
Abbassai jeans e boxer del signore per veder svettare prepotentemente un cazzo grosso, peloso, in completa erezione, proprio davanti la mia faccia. Ne avevo visti altri ma era la prima volta che ne vedevo uno così da vicino.
“E adesso succhialo! Prendilo in bocca e succhialo per bene, sei una puttana proprio come tua madre!” Furono queste le ultime parole prima di assaggiare quel sapore acre per la prima volta, parole alle quali non potei mai dare risposta dato che il secondo dopo lo spinse con forza nella mia bocca, quasi soffocandomi.
Quella notte la mia boccuccia fu profanata violentemente, per non parlare della mia patatina…non ero del tutto vergine perché già da un po’ facevo uso di vibratori, ma anche in quel caso era la prima volta che accoglievo qualcosa di caldo e pulsante dentro di me.
Devo essere sincera, non è come me lo aspettavo: zero piacere, solo bruciore, e questa sensazione di fastidio rimase sia durante la prima che seconda penetrazione, una volta che il primo uomo scaricò tutto il suo succo dentro di me.
Il secondo invece preferì schizzarmi tutto addosso, raggiunto l’apice del piacere estrasse il cazzo lucido di umori e si masturbò furiosamente vicino la mia testa, inondandomi il volto e pulendosi infine con i miei capelli a mo’ di asciugamano.
Questo è ciò che ricordo.

Diversi anni sono passati da quella notte, e sebbene sia giovanissima potrei raccontarne tante sulla mia vita…la trasformazione delle mia indole da sottomessa a mistress, la fuga da casa, i vantaggi di avere come clienti uomini anziani o sposati, il rapporto lesbo con la mia ex coinquilina, la dominazione di coppie giovani e ragazzini arrapati…

Tutti i protagonisti della storia sono maggiorenni.
Per commenti e altro scrivere a martalma2000@hotmail.com
scritto il
2023-03-20
3 . 7 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il gioco delle parti.

racconto sucessivo

Olfactophilia
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.