Sensazioni
di
ragazzo
genere
incesti
Sono a casa di zia. In casa ci siamo solo lei ed io. Io sono seduto sul divano, lei traffica in cucina. Mi alzo e vado in bagno. Entro e chiudo la porta a chiave. Con lo sguardo cerco il cesto della biancheria sporca. Solo pensando a quello che sto per fare sento il membro che mi si indurisce nelle mutande. Mi avvicino al cesto e lo apro, cominciando a frugarci. Trovo due paia di mutandine usate, uno nero e uno violetto. La prima cosa che faccio non è annusare o leccare. Mi piace prima esaminarle con lo sguardo. Le mutandine viola presentano un lieve alone più scuro sulla porzione di tessuto che qualche ora prima era adagiata al sesso della zia. Mentre conduco questa ‘analisi visiva’, mi rendo conto che devo sbottonare i jeans. Abbasso pantaloni e mutande, e la mia asta scatta puntuale verso l’alto. Avvicino le mutandine viola al mio viso. Il loro profumo mi prende totalmente, separandomi dallo spazio e dal tempo che sto vivendo: chiudo gli occhi, e con la mente torno a 7-8 anni fa, quando all’età di 15 anni cercavo ogni scusa per andare a casa della zia a masturbarmi annusando le sue mutandine usate. Quel profumo inebriante passa in un attimo dalle narici al cervello, per poi scendere verso il basso sotto forma di un brivido lungo la schiena. Quasi senza accorgermene ho avvolto l’altro paio di mutandine alla mia asta e sto furiosamente andando su e giù. Chissà come sarei, visto dall’esterno. Questo pensiero mi fa per un attimo tornare in me. Non voglio destare sospetti, per cui mi fermo e ripongo il mio tesoro nel cesto della biancheria. A fatica mi abbottono i jeans. Cerco di calmarmi con un po’ di acqua fredda sul viso. Mi guardo allo specchio e quasi mi sembra di osservare un’altra persona. Apro la porta ed esco dal bagno, chiedendomi cosa mi fosse preso. “Certe passioni sono dure a morire”, penso.
Un saluto ai lettori, grazie per il vostro tempo. Mi scuso per eventuali errori. Spero che il racconto sia stato di vostro gradimento.
p.s. La frase che chiude il racconto non è mia, ma di un’amica.
Un saluto ai lettori, grazie per il vostro tempo. Mi scuso per eventuali errori. Spero che il racconto sia stato di vostro gradimento.
p.s. La frase che chiude il racconto non è mia, ma di un’amica.
2
voti
voti
valutazione
3
3
Commenti dei lettori al racconto erotico