Passa la banda
di
Liana
genere
etero
Un giovedì sera di fine luglio. domani è la festa del patrono della città, perciò, vigilia di un ponte, fino a lunedì non si lavora; mannaggia che fare?
Tutti gli amici sono in vacanza, non so cosa inventarmi per questi tre giorni, per non annoiarmi.
Suona il cellulare, riconosco la suoneria, sei tu amico mio.
“Liana te la senti di partire domani mattina presto diciamo alle 2 di notte?”
“certamente e dove andiamo?”
“so della tua passione per il naturismo, ho riservato una casa al villaggio di Baska sull’isola di Krk•
Credo di aver urlato per la gioia, mi piace fare la nudista, non devo depilarmi la passerina che è la cosa che più detesto, mi piace troppo la mia peluria, invece così, una sistematina e via all’aria aperta.
Notte insonne tanta era la voglia di partire.
La sera prima avevo messo lo stretto necessario in un borsone.
Sento lo squillo del cell vuol dire che stai partendo da casa, veloce doccia, mi vesto e già suoni il clacson.
Veloce viaggio in autostrada.
È l’alba quando arriviamo al villaggio.
Sistemiamo le cose e via in spiaggia come mamma ci ha fatto.
Parecchi ragazzi della mia età completamente nudi ci sono attorno, della tua nessuno, si vede che si sentono troppo maturi, che sciocchi.
Da come reagiscono i loro guerrieri,penso stiano giudicandomi una bella figa e si che dovrebbero essere abituati alla nudità di una donna,anche perchè c’è ne sono parecchie in giro.
Guardo il mio uomo,lui è l’unico che c’è l’ha ammosciato,ma lui conosce ogni cm del mio corpo.
Lo tranquilizzo con gli occhi,gli faccio capire che desidero solo il suo,gli altri sono appendici che non mi interessano.
Abbiamo fatto amicizia, nuotato,scherzato e giocato con loro.
Ma io desidero essere tua e voglio tu sia solamente mio.
Mi piace dedicarmi solo a colui che sta con me, quel giorno ho questa voglia, ti voglio solo per me.
La giornata trascorre veloce.
Si sta facendo sera, il sole è quasi al tramonto, mi alzo, saluto i ragazzi con la mano, ti prendo per il pene come fossi il mio cagnolino, no meglio, da quello che ho in mano, assomigli di più ad un pastore tedesco, almeno penso, anche perché non ne ho mai visto uno.
Per loro deve essere un bel spettacolo, ci guardano, leggo tanta invidia nei loro occhi, chissà in quanti vorrebbero essere presi al guinzaglio.
Noi due nudi, siamo belli, mi sento bella e tu lo sei, nella tua maturità sei fantastico.
Andiamo verso la casa che abbiamo affittato.
È un giorno di festa oggi nel villaggio.
Tutta la cittadina naturista sembra un gran pavese.
Bandierine messe in ogni angolo, sventolano alla brezza serale.
Nell'aria si sente un dolce profumo.
Ma non è la festa che mi interessa.
Entriamo in casa, penso sia meglio lasciarti libero, il guinzaglio comincia a diventare troppo rigido.
Ci facciamo una ristoratrice e purificante doccia.
Ognuno per conto suo, troppo pericoloso farla assieme, il mio programma è un altro.
Ci vestiamo.
Siamo nel salotto che da sul terrazzino,la finestra aperta,continua a fare caldo,anche se una leggera brezza ha rinfrescato l’aria.
Stiamo cenando romanticamente,candela accesa, luci soffuse,come sottofondo il rumore delle onde che muoiono sulla spiaggia..
Gli occhi negli occhi,le mani che portano meccanicamente il cibo alla bocca.
Mute le nostre bocche,occupate a masticare.
Parlano gli occhi,promesse di amore,felicità a piene mani,sesso sfrenato.
Arrossisco un po’, ho paura tu possa leggere quello che sto pensando.
Siamo persi nel nostro mondo fatto di ovattata irrealtà.
Improvviso una strana musica si insinua fra di noi,apro gli occhi, lancio un piccolo urlo.
"arriva la banda".
Mi alzo e corro sul terrazzo per vederla passare,tu rimani a tavola.
C'è ancora il mio profumo che sta lentamente svanendo.
Apri anche tu gli occhi, ti giri verso il terrazzo.
Sono appoggiata alla balaustra, il sedere bene in vista fasciato da quell'abito di seta che morbidamente aderisce alle curve,che ben conosci.
Una folle idea,ti avvicini a me, tenendoti basso in modo che dalle altre case non possano vederti,arrivi vicino a me, tocchi le bellissime (sono parole tue) gambe, me le allarghi, ti intrufoli fra di loro, ti siedi con la schiena appoggiata al parapetto.
Rimani lì per un momento, alzi il viso, che celestiale visione: due colonne armoniosamente scolpite nei miei muscoli, frutto dell’intensa attività sportiva.
Le vedi, lunghe diritte, alla loro sommità una piccola foresta, in mezzo, come il beccuccio di una fontana, due invitanti labbra purpuree che aspettano l'assetato viandante.
Non porto le mutandine, chissà cosa avevo in programma se non fosse arrivata la banda (la tua mente formula mille fantasie, ma non lo saprai mai, purtroppo per te la banda è arrivata prima).
Cominci ad accarezzare le gambe, belle, lisce, sali dolcemente verso l'alto, la banda si avvicina, la musica si fà sempre più forte.
Capisco il gioco, ci sto, le allargo un pò,la bocca segue le mani, mille baci sulla pelle che sa di pesca, arrivi alla meta.
La musica si avvicina, annusi il pelo, sa di sali da bagno, di umori, di voglia, allarghi le vaginali labbra, infili la lingua, cominci a leccare, trovi il clitoride, inizi a succhiarlo come il bambino succhia il suo lecca lecca.
Non c’è la faccio più, comincio a mugolare è più forte di me,sei troppo bravo, la tua lingua è come il pennello di un grande pittore, sei un vero artista.
Le ginocchia cominciano a vacillare, ti togli velocemente i pantaloni, gli slip, dando la libertà al pene che come il pennone di una bandiera si erge verso l'alto.
Con la lingua e le labbra,continui a tormentare la conchiglia, cedo, mi abbasso, piegando lentamente, molto lentamente, le ginocchia,con le mani aggrappate alla balaustra.
Prendi in mano il pene, lo indirizzi fra le labbra della fonte, la cappella entra nel paradiso terrestre, viene risucchiata da mille ventose, sale, sale verso l'alto in quella accogliente guaina che è il tunnel della vagina.
È tutto dentro,le cosce sono a contatto con i testicoli, restiamo immobili, non serve muoversi, ci pensano le ventose a massaggiare il pene.
La musica e sotto di noi, trombe, tromboni, flauti,tamburi, fanno a gara per creare una melodia.
La musica è al massimo.
Urlo.
Urli.
Sento il tuo sperma che esce e va a sbattere contro le pareti dell’utero.
Senti il mio miele colare lungo l’asta come lava rovente.
La musica comincia ad allontanarsi.
I nostri corpi sono attraversati da meravigliosi spasmi di delirio sessuale.
Siamo abbracciati,la mia bocca sul tuo orecchio,la tua sul mio.
Sento il tuo caldo alito.
Tu senti il mio.
La banda è arrivata alla fine della strada,svolta,si allontana,la musica sempre più flebile.
Infine il silenzio, nel silenzio la tua voce.
"Ti voglio bene".
La mia voce.
"Ti amo mio meravigliodo uomo".
Poi una sola musica ,una musica che solo le nostre orecchie possono udire.
È una melodia unica, rara, composta da un sommo musicista è la musica dell'amore che i nostri sessi stanno suonando, una canzone che non avrà mai fine.
Ecco la mia fantasia cari amici lettori.
Spero che la sorpresa vi sia piaciuta.
Lo so, sono più brava a descrivere la realtà, con la fantasia non riesco ad esprimermi.
Cmq dai, accettatela è l’opera di una donna che desidera farvi un regalo speciale.
Ciao vi aspetto al prossimo racconto.
Tutti gli amici sono in vacanza, non so cosa inventarmi per questi tre giorni, per non annoiarmi.
Suona il cellulare, riconosco la suoneria, sei tu amico mio.
“Liana te la senti di partire domani mattina presto diciamo alle 2 di notte?”
“certamente e dove andiamo?”
“so della tua passione per il naturismo, ho riservato una casa al villaggio di Baska sull’isola di Krk•
Credo di aver urlato per la gioia, mi piace fare la nudista, non devo depilarmi la passerina che è la cosa che più detesto, mi piace troppo la mia peluria, invece così, una sistematina e via all’aria aperta.
Notte insonne tanta era la voglia di partire.
La sera prima avevo messo lo stretto necessario in un borsone.
Sento lo squillo del cell vuol dire che stai partendo da casa, veloce doccia, mi vesto e già suoni il clacson.
Veloce viaggio in autostrada.
È l’alba quando arriviamo al villaggio.
Sistemiamo le cose e via in spiaggia come mamma ci ha fatto.
Parecchi ragazzi della mia età completamente nudi ci sono attorno, della tua nessuno, si vede che si sentono troppo maturi, che sciocchi.
Da come reagiscono i loro guerrieri,penso stiano giudicandomi una bella figa e si che dovrebbero essere abituati alla nudità di una donna,anche perchè c’è ne sono parecchie in giro.
Guardo il mio uomo,lui è l’unico che c’è l’ha ammosciato,ma lui conosce ogni cm del mio corpo.
Lo tranquilizzo con gli occhi,gli faccio capire che desidero solo il suo,gli altri sono appendici che non mi interessano.
Abbiamo fatto amicizia, nuotato,scherzato e giocato con loro.
Ma io desidero essere tua e voglio tu sia solamente mio.
Mi piace dedicarmi solo a colui che sta con me, quel giorno ho questa voglia, ti voglio solo per me.
La giornata trascorre veloce.
Si sta facendo sera, il sole è quasi al tramonto, mi alzo, saluto i ragazzi con la mano, ti prendo per il pene come fossi il mio cagnolino, no meglio, da quello che ho in mano, assomigli di più ad un pastore tedesco, almeno penso, anche perché non ne ho mai visto uno.
Per loro deve essere un bel spettacolo, ci guardano, leggo tanta invidia nei loro occhi, chissà in quanti vorrebbero essere presi al guinzaglio.
Noi due nudi, siamo belli, mi sento bella e tu lo sei, nella tua maturità sei fantastico.
Andiamo verso la casa che abbiamo affittato.
È un giorno di festa oggi nel villaggio.
Tutta la cittadina naturista sembra un gran pavese.
Bandierine messe in ogni angolo, sventolano alla brezza serale.
Nell'aria si sente un dolce profumo.
Ma non è la festa che mi interessa.
Entriamo in casa, penso sia meglio lasciarti libero, il guinzaglio comincia a diventare troppo rigido.
Ci facciamo una ristoratrice e purificante doccia.
Ognuno per conto suo, troppo pericoloso farla assieme, il mio programma è un altro.
Ci vestiamo.
Siamo nel salotto che da sul terrazzino,la finestra aperta,continua a fare caldo,anche se una leggera brezza ha rinfrescato l’aria.
Stiamo cenando romanticamente,candela accesa, luci soffuse,come sottofondo il rumore delle onde che muoiono sulla spiaggia..
Gli occhi negli occhi,le mani che portano meccanicamente il cibo alla bocca.
Mute le nostre bocche,occupate a masticare.
Parlano gli occhi,promesse di amore,felicità a piene mani,sesso sfrenato.
Arrossisco un po’, ho paura tu possa leggere quello che sto pensando.
Siamo persi nel nostro mondo fatto di ovattata irrealtà.
Improvviso una strana musica si insinua fra di noi,apro gli occhi, lancio un piccolo urlo.
"arriva la banda".
Mi alzo e corro sul terrazzo per vederla passare,tu rimani a tavola.
C'è ancora il mio profumo che sta lentamente svanendo.
Apri anche tu gli occhi, ti giri verso il terrazzo.
Sono appoggiata alla balaustra, il sedere bene in vista fasciato da quell'abito di seta che morbidamente aderisce alle curve,che ben conosci.
Una folle idea,ti avvicini a me, tenendoti basso in modo che dalle altre case non possano vederti,arrivi vicino a me, tocchi le bellissime (sono parole tue) gambe, me le allarghi, ti intrufoli fra di loro, ti siedi con la schiena appoggiata al parapetto.
Rimani lì per un momento, alzi il viso, che celestiale visione: due colonne armoniosamente scolpite nei miei muscoli, frutto dell’intensa attività sportiva.
Le vedi, lunghe diritte, alla loro sommità una piccola foresta, in mezzo, come il beccuccio di una fontana, due invitanti labbra purpuree che aspettano l'assetato viandante.
Non porto le mutandine, chissà cosa avevo in programma se non fosse arrivata la banda (la tua mente formula mille fantasie, ma non lo saprai mai, purtroppo per te la banda è arrivata prima).
Cominci ad accarezzare le gambe, belle, lisce, sali dolcemente verso l'alto, la banda si avvicina, la musica si fà sempre più forte.
Capisco il gioco, ci sto, le allargo un pò,la bocca segue le mani, mille baci sulla pelle che sa di pesca, arrivi alla meta.
La musica si avvicina, annusi il pelo, sa di sali da bagno, di umori, di voglia, allarghi le vaginali labbra, infili la lingua, cominci a leccare, trovi il clitoride, inizi a succhiarlo come il bambino succhia il suo lecca lecca.
Non c’è la faccio più, comincio a mugolare è più forte di me,sei troppo bravo, la tua lingua è come il pennello di un grande pittore, sei un vero artista.
Le ginocchia cominciano a vacillare, ti togli velocemente i pantaloni, gli slip, dando la libertà al pene che come il pennone di una bandiera si erge verso l'alto.
Con la lingua e le labbra,continui a tormentare la conchiglia, cedo, mi abbasso, piegando lentamente, molto lentamente, le ginocchia,con le mani aggrappate alla balaustra.
Prendi in mano il pene, lo indirizzi fra le labbra della fonte, la cappella entra nel paradiso terrestre, viene risucchiata da mille ventose, sale, sale verso l'alto in quella accogliente guaina che è il tunnel della vagina.
È tutto dentro,le cosce sono a contatto con i testicoli, restiamo immobili, non serve muoversi, ci pensano le ventose a massaggiare il pene.
La musica e sotto di noi, trombe, tromboni, flauti,tamburi, fanno a gara per creare una melodia.
La musica è al massimo.
Urlo.
Urli.
Sento il tuo sperma che esce e va a sbattere contro le pareti dell’utero.
Senti il mio miele colare lungo l’asta come lava rovente.
La musica comincia ad allontanarsi.
I nostri corpi sono attraversati da meravigliosi spasmi di delirio sessuale.
Siamo abbracciati,la mia bocca sul tuo orecchio,la tua sul mio.
Sento il tuo caldo alito.
Tu senti il mio.
La banda è arrivata alla fine della strada,svolta,si allontana,la musica sempre più flebile.
Infine il silenzio, nel silenzio la tua voce.
"Ti voglio bene".
La mia voce.
"Ti amo mio meravigliodo uomo".
Poi una sola musica ,una musica che solo le nostre orecchie possono udire.
È una melodia unica, rara, composta da un sommo musicista è la musica dell'amore che i nostri sessi stanno suonando, una canzone che non avrà mai fine.
Ecco la mia fantasia cari amici lettori.
Spero che la sorpresa vi sia piaciuta.
Lo so, sono più brava a descrivere la realtà, con la fantasia non riesco ad esprimermi.
Cmq dai, accettatela è l’opera di una donna che desidera farvi un regalo speciale.
Ciao vi aspetto al prossimo racconto.
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