Finto Etero

di
genere
gay

Un sabato mattina, mi reco a fare spesa, vedo che vicino al market, ha aperto un nuovo bar e ne approfitto per bere un caffè. Non c’era ancora molta affluenza, forse perché nuovo, per questo il proprietario di nome Alessandro, nonché tuttofare lì dentro, mi dedica un po’ di attenzioni. Mi racconta che è un ex carcerato, finito dentro per un passato molto opaco per questioni di spaccio. Mi dice che è consapevole dei suoi sbagli e che a parte che quell’errore è sempre stato una persona sensibile e socievole. Mi complimento con lui per esser riuscito ad aprire un bar, con non pochi sacrifici, e faccio per battergli il cinque. Da quel gesto inconsapevole è nata la nostra passione: intrecciamo semplicemente le dita delle nostre mani e immagino per entrambi sia scattato qualcosa da quel contatto innocente. Fisicamente è un ragazzo palestrato, tatuato, bello possente e robusto, quasi un po’ il prototipo di maschio alfa etero, abbastanza sicuro di sé e coatto. Ma gli stereotipi spesso sono solo ingannevoli, e per fortuna questo è uno dei casi. A ogni modo, quella mattina, dopo aver chiacchierato un po’, lo saluto e lui mi invita a fare un aperitivo il giorno seguente, per conoscerci meglio, visto che non ha molti conoscenti ormai. Ci incontriamo la domenica seguente pertanto, io vestito in Polo, jeans e sneakers e lui in canotta nera, cappello nero messo al contrario, pantaloncini beige e infradito nere. Non male, davvero, lui… Vede che all’inizio gli guardo i piedi etc e mi dice che ha sempre molto caldo, si scusa se non ha optato per un outfit migliore ma gli dico che sta molto bene. Dopo tante risate e scambi di sguardi molto complici tra noi, mi propone di andare a prendere da bere a un pub di un suo amico, e accetto. Questo bar è molto carino, è di una coppia alla mano, due suoi amici di infanzia, Marco e Michael, che si sono innamorati e sposati da pochissimo. Capisco che l’ambiente è molto familiare e mi avvicino molto a lui, perché mi fa l’effetto di una calamita il suo corpo così sensuale e virile. Iniziamo ad avvicinarci, ci prendiamo le mani più volte durante la serata, cerchiamo spesso il contatto, lui addirittura mi fa piedino e lì capisce che non resisto più e mi chiede di salire su da lui, che abita a 300 metri. Durante la passeggiata mi mette il braccio sopra la mia spalla, e camminiamo come fossimo una coppia per tutto il tragitto, io addirittura intreccio la mia mano alla sua senza staccarci fino alla porta. Saliamo su e mi propone di andare a metterci sopra il divano, lui si leva le infradito, io scarpe e calzini e ci mettiamo seduti. Ovviamente il primo contatto è tra i nostri piedoni morbidi nudi che si strusciano come due serpenti in calore. Dopodiché lui si alza e si mette seduto sopra di me, intreccia le sue mani alle mie e mi dice “non sai cosa ti farei in questo momento”. Iniziamo a spingerci con le mani, ma lui è davvero forte e mi sovrasta facilmente, tanto che mi sussurra in un orecchio di lasciar perdere, che tanto mi annienterebbe. Iniziamo a baciarci ardentemente, in una maniera eccessivamente passionale, quasi violenta, mi morde le labbra, mi sputa in gola, io faccio lo stesso con lui mettendomi ora io sopra di lui. Iniziamo a spogliarci e a lanciare i nostri indumenti al pavimento. Comincia così una sessione di cavalcata pura tra i nostri corpi, ci infiliamo in tutte le posizioni, ci lecchiamo i piedi, intrecci di mani infiniti, che ve lo dico a fare… Io e Ale stiamo insieme da quel giorno e lo facciamo in questa maniera da sempre, penso non ci stancheremo mai. Beato il batti cinque e le sue infradito nere.
scritto il
2023-06-17
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