Sexlehrerin

di
genere
prime esperienze

La musica è tutta intorno a noi, ci cerchiamo con gli sguardi.
Ti vedo.
La tua bellezza mi infiamma, mi fa dimenticare quello che mi affligge, mi ispira libertà e passione.
Fingo indifferenza e mi verso da bere, mi faccio trasportare dal ritmo, ti lascio briciole di pane sotto forma di sguardi incuriositi, mentre un sorso di vino mi addolcisce la gola e mi confonde la mente.
No, non la confonde.
Riesce a rendermi più lucida, a farmi capire che cosa voglio: te.
Voglio te. Ti desidero e tu lo sai.
Ballo per un po' con un paio di amici, senza perderti di vista seguo le tue mosse e i tuoi passi.
Poi mi guardi e il tempo si ferma in quel preciso istante.
Ti avvicini, sensuale, provocante. La tua carica erotica mi immobilizza e mi schiaccia a terra, mi paralizza le gambe, mi fa bagnare.
Proprio così.
Le mie fantasie, senza pudore, sconvolgono il mio corpo e la mia mente.
Voglio toglierti i vestiti e, indifferente agli sguardi di chi ci circonda, farti assaggiare quello che hai provocato.
Fantastico sulla tua lingua tra le mie gambe. Non riesco a trattenere un sospiro, te ne accorgi e, accelerando il passo, ti avvicini fino a sfiorarmi.
Balli un po' con me, innocente come un lupo in agguato nella notte, simulando amicizia.
Fra simili ci si capisce.
Di nascosto una mano accarezza zone pericolose, aumentando l'effetto che hai su di me.
Mi prendi per mano, mi inviti ad alta voce a farti compagnia mentre fumi una sigaretta.
Ci dirigiamo verso l'esterno ma cambiamo direzione all'ultimo.
Nessuno ci vede salire le scale e infilarci nella prima camera che troviamo, nessuno potrà giudicarci.
Non c'è la chiave, ma decidiamo di rischiare.
Prendi una sedia e la metti davanti la porta, come se potesse servire a qualcosa, poi mi spingi sul letto.
Sono impacciata, non capisco cosa sta succedendo ma allo stesso tempo ne sono conscia: libertà, sto per assaporarti.
Ti siedi accanto a me, mi accarezzi il viso, mi sposti i capelli.
Avvicini le labbra, sussurri qualcosa di dolce e mi baci il lobo dell'orecchio.
Prosegui lungo la guancia, verso la bocca, ma la paura mi fa scansare.
Mi tranquillizzi, mi sussurri che è tutto normale, di abbandonare la paura.
Il lupo che tranquillizza l'agnello prima del pasto.
Mi fai chiudere gli occhi. Sento le tue labbra vicino alle mie, le percepisco con i sensi: Libertà, eccoti arrivata, pronta ad accogliermi tra le tue braccia.
Il bacio è appassionato, quasi non avessi tempo di lasciarti andare a qualche dolcezza.
La tua mano mi accarezza il collo, si infila sotto la maglia, dentro il reggiseno.
Non so cosa fare, qualsiasi gesto, ogni parola mi sembra d'intralcio.
Decido di ricambiare il tuo bacio e rilassare finalmente le labbra.
Ti poggio una mano sul fianco, con la tua mi stuzzichi il capezzolo.
Sorridi, mi dici che sono già eccitata.
Probabilmente se ne erano accorti tutti, in quella sala.
Mi suggerisci cosa fare, mi scuso per la mia goffaggine, seguo alla lettera ciò che dici.
La mia mano trema a contatto con la tua pelle. Mi faccio coraggio e proseguo.
Mi togli la maglia, lasciandomi in reggiseno. Come un riflesso allo specchio, ripeto i tuoi movimenti su di te.
Vorrei togliermi i vestiti, vorrei spogliarti, ma ci ricordiamo della chiave mancante. Il rischio aumenta il piacere.
Mi baci sul collo, scendendo verso il seno. La tua mano mi sbottona i pantaloni.
Mi alzo, coraggiosamente abbasso jeans e slip a metà coscia. Mi osservi, mi ammiri, mi fai sentire una regina.
Mi siedo di nuovo accanto a te, ti sussurro quanto ti voglio.
Le tue dita mi accarezzano l'ombelico, tremo di desiderio.
Inizi a stuzzicarmi, a massaggiarmi, a far aumentare la mia voglia. Non posso più muovermi.
Acceleri i movimenti delle dita.
Incredula di fronte a tanto piacere, riesco solo a respirare pesantemente, a soffocare i miei gemiti per non farmi sentire.
Ti imploro di continuare.
Tendo le braccia sul materasso, allargo le gambe.
I miei pantaloni, le tue gambe e il copriletto si inzuppano pochi secondi dopo. Rimango perplessa di fronte a ciò che è appena successo.
Tu ridi, poi mi spieghi tutto, pazientemente.
Tante prime volte, stasera.
Mi suggerisci di tornare a casa a cambiarmi, devi farlo anche tu.
Ignoriamo il letto zuppo, ci ricomponiamo, usciamo dalla stanza e mi offri un passaggio a casa.

Di fronte al portone ti dico di essere troppo stanca per ritornare alla festa.
Mi saluti con un bacio casto sulla guancia e, guardandoti andare via in auto, l'unica cosa che riesco a fare è solo mormorarti un timido:
"Tschüss".


zimirulina.ricci@gmail.com
scritto il
2024-01-25
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