Lo ha deciso lei

di
genere
trio


Non so cosa spinge una persona a scrivere un racconto, potrebbe essere una sorta di esibizionismo, o forse desiderio di condivisione o forse semplicemente desiderio di sentirsi parte di un gruppo. Nel nostro caso, di mia moglie ed io semplicemente condivisione dei fatti che ci portarono ad essere le persone che oggi siamo. Silvia, ha 55 anni ed è sposata con me, Luca, che di anni ne ho 59, da 30 anni. Siamo genitori di due figli ormai autonomi che vivono all’estero per lavoro. I racconti: leggo di incesti, bisex, gay, etero e, raramente,di cuckold, che sta per chi ama guardare la propria moglie. Più precisamente la moglie che fa sesso con un uomo che non sei tu. Leggo di coppie che sono giunte a questo attraverso la visione di film porno, frequentazioni di club vari, tradimenti poi scoperti dovuti, appunto, alla noia del rapporto coniugale. Il nostro percorso, invece, è stato diverso. Siamo di fatto due persone insospettabili nella vita. Silvia e’ una insegnante e veste sempre in modo sobrio ma elegante. È una donna di una bellezza particolare, con quel suo modo di guardare e di sorridere. Nessuno potrebbe mai lontanamente immaginarla come una donna che ama il sesso in ogni sua forma. È una donna riservata ma accade anche che io torni a casa e che venga accolto da un “vieni” provenire dalla camera. Avvicinarmi e poi, sulla porta, trovarla nuda, con solo calze e reggicalze, accoglierti con le gambe oscenamente aperte e che appunto ti dica “vieni”. O sapere che quando presenzia ai consigli di classe lo fa con un plug nel culo o con un ovetto vibrante in figa che io comando da remoto. Quando capita l’attendo a casa, impaziente, perché so che appena rientrata mi chiederà di toglierle il plug, di incularla e farla godere. Questa si chiama complicità! Nel nostro caso l’evoluzione verso un rapporto a tre e’ nata da un crescendo di fantasie che alla fine, una sera mentre si era davanti alla tv, è scaturita in un confronto dove Silvia ha detto “proviamo a trovare una coppia e giochiamo con loro È una fantasia percorribile secondo te? Ma poi chissà se qualcuno si interesserà a noi, alla nostra età?” “Silvia, penso che l’età sia un fatto di poca importanza. Molte coppie potrebbero essere giunte alla decisione di volere trasgredire per le stesse nostre motivazioni. Piuttosto” io ribadii “non ho alcun desiderio di avere un’altra donna, giovane o bella che sia, voglio e desidero solo te, ma se proprio vuoi realizzare questa fantasia sono disponibile ad allargare il nostro rapporto ad un terzo, un uomo” “Accidenti, Luca, mi metti in seria difficoltà perché non ho pensato ad una eventualità di questo tipo. Ti dirò che ho accarezzato più volte l’idea di uno scambio di coppia proprio perché l’idea di avere un rapporto con un uomo diverso da te mi eccita, ma contavo su uno sorta di scambio di favori, insomma mi giustificavo in questo modo” “Silvia, siamo insieme da oltre 30 anni, e ancora oggi io non ho perso quella attrazione, quel desiderio di te, quella voglia di soddisfare il tuo piacere, che avevo da giovane uomo, e tu lo sai! Sentire che ti faccio godere, sentire il tuo piacere montare mentre sono dentro di te è cibo per la mia mente ed il corpo. Facciamo così, cerco su qualche sito un uomo che possa intrigare entrambi, soprattutto te, e dopo, con calma decideremo il da farsi” Ricevuto il tuo assenso per circa 10/15 minuti continuammo a guardare la tv ma io sapevo che non sarebbe potuto andare avanti molto ed infatti tu ti approcciasti a me e una volta capite le tue intenzioni, che per me erano le stesse, il divano ci accolse e facemmo all’amore con passione. Nei giorni a venire nel tempo libero mi dedicai alla ricerca di uno o più candidati da sottoporti. Scandagliai tutti i siti che conoscevo e mi resi conto che pochi erano i profili a cui tu avresti dedicato l’attenzione. Molti, si capiva benissimo, erano millantatori a caccia di attenzione, leoni da tastiera, pochi si presentavano in modo educato e, soprattutto, pochi avevano postato loro foto in modo da poterne giudicare l’aspetto e non solo foto del loro membro. Alla fine, dopo oltre una settimana di ricerca e di scrematura dei profili solo due risultavano essere di nostro gradimento. Ambedue, per puro caso, erano di persone residenti nel veronese. Il prossimo passo era quindi il contatto. D’accordo con Silvia scaricai una app che ci permetteva di chiamarci senza rendere noto il nostro numero telefonico ed inviai ai due, per ora sconosciuti, il nick per chiamarci. Il giorno dopo, nel pomeriggio, vidi a display una chiamata ricevuta al mattino alla quale non avevo dato seguito in quanto impegnato nel lavoro. La sera, a casa, mostrai a Silvia che ero stato chiamato e lei mi disse di richiamare quel contatto. Così feci e dopo pochi squilli ci fu la risposta. Ci rispose un uomo che si presentò come Carlo. 48enne, singolo, di Verona. Bene, pensammo, un primo contatto. Per l’altro contatto dovemmo attendere qualche giorno. Si giustificò dicendo che si trovava all’estero per lavoro e che sperava non fosse troppo tardi. Questi era Pietro,un 51enne residente in un piccolo borgo tra le colline del veronese. Entrambi si dilungarono in sperticati complimenti verso Silvia tanto che lei, ad un tratto, ne parve quasi infastidita. Contattammo entrambi numerose volte, anche a costo di suscitare in loro dubbi sulla nostra effettiva intenzione di incontrali, ma volevamo essere certi della nostra, se mai ci fosse stata, scelta. Alla fine Silvia si convinse che la persona giusta potesse essere Pietro. Ma fu a questo punto che Silvia manifestò delle insicurezze. Disse che non trovava corretto e soprattutto giusto che lei potesse avere un uomo per giocare ed io nessuna donna. Cercai più volte di rassicurarla nel merito e nel farlo le confessai che da tempo desideravo poterla guardare mentre faceva all’amore con un uomo. Era un’idea forte che lei non aveva mai considerato. “Ma, amore, cioè tu mi dici che ti piacerebbe ti tradissi?” “Assolutamente no! Questo no! Non lo approverei di certo, ma questo gioco, a tre, dove sia tu che io siamo consapevoli di trasgredire mi intriga moltissimo” “Sai, Luca, da quando abbiamo iniziato questa ricerca un tarlo si è messo in moto nella mia mente. Mi è accaduto ed accade tutt’ora di eccitarmi, di bagnarmi all’idea, tanto che una volta sono arrivata a darmi sollievo da sola!” “Anche io ne sono molto intrigato, non so cosa ne ricaveremo ma sono fiducioso che sarà una esperienza che ci unirà ancora di più”. Lasciammo passare i giorni con molta serenità. Un paio di volte la settimana mi sentivo con Pietro entrando sempre più in sintonia di intenti. Ho anche detto a Silvia di chiamarlo mentre era a casa sola ma lei mi rispose che non voleva alcun coinvolgimento che non fosse unicamente sessuale. Assolutamente no a tentativi di amicizia. Anzi, mi disse esplicitamente che da quel momento dovevo essere io a prendere ogni decisione e che lei non voleva esserne informata. Insomma mi confermò la sua approvazione ma nessun tipo di coinvolgimento al di fuori di quello legato al sesso. Però Silvia mi disse che dovevo adempiere ad una sua richiesta e che questa non era trattabile. “Di cosa si tratta?” chiesi “Dovrai indossare una cintura di castità per uomo, come quelle che abbiamo visto sui siti. Dovrai lasciare che io chiuda dentro la gabbietta il tuo cazzo! Non voglio che tu possa godere durante l’incontro, sarò io a decidere quando. Anzi vorrei che tu la ordinassi su Amazon e che non andassi ad acquistarla in un sexy shop in modo che tu debba usare il tuo nome per l’acquisto” “Cavolo, amore, non immaginavo che saresti arrivata a tanto” “Credo di esaudire un tuo desiderio chiedendoti ciò, mi sbaglio?” “No, amore, non sbagli” “Allora esaudisci il mio ordine” Anche l’utilizzo della parola “ordine”aveva una sua logica. Era chiaro che su quella strada l’avevo portata io, ma era lei a comandare il gioco! Finalmente giunse il momento di rendere concreto l’incontro. Pietro mi disse che avrebbe apprezzato che noi accettassimo un invito a cena. Dissi a Silvia della richiesta ma lei declinò l’invito adducendo sempre la stessa motivazione: sesso e solo sesso! Mi accordai quindi con Pietro per l’incontro presso un hotel a Rovereto, nei pressi dell’uscita autostradale. Sufficientemente lontano dalla nostra abitazione e senza il rischio di incontrare conoscenti. Venerdì sera, ore 22.00. Noi arrivammo intorno alle 18.00. Silvia era stranamente silenziosa. Era stupenda come sempre. Radiosa, luminosa tanto era bella ai miei occhi e non solo. Respiravamo questa strana atmosfera. Già salendo in ascensore verso la camera si palesava quell’aura di sesso che si poteva, usando un eufemismo, tagliare con un coltello. Mi buttai sul letto e chiesi a Silvia di venire da me. Ci baciammo come due ragazzini. Amo mia moglie più che mai. Cercai di stuzzicarla baciandola sul collo e lei si lascio’ andare senza opporre resistenza. La strinsi a me mentre le mani correvano lungo il corpo. La gonna si sollevò in un attimo. La mano le accarezzava l’interno delle cosce e sentivo il calore emanato dal suo sesso. Riuscii a fare scendere il bordo del collant per dare modo alla mia mano di arrivare alla figa. Una volta arrivato mi resi conto di quanto fosse fradicia. “Amore, sei un lago!” “La senti? Senti quanta voglia ha?” “Di cosa hai voglia?” “Di un cazzo, un cazzo duro, amore!!” Le mie dita le stavano torturando il clitoride non tralasciando il suo buchetto posteriore. Bagnavo il dito medio e poi lo passavo roteandolo sul buco del culo. “Così non fai altro che aumentare la mia voglia!” mi disse mentre mi allontanava da lei. Si sfilò collant e slip e si portò sul centro del letto. Apri le gambe e mi disse “vieni,amore, fammelo sentire, fammi sentire come ce lo hai duro!” Mi portai tra le gambe di Silvia e appoggiai il cazzo alle labbra della figa. Erano gonfie e bollenti. Le schiusi leggermente con il glande e vidi filare il suo piacere “Cosa aspetti? Vienimi dentro, ti prego!” “Pensavo volessi aspettare che ti prendesse lui” “Ora voglio che mi prenda tu! Subito!” Spinsi con i fianchi ed il cazzo scivolo’ dentro di te. “Cazzo, amore, mi desideri proprio! Dio come è duro!” Diedi ancora tre o quattro spinte e poi uscii da Silvia girandola subito con il culo verso di me.”Ora ti faccio sentire come è duro!” Puntai il cazzo sul fiorellino che avevo abbondantemente bagnato con le dita mentre la sditalinavo e piano le entrai dentro. “Sei un porco, non volevo finisse così! Se mi dai ancora due colpi piscio sul letto!” Mi sfilai da lei che si lasciò andare sul letto. Era bellissima, nuda dalla cintola in giù. In cinque minuti avevo assaporato sia la figa che il culo di mia moglie. Guardai tra le gambe e vidi la tua mano che accarezzava il clitoride. “Togli subito la mano da lì!” ti ordinai. “Amore, ho voglia di sborrare, quando me lo hai messo tutto nel culo mi hai fatta impazzire!” “Anche io ho voglia di sborrare ma eseguo la tua richiesta di attendere il mio turno. Dunque ora attendo il tuo”. Detto ciò Silvia si alzò dal letto e si diresse verso il bagno. Entrò e ne uscì quasi immediatamente illustrandomi la bellezza della doccia che definì gigante. Si spogliò davanti a me. Era nuda ed io mi perdevo in lei. Sapeva di essere osservata e rallentava i movimenti, si girava e si piegava mostrandomi la figa che brillava dal piacere che colava dalle labbra. “Mettimelo ancora un po’ nel culo, ti prego” mi chiedesti inginocchiandoti sul bordo del letto ed aprendo le natiche con le mani. Non seppi resistere e le andai dietro e con una sola spinta le entrai dentro sino ai coglioni. “Lo sentì, lo sentì tutto? Ce l’hai nel culo, amore” “Siiii, incula quella troia di tua moglie, falla impazzire. Ho voluto che me lo mettessi nel culo per aprire bene la strada a Pietro se ce ne sarà occasione” Nel sentire ciò immediatamente mi tolsi dal culo di Silvia riuscendo a non sborrare. “Stavi per sborrare, vero, porco? Ti ho detto che non devi” La tua era una tortura. Pensavo che stessi facendomi pagare ciò che stasera sarebbe successo e cioè che tu giacessi con un uomo che non ero io. Ti chiudesti in bagno e sentii scorrere l’acqua della doccia. Ne approfittai per telefonare a Pietro per chiedergli se era già in hotel. Lui mi rispose affermativamente ed io lo lasciai con un “a dopo”. Uscisti dal bagno dopo più di 45 minuti. Decisi di farmi una doccia anche io ma tu mi fermasti. “Ora è molle ed è il momento giusto per indossare la gabbietta. Vieni qui! Chissà come ma avevi tra le mani la gabbietta. Infilasti i coglioni nell’anello che stringesti sino alla misura giusta, poi piano mi hai chiesto di infilare il cazzo nella parte che avrebbe impedito ogni erezione. Una volta infilato tu avvicinasti le due parti sino a bloccarle con un piccolo lucchetto. Mi guardavo e vedevo il cazzo piegato verso il basso ben contenuto in quel piccolo cilindro metallico. “Ora puoi farti la doccia ma prima vorrei testare il funzionamento della gabbietta. Vieni qui” Mi avvicinai a Silvia che si distese sul letto. “Guarda, guardala” mi disse aprendo oscenamente le gambe. “La vedi? Stasera si farà montare, mi farò montare da un uomo del quale non so nulla. Lui ci incontrerà e poi farà sua tua moglie! Ti rendi conto? Tua moglie lo farà sborrare dentro di lei! Porco, sei un vero porco! Vieni qui!!! Sdraiati sul letto” Feci ciò che mi avevi ordinato e mi sdraia sul letto. Tu mi venisti sopra e mi prendesti in mano il cazzo costretto nella gabbietta e lo strusciasti tra le labbra della figa. “La senti come è calda e bagnata? Mmmmm, mi fai morire! Vorresti chiavarmi? Vorresti la mia figa? Dimmelo!” “Cazzo, si che la vorrei! Mi stringe di brutto, mi fa male!” “Bene, significa che non deve diventare duro, deve restare molle come si addice ad un uomo che sta per diventare un cornuto!” “Io cornuto e tu troia” “Siiiiii, troia, ma io stasera godrò di un cazzo che mi farà sborrare più volte e lo farò, glielo bagnerò tutto mentre tu non potrai nulla, non potrai godere o farlo solo diventare duro” . Mentre dicevi questo non smettevi di strusciare il cazzo tra le labbra e poi ti sei abbassata e lo hai preso in bocca. “Che strana sensazione prendertelo in bocca con la gabbietta. Riesci a sentire la lingua?” “Basta!!! Mi stai facendo morire. Basta o mi strappo la gabbietta” “Come vuoi, porco!”. Rimasi nudo a letto e ti guardavo mentre sceglievi cosa indossare cercando nel trolley. Continuavi ad essere nuda e non smettevi di provocarmi. Mi chiedevi se andava bene questo o quel capo di abbigliamento, se dovevi indossare l’intimo o dovevi farti trovare nuda. Ma quello che più mi colpiva era la disinvoltura con cui ti avvicinavi al momento dell’incontro. Sembravi una esperta e non una donna alla sua prima volta. Decidesti di indossare uno string. Un piccolo triangolo di microfibra che copriva a malapena il ciuffo dei peli. Dietro solo un filo usciva dalle natiche. Sui fianchi i due elastici tirati in alto per delineare meglio la linea del corpo. “Certo che ho il culo un po’ grosso e la pancia denuncia gli anni. Chissà se gli piacerò, tu cosa dici?” “Dico che sarà estasiato nel guardarti” “E il seno, amore, mi sembra un po’ cadente” “Silvia hai un seno stupendo ma ciò che è ancora più bello e desiderato sono i tuoi capezzoli così sodi e duri, guardali, solo a guardarli viene voglia di suggerli” Ti guardai cercare ancora nel trolley ed estrarne un reggicalze minimale. Lo posizionasti intorno ai fianchi e lo agganciasti. Poi ti vidi prendere un pacchetto con le calze. Nuove. Erano delle Girardi 10 denari color carne. Leggere e quasi impalpabili. Bagnasti le dita ed una alla volta le arrotolasti per poi infilarle al piede che dove spiccavano le unghie colorate di un rosso carminio. Facevi tutto con lentezza. Quando poi arrivavi alla coscia per me era una tortura. Ti passavi la mano, stirando la calza mentre non lasciavi per un istante i tuoi occhi dai miei. “Ti piaccio, amore, sono sufficientemente porca!” Mentre mi parlavi ruotavi i capezzoli tra le dita.”Guardali, guarda come sono duri. Baciameli!” Mi avvicinai e li baciai entrambi suggendoli come un bambino. “Mmmmmmm, amore, come mi piace” Ti colsi mentre ti stavi togliendo lo string. “Cosa fai? Perché lo togli?” “Vieni qui e succhiami ancora le tette” Ripresi in bocca i capezzoli di Silvia mentre con la mano le stringevo il seno. “Aaahhhhh, dio, che bello” Mi accorsi che ti stavi facendo un ditalino mentre ti succhiavo. Presi la tua mano e la portai alla bocca. Succhiai tutte le dita per non perdermi il sapore di te. “Non ce la faccio più, sono un fuoco dentro. Perdonami, mi sento veramente una troia!” Raccolsi lo string e te lo porsi. Non lo indossasti ma ti vidi andare in bagno e sciacquarti la figa al bidet prima di indossarlo nuovamente. “Senti, Silvia, Pietro e’ già in hotel, se vuoi posso sentirlo ed anticipare l’incontro” “Si, fallo, ti prego. Perché stasera qualcuno deve montarmi e se non sarà lui sarai tu!” Chiamai Pietro e gli chiesi la sua disponibilità che arrivò immediatamente. Anche lui era impaziente e di incontrare Silvia. Mi feci dare il numero di camera e gli dissi che tra dieci minuti ci saremmo stati lì. Nel sentire ciò ti alzasti e ti vidi indossare un vestito di Jersey che aderiva perfettamente al tuo corpo. Arrivava appena sopra al ginocchio. Dopo delle décolleté tacco 12 ti rendevano una regina. Eri stupenda. Invidiavo Pietro che forse non avrebbe mai immaginato di potere avere una donna così seducente. Un filo di profumo sul collo e tra i seni ed eri pronta. Ti sei girata e guardandomi mi hai detto: “Andiamo, amore, portami alla monta, porta tua moglie a farsi chiavare!” Non ti avevo mai sentita così, eri decisamente femmina. La camera di Pietro era al nostro stesso piano ma in fondo al corridoio. La moquette attutiva il rumore dei tacchi. Ti guardavo e non smettevo di adorarti. Ero tentato dal chiederti di rinunciare ma forse tu ti saresti risentita. Davanti alla porta della camera di Pietro ti presi e ti girai verso di me. I miei occhi nei tuoi. Avrei voluto baciarti ma non potevo rovinare quel leggero strato di rossetto che abbelliva, se ancora ce ne fosse bisogno, le tue labbra. Tu mi toccasti tra le gambe, sorridendo. Bussai e finalmente conoscemmo Pietro di persona. Lo guardavo ed effettivamente era un bell’uomo. Capelli sale e pepe, occhi scuri e decisamente ben vestito. Ho pensato, ingenuamente, che avevo scelto bene per te. Non me lo sarei mai perdonato. Entrammo in camera e notai l’ordine che regnava. La valigia al suo posto e anche ciò che era stato estratto da essa riposto con attenzione. L’oscurante della finestra appena sollevato permetteva ad una piccola lama di luce di entrare. Entrambe le luci sui comodini accese. Guardai Silvia e anche lei colse il mio sguardo. Lessi nei suoi occhi l’approvazione per la persona che avevo scelto per il gioco. Silvia ed io eravamo come paralizzati. L’imbarazzo era palese. Nessuno di noi due aveva idea di come si concretizzasse un incontro se da tutti voluto. Avevo vissuto cento e più sliding doors ma non mi avevano aiutato. Pietro ruppe per primo il silenzio presentandosi a Silvia. Le disse che non doveva temere nulla e che in qualunque momento avrebbe potuto dire “no”, come una “safety word”, una parola per fermare tutto. Lui non sapeva come invece io sapevo che Silvia ormai aveva deciso e che lo voleva. Nel telefono avevo delle compilation di musico in vari temi e ne accesi una con musica lenta. Presi Silvia e iniziai a ballare con lei mentre Pietro, compreso il momento, si accomodò su una poltrona. Stringevo Silvia a me mentre le alitavo nell’orecchio per poi farle sentire la lingua lungo il collo. La sentivo sospirare e spingere il suo ventre verso me. “Hai voglia? Ti piace Pietro?” le sussurrai “Si, mi piace e ho voglia da morire! Mi vergogno di me stessa, mi vergogno perfino per come mi sono comportata in camera prima con te. Non so cosa stia accadendo. Mi sento puttana, puttana dentro! E questo nonostante io sia consapevole della nostra complicità” “Non devi temere nulla e men che meno di essere giudicata da me. Cogli il momento e realizza un tuo desiderio e sappi che è anche il mio” Continuavamo a ballare e sentivo sempre più Silvia spingere il ventre verso me. “Vuoi lui? Vuoi ballare con lui?” Mi facesti un cenno con il capo. Ti lasciai e prendendoti per mano ti portai da Pietro che si alzò e ti abbracciò. Ora io ero seduto e vi guardavo. Ti stringeva con decisione, non forte ma fermo. Poi portò una mano sul collo di Silvia e trattenendola la baciò. Ti guardavo mentre ricambiavi il bacio. Immaginavo le lingue intrecciarsi nelle bocche. Poi mi accorsi che una tua mano stava spingendo la sua schiena verso te. Ho immaginato che forse ce lo aveva duro e te lo faceva sentire. “Vieni qui, Luca” mi dicesti. Mi alzai e venni al tuo fianco. Senza lasciarlo per un istante mi dicesti: “Me lo sta facendo sentire, ce l’ha duro, amore. Ti è piaciuto guardarmi mentre mi baciava? Non avrei voluto, per rispetto nei tuoi confronti, il bacio è così intimo, ma non ho resistito, perdonami”. Tornai a sedermi mentre tu e Pietro continuavate a ballare. Nel mentre Pietro piano, molto lentamente, era riuscito ad alzare in vestito sino oltre il bordo delle calze. Lo vedevo che ti accarezzava. E poi poi il vestito si alzò sino ai fianchi lasciando così in vista le gambe e dal bacino in giù. Ora le mani stringevano le tue natiche e lo vedevo allargartele. Non smetteva di baciarti. Erano baci profondi, carichi di desiderio. Ti spinse sul letto e ti venne a fianco mettendo una sua gamba tra le tue. Ora era libero di palparti il seno da sopra al vestito. La mano poi scese tra le cosce e scostò lo string. Avevi le gambe completamente aperte. “Aspetta” gli dicesti. Ti vidi sfilare lo string e tornare a sdraiarti. Lui mi guardò e sorrise. Mi sentivo proprio un cornuto. La sua mano ora era libera di toccarti, di accarezzarti tra le cosce. Aveva la figa a sua disposizione. Dapprima te la prese in mano stringendola e dopo lo vidi con le dita aprirti le labbra. “Aaahhhhh, si, accarezzami li, mi fai morire, continua. Amore, guarda come mi tocca il porco!” Da parte mia stavo cercando inutilmente di contrastare l’erezione che così costretta nella gabbietta mi era impossibile. Piano Pietro con abilità e senza smettere di accarezzarti la figa, anche grazie al tuo aiuto aveva alzato il vestito oltre i seni. I capezzoli che adoravo ora erano scoperti anch’essi alla mercé del mio sostituto. Prese a baciarli mentre le dita si facevano molto più audaci e rapide sia nel torturarti il grilletto che ad infilarsi in figa. Le vedevo lucide di sborra. Allora mi alzai e venni a sdraiarmi accanto a te. “Ti piace, amore mio?” “Luca, mi sta facendo impazzire! Non so quante volte gli ho sborrato sulle dita. Vorrei gridare il mio piacere ma cerco di trattenermi per te!” “Dunque ti fa godere?” “Non so, sono una’altra donna, sborro come mai mi è accaduto. Questo grazie a te, amore. Anche adesso, guarda!!!” Vidi un piccolo spruzzo fuoriuscire dalla figa di Silvia. Ti aveva fatta squirtare per l’ennesima volta. “Aspetta, Pietro, lascia che mi spogli nuda” Ti sei piegata e hai levato il vestito. Ora eri completamente nuda, vestita dalle sole calze. Dio come eri bella!!! “Guardami, Luca, sono nuda, nuda!!!! Nessun uomo oltre a te mi ha mai vista nuda! Cosa mi hai fatta diventare!” Pietro intanto si era accovacciato tra le gambe di Silvia e aperte le labbra con le dita si era messo a leccarle la figa. “Aaahhhhh, cazzo, ssiiiiiii, così, continua così, succhialo, succhialo bene, porco, fammi sborrare, ora, sssiiiiiiiiiiii, sborro, sborrooooo, oh dio, non posso godere così. Cazzo, no, cosa fai, noooooo, dio, mi hai infilato due dita nel culo!!! Nooooooo, mamma mia, mi fai morire!” Pietro andò avanti per oltre mezz’ora a leccare Silvia la quale godette senza interruzione non so quante volte. Aveva il viso stravolto quando imploro Pietro di fermarsi. Pietro si fermò e Silvia si rilassò di colpo. Era esausta. Il viso stravolto. “Fermati un poco, Pietro, lasciami riprendere, mi stai distruggendo”. Ora erano nudi entrambi, seduti contro la spalliera del letto. Silvia non mostrava alcuna vergogna, anzi. Si alzò per andare in bagno a pisciare giustificando il fatto per il numero degli orgasmi avuti. Da parte mia ero ancora completamente vestito. “Luca, perché non ti spogli? Ti voglio nudo!”. Mi spogliai e rimasi con la gabbietta in vista. Pietro non fece alcun commento in merito. Continuava tranquillo a dialogare con me mentre notavo che Silvia intanto aveva in mano il suo cazzo e lo stava segando. Silvia aveva notato che stavo guardando e mi disse: “hai visto che bel cazzo? Non gli è venuto molle neppure mentre chiacchieriamo. Lo hai trovato proprio giusto per questa serata” Ti ho vista abbassare la testa e sparire tra le gambe di Pietro. Vedevo la testa muoversi su e giù con lui che dettava il ritmo con la mano. Poi ti sei alzata dopo che lui ti ha spinta via.”Pietro, stavi per godere?” “Si, mi sono fermato appena in tempo. Hai una bocca fantastica!” “Luca, dammi un preservativo per favore” Presi il preservativo, ruppi la bustina con i denti e lo passai a Silvia che lo appoggiò sulla cappella del cazzo di Pietro e lo srotolò lungo l’asta. Pietro scivolo’ leggermente sul letto e Silvia gli andò cavalcioni sopra. “Guarda, amore, ora me lo metto dentro” La vidi tenere il cazzo di Pietro alla base mentre indirizzava la cappella tra le labbra della figa. Lo vidi entrare tutto, Scivolò dentro la figa di Silvia come nel burro. Silvia inarcò la schiena e rovescio indietro la testa. “Ssiiiiiiiiiiii, tutto, tutto, lo voglio tutto, tutto dentro, sfondami, riempimi la figa, cazzo sborrooooo, dio sborrooooo, mi fai sborrare subito, cazzo, siiiiii” Intanto muovevi i fianchi avanti e indietro mentre Pietro ti succhiava le tette e torturava i capezzoli. “Dovevo scoprire di essere una troia a cinquant’anni!!! Mio dio, ancora, ancora, siiiiii, fammi godere, non smettere, non farlo, cazzo se sborro. Luca, baciami!”!Ni avvicinai a Silvia e la bacia con amore. La sentivo tremare tra le mie braccia. “Mamma mia Luca, non ho mai sborrato tanto così!. Dimmelo sono una troia? Dimmelo amore” “Sei una troia, una vacca da monta, mi stai facendo morire con la gabbietta. Mi fa male il cazzo da morire! Girati che te lo metto nel culo!” “No, tu no, lo voglio nel culo da Pietro” che non se lo fece ripetere due volte e sollevati i fianchi di Silvia e uscito dalla figa punto’ il cazzo sul buco del culo spingendolo tutto dentro. “Ce l’ho tutto nel culo, amore. Sento che pulsa, ha voglia di sborrare, Pietro vuoi sborrarmi nel culo? Porco!” “Girati, troia che ti monto il culo come una figa! Muoviti” Silvia si giro e si posizionò in ginocchio sul bordo del letto. Pietro appoggiò il cazzo nuovamente sul buco che era ormai slabbrato è aperto e con una spinta secca lo affondò nuovamente dentro. Dopo cominciò una monta senza sosta. Pompava Silvia nel culo senza fermarsi un momento. “Dio me lo rompi il culo così, mi sfondi” “Devo fermarmi?” “ Noooooo, no, continua, inculami, sfondami il buco del culo, chiavami il culo come fosse la figa, sborrami dentro, sborra come lo sto facendo io, mi stai facendo colare dal piacere. Mamma che troia che sono diventata, dopo stasera potrei farlo veramente. Sborrooooo, cazzo, Pietro, sborrooooo, vieni anche tu nel culo, godi, porco!” Pietro grugnì mentre si svuotava nel culo di Silvia che crollò sdraiata sul letto con il cazzo di Pietro ancora piantato dentro. Guardavo lui che ancora dava colpi con i fianchi cercando di prolungare il piacere dell’inculata. Silvia invece sospirava. “Dio, Pietro, mi hai fatta morire! Ho goduto come non mai!” Pietro si sfilò dal culo di Silvia la quale lo fermò e gli sfilò il preservativo. “Voglio ringraziarti per il piacere che mi hai fatto provare” Ti ho vista spingerlo sul letto e tu in ginocchio al suo fianco. Mi portai dall’altra parte e ti vidi con il cazzo in mano. “Ora lo pulirò con la bocca per sentire il sapore della sua sborra” dicesti mentre mi guardavi. Così ti vidi prenderlo tutto in bocca mentre con la mano facevi scorrere la pelle per scoprirgli la cappella. “Mmmmmm, è buona, ha un buon sapore la sborra di Pietro, sai? Vuoi assaggiare, amore?” “Ma, cosa dici Silvia” “Vuoi farmi credere che non ti piacerebbe sentire in bocca il cazzo di Pietro? Se ci sarà una prossima volta voglio che lo prepari tu il cazzo che mi monterà! Chiaro?” Riprendesti il cazzo in bocca che era tornato duro. Lo leccavi, la tua lingua girava intorno alla cappella, lo leccavi per tutta la lunghezza. Gli avevi preso in mano i coglioni. “Ohhh, ma sono ancora pieni! Vienimi in bocca, Pietro, svuotali nella mia bocca! Dammi da bere la sborra, la voglio!” Ci mise un po’ Silvia a fare godere Pietro, forse lui voleva godersi la sua bocca sino in fondo. Poi, come prima quando era nel culo di Silvia, grugnì’ e le sborro’ in bocca. Silvia non tolse la bocca se non dopo che lo pulì tutto ed ingoiò ogni goccia di sborra “Guarda, amore, l’ho bevuta tutta! Ora baciami, vieni qui!””Ma ti sei fatta sborrare in bocca!””Siiii, bacia tua moglie dopo che si è fatta sborrare in bocca! Cornuto! Da oggi sei un cornuto!” “Andiamo, amore, andiamo via” dissi a Silvia dopo averla baciata e assaporato la sborra di Pietro. Tu prendesti il vestito e lo string e li indossasti. Solo allora mi accorsi che non avevi mai tolto le décolleté. Senza salutare Pietro lasciammo la camera per avviarci verso la nostra. Nessuno dei due parlava. Entrammo in camera e subito io ti spinsi contro la parete. “Toglimi la gabbietta! Subito! Ti prego, fallo””Mi abbassai i pantaloni mentre tu recuperavi la chiave del lucchetto. Una volta aperto sfilai, non senza fatica, il cazzo dal fodero. Era dolente!!! Faticai anche a liberare i coglioni dall’anello che tratteneva la gabbietta. Il cazzo, libero da ogni impedimento mi diventò duro in pochi attimi. Lo presi alla base e ne liberai la cappella.”Guarda, Silvia, guarda come è duro!” Tu non dicesti nulla. Ti sedetti sul bordo del letto sollevando il vestito sulle gambe per dare modo di mettermi in mezzo ad esse e me lo prendesti in bocca. “Succhialo, succhialo per bene, ora è il suo turno di godere!” La bocca lascio la verga e mi dicesti:”Ti è piaciuto, amore, ti è piaciuto vedermi godere con un altro? Vuoi che torni di là a farmi montare ancora? Se vuoi lo faccio!””Sei una maiala, una vacca!””Siiiii, sono quella che vuoi e da ora in avanti sarai tu a procurarmi i cazzi dai quali mi farò montare e mi faranno sborrare! Tu potrai guardare se e come io lo vorrò! E guardami!” Ti vidi stenderti sul letto.”La vedi? La vedi la figa? E il culo, lo vedi il buco del culo? Da ora in poi la figa l’avrai solo se mi riterrò soddisfatta dei cazzi che mi hai procurato. E comunque non più di una volta al mese e solo per cinque minuti al massimo che potrai usare per fare godere me o per il tuo piacere. A scelta tua. Il culo non lo avrai più, sarà ad uso esclusivo di chi mi monterà! Solo suo! Ora ti faccio sborrare!” Sborrai nella bocca di Silvia un fiume di sborra! “Oh dio quanta ne hai fatta. Dimmi che sei un cornuto! Dillo alla troia di tua moglie””Sono un cornuto, Silvia, siiii, un cornuto” Ebbe inizio così la nostra storia di trasgressione alla veneranda età di cinquant’anni.
scritto il
2023-11-03
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