Una coppia non tanto normale. “Perversa” …CAP4 …...Giocattoli Erotici2.

di
genere
dominazione

Mi presento, sono un Master del Veneto con diversi anni di esperienza, ho 50 anni ed ho avuto diverse Schiave con cui ho giocato…. Ciascuna relazione mi ha lasciato qualcosa dentro e mi ha fatto crescere sia come uomo, sia come Padrone. Se avete il desiderio di scambiare idee considerazioni, oppure sei una donna biologica con tendenze alla sottomissione con esperienza oppure novizia puoi contattarmi… La mia Mail.: padrone55@virgilio.it oppure Telegram @PadroneSevero50.

Non so per voi, ma io ho una diversa percezione del tempo quando so che a breve farò qualcosa di piacevole, sapete, ormai vi ho raccontato che è più di trent’anni che pratico questo gioco, ogni volta crea in me una rinata voglia di scoprire cose nuove, poter condividere questo gioco con altre persone che hanno i miei stessi interessi e coglierne tutte le spigolature e soprattutto il piacere che ad entrambi ne deriva dall’esercitare questa pratica [….] è qualcosa di trascendentale. Detto questo che è semplicemente un mio pensare a voce bassa rituffiamoci nel racconto……
Il tempo scorreva velocissimo tra messaggi e chiamate, così da manifestare la mia vicinanza a lei, la mia sottomessa, il marito sebbene fosse per me un contorno al nostro gioco era piuttosto consapevole che il suo ruolo sarebbe stato marginale, cosa che comunque lui nonostante tutto per far felice la sua compagna aveva accettato di buon grado. Si direte voi ma un cuckold ha bisogno di nutrirsi delle corna della moglie e dell’umiliazione del toro che se la scopa. Certo rispondo io, lui è consapevole che durante i nostri giochi la moglie viene usata da me e scopata in tutti i buchi, a lui rimane solo l’umiliazione che un altro uomo coglie quei frutti in un certo senso acerbi e ben succosi messi a disposizione per l’uso che il padrone (IO) ne voglia fare lasciando l’onere della pulizia dopo l’uso all’essere insignificante chiamato marito. Questo è il modo che mi è più congeniale per far partecipare tutti allo stesso banchetto….
Intanto arrivammo alla serata di venerdì, i messaggi cominciarono ad essere molto più infuocati, sapevamo che presto ci saremmo rivisti ed avremmo dato sfogo di nuovo alle nostre voglie. Visto che quel sabato sarei stato libero da impegni lavorativi, gli proposi di vederci il giorno dopo nel tardo pomeriggio cosicché avremmo potuto andare insieme a fare una passeggiata e con la sera andare tutti e tre a mangiare qualcosa fuori, sarei poi rimasto a dormire a casa loro, avremmo potuto così avere molto più tempo per giocare e stare insieme…
“Padrone, non sa quanto piacere mi possa fare averla qui con me quasi due giorni e poterla soddisfare in tutto ciò che le faccia più piacere, intanto sappia che domani pomeriggio verrà a casa mia la mia migliore amica, lei è parrucchiera tra l’altro, avevo fissato già un appuntamento per questo sabato per potermi fare bella per lei Padrone, pensando che lei mi avrebbe raggiunta come la settimana scorsa Domenica e non anticipando a sabato, se vuole disdico l’appuntamento...”
Naturalmente gli dissi che non doveva assolutamente rimandare l’appuntamento che già aveva preso con la sua amica, io certamente sarei arrivato nel pomeriggio tardi, quindi, non sarebbe stato un problema, avremmo magari posticipato un po’ l’uscita. Le diedi comunque ordini precisi su come doveva vestire per la nostra passeggiata con una sola variante che avrebbe appreso solo nel momento che saremmo stati insieme e di cui adesso non le avrei anticipato. Allo stesso tempo mandai anche dei messaggi a Carlo il marito, per avvertirlo della cosa che avevamo appena organizzato con la moglie in modo tale da sapersi regolare sul da farsi. Mi scrisse … il giorno dopo nel pomeriggio avrebbe portato il loro figlio dai nonni materni in serata sarebbe tornato a casa per accompagnarci nel locale che avremmo scelto per la cena, e che avrebbe atteso in macchina la fine della nostra cena per poi quando ne avevamo voglia riportarci a casa e infine tornare dal figlio dove anche lui avrebbe passato la notte, lasciandoci l’intera casa coniugale a nostra intera disposizione a patto però che gli fosse tolta la gabbia che indossava e gli avremmo dovuto mandare delle foto dei nostri giochi, così che anche lui ne avrebbe potuto godere del nostro incontro. Accettai quella richiesta anche perché, dopo quasi tre giorni di completa castità era giunto il tempo di accordargli anche a lui un po’ di piacere, gli scrissi che gli era concessa in quel fine settimana una sola sega nulla di più. Mi feci dire da lui a che ora sarebbe arrivata la parrucchiera a casa loro in modo da potermi organizzare con i tempi, lui mi scrisse che l’appuntamento sarebbe stato per le 16.30 e che avrebbero finito per le 18.00 questi almeno erano i tempi che Angela le aveva dato.
So cosa starete pensando e debbo dire che forse qualcuno di voi ha colto nel segno. Si non posso negarlo che avere due schiave ai miei piedi è qualcosa che spesso ho pensato ma che fino ad ora non avevo mai realizzato, vedere due donne che dinnanzi al loro padrone fanno effusioni, si baciano e si leccano con passione per poi essere usate entrambe mi procurano almeno a livello mentale una strana e forte eccitazione, specie che ciò avvenga non per loro libera volontà ma per costrizione (naturalmente sappiate bene che in questi giochi nessuno viene realmente costretto a fare cose che non sente dentro di se di volerlo fare anche solo per gioco di ruoli) non che due donne che debbano per forza lesbicare significa che lo debbano essere, ma in quel momento come molti di voi possono ben immaginare si crea una eccitazione tale a livello mentale con una conseguente scarica di adrenalina che molti indugi possono essere superati e molti schemi abbattuti per poi subito dopo rientrare nei propri ranghi di pensiero senza che la cosa abbia un seguito o lasci degli strascichi negativi a livello psicologico. Questo è un po’ come qualsiasi altra pratica, anche un semplice schiaffo, (sebbene io sono assolutamente contrario, la donna come ebbi a dire tempi addietro è un tempio e non va toccata, se non con un fiore, al di fuori di questi giochi che consapevolmente si è scelto di fare, e vale per entrambi), dato alla propria schiava, per correggerla di qualche mancanza che ha fatto verso il proprio padrone, avrà sicuramente un peso ed una valenza assai diversa se lo stesso è dato da un uomo, un compagno, un marito al di fuori di queste pratiche che ripeto fino alla noia sono consapevoli e liberamente volute dagli stessi artefici del gioco. Dopo questo breve inciso ritornando al nostro racconto, appurato i tempi, decisi che sarei arrivato alla stazione della loro cittadina per le 16.30 in modo tale da poter così conoscere l’amica/parrucchiera di Angela. Si presentò come deciso in perfetto orario Carlo, mi accolse con rinnovato piacere (quel fine settimana più lungo del precedente, si sarebbe consumato un nuovo incontro con nuovi giochi a cui lui era rilegato ad essere utilizzato solo come comparsa, se fossimo in una rappresentazione teatrale, ma che in realtà sapevamo entrambi essere un qualcosa di vero e consapevolmente voluto), era un sabato come tanti una bellissima giornata di sole caratterizzata dal solito tran tran caotico di mezzi e persone, in macchina non proferimmo parola su ciò che sarebbe accaduto nel tempo a seguire, sapevamo entrambi che sarebbe stata una scoperta dettata più che altro dal momento. Arrivammo sotto casa lui mi lasciò li e mi salutò rinnovando l’impegno che alle 20.00 sarebbe venuto a prenderci per portarci al ristorante come già in precedenza accordati. In breve tempo sparì nel traffico caotico di quella giornata prefestiva ed io mi avviai verso il portone della loro casa pregustando la scena di sorpresa della mia CAGNA nel vedermi prima dell’orario convenuto. Suonai ci mise qualche minuto a rispondere, avrei voluto essere accanto a lei per gustarmi la scena di stupore nel suo viso nel sentire al citofono la mia voce, mi chiamò per nome mi aprì per salire al suo appartamento, era sulla porta ad attendermi, appena le fui vicino con lo sguardo rivolto verso il basso mi sussurrò con un filo di voce
“Buon pomeriggio PADRONE, non immaginavo arrivasse così presto, la prego di perdonarmi se non mi ha trovato ad aspettarla nuda in ginocchio come avrei dovuto ma come sa di là c’è la mia amica e come vede abbiamo già iniziato la seduta, appena adesso mi sono lavata i capelli, entri e si metta comodo, venga che così faccio le presentazioni.”
Lei è Silvia la mia migliore amica, amica d’infanzia, ci siamo cresciute assieme, rivolta verso la sua amica, lui è … (dopo una breve interruzione) Giovanni, …un caro amico di famiglia, ci salutammo con una forte stretta di mano (da parte mia),
“Accomodatevi sul divano che vado a preparare un caffè cosicché possiate scambiare qualche parola nell’attesa.”
Silvia era una bellissima donna, alta, capelli castani corti, (rasati da un lato), una terza abbondante di seno, minigonna e calze nere autoreggenti, scarpe rosse smaltate con tacco vertiginoso, fisico scolpito un lucidalabbra rosso in coordinazione con le scarpe occhi castano chiari valorizzati con un trucco non pesante ma ben distribuito. Aveva dei piercing sul naso e sulle labbra, scambiammo un po’ di convenevoli, notai spesso i suoi occhi che andavano a posarsi sul mio pacco che era già ben evidente, visto che la mia immaginazione correva in quel momento. Poco dopo arrivò Angela con i caffè ed un po’ di biscotti a contorno, notai anche che si era tolta il reggiseno, i capezzoli premevano appuntiti alla maglietta che indossava in quel momento, la guardai dritta negli occhi, lei abbassò lo sguardo e sorrise compiaciuta, sicuramente del fatto che mi accorsi che si fosse levata il reggiseno. Continuammo con i convenevoli intanto sorseggiando il caffè, finito il quale chiedendo scusa si recarono in bagno per procedere con la sistemazione dei capelli di Angela, io attesi seduto sul divano, dall’altra stanza si udiva un flebile vocio spesso spezzato da qualche risata e da qualche “No dai” quasi urlato da Silvia… Passò poco più di un’ora le due donne comparvero di nuovo in sala, Angela era bellissima, i suoi capelli lunghi sulla schiena aggiustati in due trecce, sembrava una scolaretta, si notavano dei colori splendenti con la luce erano i classici colpi di sole di un biondo platinato, si era anche cambiata indossava una camicia stretta in vita che esaltava ancora di più il suo seno, i capezzoli erano turgidi sembrava volessero bucare la stoffa, una minigonna sgargiante con un paio di calze a rete autoreggenti, ai piedi un paio di stivaletti neri con tacco a spillo…
Si sedettero entrambe di fronte a me accavallando le gambe, due statue giunoniche di una bellezza rara, entrambe molto sexy, percepivo in Silvia un lieve imbarazzo anche se non capivo da cosa ne derivasse, spesso incrociavo il suo sguardo che notavo intento a guardare le mie parti basse… abbiamo cazzeggiato tutti e tre per una buona mezz’oretta quando Silvia si alzò e ci disse che si era fatto tardi e doveva tornare a casa, si congedò dalla sua amica con un bacio ed un abbraccio venne verso di me e mi stampò un bacio sulla guancia dicendo
Silvia “…È stato un vero piacere averti conosciuto, spero vi siano altre occasioni per poter stare assieme a voi senza dover andare via sul più bello…”
In quel momento non capii il suo dire sebbene mi incuriosirono parecchio le ultime parole pronunciate (…sul più bello), comunque io ed Angela la accompagnammo alla porta, prima di andare si voltò di nuovo e ci salutò strizzando l’occhio ad Angela che ricambiò con un sorriso. Richiudendo la porta ci avviammo di nuovo verso il divano…
LEI “Perdonami PADRONE se hai dovuto aspettare così tanto, sai c’è un regalino per te che dovrei mostrarti, vieni in camera da letto ti farà sicuramente molto piacere”.
Mentre andavamo in camera da letto, lei davanti a me le sollevai la minigonna e con la mano iniziai a toccarla sotto, lei ansimò, indossava il plug-in, era senza mutandine, le ordinai di fermarsi ed allargare le gambe, le infilai medio ed anulare nella fica, era un lago sotto….
IO “Lurida CAGNA sei eccitata senza avermi chiesto il permesso sai a cosa vai incontro per essere in questa situazione”
LEI” Si mio Padrone quando ti farà piacere potrai punirmi come meglio credi, non so resisterti e questo tu lo sai benissimo, sono la tua Cagna sempre in calore”
Entrammo in camera da letto un perizoma nero con una evidente striscia biancastra al centro era poggiato ben aperto sul talamo nunziale…
IO “Così era questo il regalo di cui parlavi? …Sai bene quanto ti costerà l’aver infradiciato così tanto il tuo perizoma, mi dimostri ancora una volta la gran troia che sei, non sei in grado di contenerti hai sempre una gran voglia tra le gambe, stasera ti farò capire cosa significa essere così vacca…”
Inginocchiandosi ai miei piedi senza che io glielo ordinassi iniziò a baciarmi le scarpe…
LEI “Ti prego Padrone non farmi male, quel perizoma non è il mio, quello è della bagascia di Silvia, mentre mi aggiustava i capelli le ho raccontato di noi, che sei il mio Padrone, le ho anche mostrato alcune foto del culetto viola che mi hai fatto domenica scorsa, di come mi hai scopata il culo, le ho raccontato che mi hai fatta venire 5 volte ed ogni volta mi hai fatto toccare il cielo, sai noi abbiamo scopato spesso insieme quando eravamo più giovani prima di sposarci. Andavamo insieme in discoteca con la scusa di farci abbordare da qualche bel maschione che poi ci ripassava entrambe tutta la notte. Non siamo lesbiche tra di noi non è mai accaduto nulla siamo però tanto intime che ci raccontiamo tutto anche adesso che siamo sposate ed abbiamo entrambe figli, conosciamo ciascuna il corpo dell’altra e non ci sentiamo a disagio se capitasse di essere entrambe nude e giocare con il medesimo uomo. Lei mi ha confidato che ha notato il pacco che ti ritrovi tra le gambe e non le dispiacerebbe assaggiarlo. Era visibilmente eccitata mentre lo diceva, difatti le ho alzata la gonnellina ed ho notato quanto era bagnata nonostante indossasse il perizoma; infatti, l’ho sfilato nonostante lei in un primo tempo si opponesse, le ho chiesto io di lasciarlo qui per te e lei ne è stata contenta di lasciarlo, l’ho persino toccata con il dito dentro era combinata peggio di me, fradicia di umori. Le ho chiesto di aiutarmi a scegliere come vestirmi, è stata lei ad inserirmi il plug-in nel culo anche lei mi ha messo le dita dentro che poi con gusto ha leccato dicendo che sono saporita…”. Non mi aspettavo che quel giorno potesse prendere quella piega, Angela parlava di ciò che è avvenuto con la sua amica poco prima con una certa disinvoltura, quasi come fosse una cosa naturale per due ragazze (signore di quasi mezza età) toccarsi intimamente ed assaggiarsi, le brillavano gli occhi mentre parlava della sua amica, lasciava trasparire un velo di eccitazione anche il suo odore era più marcato, Angela era visibilmente eccitata.
Cambio di programma…. Dovevamo uscire per una passeggiata o almeno questo era l’intento, a questo punto non potevo certo non punirla per essersi eccitata senza il mio permesso. La feci spogliare completamente ed assumere la posizione di ispezione in modo tale da poter verificare quanto fosse il suo piacere, lei in piedi, nuda innanzi a me che gli giravo attorno con fare autoritario, completamente disarmata pronta ad essere violata nell’intimità come un bambino che è stato scoperto a rubare la merendina … occhi bassi a terra guance rosso fuoco, capezzoli appuntiti come chiodi verso l’alto ed una leggera umidità nelle parti basse….
IO “Apri di più quelle gambe lurida Cagna! Hai dimenticato la posizione che devi assumere quando devi essere ispezionata?”
LEI “Chiedo scusa mio Signore non volevo mancarle di rispetto, faccio tutto ciò che vuole ma la prego non……”
Non la feci finire di parlare gli tappai la bocca con la mia mano…. gli intimai con un gesto di fare silenzio, spostai la mia mano che teneva tappata la bocca giù sulla sua fica, poi due dita la penetrarono, era completamente bagnata, gocciolava per quanto fosse eccitata …. Senza parlare mi avvicinai al letto e raccolsi il perizoma che aveva lasciato la sua mica Silvia, era umido e macchiato di bianco lo avvolsi e forzandole la bocca le infilai quella minuscola stoffa maleodorante in bocca, poi mi recai in un cassetto del settimino a fianco del letto e presi un rotolo di nastro adesivo ne strappai un pezzo e con questo le serrai le labbra, Non volevo sentirla parlare mi aveva disobbedito e doveva pagare (imparare a proprie spese) per la mancanza. Mi sfilai la cintura in pelle dai pantaloni e la piegai in due parti uguali impugnandola all’estremità, ben salda, mi posi davanti a lei e le intimai di guardarmi negli occhi le accarezzai con la fibbia delicatamente i capezzoli per farle capire quale sarebbe stata la parte del corpo che avrei percosso, lei sbarrò gli occhi come ad implorarmi pietà ma ormai la cosa era fatta ed ogni decisione presa, dieci colpi per ciascun capezzolo, i primi due o tre leggeri e poi con intensità sempre crescente… lei si dimenava ad ogni colpo a quelli più violenti emetteva delle grida strozzate dal tessuto che aveva in bocca e dal nastro che le serrava le labbra, i suoi occhi rossi fuoco emettevano copiose lacrime che solcavano il viso …. ( la mia schiava nonostante tutto è stata brava non ha utilizzato la Safeword per sospendere la pratica se fosse divenuta per lei insopportabile) di contro oltre al dolore che aveva provato, sull’interno coscia si notava una scia leggera di umidità fino a metà gamba, la cosa dimostrava che aveva sofferto ma le era piaciuto …… la presi per un braccio e la feci sedere sul letto proprio su un pizzo con una leggera spinta la distesi sulla schiena mi allontanai per andare a prendere nel settimino delle corde. Le afferrai una mano e ordinai di alzare una gamba, feci passare il braccio dalla parte interna della sua gamba all’altezza di metà coscia e legai il suo polso all’estremità del piede del letto, allo stesso modo feci con l’altra mano facendola passare internamente all’altra coscia e legando il polso con la corda all’estremo opposto del piede del letto, in questo modo le sue braccia fungevano da divaricatore naturale per le sue gambe disposte a novanta gradi rispetto al resto del corpo, il risultato ottenuto era quello voluto cioè esporre la sua fica completamente aperta e senza ostacoli. Allo stesso modo di come avevo fatto per i capezzoli lo feci per la sua bella fica aperta esposta e bagnata, gli passai la fibbia della cintura sul solco sella sua vagina ed iniziai a percuoterla con colpi ben assestati e precisi, dopo venti colpi le sue labbra erano rosse intense e molto gonfie, Angela si contorceva ad ogni colpo il suo volto era infuocato i suoi occhi pieni di lacrime, decisi che poteva bastare la sua punizione sicuramente aveva imparato la lezione …. La slegai le accarezzai molto dolcemente la fica e poi i capezzoli, la dove poco prima avevo punito, le tolsi il nastro dalla bocca ma le lasciai dentro il perizoma, la feci mettere a pecorina e spogliatomi, ormai in tiro, le feci il culo fino in fondo senza utilizzare creme o unguenti vari; infatti, dopo una prima resistenza riuscii a spingerlo dentro fino in fondo. Lei godeva, diversi gemiti strozzati gli uscivano ad ogni pompata, quando fui pronto a sborrare la presi per i capelli la feci inginocchiare e allargare la bocca sborrandole dentro sulla stoffa bagnata di umori di Silvia e saliva della mia cagna poi ripresi il nastro e le chiusi di nuovo la bocca. Le misi al collo il collare la feci mettere a terra a quattro zampe e gli misi il guinzaglio portandola in cucina con me, durante il trattamento feci diverse foto che inviai al cornuto con il messaggio che per quella sera non saremmo usciti di casa. Mi misi a preparare io la cena lei era in sala in ginocchio completamente nuda e visibilmente provata da ciò che era accaduto, mi avvicinai a lei le presi il viso dolcemente la tolsi il nastro dalla bocca e il perizoma, aveva ingoiato buona parte della sborra che le avevo scaricato dentro, le ordinai di pulirlo bene e leccare il tutto con la lingua cosa che fece senza farselo ripetere poi la presi per i capelli e la avvicinai a me e le ordinai di pulirmi l’uccello, anche in questo caso la mia schiava è stata molto diligente, le sollevai il capo e la guardai negli occhi mi avvicinai e le diedi un bacio sulla fronte …. Tra un po’ si cena.
LEI “grazie Padrone sono felice di ciò che mi ha fatto stasera, non vedo l’ora di poter riprovare queste emozioni, spero di essere stata all’altezza delle sue aspettative, spero di essere la sua brava Cagna la sua Troia la sua Schiava e di averla soddisfatta”.
Così dicendo chinò il capo ed iniziò a leccarmi ed a baciarmi i piedi…
scritto il
2024-06-08
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