Lady Marmelade
di
Miss Serena
genere
trans
Marilena detta anche Lady Marmelade, era certamente la trans più famosa della città, fosse solo perché le cure ormonali non avevo intaccato le dimensioni del suo pene, che si sapeva era decisamente fuori norma, Come se ciò non bastasse, era anche una gran bella donna, certamente la quarta di seno era frutto di un ottimo chirurgo plastico, ma il resto era tutta roba sua, iniziando dal perfetto culo a forma di mandolino dove tutti avrebbero voluto mettere la faccia.
Tutto ciò aveva un prezzo, nel senso che le sue tariffe era ben superiori alla media, ma come se ciò non bastasse c’era una lista d’attesa seconda forse a quella per una risonanza magnetica all’ospedale.
Per diversi motivi non avevo mai voluto avere rapporti a pagamento, e le uniche trans con le quali ero stato, s’erano comportate da perfette donne, senza alcuna possibilità d’essere attive. Così mi ero sempre limitato a masturbazioni anali fatte con le dita, le quali mi aveva dato un gran piacere, lasciandomi però sempre la sensazione che potessi fare di più.
Quando la mia ragazza mi mollò dopo avermi cornificato per mesi, decisi che almeno una volta dovevo andare con Marilena, anche perché non avevo problemi di soldi e quindi mi bastava aspettare il mio turno.
Con un po’ d’agitazione la chiamai, e fui subito affascinato dalla sua voce calda e suadente, che seppe togliermi da ogni imbarazzo tanto che mi sembrò di parlare con un vecchio amico.
“Senti Lorenzo se vuoi ci possiamo vedere fra due giorni perché un amico ha dovuto disdire, altrimenti se ne passa una cinquantina di giorni.” mi disse forse felice di chiudere un buco sulla sua agenda.
“Va benissimo.” risposi con gioia “Dimmi dove e l’ora e sarò da te.”
I due giorni che mi separavano dall’appuntamento con Marilena passarono fin troppo lentamente, ma finalmente arrivò venerdì sera e mi preparai con cura per l’incontro, facendo un paio di clisteri e una lunga doccia, prima di sbarbarmi e quindi coprirmi di profumo.
Lei aveva un appartamento in pieno centro, e trovare un parcheggio fu quasi un’impresa, ma alla fine ne trovai uno e quasi col cuore in gola suonai al suo portone.
Quando vidi per la prima volta dal vivo Marilena rimasi di sasso, non solo era molto più bella che in fotografia, ma emanava sesso da ogni poro della pelle, e la sua voce era ipnotizzante, tanto che la seguii senza rendermene conto.
Anche la vestaglia che la copriva era piuttosto pesante, le sue forme sinuose erano ben visibili, tanto che mi ritrovai seduto vicino a lei con la mazza in tiro, e perciò in grande imbarazzo.
Lei però anche se si rese conto del mio stato, non disse nulla al riguardo, ma mi chiese con estrema dolcezza quali fossero le mie esperienze, ma soprattutto i miei desideri, e le risposi con sincerità, non avendo nulla di osceno da nascondere.
“Bene Lorenzo, visto che non sei il solito frocetto che non vuole ammetterlo a sé stesso, oggi sarai la mia troietta; quindi, inizia a spogliarti che ti prendo qualcosa per renderti più attraente.” mi disse prima d’alzarsi per prendere alcune cose in un comò
Una volta nudo Marilena m’aiutò ad indossare delle calze nere, poi il reggicalze per tenerle su, e quindi un reggiseno leggermente imbottito. Per finire la mia trasformazione mi legò i testicoli e la base del pene con due cordicelle bianche, che spensero ogni mia possibile erezione.
“Inginocchiati sul letto e guardati allo specchio, poi dimmi se non sei una perfetta troia.” mi disse mettendosi da parte.
Faticai un attimo nel riconoscermi, fosse solo perché non avevo mai messo nulla di femminile, ma quell’immagine riflessa ero proprio io, e sembravo più puttana di quanto non lo fosse Marilena.
Lei non disse nulla, ma si tolse la vestaglia per mettersi vicino a me, e se la sua lingerie era come la mia con l’unica differenza che era rossa, quel che realmente non era uguale era la dimensione del membro, col mio ai minimi termini, ed il suo che seppur floscio aveva dimensioni più che notevole. La trans lasciò che mi riprendessi, ma fu giusto un attimo perché mi diede un lungo bacio in bocca che mi fece sciogliere più di un cubetto di ghiaccio messo al sole. La sua lingua non solo era alla ricerca della mia, ma sembrava volerla avvolgere in continuazione, in una sorta di perverso braccio di ferro dove però a vincere era l’eccitazione. Allungai una mano sul suo sedere, ma poi quasi d'istinto la portai sulla sua mazza, che iniziai ad accarezzare timidamente, e non solo perché era la prima volta che quello che c’era fra le mie dita non era il mio pene, ma di un’altra persona.
Lentamente presi sempre più confidenza con quel bel bastone di carne che diventava sempre più duro nella mia mano, mentre lei non smetteva mai di baciarmi quando non mi sussurrava frase sconce all’orecchio.
“Ora leccami le palle e poi il cazzo.” mi ordinò alzandosi in piedi e quasi sbattendomi i suoi genitali in faccia.
Nonostante non avessi mai fatto nulla del genere, leccare i suoi testicoli mi venne naturale, come se l’avessi fatto da una vita, inebriato dal suo odore, un mix di mascolinità e femminilità che ubriacò i miei sensi. La sensazione d’inferiorità aumentò quando passai al pene, ma non per questo mi sentii a disagio, anzi fu piacevolissimo passare la lingua su quel pezzo di carne che presto mi avrebbe reso donna.
“Vedi che sei solo una troietta vogliosa ? Però non mi piace, così non puoi vederlo, quindi lasciami sedere sul letto e dopo fammi un bel pompino, ma guardandoti allo specchio, in modo che tu sia il primo a capire cosa c’è dentro di te.”
Marilena si accomodò su un lato del letto, in modo che io potessi inginocchiarmi di lato a lei e vedere riflesso allo specchio quello che stavo facendo. Vidi chiaramente un “uomo” vestito da troia che stava facendo un pompino a una trans, ma una parte di me non riusciva a capacitarsi che l’uomo fossi io, mentre un’altra ne provava un sottile piacere. Inutile dire che la seconda, quella più perversa e che avevo sempre tenuta nascosta, prese il sopravvento, tanto che mi dedicai a quel pompino con tutto me stesso, come lo scolaro che vuol fare bene il compito per poi esser elogiato dal maestro.
E l’elogio, anche se in forma sarcastica, non tardò ad arrivare.
“Sei proprio una brava troia, sembra quasi che hai passato tutta la vita a succhiare cazzi.” mi disse Marilena spingendomi tutta la sua mazza in bocca “Lo so che non vedi l’ora di darmi il culo, e sia chiaro che un bel culetto vergine come il tuo non capita tutti i giorni; quindi, mettiti a pecora che ti preparo per bene.”
Quasi scattai non aspettando altro, ma la mia voglia di cazzo s'affievolì quando non vidi la trans prendere del lubrificante, ma far scendere della saliva sul mio buchetto.
“Non usi qualche tipo di olio ?” chiesi sperando che quella fosse solo una messa in scena per spaventarmi.
“No quello lo usano i froci, e poi voglio che senti il mio cazzo dentro, so che all’inizio ti farà male, ma t’abituerai in fretta e dopo godrai molto di più.” mi rispose allargandomi un po’ l’orifizio anale con le dita.
La cappella entrò senza grossi problemi, un piccolo fastidio che passò quasi subito, ma poi fu un mezzo inferno, con lei che spingeva dentro di me la sua mazza, ed io che stringevo i denti per il dolore. Ogni volta la risposta di Marilena erano due schiaffi sulle chiappe, che avevano l’effetto di farmi rilassare almeno per un attimo i muscoli del sedere, e continuare così la penetrazione.
Quando ebbe finito mi sentivo bruciare dentro, e quasi mi misi a piangere anche perché mi sentivo profanato visto che non mi stava piacendo per niente quello che stavo facendo, ma poi lentamente le sensazioni cambiarono in meglio.
Lei all’inizio rimase ferma facendomi così abituare alla presenza del suo membro nel mio retto, e quando iniziò a muoversi lo fece con estrema lentezza, soprattutto quando si trattava di rimetterlo dentro.
Non so quando il dolore lasciò il posto al piacere, ma fu qualcosa che non le sfuggì, tanto che diede un affondo un po’ più profondo di quelli precedenti senza che io dicessi nulla.
“Ora che non ti lagni più iniziamo a divertirci per bene.” mi disse con voce suadente.
Da quel momento in poi fu un lungo viaggio verso nuovi piaceri che non avevo mai provato, e se all’inizio per qualche folle motivo non lasciavo trapelare ciò che provavo, dopo un po’ mi fu impossibile non gemere peggio d’una donna.
Più Marilena spingeva, e più io cercavo di spingere indietro il sedere, aggrappandomi alle lenzuola per non scivolare troppo in avanti. Quello che mi sconvolgeva era che lei mi scopava come io non ero mai riuscito a fare con nessuna donna, tenendo un ritmo infernale per me impossibile da mantenere se non per pochi minuti, mentre per la trans sembrava del tutto normale.
Anche se sentivo il cazzo esplodermi, stretto poi com’era dalla cordicella, non mi passò mai per il cervello di toccarmelo, volendo godere solo col culo anche a costo di non arrivare all’orgasmo.
Quando mi fece girare fu forse ancora meglio, perché potevo vederla in faccia mentre mi scopava senza pietà, oramai ridotto a fare la parte della sua cagnetta in calore.
“Dillo che ti piace il mio cazzo troia che non sei altro.” mi urlò in faccia dopo avermi baciato.
“Sì lo voglio, scopami ancora.”
“Certo che ti scopo puttana, hai ancora il culo stretto come piace a me, anche se d’ora in poi lo darai al primo cazzo che vedi.”
Lei iniziò ad alternare lunghi baci che mi toglievano il fiato, a prendermi in giro con frasi sconce, mentre io mi tenevo aperte le gambe per essere ancora più disponibile.
Non dissi nulla quando mi prese per i capelli per farmi scendere dal letto, sedendosi poi sul bordo, comprendendo subito che dovevo prenderglielo in bocca. Il suo pene era molto caldo, così lo ricoprii subito di salive per darle un po’ di sollievo, per poi leccarlo dalla base alla cappella tirando ben fuori la lingua. Marilena gradì quel trattamento e fu ancora più felice quando scesi sul so bel buchetto, dove cercai d’infilare dentro la lingua tenendola dura.
Ebbi la tentazione di salirle sopra e mettermelo dentro da solo, ma mi mancò il coraggio di prendere quell’iniziativa, così aspettai che fosse lei a riprendere a scoparmi.
Se la prima volta provai del dolore, quando mi fece rimettere carponi ero pronto solo a godere, e non appena compresi che me l’aveva messo tutto dentro, urlai quanto mi piacesse essere la sua donna.
“Sì mi piace scopami ancora, voglio essere la tua troia, rompimi il culo come vuoi ma fottimi.”
“Certo Lorenzo o vuoi che ti chiami Lorenza.” mi disse con non poca ironia.
“Chiamami come vuoi ma non smettere di mettermelo culo.”
In realtà mi era ben chiaro che prima ancora di fottermi il culo, Marilena mi aveva fottuto il cervello, e che avrei fatto qualunque cosa pur di farmi scopare il più possibile.
Lei si dimostrò una grandissima domina trans, non solo perché martellò le mie chiappe sino a sfinirmi, ma allo stesso non smise mai d’insultarmi, facendomi capire che la mia parte maschile non era mai entrata in casa sua, e che in fondo ero solo una troia da culo.
Marilena smise di scoparmi solo per mettersi davanti a me, e dopo avermi ordinato d’aprire la bocca, si masturbò brevemente prima di schizzare il suo orgasmo fra le mie labbra o sulla faccia., e quello che era rimasto sulla sua cappella lo pulii io con la lingua.
“Adesso alzati che tocca a te.” mi disse ridacchiando.
Non appena fui in piedi lei mi tolse le cordicelle dai genitali, per poi scivolarmi dietro e prendermi il pene in mano, ed iniziare una lentissima masturbazione, che mi portò in breve tempo all’orgasmo. Senza dire nulla portò la mano col mio seme davanti alla mia bocca, e non ci fu bisogno di una sola parola, che leccai il mio stesso orgasmo con lo stesso piacere avuto poco prima col suo.
Pagai Marilena che volle che tenessi addosso l’intimo usato per quel rapporto, così indossai i miei abiti maschili su quella lingerie per poi tornare a casa, ben sapendo che quello sarebbe stato solo il primo di una lunga serie d’incontri con la mia bellissima dominatrice trans.
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Tutto ciò aveva un prezzo, nel senso che le sue tariffe era ben superiori alla media, ma come se ciò non bastasse c’era una lista d’attesa seconda forse a quella per una risonanza magnetica all’ospedale.
Per diversi motivi non avevo mai voluto avere rapporti a pagamento, e le uniche trans con le quali ero stato, s’erano comportate da perfette donne, senza alcuna possibilità d’essere attive. Così mi ero sempre limitato a masturbazioni anali fatte con le dita, le quali mi aveva dato un gran piacere, lasciandomi però sempre la sensazione che potessi fare di più.
Quando la mia ragazza mi mollò dopo avermi cornificato per mesi, decisi che almeno una volta dovevo andare con Marilena, anche perché non avevo problemi di soldi e quindi mi bastava aspettare il mio turno.
Con un po’ d’agitazione la chiamai, e fui subito affascinato dalla sua voce calda e suadente, che seppe togliermi da ogni imbarazzo tanto che mi sembrò di parlare con un vecchio amico.
“Senti Lorenzo se vuoi ci possiamo vedere fra due giorni perché un amico ha dovuto disdire, altrimenti se ne passa una cinquantina di giorni.” mi disse forse felice di chiudere un buco sulla sua agenda.
“Va benissimo.” risposi con gioia “Dimmi dove e l’ora e sarò da te.”
I due giorni che mi separavano dall’appuntamento con Marilena passarono fin troppo lentamente, ma finalmente arrivò venerdì sera e mi preparai con cura per l’incontro, facendo un paio di clisteri e una lunga doccia, prima di sbarbarmi e quindi coprirmi di profumo.
Lei aveva un appartamento in pieno centro, e trovare un parcheggio fu quasi un’impresa, ma alla fine ne trovai uno e quasi col cuore in gola suonai al suo portone.
Quando vidi per la prima volta dal vivo Marilena rimasi di sasso, non solo era molto più bella che in fotografia, ma emanava sesso da ogni poro della pelle, e la sua voce era ipnotizzante, tanto che la seguii senza rendermene conto.
Anche la vestaglia che la copriva era piuttosto pesante, le sue forme sinuose erano ben visibili, tanto che mi ritrovai seduto vicino a lei con la mazza in tiro, e perciò in grande imbarazzo.
Lei però anche se si rese conto del mio stato, non disse nulla al riguardo, ma mi chiese con estrema dolcezza quali fossero le mie esperienze, ma soprattutto i miei desideri, e le risposi con sincerità, non avendo nulla di osceno da nascondere.
“Bene Lorenzo, visto che non sei il solito frocetto che non vuole ammetterlo a sé stesso, oggi sarai la mia troietta; quindi, inizia a spogliarti che ti prendo qualcosa per renderti più attraente.” mi disse prima d’alzarsi per prendere alcune cose in un comò
Una volta nudo Marilena m’aiutò ad indossare delle calze nere, poi il reggicalze per tenerle su, e quindi un reggiseno leggermente imbottito. Per finire la mia trasformazione mi legò i testicoli e la base del pene con due cordicelle bianche, che spensero ogni mia possibile erezione.
“Inginocchiati sul letto e guardati allo specchio, poi dimmi se non sei una perfetta troia.” mi disse mettendosi da parte.
Faticai un attimo nel riconoscermi, fosse solo perché non avevo mai messo nulla di femminile, ma quell’immagine riflessa ero proprio io, e sembravo più puttana di quanto non lo fosse Marilena.
Lei non disse nulla, ma si tolse la vestaglia per mettersi vicino a me, e se la sua lingerie era come la mia con l’unica differenza che era rossa, quel che realmente non era uguale era la dimensione del membro, col mio ai minimi termini, ed il suo che seppur floscio aveva dimensioni più che notevole. La trans lasciò che mi riprendessi, ma fu giusto un attimo perché mi diede un lungo bacio in bocca che mi fece sciogliere più di un cubetto di ghiaccio messo al sole. La sua lingua non solo era alla ricerca della mia, ma sembrava volerla avvolgere in continuazione, in una sorta di perverso braccio di ferro dove però a vincere era l’eccitazione. Allungai una mano sul suo sedere, ma poi quasi d'istinto la portai sulla sua mazza, che iniziai ad accarezzare timidamente, e non solo perché era la prima volta che quello che c’era fra le mie dita non era il mio pene, ma di un’altra persona.
Lentamente presi sempre più confidenza con quel bel bastone di carne che diventava sempre più duro nella mia mano, mentre lei non smetteva mai di baciarmi quando non mi sussurrava frase sconce all’orecchio.
“Ora leccami le palle e poi il cazzo.” mi ordinò alzandosi in piedi e quasi sbattendomi i suoi genitali in faccia.
Nonostante non avessi mai fatto nulla del genere, leccare i suoi testicoli mi venne naturale, come se l’avessi fatto da una vita, inebriato dal suo odore, un mix di mascolinità e femminilità che ubriacò i miei sensi. La sensazione d’inferiorità aumentò quando passai al pene, ma non per questo mi sentii a disagio, anzi fu piacevolissimo passare la lingua su quel pezzo di carne che presto mi avrebbe reso donna.
“Vedi che sei solo una troietta vogliosa ? Però non mi piace, così non puoi vederlo, quindi lasciami sedere sul letto e dopo fammi un bel pompino, ma guardandoti allo specchio, in modo che tu sia il primo a capire cosa c’è dentro di te.”
Marilena si accomodò su un lato del letto, in modo che io potessi inginocchiarmi di lato a lei e vedere riflesso allo specchio quello che stavo facendo. Vidi chiaramente un “uomo” vestito da troia che stava facendo un pompino a una trans, ma una parte di me non riusciva a capacitarsi che l’uomo fossi io, mentre un’altra ne provava un sottile piacere. Inutile dire che la seconda, quella più perversa e che avevo sempre tenuta nascosta, prese il sopravvento, tanto che mi dedicai a quel pompino con tutto me stesso, come lo scolaro che vuol fare bene il compito per poi esser elogiato dal maestro.
E l’elogio, anche se in forma sarcastica, non tardò ad arrivare.
“Sei proprio una brava troia, sembra quasi che hai passato tutta la vita a succhiare cazzi.” mi disse Marilena spingendomi tutta la sua mazza in bocca “Lo so che non vedi l’ora di darmi il culo, e sia chiaro che un bel culetto vergine come il tuo non capita tutti i giorni; quindi, mettiti a pecora che ti preparo per bene.”
Quasi scattai non aspettando altro, ma la mia voglia di cazzo s'affievolì quando non vidi la trans prendere del lubrificante, ma far scendere della saliva sul mio buchetto.
“Non usi qualche tipo di olio ?” chiesi sperando che quella fosse solo una messa in scena per spaventarmi.
“No quello lo usano i froci, e poi voglio che senti il mio cazzo dentro, so che all’inizio ti farà male, ma t’abituerai in fretta e dopo godrai molto di più.” mi rispose allargandomi un po’ l’orifizio anale con le dita.
La cappella entrò senza grossi problemi, un piccolo fastidio che passò quasi subito, ma poi fu un mezzo inferno, con lei che spingeva dentro di me la sua mazza, ed io che stringevo i denti per il dolore. Ogni volta la risposta di Marilena erano due schiaffi sulle chiappe, che avevano l’effetto di farmi rilassare almeno per un attimo i muscoli del sedere, e continuare così la penetrazione.
Quando ebbe finito mi sentivo bruciare dentro, e quasi mi misi a piangere anche perché mi sentivo profanato visto che non mi stava piacendo per niente quello che stavo facendo, ma poi lentamente le sensazioni cambiarono in meglio.
Lei all’inizio rimase ferma facendomi così abituare alla presenza del suo membro nel mio retto, e quando iniziò a muoversi lo fece con estrema lentezza, soprattutto quando si trattava di rimetterlo dentro.
Non so quando il dolore lasciò il posto al piacere, ma fu qualcosa che non le sfuggì, tanto che diede un affondo un po’ più profondo di quelli precedenti senza che io dicessi nulla.
“Ora che non ti lagni più iniziamo a divertirci per bene.” mi disse con voce suadente.
Da quel momento in poi fu un lungo viaggio verso nuovi piaceri che non avevo mai provato, e se all’inizio per qualche folle motivo non lasciavo trapelare ciò che provavo, dopo un po’ mi fu impossibile non gemere peggio d’una donna.
Più Marilena spingeva, e più io cercavo di spingere indietro il sedere, aggrappandomi alle lenzuola per non scivolare troppo in avanti. Quello che mi sconvolgeva era che lei mi scopava come io non ero mai riuscito a fare con nessuna donna, tenendo un ritmo infernale per me impossibile da mantenere se non per pochi minuti, mentre per la trans sembrava del tutto normale.
Anche se sentivo il cazzo esplodermi, stretto poi com’era dalla cordicella, non mi passò mai per il cervello di toccarmelo, volendo godere solo col culo anche a costo di non arrivare all’orgasmo.
Quando mi fece girare fu forse ancora meglio, perché potevo vederla in faccia mentre mi scopava senza pietà, oramai ridotto a fare la parte della sua cagnetta in calore.
“Dillo che ti piace il mio cazzo troia che non sei altro.” mi urlò in faccia dopo avermi baciato.
“Sì lo voglio, scopami ancora.”
“Certo che ti scopo puttana, hai ancora il culo stretto come piace a me, anche se d’ora in poi lo darai al primo cazzo che vedi.”
Lei iniziò ad alternare lunghi baci che mi toglievano il fiato, a prendermi in giro con frasi sconce, mentre io mi tenevo aperte le gambe per essere ancora più disponibile.
Non dissi nulla quando mi prese per i capelli per farmi scendere dal letto, sedendosi poi sul bordo, comprendendo subito che dovevo prenderglielo in bocca. Il suo pene era molto caldo, così lo ricoprii subito di salive per darle un po’ di sollievo, per poi leccarlo dalla base alla cappella tirando ben fuori la lingua. Marilena gradì quel trattamento e fu ancora più felice quando scesi sul so bel buchetto, dove cercai d’infilare dentro la lingua tenendola dura.
Ebbi la tentazione di salirle sopra e mettermelo dentro da solo, ma mi mancò il coraggio di prendere quell’iniziativa, così aspettai che fosse lei a riprendere a scoparmi.
Se la prima volta provai del dolore, quando mi fece rimettere carponi ero pronto solo a godere, e non appena compresi che me l’aveva messo tutto dentro, urlai quanto mi piacesse essere la sua donna.
“Sì mi piace scopami ancora, voglio essere la tua troia, rompimi il culo come vuoi ma fottimi.”
“Certo Lorenzo o vuoi che ti chiami Lorenza.” mi disse con non poca ironia.
“Chiamami come vuoi ma non smettere di mettermelo culo.”
In realtà mi era ben chiaro che prima ancora di fottermi il culo, Marilena mi aveva fottuto il cervello, e che avrei fatto qualunque cosa pur di farmi scopare il più possibile.
Lei si dimostrò una grandissima domina trans, non solo perché martellò le mie chiappe sino a sfinirmi, ma allo stesso non smise mai d’insultarmi, facendomi capire che la mia parte maschile non era mai entrata in casa sua, e che in fondo ero solo una troia da culo.
Marilena smise di scoparmi solo per mettersi davanti a me, e dopo avermi ordinato d’aprire la bocca, si masturbò brevemente prima di schizzare il suo orgasmo fra le mie labbra o sulla faccia., e quello che era rimasto sulla sua cappella lo pulii io con la lingua.
“Adesso alzati che tocca a te.” mi disse ridacchiando.
Non appena fui in piedi lei mi tolse le cordicelle dai genitali, per poi scivolarmi dietro e prendermi il pene in mano, ed iniziare una lentissima masturbazione, che mi portò in breve tempo all’orgasmo. Senza dire nulla portò la mano col mio seme davanti alla mia bocca, e non ci fu bisogno di una sola parola, che leccai il mio stesso orgasmo con lo stesso piacere avuto poco prima col suo.
Pagai Marilena che volle che tenessi addosso l’intimo usato per quel rapporto, così indossai i miei abiti maschili su quella lingerie per poi tornare a casa, ben sapendo che quello sarebbe stato solo il primo di una lunga serie d’incontri con la mia bellissima dominatrice trans.
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