Per un caso fortuito ho fatto la doccia con mia figlia 1

di
genere
prime esperienze

Il ballo non mi ha mai attratto, per la forma fisica ho fatto altro, anche in maniera esagerata. Quando ho conosciuto Monica, lei frequentava una scuola di ballo, faceva tornei, era anche brava, il suo gruppo era all’avanguardia nella regione, i genitori la
accompagnavano dappertutto. In seguito ha avuto un rigetto, ha smesso senza possibilità di ripensamento. Il suo corpo, la sua agilità comunque testimoniavano la sua forma fisica. L’ho vista in farmacia, il cliente che ci precedeva sembrava dovesse acquistarla, ha impiegato oltre mezz’ora per una confezione di aspirina tanto che la titolare ha richiamato la ragazza addetta alle vendite davanti a tutti. Non ho mai capito se nei giorni successivi ci cercavamo, probabilmente si perché ci incontravamo quasi ogni giorno. Senza allungare il brodo da sedici anni siamo sposati, E’ nata Gigliola che ha allietato la nostra vita ora ha quindici anni, è identica alla madre, la figura, il viso, le movenze, tutto di Monica. Veste come lei, a volte le confondo. Ci ha provato Monica a parlare di ballo, la voleva iscrivere alla scuola che aveva frequentato lei, nulla da fare, sotto questo aspetto aveva la mia stessa mentalità. Veniva con me a correre, andavamo in palestra, mentre Monica si era fermata completamente, forse si è sentita esclusa, è tonata alla scuola di ballo. La famiglia soprattutto, era al primo posto per noi tre, l’attività fisica ci divideva totalmente,
Monica da una parte io e Gigliola dall’altra. Un giorno è successo quello che non doveva succedere, la macchina di Monica si è rotta, l’avevamo portata dal meccanico, quindi l’abbiamo accompagnata io e Gigliola con l’impegno di riprenderla appena
finito il nostro turno in palestra. Gli inconvenienti solitamente si accoppiano. Mentre facevamo la doccia in stante adiacenti, io e Gigliola si è spaccato il soffione, causandole una piccola ferita mentre lei aveva addosso tutto il bagnoschiuma. Un attimo
l’ho vista entrare nel mia doccia, nuda lei, nudo io, la schiuma del detergente negli occhi, si faceva fatica a tenerli aperti, ho sentito il suo corpo attaccato al mio. -Santa Madonna Gigliola che fai? Nessuna risposta. Non so se inconsciamente ho aumentato l’acqua calda oppure era il calore del mio corpo. Il vapore ci rendeva invisibili, i nostri corpi uniti sotto il getto dell’acqua bollente. Finalmente siamo usciti, insieme nel mio accappatoio. Non la guardavo, cercavo di evitare i suoi occhi, di sfuggita ho visto il suo sorriso beffardo. Respiravo a fatica, lei nella massima normalità. Ci siamo rivestiti, senza dire una parola siamo tornati in macchina. Nessuna parola, quando è arrivata Monica mi ha chiesto cosa avessi fatto -Nulla- Ho risposto -Perché?- -Sembri un robot- Gigliola muta. Siamo tornati a casa abbiamo ripreso la nostra normalità. La notte ho fatto l’amore con Monica pensando che fosse Gigliola -Dio santo- ha detto lei -Che ti è successo? Mi hai trapanato a dovere, sei arrivato nel profondo
come mai era successo- Cosa dovevo rispondere? -Sei tu che mi ecciti amore- Si è riposizionata approfittando della situazione, purtroppo il cervello era sintonizzato sul corpo di quel diavolo di mia figlia. Monica urlava dal piacere -Stai zitta c’è Gigliola che ci sente- E’ stato peggio, ora urla e gemiti. Sicuramente avrà sentito tutto Gigliola. Durante la notte non ho chiuso occhio, interamente sveglio, volevo che facesse subito giorno, non resistevo più nel letto, Monica non si allontanava da me. Mi dilaniavo il cervello. Avevo paura che Gigliola si tradisse con qualche accenno involontario alla mamma. Scaltra quanto mai la ragazza reggeva le redini del gioco, quel suo sorriso beffardo, quel suo sguardo enigmatico li ho trovati in cucina durante la colazione. Ero agitato, non vedevo l’ora di uscire per andare al lavoro. Finalmente!!!
scritto il
2024-07-01
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