Schiavo in Oman

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Ci troviamo in Oman, una terra incantevole e misteriosa, ricca di paesaggi desertici e culture millenarie. Mentre ero in vacanza in questo affascinante paese, decisi di fare una gita nel deserto per immergermi completamente nella bellezza selvaggia e spettacolare di questo luogo.

Era una calda mattina di sole quando partii per l'avventura nel deserto. Il fendente del vento mi sfiorava il viso mentre mi inoltravo sempre più nella vastità dorata di dune di sabbia che si estendevano all'orizzonte. Il mio cuore era colmo di emozione e soggezione mentre contemplavo la maestosa bellezza del deserto, incorniciata da cieli blu profondi e nuvole come pennellate di pittura.

Mentre mi addentravo nel deserto, un senso di tranquillità e serenità mi pervadeva, quasi come se fossi in armonia con la natura circostante. Il silenzio era quasi assordante, rotto solo dal suono lieve del vento che faceva danzare lievemente le dune di sabbia.

Durante la mia escursione nel deserto, incontrai nomadi locali che mi accolsero con un sorriso caloroso e un'ospitalità genuina. Mi offrirono del delizioso tè alla menta e mi invitarono a sedermi con loro attorno al fuoco, raccontandomi storie antiche di coraggio e avventura.

Mentre il sole tramontava all'orizzonte, dipingendo il cielo con sfumature dorate e arancioni, mi sentivo felice e grato per l'opportunità di vivere un'esperienza così autentica e memorabile nel cuore del deserto dell'Oman.

Era ora di tornare e mentre stavo tornando lungo la strada polverosa del deserto, sono stato circondato da uomini armati su cammelli, con il sole che splendeva implacabile sopra di me. I predoni senza alcuna pietà, con i loro abiti tradizionali e l'espressione dura sul volto. Mi hanno fatto spogliare completamente e fatto indossare un perizoma, legato le mani dietro la schiena e messo un collare di ferro con una catena con l’altro capo fissato sulla sella del cammello, mi hanno portato via dal luogo in cui eri stato catturato. Il panico e la disperazione mi hanno assalito mentre guardavo indietro alla strada che avevo percorso, mentre venivo trasportato via verso un destino incerto.

Attraversando il deserto nudo e legato a piedi, la sensazione di isolamento e vulnerabilità era palpabile. Il caldo sole battente bruciava la pelle, mentre il terreno sabbioso e arido creava una fatica costante nel camminare. I piedi nudi affondavano nella sabbia, causando dolore e disagio.

Il deserto si estendeva all'infinito, con solo il cielo vasto e privo di nuvole sopra di me. Il silenzio è ovunque, interrotto solo dal suono dei miei passi e dal fruscio del vento che solleva il terreno. Le oasi sparse lungo il percorso sembravano punti di speranza nel deserto implacabile, offrendo un breve sollievo prima di dover riprendere il cammino.

La fame e la sete divennero compagni costanti, rendendo ancora più difficile la marcia. La paura di non farcela e di perdersi nel deserto cresce insieme alla stanchezza e alla disperazione. Ma nonostante tutto, la determinazione a sopravvivere e a raggiungere la salvezza continua a bruciare dentro di me, spingendomi avanti passo dopo passo, fino a quando finalmente arrivammo a destinazione.

Arrivati a destinazione fui condotto in una prigione dove erano detenuti altri ragazzi come me, in catene caviglie e polsi erano in attesa di essere venduti come schiavi. I giorni trascorrevano lentamente in quella prigione, tormentati dalla fame e dalla paura di ciò che ci sarebbe potuto accadere. Le nostre catene ci imprigionavano fisicamente, ma era la nostra paura che ci impediva di vedere una via d'uscita.

Finalmente, un giorno, venimmo chiamati fuori dalle nostre celle e condotti in una piazza dove gli acquirenti potenziali stavano valutando i nostri corpi come se fossimo merci da comprare. Ci sentivamo come bestiame al mercato, oggetti da comprare e vendere a seconda delle offerte più convenienti.

Uno dopo l'altro, fummo esaminati e le nostre caratteristiche furono discusse come se fossimo oggetti senza un'anima. Alla fine, venimmo venduti ai migliori offerenti, separati l'uno dall'altro e portati via verso destini sconosciuti.

E così, fui venduto come schiavo a un ricco mercante che mi avrebbe portato lontano dalla mia terra natia, lontano dalla mia famiglia e dai miei amici. Il mio futuro era incerto, ma sapevo che avrei dovuto lottare per la mia libertà, per riappropriarmi della mia dignità e della mia vita.

Eravamo sei ragazzi, tutti giovani e spaventati, quando venimmo venduti a un proprietario di una cava di pietra. Ci siamo trovati legati e spinti dentro un carro trainato da cavalli, con le mani legate dietro la schiena e un peso sulle spalle.

Ci portarono via dalla prigione, eravamo terrorizzati e confusi, senza sapere cosa ci sarebbe successo e dove ci avrebbero portato.

Il viaggio verso la cava fu lungo dentro questo carro incatenati tra di noi. Arrivammo, finalmente a destinazione, fummo fatti scendere e condotti subito nelle nostre postazioni di lavoro.

Il giorno dello schiavo in una cava di pietra inizia presto al mattino, quando viene svegliato dal suono di una campana che dà il via alla giornata lavorativa. Dopo una rapida colazione a base di pane e acqua, si unisce agli altri schiavi per stabilire il piano di lavoro della giornata sotto la direzione del caposquadra.

Una volta assegnati i compiti, il lavoratore si mette al lavoro estrazione delle pietre dalle rocce, utilizzando picconi, martelli e scalpelli per rompere il materiale. Le condizioni di lavoro sono estremamente dure e pericolose, con la costante minaccia di crolli e lesioni causate dai materiali pesanti e taglienti.

Durante la pausa pranzo, consumavamo un pasto frugale composto principalmente da pane e acqua, prima di tornare al lavoro nel pomeriggio. La giornata continuava fino al tramonto, quando venivamo, finalmente autorizzati a riposarsi per la notte nelle baracche comuni della cava.

La vita nella una cava di pietra era caratterizzata da fatica, sofferenza e privazione, con poche speranze di una vita migliore. Nonostante la durezza delle condizioni di lavoro, io insieme ad altri schiavi trovavamo un minimo di consolazione nel senso di solidarietà e cameratismo tra loro, che ci aiutava a sopportare le inevitabili difficoltà della nostra esistenza.

Un giorno un compagno di lavoro cadde accidentalmente ed io accorsi in suo aiuto, subito fui preso dalle guardie per essere punito severamente, solo perché non avevo chiesto il permesso di abbandonare il mio posto di lavoro.

Venni condotto nel piazzale della cava, dove era presente un palo al quale venni legato con delle corde. La guardia si avvicinò con una frusta, composta da una lunga striscia di cuoio con dei nodi in metallo all'estremità.
La guardia sollevò la frusta colpendomi con forza sulla schiena nuda, causando dolore e lasciando segni rossi sulla pelle. Questo tormento venne ripetuto molte volte, lasciandomi con la schiena livida e sanguinante.
Durante le frustate, gridavo di dolore ed imploravo pietà, ma il mio aguzzino continuava senza mostrare alcuna pietà.

Una volta terminata la punizione, ci fu un'altra più dura e dolorosa per il prigioniero. Venni condotto in una cella buia e angusta, legato a un ceppo di legno e lasciato lì per giorni senza cibo né acqua. Le torture continuano, con frustate e bruciature sul corpo.

Nonostante il dolore e la disperazione, il prigioniero rimane saldo nella sua fede e resistenza. Ogni volta che gli viene chiesto di tradire i suoi ideali e la sua patria, risponde con fermezza e orgoglio, rifiutandosi di piegarsi al volere dei suoi aguzzini.

Dopo settimane di torture e privazioni, venni finalmente liberato e riportato nella cava. Sebbene sia ridotto a uno straccio umano, la mia determinazione e il mio coraggio non erano mai venuti meno. E anche se il mio corpo era segnato per sempre dalle ferite inflittemi, la mia anima rimase indomita e incorruttibile.

La sua storia diventa leggenda tra i prigionieri, un esempio di resistenza e coraggio di fronte all'avversità più grande. E anche se il prezzo da pagare è stato altissimo, io non ho mai smesso di combattere. La mia determinazione divenne un faro di speranza in un mondo dominato dalla violenza e dall'oppressione.




scritto il
2024-07-08
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